Hardskin FormulaE, il body che veste come un guanto

31.07.2025
6 min
Salva

Il ciclismo è già da qualche anno nell’era dei body anche per l’utilizzo quotidiano e Hardskin entra in grande stile nella categoria. L’azienda bresciana è un riferimento soprattutto nel triathlon e proprio grazie al know-how sviluppato nella triplice disciplina porta in dote delle soluzioni per nulla banali.

Abbiamo provato il body FormulaE, un capo tecnicamente superiore, un indumento che nasce anche grazie al contributo delle tante ore spese nella galleria del vento Dallara. Entriamo nel dettaglio di FormulaE e del test.

Un capo super tecnico che offre anche una bella immagine all’agonista
Un capo super tecnico che offre anche una bella immagine all’agonista

Hardskin FormulaE, tessuti diversi

E’ l’apice della ricerca in fatto di tessuti, del perfetto blend tra loro e dell’aerodinamica applicata ad un capo tecnico sviluppato per le competizioni. Anche grazie al contributo di Alessandro Fabian (12 volte campione italiano di triathlon), il body top di gamma Hardskin è stato utilizzato sul campo (e viene usato) nei diversi step di sviluppo. In origine nasce per il triathlon e vuole diventare un riferimento anche nel ciclismo. Il body FormulaE è disegnato per offrire il meglio nel comfort, libertà di movimento, efficienza aerodinamica ed ergonomia, una buona immagine dell’atleta.

Poco più di 200 grammi per un body sono pochi, un peso che rende perfettamente l’idea del posizionamento tecnico di questo indumento. Ogni sezione del corpo presenta tessuti diversi che hanno compiti differenti, non sono presenti inserti siliconici e c’è una zip lunga (che arriva fino alla sezione addominale) senza ribattiture sottostanti. Significa non avere spessori aggiunti che andrebbero a sacrificare la leggerezza e la termoregolazione, ma anche una certa difficoltà nelle gestione in caso di pit-stop.

Il design è pulito, minimale, estremamente funzionale, ci sono due tasche posteriori (nessuna tasca interna, presente invece nel modello specifico per il triathlon). Il fondello è sviluppato in collaborazione con Elastic Interface ed è posizionato abbondantemente in avanti (molto di più rispetto ad una salopette tradizionale).

Body e aerodinamica

Essere aerodinamici significa guadagnare 3 minuti su una distanza di 180 chilometri ad una potenza media di 220 watt (molto più che un marginal gain). Traducendo, un risparmio energetico ed una qualità migliore in termini di efficienza. La variabile più grande resta sempre l’atleta, ma la base tecnica può fare una grande differenza, soprattutto nel lungo periodo.

Le nostre considerazioni

FormulaE è un body dedicato agli agonisti che vogliono il massimo anche dall’abbigliamento, è super tirato e una volta indossato è come una seconda pelle. Diventa un tutt’uno con il corpo, non è un compromesso e bisogna pure saperlo indossare. Indossarlo è il punto di partenza, un aspetto banale e nel caso di prodotti come FormulaE non così scontato, perché chi non ha mai indossato un body non è detto che non si confronti con qualche difficoltà. Adattare e posizionare per bene il pantaloncino, portare verso l’alto il busto e con piccoli gesti infilare le maniche, aiutandosi anche con le spalle (e naturalmente le braccia). Il body è un guanto, deve vestire perfetto ed essere attaccato alla pelle.

Maniche tiratissime e lunghe, con quelle coste aerodinamiche che in parte irrigidiscono e stabilizzano. La pannellatura anteriore è più rigida, quella posteriore ha un tessuto leggermente più morbido, ma non è un mesh vero e proprio. Tessuto leggerissimo anche ai lati per espellere il più possibile umidità e calore, asciuga in un amen. Le due tasche posteriori sono in tessuto traspirante (ottima scelta, nell’ottica di non fermare l’umidità) e sono dotate di una sorta di aletta interna che aiuta a bloccare il contenuto. Ben fatta e ben posizionata la cerniera che scende fino sotto l’ombelico.

Fondello mutuato dal triathlon

Nella scala dei valori, oltre ad adottare qualche malizia per indossare il body nel modo corretto, c’è da considerare il posizionamento del fondello. Generalmente è più avanzato (rispetto ad una salopette classica top di gamma) ed in questo caso è estremizzato, mutua il suo posizionamento dal triathlon. Anche i body specifici per le crono adottano questa soluzione.

E’ un dettaglio vantaggioso per chi usa una posizione allungata/coricata ed aiuta a portarsi in avanti ed è giusto così. Può diventare una sorta di limite per quel corridore che non si piega molto in avanti e adotta uno stile di guida alto sul manubrio. Il tessuto compatto e “vellutato” (davvero confortevole) scelto per la sezione del pantalone si adatta perfettamente al fondello e asseconda molto bene i movimenti.

Tanto aderente, ma anche comodo
Tanto aderente, ma anche comodo

In conclusione

Hardskin entra ufficialmente nel ciclismo e bisogna considerare che FormulaE è una sorta di portone che si apre, quasi come un punto di partenza. Se questa è la base sulla quale lavorare, tanti complimenti all’azienda bresciana. Hardskin inizia dove molti arrivano dopo diversi step di sviluppo. Il prezzo di listino è alto, 399 euro è una cifra importante, ma come abbiamo scritto in altre occasioni, la tecnologia migliore è costosa.

