Un mondiale gravel illuminato da tante stelle. Si parte oggi

07.10.2023
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PIEVE DI SOLIGO – Le ore che mancano all’inizio del secondo campionato del mondo gravel sono sempre meno. Ieri le strade di questo paesino si sono colorate delle maglie dei vari corridori che da oggi si daranno battaglia per la maglia iridata. Tanta polvere, tanti sorrisi ed altrettante salite aspettano i più di 1.000 iscritti tra master ed elite

Il primo ottobre Lorena Wiebes (al centro) ha conquistato l’europeo gravel. Terza Cecchini (foto UEC)
Il primo ottobre Lorena Wiebes (al centro) ha conquistato l’europeo gravel. Terza Cecchini (foto UEC)

La maglia della Wiebes

Si comincerà alle 10,30 con la prova femminile, che prenderà il via dalle Bandie. Le sfidanti sono numerose ed il parterre è di alta qualità, con la campionessa europea gravel, Lorena Wiebes, a guidare il gruppo con il suo nuovo simbolo del primato. 

«Mi sono organizzata – spiega la neo campionessa europea di specialità – per lasciare spazio a queste corse nel mio calendario stagionale. Sono partita dalle qualificazioni e devo dire che è una disciplina che mi piace molto. Ho usato per qualche volta in allenamento la bici da gravel ed è stato diverso, più divertente. Arrivo dalla strada e sono due modi di correre diversi. In corsa mi aspetto una partenza al massimo, saremo tante e non ci sarà spazio per tutte, quindi la lotta sarà serrata. Il finale di gara, invece, sarà molto selettivo con tante salite a fare da giudice».

Demi Vollering e compagne durante la ricognizione sul percorso del mondiale gravel
Demi Vollering e compagne durante la ricognizione sul percorso del mondiale gravel

Vollering guida la caccia 

Lorena Wiebes non è la sola atleta che dalla strada è passata in prestito al mondo del gravel. Infatti oggi al via c’era anche Demi Vollering, un nome che nel campo femminile attira sempre tante attenzioni. L’olandese della SD Worx, vincitrice del Tour de France Femmes, arriva con tante aspettative. Il suo palmares su strada, nel 2023, conta: Strade Bianche, Liegi-Bastogne-Liegi, Freccia Vallone e Amstel Gold Race. Vollering ha fatto anche incetta di corse a tappe, oltre alla Grande Boucle femminile ha vinto la Vuelta a Burgos e Tour de Romandie

«Penso che sia il finale perfetto di stagione – dice in sala stampa – era il 2019 quando ho preso in mano per la prima volta una bici gravel. La uso per allenarmi in alcune situazione e anche per fare qualche viaggio. Anche io mi aspetto una gara tosta, ma sono qui anche per godermi un modo diverso di correre».

Come detto la starting tlist femminile è ricca di tante atlete interessanti, su tutte Kasia Niewiadoma. Un mondiale gravel che si apre, come giusto che sia, anche alle esperte del fuoristrada, come Emma Norsgaard, Ashleig Moolman-Pasio e la campionessa austriaca gravel Sabine Sommer. Tra le italiane spiccano il nome di Persico e Realini: ragazze cresciute nel ciclocross, che ora sperimentano questa nuova disciplina. 

Gianni Vermeersche
Gianni Vermeersch rimetterà in palio la maglia di campione del mondo, conquistata nel 2022 sempre in Veneto

Il titolo di Vermeersch

Il belga Gianni Vermeersch metterà in palio domani la maglia iridata, conquistata un anno fa sempre in Veneto. I pretendenti sono tanti, su tutti il nome del gigante della Jumbo-Visma Wout Van Aert (foto di apertura Houffa Gravel): tre volte campione del mondo nel ciclocross.

«Il gravel, di fatto, lo pratico sin da piccolo – racconta Van Aert – quando con la mia bicicletta da ciclocross facevo uscite di lunghi chilometraggi. Ho cominciato però ad apprezzarlo nell’anno del Covid, mi ha permesso di fare percorsi e strade nuove in allenamento e ho seguito con curiosità la sua rapida ascesa. Quest’anno cercavo un bell’obiettivo per il finale di stagione e il Mondiale Gravel UCI mi è sembrato quello più interessante, così ho chiesto alla squadra il permesso di correrlo». 

Il belga alla sua prima apparizione nel gravel ha stracciato la concorrenza, ma domenica dovrà far ben più attenzione. 

Pro’, ex pro’ e specialisti

Non mancheranno i nomi di spicco nemmeno nella gara maschile riservata agli elite. Fin da inizio 2023 quella di Alejandro Valverde era una presenza quasi certa. L’embatido ha salutato il mondo dei professionisti al termine della scorsa stagione e si è lanciato nel gravel con la stessa fame di vincere. Oltre allo spagnolo ci saranno tanti ex professionisti, come Niki Terpstra, vincitore di una Parigi-Roubaix e un Giro delle Fiandre. Senza tralasciare il padrone di casa Sacha Modolo, o altri nomi di spicco del calibro di Nicholas Roche e Laurens Ten Dam. 

