Van Aert su Strava, due giorni di buco prima del rientro

07.12.2021
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Adrie Van der Poel, papà di Mathieu, non è rimasto particolarmente colpito dal ritorno vincente dell’eterno rivale del figlio, Wout Van Aert. Il papà dell’olandese ha detto di aver seguito Wout su Strava. E che si aspettava certi numeri.

Lo abbiamo fatto anche noi, ma evidentemente non siamo bravi come Adrie! Infatti non sapevamo che prestazione avrebbe espresso il belga. Allora ci siamo rivolti al preparatore Pino Toni che sicuramente in merito a piattaforme e allenamenti sa il fatto suo.

Van Aert al rientro alle competizioni nel cross di Boom. La sua ultima gara era stata la Roubaix
Van Aert al rientro alle competizioni nel cross di Boom. La sua ultima gara era stata la Roubaix

Stop dopo la Roubaix 

Nel fango di Boom Van Aert ha così ripreso la sua stagione vincendo. Ha messo tutti in riga senza apparente sforzo. Come ha fatto?

«Wout – dice Toni – è stato fermo, o meglio è stato senza bici per tre settimane – che fu quel che disse subito dopo la Roubaix – in quel periodo ha osservato una fase di stacco, o almeno non ha caricato allenamenti. Si è fermato al 10 di ottobre e ha ripreso a fine mese (ha fatto qualche corsa a piedi, ndr).

«L’ultima distanza a ridosso della gara di domenica scorsa l’ha fatta il 28 novembre: cinque ore, cinque giorni prima della competizione di Boom. Il giorno successivo è andato a correre, facendo ben 14 chilometri a 4’26” di media con delle variazioni. Fin lì aveva fatto molta strada e qualche uscita con la bici da cross. Non un super lavoro».

Alcune sedute del belga su Strava a pochi giorni dal cross di Boom

Il “buco”…

E a questo punto il coach toscano pone un bel quid. C’è infatti un “buco”a ridosso del via. Il 30 novembre ha fatto un doppio allenamento: cross al mattino e dietro motore al pomeriggio. Mentre alla vigilia ha fatto un’uscita easy di circa 50 chilometri.

«Mancano gli allenamenti dell’uno e del due dicembre – sottolinea Toni – e io non credo che Van Aert non sia uscito o che non si sia allenato. E ai fini della gara quelli sono due giorni molto importanti. Due giorni che ci dicono tanto della preparazione e del corridore stesso. Ha fatto scarico? Ha fatto una sgambata? Ha spinto?

«Io non credo che lui sia arrivato in gara con solo quattro allenamenti nell’ultima settimana: una distanza, la corsa a piedi, il dietro motore del venerdì e la prova percorso alla vigilia».

E allora cosa si evince da quei files?  «Che Van Aert è un fenomeno! Ma non ci servivano quegli allenamenti su Strava per dircelo. Wout ha iniziato con carichi crescenti. I volumi sono spesso bassi. Sì, c’è qualche distanza, ma spesso ha fatto un’ora, un’ora e venti: come ripeto non carica tutto quel che fa.

«Non li mette per depistare gli avversari? Non credo, sarebbe sciocco. O almeno io non l’ho mai fatto, non ho mai ripreso questo o quell’esercizio, ma ho sempre pensato alla preparazione che avevo in mente. Poi Wout non li mette perché lassù quei due si spiano! Magari dopo la corsa ha fatto dei rulli o è uscito in bici, non possiamo saperlo».

Wout Van Aert in tenuta da running qualche giorno fa (foto Twitter)
Wout Van Aert in tenuta da running qualche giorno fa (foto Twitter)

Wout e la corsa

Infine una curiosità. Almeno una volta a settimana abbiamo notato che Van Aert corre a piedi. E corre forte! Ci va solo in questo periodo? E ancora: 14 chilometri non sono tanti?

«Van Aert va spesso a correre – dice Toni – se si va a vedere quella seduta, deve essere stato molto freddo lassù. La temperatura percepita era di tre gradi sotto zero. Se tu sai correre bene, non rischi di farti male e questo è un buon allenamento. Un allenamento che ti risparmia parecchio freddo, un conto è uscire in bici con una temperatura prossima allo zero e un conto è correre a piedi.

«Ho visto delle foto che ritraevano Van Aert correre anche prima delle classiche. Magari lo fa come risveglio muscolare prima di fare colazione, ma è comunque qualcosa che fa abitualmente».