Il body FormulaE è uno strumento, non è solo un abbigliamento ed è da mettere sullo stesso piano della migliore ruota aerodinamica, di uno pneumatico tra i più efficienti, di un trattamento ceramico specifico per la catena, al pari di quelle che erano dettagli marginali, che oggi sono alla base del miglioramento della dotazione tecnica.

Hardskin

Body ed aerodinamica: Hardskin entra ufficialmente nel ciclismo

09.07.2025
4 min
Salva

Hardskin è da sempre un marchio leader nel settore del triathlon, una categoria che prima di tutte altre ha imparato ad usare i body, capi super performanti ed estremamente tecnici. Nelle ultime stagioni siamo testimoni del dilagare dei body anche nel ciclismo, soprattutto in ambito professionistico, ma a cascata tutte le categorie della bici stanno mutuando questo indumento.

Il body è il capo tecnico del futuro anche in ambito bici? Che ruolo può giocare un marchio come Hardskin che porta il suo importante know-how? Ne parliamo con Roberto Sambinelli, Brand Manager Hardskin in Italia.

Alla base il know-how e l’esperienza sviluppata nel triathlon ai massimi livelli
Alla base il know-how e l’esperienza sviluppata nel triathlon ai massimi livelli
Perché un’azienda che da sempre è leader nel triathlon entra anche nel mondo bici?

Il ciclismo è parte integrante e fondamentale nel triathlon, soprattutto nelle gare di lunga distanza. Da quando è nato il marchio Hardskin abbiamo realizzato capi da ciclismo che potessero essere utilizzati dai triatleti nelle fasi di allenamento, capi molto tecnici con le stesse caratteristiche di aerodinamicità, leggerezza e performance dei body da gara.

Roberto Sambinelli è il Brand Manager di Hardskin
Roberto Sambinelli è il Brand Manager di Hardskin
Quanto è utile in questa fase il know-how che arriva dal triathlon?

E’ fondamentale. Da sempre il triathlon è sinonimo di innovazione in tutti i suoi segmenti: biciclette, ruote, caschi e ovviamente abbigliamento. Le innovazioni sono rivolte a trovare materiali più performanti, aerodinamici e leggeri, marginal gains che nelle lunghe distanze possono fare enormi differenze. Per i body della collezione FormulaE abbiamo passato molte ore in diverse gallerie del vento, testando tessuti differenti con i nostri atleti professionisti ed esperti bike fitter. Il risultato? Un body dal peso di soli 160 grammi che permette un risparmio di 180 secondi considerando un wattaggio medio di 220 watt sulla distanza del segmento bike di un Ironman. Le stesse caratteristiche le ritroviamo anche nel body FormulaE da strada.

Quale sono o potrebbero essere i plus che Hardskin può offrire al ciclismo attuale?

Uno su tutti è l’approccio “ossessivo” che Hardskin mette nella ricerca dei migliori tessuti e materiali, oltre alla realizzazione. La qualità complessiva di capi tecnici che portino benefici effettivi alle performance degli atleti professionisti e non.

Il nuovo body FormulaE di Hardskin è destinato una volta di più ad essere un gamechanger
Il nuovo body FormulaE di Hardskin è destinato una volta di più ad essere un gamechanger
Oggi come oggi di cosa, restiamo nella categoria abbigliamento performance, non si può fare a meno?

Aerodinamica e leggerezza sono oggi i due punti fondamentali ricercati dagli atleti. L’alta qualità dei capi per noi di Hardskin è una prerogativa fondamentale. Come ogni azienda di oggi non è possibile fare a meno dello strumento marketing, ma per noi il core numero uno restano la ricerca, sviluppo e produzione del miglior capo possibile, con le tecnologie migliori a nostra disposizione.

Lo sviluppo dei capi tecnici ha raggiunto una sorta limite, oppure i margini di sviluppo sono ancora ampi?

Ci sono ancora margini di miglioramento sia in termini di peso che di termoregolazione. Nella nuova collezione FormulaE 2.0 che presenteremo in anteprima all’Italian Bike Festival, andremo ad inserire dei nuovi tessuti ultra leggeri per le maglie ed i body e altri materiali innovativi per i pantaloni.

Triathlon e ciclismo, estremizzazione e ricerca della massima resa, tutto collima
Triathlon e ciclismo, estremizzazione e ricerca della massima resa, tutto collima
Un capo tecnico incide realmente sulla performance complessiva dell’atleta?

Nel caso dei nostri atleti long distance può portare benefici cronometrici reali soprattutto nella sezione in bicicletta grazie all’aerodinamica del body. Sbilanciandoci verso il triathlon e cercando di quantificare i risultati ad ampio spettro, sono da considerare anche il peso ridotto ed una compressione idonea sul corpo. Sono due fattori importanti per le frazioni di nuoto e corsa, ma in generale aspetti tecnici che aiutano l’atleta, anche il ciclista, a performare meglio.

Gregory Barnaby, primo italiano a scendere sotto le 8 ore in un ironman
Gregory Barnaby, primo italiano a scendere sotto le 8 ore in un ironman
Nella categoria dell’abbigliamento super tecnico, il Made in Italy vale ancora?