Tra i protagonisti della stagione su strada che si cimenteranno in questo secondo mondiale gravel c’è Matej Mohoric. Dopo una stagione che gli ha regalato anche una vittoria di tappa al Tour de France, lo sloveno si metterà alla prova fuoristrada. 

«Questo mondiale – dice Mohoric – era un mio obiettivo fin dall’inizio della stagione. E’ il modo migliore per finire il 2023, non sento alcuna pressione per performance o risultati. Il percorso disegnato è davvero bello e tecnico, ha tratti simili a quelli che si possono trovare su strada, ma anche sezioni impegnative. Chi è abituato a gareggiare in queste corse potrebbe essere avvantaggiato, anche se non credo che Wout (Van Aert, ndr) avrà tante difficoltà a staccare tutti (ride, ndr). Torno a correre in una regione che mi ha dato tanto fin da quando ero junior e ne sono super felice, perché mi tornano alla mente molti ricordi».

La giusta dose di esperienza in conferenza stampa, la porta Mattia De Marchi che tra polvere e strade bianche ha tanto da dire

«Pedalo tutti i giorni su queste strade – spiega – conosco il territorio a menadito. Ho tanti amici che praticano il gravel e tutti sono rimasti piacevolmente sorpresi dal percorso. In questa specialità conta la forza, ma anche tanto il saper reagire alle sfortune, ci sono molte zone “nere” dove un guasto può compromettere l’intera corsa. Il gravel non è una corsa di tattica, ma un all-in».

Vittoria Terreno Dry, lo pneumatico gravel campione del mondo

24.10.2022
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Due medaglie d’oro conquistate nel primo campionato del mondo dedicato al gravel. Pauline Ferrand-Prévot e Gianni Vermeersch hanno alzato le braccia al cielo a Cittadella in sella ai Vittoria Terreno Dry. Pneumatici in grado di destreggiarsi sui terreni asciutti, duri e sconnessi del percorso iridato a velocità impressionanti. 

Affidabili e scorrevoli queste coperture hanno colmato il divario tra battistrada slick e battistrada per tutte le condizioni. La chiave di questo successo è l’esclusivo design a “squame di pesce” angolate, che consente alla parte centrale del battistrada di rotolare velocemente e fornire trazione in curva e in frenata.

Scelti per vincere

Sia Ferrand-Prévot che Vermeersch hanno avuto una cosa in comune oltre a vincere davanti a tutti. Entrambi si sono affidati alle gomme gravel Vittoria Terreno Dry, come hanno fatto molti altri corridori durante il weekend, scegliendo tra un’ampia gamma di quattro diverse misure, da 31 mm a 38 mm. Oltre alle sezioni differenti sono disponibili due costruzioni, il Tubeless standard più leggero (carcassa Gravel Lite TLR) e quello rinforzato (carcassa Gravel Enduro TNT).

Oltre a tutti i corridori WorldTour dei team sponsorizzati da Vittoria e ai biker come Pauline Ferrand-Prévot, altri specialisti del gravel come Nathan Haas, Nicholas Roche, il Team Amani e il Team Wish One hanno corso utilizzando diverse versioni di Terreno Dry.

Battistrada tecnologico

Il percorso di 190 chilometri del mondiale è stato un banco di prova che ha consacrato i Terreno Dry ai vertici del mercato gravel. Sono stati in grado di eccellere su una combinazione di strade in ghiaia, sentieri boschivi, piste ciclabili e strade asfaltate prima di correre attorno alle spettacolari mura di Cittadella.

Questo modello di punta firmato Vittoria vanta una parte centrale del battistrada a squame di pesce, composto da una serie di forme esagonali che si incastrano tra loro e che sono tutte leggermente inclinate verso l’alto nella direzione del rotolamento. Questo permette allo pneumatico, rotolando in avanti, di salire su queste micro-rampe e dare la sensazione di pedalare su una gomma slick. Al contrario, non appena si frena e la forza va nella direzione opposta a quella del rotolamento, le micro-rampe affondano nel terreno.

Il disegno a squame di pesce fornisce grip e scorrevolezza costanti
Il disegno a squame di pesce fornisce grip e scorrevolezza costanti

Sensazioni di scorrevolezza

Provare per credere, il disegno del Terreno Dry ha un’intelligenza costruttiva che si può misurare toccandolo con mano. Se si fa scorrere il dito in una direzione dello pneumatico e poi lo si fa nell’altra direzione, sembra di toccare due modelli differenti. Infatti è in grado di offrire una presa sul terreno in frenata e in curva che si adatta all’angolo di piega. Questo design si oppone alla deriva e fornisce tutta la trazione di cui si ha bisogno. Frena, sale e, soprattutto, rotola in maniera efficace come si è visto al campionato del mondo. 

Le combinazioni sono svariate. Le tipologie di copertura sono quattro: Tubeless TLR, Tubeless TNT, pieghevole o rigido. Le misure sono cinque: 650x47c e 700x31c-33c-35c-38c. I prezzi consultabili sul sito partono da 22,95 euro.