Certamente. I capi della collezione FormulaE sono 100% Made in Italy, a partire dai tessuti, i fondelli, fino alla confezione del capo finito. L’ossessione per i dettagli e l’esperienza nella modellistica dei capi sono prerogative tutte italiane che non si trovano con lo stesso livello all’estero. Le mode del momento e le seduzioni temporanee esistono, ma è l’alta qualità che fa la differenza e ripaga sempre. In Hardskin siamo certi che puntare costantemente sul Made in Italy, sull’alta qualità sia ancora un aspetto fondamentale per il successo del marchio nel lungo periodo.

Doppler Evo: eleganza, stile e tecnica in unico occhiale

07.09.2023
2 min
Salva

Hardskin, marchio di riferimento nella realizzazione di abbigliamento ad alta tecnologia, accessori e occhiali per lo sport, ha rinnovato la sua serie di occhiali Doppler. Ecco in arrivo un nuovo modello: il Doppler Evo, alla base del quale c’è un design ergonomico, leggero e tecnico. Realizzato in poliammide, aderisce perfettamente al viso, svolgendo anche un’ottima azione aerodinamica. Anche le aste sono realizzate con questo particolare materiale, che garantisce quindi un’aderenza perfetta anche lateralmente. 

La montatura degli occhiali Doppler Evo, realizzata in poliammide è estremamente leggera
La montatura degli occhiali Doppler Evo, realizzata in poliammide è estremamente leggera

Protezione e visibilità

Una caratteristica che si nota subito negli occhiali Doppler Evo è la lente di grandi dimensioni. Si tratta di una mono lente fotocromatica, priva di montature quindi molto leggera. Questa scelta tecnica permette di avere anche una grande visione periferica, con un’ottima protezione dai detriti. La lente, specchiata di categoria 3, ha una trasmittanza che va dall’8% al 18%, con trattamento antigraffio. Inoltre, nelle parti periferiche, le lenti sono perforate, per un migliore passaggio dell’aria. 

Il nasello, realizzato in gomma con l’inconfondibile design Hardskin, impedisce qualsiasi tipo di appannamento o surriscaldamento. La durabilità, quindi è massima, come il comfort. Inoltre non viene trascurata la protezione dai raggi UV, grazie, appunto, alla lente fotocromatica. 

La taglia per gli occhiali Doppler Evo è unica, e la vestibilità standard. 

Nella parte bassa ed esterna della lente sono presenti dei fori per garantire un riciclo dell’aria
Nella parte bassa ed esterna della lente sono presenti dei fori per garantire un riciclo dell’aria

Design unico

Gli occhiali Hardskin hanno un disegno e delle caratteristiche uniche che uniscono perfettamente tecnicità e stile. Questo grazie alla scienza ed allo sviluppo portati nell’utilizzo di materiali sempre più performanti. Dall’altra parte lo stile non viene lasciato in disparte, grazie alla collaborazione tra l’azienda e il designer Jonny Mole in bici avrete sempre un tocco originale e impeccabile.

Hardskin

Hardskin firma la maglia della “Deejay 100”

12.12.2022
3 min
Salva

Domenica 18 dicembre ritorna la Deejay 100 Virtual Race. Stiamo parlando della gara indoor promossa da Radio Deejay attraverso la piattaforma online Rouvy.

Quella che andrà in scena domenica prossima alle 10 sarà la terza edizione di un evento nato in piena pandemia, che fin dal suo esordio ha riscosso un notevole successo. L’edizione che ci apprestiamo a vivere presenta una novità molto importante. Nel pacco gara i partecipanti troveranno infatti la maglia ufficiale della manifestazione firmata Hardskin, brand di abbigliamento tecnico per sport di endurance che abbiamo avuto modo di conoscere in questi ultimi due anni attraverso i nostri articoli.

Hardskin, Deejay 100 Virtual Race
Hardskin, Deejay 100 Virtual Race

Un capo altamente tecnico

La maglia ufficiale è stata realizzata con design Fragment in limited edition e si presenta come un indumento estremamente tecnico che tutti i partecipanti all’evento promosso sa Radio Deejay avranno modo di apprezzare. Garantisce comfort totale con fit aerodinamico pensato per le lunghe distanze grazie al tessuto stretch 4-Ways, che si adatta ai movimenti del corpo estendendosi e contraendosi in quattro direzioni. Realizzata in un mix di poliestere di alta qualità, la maglia è resistente, elastica e idrorepellente. La manica con taglio a vivo segue il bicipite per garantire migliore fit e un’ottimale transizione tessuto-pelle. La cerniera dispone inoltre di un sistema integrato di chiusura a scatto che ne assicura la posizione e ne scongiura l’apertura. Completano la maglia tre tasche posteriori rinforzate e facilmente accessibili. 

Si pedala in Puglia

La terza edizione della Deejay 100 Virtual Race porterà tutti i partecipanti a pedalare, seppure virtualmente, in Puglia, lungo un percorso che unirà Ostuni ad Alberobello, città dei trulli per antonomasia e nota in tutto il mondo. Si partirà dal centro abitato di Ostuni e si imboccherà la SP17 in direzione di Cisternino, considerato come uno dei borghi più belli d’Italia. Si proseguirà poi verso Locorotondo, paese denominato “Il più bel balcone della Murgia dei Trulli”. A fare da sfondo un territorio caratterizzato da piccoli vigneti segnati da muretti a secco, macchie di bosco mediterraneo e uliveti che circondano antiche masserie. 

Come anticipato, lo striscione d’arrivo sarà posto ad Alberobello. I partecipanti avranno a disposizione 100 minuti per completare il percorso che misurerà poco meno di 33 km per un dislivello di poco inferiore ai 500 metri. Per partecipare è necessario avere uno smart trainer interattivo e un account Rouvy, la piattaforma di ciclismo virtuale dove si svolgerà l’evento. Tramite Pedalitaly sarà possibile partecipare anche con rulli privi di sensori o come spettatori, senza rulli.

L’abbigliamento tecnico Hardskin è nato da atleti per atleti ed è pensato per sport di endurance
L’abbigliamento tecnico Hardskin è nato da atleti per atleti ed è pensato per sport di endurance

Un’opportunità da cogliere

Per Hardskin la Deejay 100 Virtual Race rappresenta una importante opportunità per far conoscere ancora di più il brand come ha voluto sottolineare Marco Pancari, Operation Manager di Hardskin: «Hardskin è il brand di abbigliamento tecnico per sport di endurance nato da atleti per atleti, che realizza capi d’abbigliamento pensati per semplificarne la vita e migliorarne le performance

La collaborazione con Radio Deejay, che prosegue dopo la “Deejay Tri”, è l’occasione perfetta per lasciare il segno, ma non è finita qui. Abbiamo in programma grandi novità per il 2023. Vogliamo dare voce e spazio a coloro che condividono la nostra inesauribile passione per lo sport. Noi li chiamiamo Hardskinner”. 

Hardskin

Ogni body ha un’anima diversa: comanda la velocità

29.10.2021
6 min
Salva

Con Simone Omarini di HardSkin abbiamo più volte preso di petto il tema dell’abbigliamento correlato all’aerodinamica, ma il filone non si è esaurito. I mondiali in pista e prima quelli della crono hanno davvero messo in evidenza come si vinca spesso per frazioni di secondo e si debba ricercare il vantaggio in ogni possibile situazione. Così se nel precedente confronto avevamo parlato di quali siano le linee guida generali per realizzare un body davvero aerodinamico, ora la curiosità si è spostata sulla possibilità di personalizzarlo perché nello stesso quartetto, ad esempio, convivono giganti come Ganna e Milan e atleti più compatti come Consonni. Non pretenderete mica che si vestano tutti allo stesso modo?!

«L’obiettivo – inizia Omarini – è sempre limare per ottenere un piccolo contributo dovunque si possa. Ci sono body da crono, da pista e da strada. E se la gara in pista dura quattro minuti, quanto vale quel vantaggio/minuto in una corsa come la Sanremo che è lunga 300 chilometri? E’ un po’ come il limare del corridore, che sta a ruota il più possibile per risparmiare energie da usare quando serve nel finale di gara».

Body e velocità media

Il body nasce in base alla velocità media della prova in cui sarà usato. Così, come detto poco fa, il body del quartetto sarà diverso da quello da crono per due motivi. Il primo è il tempo di utilizzo, che in pista è di pochi minuti e in strada può arrivare fino a un’ora.  Così come cambia la posizione in bici, che per 4 minuti può essere ben più estrema e scomoda, anche il body può essere meno comodo di uno da crono.

E poi c’è da considerare la velocità media, che su strada si attesta intorno ai 50 all’ora, mentre su pista può arrivare ai 65. Quei 15 km/h fanno una bella differenza e permettono di progettare e poi testare body diversi.

«Poi ci sono i body da triathlon – rilancia Omarini, dato che HardSkin è molto concentrata sulla disciplina – che sono tarati sui 40 all’ora. Quando si testa un atleta in galleria del vento, è importante capire cosa succede con l’aria alla velocità di gara, ma anche sopra e sotto quella soglia. In base a quello che emerge si valutano i tessuti e le loro tridimensionalità. Si studia atleta per atleta, anche per capire se le forme diverse incidono sul rendimento del body. Non succede spesso, ma è facile intuire che la risposta fra Ganna e Yates potrebbe essere diversa».

Tessuti diversi

Personalizzare significa progettare, ma partendo da basi di conoscenza già note. Nessuno inventa niente, semmai la frontiera degli studi si concentra parecchio sui tessuti, che vengono testati per capire in quali parti del corpo performino meglio con le loro rugosità.

«Si gioca col liscio e con le tridimensionalità – spiega Simone – si crea il prototipo e si testa in galleria del vento. Alla lunga, si migliora sempre e più si sta in galleria e più segreti si scoprono. Ci si rivolge a chi produce tessuti per impiego sportivo, difficilmente trovi l’azienda che produce un tessuto studiato per una determinata configurazione aerodinamica. Al massimo, se hai collaborazione con qualcuno che li produce, puoi offrire qualche feedback sulla resa di certe rugosità. La scelta degli ingegneri avviene fra vari tessuti, cercando di individuare quelli che si pensa possano essere i più veloci. A quel punto si fa il body di prova, giocando con le varie rugosità per ottenere il miglior risultato possibile».

Simone Omarini a Montichiari in una sessione di lavoro sulla posizione con gli azzurri
Simone Omarini a Montichiari in una sessione di lavoro sulla posizione con gli azzurri

I dettagli in gioco

E poi entrano in gioco i dettagli. La posizione della cerniera davanti o dietro, l’alloggiamento della radiolina. Non esiste una soluzione migliore di altre, semplicemente ciascun atleta avrà vantaggio da una soluzione o dall’altra.

«I test si fanno sui corridori – spiega – un manichino sarebbe comodo, ma costa tanto ed è statico. La variabile nell’uso degli atleti è che durante i test si stancano e quindi si muovono, anche se di solito i cronoman sono bravissimi nel mantenere a lungo la stessa posizione. Ogni variazione deve essere testata e ritestata, proprio perché magari l’atleta ha sovrapposto i pollici e le condizioni sono cambiate. Può andare subito bene, come anche il contrario. Magari si scopre che il tessuto non è così veloce o si prova una nuova cucitura perché quella pensata inizialmente non chiude bene e fa qualche piega.

«Si lavora finché non si ottiene la soluzione che funziona e di solito si crea una matrice di prova per essere certi della ripetibilità del test. Parliamo di 3 prototipi di body e 5 di calze. Si provano insieme, anche in combinazione. Poi si usano differenti tipi di casco per valutare se la sua azione danneggi o modifichi il comportamento del body. Visti i costi, in galleria si entra con i tempi già suddivisi e sapendo quali prove si faranno. Ogni tempo morto costa, quindi la giornata è già tutta programma al minuto».

Confini da varcare

Perché si cambia quando si raggiunge il body perfetto? Perché magari arriva il rappresentante di tessuti e ne propone alcuni più veloci, oppure perché il precedente aveva qualche criticità.

«Nelle grandi aziende magari si cambia anche per ragioni di marketing – dice Omarini – da noi invece la ragione è piuttosto tecnica».

E poi però ci sono le considerazioni finali sul fatto che in galleria del vento si riesca anche a studiare la scia. E si scopre allora che avere una moto alle spalle ti agevola e così pure portarsi qualcuno a ruota. Lo sgradito… ospite infatti in realtà allunga la forma e a parità di superficie frontale si ha un vantaggio aerodinamico. Mai come quello di chi sta dietro, questo è chiaro, ma avendo le gambe per farlo, conviene staccarlo il più vicino possibile all’arrivo.

E poi si potrebbe studiare e misurare gli effetti della ventilazione in un velodromo si potrebbe ragionare sulla ventilazione del velodromo. Capire se i record del mondo di Tokyo siano stati frutto di un ambiente favorevole. Ragionare sulla spinta che gli atleti in gruppo girando imprimono all’aria mettendola in moto, oppure se la ventilazione forzata di un velodromo possa influenzare la prestazione stessa degli atleti. Ci sono confini ancora inesplorati e menti vivide che stanno già pensando al modo per varcarli.

Hardskin lancia la borsa Whale Bag per ogni utilizzo

21.09.2021
2 min
Salva

Hardskin lancia Whale Bag, una borsa multiuso che non si pone limiti in termini di utilizzo. E infatti perfetta come zaino da portare in spalla una volta finito l’allenamento ma può benissimo essere utilizzata come borsa viaggio in
aereo
. Grazie all’estensione “fast lock” è inoltre possibile aumentare notevolmente lo spazio interno. Le sue dimensioni sono le seguenti: 70x30x35 centimetri per un capienza complessiva di 54 litri. Scopriamola ora nei dettagli.

Resistente e impermeabile

La Whale Bag è realizzata con un materiale di alta qualità: ovvero in gomma dura Hardskin, che conferisce al prodotto interessanti qualità in termini di resistenza e impermeabilità. La parte anteriore e quella posteriore sono realizzate in PVC Retato con protezione interna in nylon. Proprio lo spazio interno è pensato per disporre i materiali in ordine, al fine di trovarli subito, con comodità, non appena si apre la borsa, grazie soprattutto ad un’ampia apertura e ad una “tasca astuccio.” Merita inoltre una menzione speciale anche la chiusura esterna magnetica “FastLock.”

Tascone frontale

La zona esterna della borsa è tutta da scoprire: cominciamo dal tascone frontale porta documenti all’interno del quale si può inserire comodamente anche la carta d’imbarco nel caso in cui si voglia utilizzare la Whale Bag come borsa da
viaggio. Per aumentare la sicurezza Hardskin ha pensato bene di realizzare una zip superiore con doppio anello per chiusura TSA (lucchetto aeroporti).

Comoda da trasportare

Parliamo infine del trasporto della Whale Bag, che è reso confortevole grazie alla presenza di maniglie superiori, frontali e laterali. Sono presenti inoltre anche gli spallacci estraibili “nascosti” che, quando non servono, sono chiusi
con la già citata chiusura fast lock
. Il prezzo della Whale Bag è di 249 euro.


hardskin.it

Con Hardskin vediamo come nasce un body aerodinamico

20.08.2021
6 min
Salva

Torniamo sulla tecnica. Ormai sappiamo che nulla è lasciato al caso, che tutto è più curato in ogni dettaglio. Soprattutto quando si parla di aerodinamica ogni millesimo conta e quello che abbiamo scoperto parlando con Simone Omarini, ingegnere meccanico e super esperto in materia, è che il vestiario incide moltissimo. Omarini ci mostra come si lavora in Hardskin, azienda specializzata proprio nell’abbigliamento supertecnico ed aerodinamico (ma non solo).

Quando si va in galleria del vento il prodotto deve essere in uno stato molto avanzato. E se qualcosa non va… si ricomincia
Quando si va in galleria del vento il prodotto deve essere in uno stato molto avanzato. E se qualcosa non va… si ricomincia

Aerodinamica fondamentale

«L’idea di un abbigliamento tecnico – spiega Omarini- nasce dal fatto che l’aerodinamica conta per il 90% della potenza erogata dal ciclista. Poter controllare l’abbigliamento che lo stesso ciclista indossa è un vantaggio sensibile. Se pensiamo che a 40 all’ora l’aerodinamica incide per il 90% dello sforzo e a 50 all’ora passa a 95- 96%, va da sé che ridurre l’impatto aerodinamico è fondamentale. Ma come?

«L’altra volta quando parlavamo dei manubri abbiamo detto che il ciclista è l’insieme dell’atleta più la bici. Ebbene, la prima cosa su cui lavorare è la posizione del corridore, la seconda è come viene vestito il corpo umano».

Le rugosità della pallina golf le consentono di arrivare più lontano perché più aerodinamica
Le rugosità della pallina golf le consentono di arrivare più lontano perché più aerodinamica

Obiettivo, ridurre la scia

A questo punto Omarini fa un discorso più in generale sull’aerodinamica. E più precisamente sugli studi delle forme che portano poi alla nascita del body.

«Il corpo umano può essere paragonato ad una forma tozza, parlando in termini di aerodinamica. Non è una forma allungata o alare. E il modo migliore per rendere aerodinamici questi corpi tozzi è migliorarne la superficie. Come? Con delle rugosità. Che poi è lo stesso concetto della pallina da golf, che ha dei tondini più profondi, delle fossette che “energizzano il flusso”. Noi dobbiamo pensare che mentre pedaliamo siamo in un oceano di aria e più la scia che lasciamo è piccola e più l’impatto aerodinamico sarà minore. Pertanto, l’obiettivo è la riduzione della scia, questo significa che c’è meno differenza di pressione tra monte (alta pressione, aria frontale all’atleta) e valle (bassa pressione, area in uscita ed alle spalle dell’atleta). Se riduco la scia a valle, cioè la zona in bassa pressione alle spalle dell’atleta, la resistenza aerodinamica sarà minore».

In tutto non va dimenticato l’impatto frontale che più è piccolo e meglio è. E torniamo al discorso di prima: la cosa più importante è avere una buona posizione del ciclista. Una volta raggiunta questa posizione si va a lavorare sul vestiario e le scie. E ancora: una volta ridotto l’impatto frontale, si cerca di creare un tutt’uno con il resto del corpo, per quanto possibile. L’esempio più classico è creare un continuum tra casco schiena.

Hardskin all’avanguardia

Fatto questa doverosa introduzione per far comprendere meglio l’argomento di base, andiamo a vedere come nasce un body aerodinamico e nello specifico un body aerodinamico di Hardskin. Ore ed ore di lavoro. Si parte da un foglio bianco (visto che l’azienda è giovane ed ogni progetto è nuovo), si stabiliscono le caratteristiche che si vogliono creare e sulla base delle conoscenze e delle esperienze si lavora con tessuti, macchinari e galleria del vento.

«I punti più importanti sui quali siamo concentrati sono le zone tonde (spalla, manica e coscia) e le cuciture – riprende Omarini – In particolare sulle forme tonde è stato importante introdurre quelle rugosità che energizzano il flusso. Anche le cuciture sono importanti, soprattutto per i body più specifici come quelli per la pista o per la crono. E sono ridotte al minimo. Proprio questi body non hanno tasche, comprimono molto e tendono a chiudere le spalle. Non sono confortevoli quando si sta in piedi, ma debbono esserlo quando si sta in bici. Se ci facciamo caso, prima di una crono si vedono i corridori con le cerniere aperte sul petto. Sono body che comprimono molto, sono pensati per una determinata posizione, inoltre essendoci pochissimo materiale sulla pancia è anche difficile distendersi correttamente.

«Un body con queste caratteristiche ha un coefficiente aerodinamico migliore del 3-4% rispetto alla media. Ma questa percentuale può arrivare anche al 7% rispetto ad un body o ad un abbigliamento di bassa qualità, che in uno sforzo di un’ora si traduce in minuti. Spesso si pensa che sia esagerato intervenire sul vestiario, ma il vantaggio è tangibile. Per fare un paragone, quando si sostituiscono le pulegge del cambio con quelle oversize il guadagno è davvero minimo».

Due modelli per il ciclista…

In Hardskin ogni colore corrisponde ad una disciplina. L’arancione per le specialità più veloci (pista e crono), il verde per il triathlon, l’azzurro per il ciclismo classico, ma tutti i capi hanno un taglio aero.

Lo Strouhal Aerosuit TT LS è il body top di gamma. E’ da prestazione pura, anche grazie alle maniche lunghe, una delle parti che incide di più. Questo body riassume tutte le caratteristiche che abbiamo elencato prima: compressione, poco materiale sul ventre, assenza di tasche, cuciture al minimo, materiale non troppo elastico per chiudere in modo corretto le spalle ed agevolare l’atleta a stare nella posizione da crono.

Il Reynolds è più o meno il corrispettivo dello Strouhal ma a manica corta. Resta un body molto aerodinamico. La cerniera arriva fin sopra l’ombelico e anche questo aspetto lo rende più versatile, tanto che può essere utilizzato sia per le gare più lunghe che per un allenamento, in quanto la la parte superiore si apre esattamente come una maglia. In più ha le tasche. Senza contare che con questo body posso stare eretto normalmente. Rispetto allo Strouhal il materiale è più traspirante.

Hardskin al vertice anche nel triathlon: ecco il Von Karman Arosuit Tri a manica corta
Hardskin al vertice anche nel triathlon: ecco il Von Kármán Arosuit Tri a manica corta

E uno per il triathleta

E poi c’è un terzo modello proposto da Hardskin: il Von Karman, specifico per il triathlon. La prima cosa che lo differenzia sono le cuciture, specie sulla spalla che deve essere più libera pensando alla frazione di nuoto. Il tessuto sulla spalla è lo stesso dei due precedenti in quanto la frazione in bici è piuttosto lunga e l’aerodinamica conta molto. Mentre la parte del dorso e della schiena sono più elastici e il materiale si “muove” in quattro direzioni. Non sono stati fatti troppi studi idrodinamici in quanto i triathleti utilizzano la muta che dice Omarini: «E’ esageratamente più performante del body in acqua (il body viene indossato sotto la muta)».

Il Von Karman è volutamente ottimizzato per la frazione in bici (la più lunga), dove è possibile guadagnare parecchi secondi o minuti, ma consente anche di risparmiare energie nella frazione di corsa. Ad esempio, pensando ad una frazione di bici di 70 chilometri percorsa ad una media di 38 all’ora, il miglioramento in termini di tempo indossando un body aero è calcolato intorno ai 2′, con un risparmio di circa 12-15 watt.

La tecnologia di Hardskin e il manubrio 3D dei quartetti azzurri

15.08.2021
6 min
Salva

Millimetri, millesimi. Spazio e tempo. Bici e atleta. Torniamo sul quartetto delle meraviglie di Tokyo 2020. E lo facciamo da un punto di vista tecnico. Con Simone Omarini, ingegnere di Hardskin, scopriamo come sono nati gli ormai famosi manubri 3D. O meglio ancora, cosa c’è a monte della loro realizzazione.

Simone Omarini ha seguito anche lo sviluppo dei manubri per le ragazze
Simone Omarini ha seguito anche lo sviluppo dei manubri per le ragazze

Omarini: ingegnere, corridore.

Simone è un ingegnere meccanico. Si è laureato al Politecnico di Milano e lì è rimasto per quattro anni a fare ricerca. La galleria del vento era la sua seconda casa e questo gli ha permesso di acquisire una conoscenza ed un’esperienza enormi. Negli anni infatti ha lavorato con campioni e aziende di vertice in ambito aerodinamico. In più lui aveva il vantaggio di essere un (fresco) ex corridore e pistard, e questo ha agevolato non poco le cose.

«Esatto – ha detto Omarini – anche sul piano del linguaggio, del modo di comprendersi. Ero l’ingegnere, ma anche il corridore. Sapere cosa prova un atleta e cosa deve fare durante dei test è importante. La collaborazione con il quartetto passa attraverso il contatto con Pinarello. Essendo slittate di un anno le Olimpiadi si sono avuti dei mesi in più per ragionare meglio sul quartetto. E così siamo stati chiamati dall’azienda trevigiana per svolgere queste scansioni 3D ai ragazzi, ma anche alle ragazze, sempre del quartetto».

Sulla pelle e sul body si notano i riflessi dello strumento che esegue la scansione
Sulla pelle e sul body si notano i riflessi dello strumento che esegue la scansione

Precisione totale

«Per arrivare al manubrio finale, il primo passo è la scansione 3D. Siamo stati a Montichiari e lì, nel centro dell’anello, abbiamo colto l’occasione della presenza di tanti atleti tutti insieme e abbiamo iniziato le scansioni.

«Il momento “critico” è la taratura dello strumento che esegue la scansione. Questo ha bisogno di una luce particolare, che non sia troppo diretta su nessuno dei lati dell’atleta, ma neanche troppo bassa. Lo strumento è talmente preciso che rileva anche le rugosità del body, ha un’accuratezza di 0,1 millimetri. Una volta tarato, si gira attorno all’atleta e lo strumento esegue tantissime foto al secondo. Il risultato è una nuvola di punti, milioni o miliardi di punti… dai quali poi emerge il file 3D finale, dopo un’attenta fase di post-produzione a PC, che è ciò che fornisce Hardskin al costruttore (Pinarello, ndr)».

Dalla scansione derivavano tanti punti dai quali trarre il file da dare poi al costruttore
Dalla scansione derivavano tanti punti dai quali trarre il file da dare poi al costruttore

Hardskin e il dettaglio

Omarini spiega come ogni cosa sia pensata e studiata per ottenere il massimo. Gli atleti prima di posizionarsi sulla bici, la stessa che poi hanno utilizzato a Tokyo, eseguivano un riscaldamento per avere una posizione che fosse il più possibile vicino a quella che avrebbero mantenuto in gara. Non bisogna essere né stanchi, né freddi e la scansione inizia quando l’atleta di sente perfettamente in sintonia sulla bici.

Ogni scansione durava circa un minuto. E in questo lasso di tempo l’atleta doveva restare immobile. Indossavano body, caschi, scarpe, guantini se necessario… esattamente come in gara.

«A lezione – riprende Omarini – ai miei ragazzi dicevo sempre che il ciclista è una macchina perfetta, in cui l’atleta è il motore, ma è anche carrozzeria (aerodinamica) e pilota (posizione comoda ed efficiente per spingere e guidare la bici). Bisogna trovare il giusto compromesso fra tutti questi elementi. Perché io posso rendere la posizione ancora più aero, ma se poi il corridore non rende a cosa serve? Piuttosto ogni posizione o cambiamento devono essere allenati, perché all’inizio può risultare scomodo, ma poi ci si può abituare».

Scansioni a febbraio

Queste scansioni sono state fatte a metà febbraio (e noi c’eravamo). Dopo una settimana di lavoro ecco arrivare i primi file 3D a quel punto la palla è passata a Pinarello che alcune settimane prima di Tokyo è riuscita a fornire i manubri alla nazionale. A quel punto però non c’era più tempo per eventuali modifiche?

«E’ sconsigliato fare modifiche prima di una competizione importante, sicuramente qualche aggiustamento si può fare, ma non modifiche sostanziali, non sarebbero poi efficaci».

E così fatta la scansione, come detto, è toccato a Pinarello. La realizzazione dei pezzi si poteva fare sia in carbonio che in titanio.

«Ai fini aerodinamici – dice Omarini – non cambia assolutamente nulla. Posso dire che il carbonio, una volta realizzato lo stampo… quello resta, in termini di geometria. Il titanio ti consente di realizzare pezzi diversi, se stampato in 3D. Quello che varia è la rigidità. Sono entrambi due materiali molto rigidi, ma questo dipende soprattutto da come vengono lavorati, dalle geometrie e dagli spessori».

Manubrio 3D e stessa procedura anche per le ragazze del quartetto. Qui: Balsamo, Guazzini, Barbieri e Paternoster
Manubrio 3D e stessa procedura anche per le ragazze del quartetto. Qui: Balsamo, Guazzini, Barbieri e Paternoster

CFD, il vantaggio di Hardskin

E a proposito di costi, il vantaggio di poter eseguire delle scansioni alla lunga va ad incidere proprio sui costi. Infatti, un conto è lavorare con scansioni 3D e modelli di calcolo (CFD, Computational fluid dynamics) e un conto è andare ogni volta in galleria del vento.

«Con un modello numerico validato sperimentalmente, ogni volta posso testare nuovi prodotti e posizioni e vedere l’efficacia aerodinamica, senza scomodare l’atleta o la galleria del vento. Posso poi fare stima della prestazione dell’atleta in gara. Oggi conosciamo i wattaggi dell’atleta, sapendo poi le condizioni del vento, le resistenze al rotolamento… si può calcolare la durata della gara, la velocità media e si può calcolare il dispendio energetico. Tutto ciò permette di fare delle scelte accurate prima della prestazione. Per esempio quali ruote utilizzare o quale body indossare. Se per il quartetto so che farò 64 chilometri orari di media, utilizzerò (e creerò, ndr) un body che sia performante a quella velocità. Nel triathlon invece si va a 40 all’ora ed utilizzerò un body che sia performante a 40 all’orari. Oggi con i dati che si hanno si può predire il futuro e di conseguenza fare le scelte giuste.

«In Hardskin – conclude Omarini – la scansione 3D consente non solo di concentrarsi sul manubrio e quindi su una parte del sistema, ma sul connubio “bici + atleta” per renderlo più aerodinamico. L’obiettivo è un modello CFD completo che sia di supporto alla progettazione e allo sviluppo di telai, ruote, caschi…».

Hardskin, ecco gli occhiali Doppler Eyewear

31.07.2021
2 min
Salva

Hardskin, i cui prodotti sono studiati in galleria del vento e rappresentano il risultato di esperienza e grande competenza, presenta gli occhiali Doppler Eyewear. Si tratta di un prodotto dal design ultra minimal, ideale per
chi pratica ciclismo oppure la corsa a piedi e desidera indossare un occhiale sempre stabile e perfettamente
aderente al viso.
Per soddisfare al meglio questa esigenza la montatura del Doppler Eyewear è stata realizzata in poliammide Made in Italy con astine ultra-grip e nasello in gomma. Il risultato finale è un’aderenza perfetta dell’occhiale al viso in qualunque situazione di gara o allenamento.

Comodi e leggeri, grazie alla montatura in poliammide
Comodi e leggeri, grazie alla montatura in poliammide

Lenti di alta qualità

I Doppler Eyewear sono caratterizzati da una monolente fotocromatica cilindrica in grado di resistere agli urti. È
stata realizzata in Francia ed è stata studiata per aumentare i contrasti e nello stesso tempo rendere ottimamente visibili i contorni degli oggetti e delle persone.
Sono disponibili due diverse tipologie di lente. La prima è specchiata categoria 3, presenta una trasmittanza che
varia dall’8 al 18 per cento ed è realizzata con trattamento anti graffio. La seconda lente è fotocromatica categoria
1/2 e a differenza della prima offre una trasmittanza che va dal 18 al 40 per cento. Garantisce inoltre un’alta
velocità di passaggio dal chiaro allo scuro (“Fast Darkening”) molto utile quando ad esempio si esce da
una galleria.

Stile sobrio ed elegante, aderenti sul volto e aerodinamici
Stile sobrio ed elegante, aderenti sul volto e aerodinamici

Ricordiamo che gli occhiali Doppler Eyewear sono disponibili in taglia unica e sono estremamente leggeri tanto da non accorgersi di indossarli. Il design risulta elegante e sobrio. La montatura è disponibile nelle
seguenti colorazioni: nera, bianca e bordeaux.
Le lenti sono invece disponibili in più colorazioni come ad esempio: verdi, azzurre, oro e rosse. Il prezzo consigliato al pubblico è di 149 euro.

hardskin.it