Vittoria

Abus: doppio trionfo iridato in appena quattordici giorni…

19.10.2022
3 min
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Due titoli mondiali in appena due settimane! E’ questo quanto straordinariamente ottenuto da Abus grazie ai successi di due atleti d’eccezione: l’olandese Annemiek van Vleuten, con il trionfo incredibile colto ai campionati del mondo a Wollongong in Australia, e Gianni Vermeersch, il belga della Alpecin Deceuninck (nella foto di apertura Tornanti.cc in compagnia di Mathieu Van der Poel) che si è imposto nella prima, storica edizione del mondiale gravel che si è disputato appena qualche giorno fa a Cittadella, in Veneto, e sotto la regia di Filippo Pozzato. E ad essere portati in trionfo sono stati i due caschi Abus più noti agli appassionati stradisti – i modelli AirBreaker e GameChanger – entrambi in dotazione sia al team Movistar femminile quanto alla Alpecin Deceuninck del neo campione del mondo gravel Gianni Vermeersch. In quest’ultimo caso il casco è “brandizzato” esclusivamente con i loghi di Canyon.

Gianni Vermeersch a braccia alzate sul traguardo del mondiale gravel di Cittadella domenica 9 ottobre (foto Tornanti.cc)
Gianni Vermeersch a braccia alzate sul traguardo del mondiale gravel di Cittadella domenica 9 ottobre (foto Tornanti.cc)

Sicurezza in movimento

La linea di caschi per il ciclismo proposta sul mercato da Abus si distingue in modo particolare per la scelta di materiali, di assoluta qualità, funzionali alla produzione, per i moderni processi di realizzazione e per il design.

Il casco indossato da Vermeersch in occasione del successo nel mondiale gravel è il modello AirBreaker. Grazie alla struttura a nido d’ape dell’innovativo Multi Speed Design, questo “bestseller” di Abus è in grado di offrire sempre sia un’ottimale aerodinamica quanto un’eccellente areazione. Il Multi Speed Design fornisce la ventilazione necessaria dosandola: massima ventilazione per le tappe più lunghe e montuose, aerodinamica ottimale per le tappe pianeggianti e più… veloci.

Annemiek Van Vleuten, due settimane prima aveva conquistato la maglia iridata nella prova su strada (foto social Abus)
Annemiek Van Vleuten, due settimane prima aveva conquistato la maglia iridata nella prova su strada (foto social Abus)

Dimensione GameChanger

“GameChanger riscrive le regole”. Così viene definita l’essenza del casco portato in trionfo a Wollongong da Annemiek van Vleuten, l’olandese che quest’anno al mondiale australiano ha aggiunto anche i successi al Giro Rosa, al Tour de France e alla Vuelta: un vero e proprio storico Grande Slam. Con il suo Multi Position Design, GameChanger ha reinterpretato il concetto di aerodinamicità e di resistenza dell’aria. Le particolari geometrie di questo casco riducono la superficie esposta al vento in qualsiasi condizione, indipendentemente dall’inclinazione della testa e dall’angolo di incidenza del vento stesso. L’innovativa Forced Air Cooling Technology aspira l’aria e la canalizza attorno alla testa per garantire una temperatura perfetta, mantenendo la testa sempre fresca anche nelle condizioni più difficili.

Abus

Oss ci prova, Vermeersch è il primo campione del mondo gravel

09.10.2022
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Il gravel ha un re e si chiama Gianni Vermeersch. Daniel Oss ha conquistato un argento che non ha il sapore della sconfitta. A pochi metri dall’arrivo ha chinato il capo e lo ha alzato con un sorriso autentico di chi sa di aver dato il massimo per 190 chilometri. «Ho dato il tutto – dice soddisfatto Oss – non ho nessun rammarico. E’ la prima medaglia internazionale a livello individuale e sono felice così».

Temperatura perfetta, merito di un autunno gentile, alleggerito anche da un vento fresco che ha accompagnato gli atleti senza penalizzarli da Vicenza a Cittadella. La fuga di Daniel e Gianni è partita dopo appena 40 chilometri e una volta attestatosi il vantaggio sui cinque minuti per il gruppo dietro si è pensato solo alla medaglia di bronzo. Mathieu Van Der Poel, ha provato ad organizzare l’inseguimento, ma la polvere dello sterrato veneto non ha permesso una rincorsa costante e si è dovuto accontentare del bronzo. Il merito è anche della nazionale italiana e di quella belga che hanno tenuto cucito il vantaggio agendo come pacer per il gruppo. 

La prima medaglia

Per Daniel Oss è arrivata la prima medaglia internazionale e anche se di colore argento ha un significato importante dopo stagioni di umile gragariato in TotalEnergies. Il secondo posto è giunto dopo una fuga di 150 chilometri che ha reso il mondiale un duello alla messicana, tra sguardi, sorsi dalla borraccia e cambi regolari tra l’azzurro e il belga.

«La giornata è stata bellissima – dice Oss – merito di questa manifestazione fantastica di un evento nuovo tutto da scoprire. Ero curioso, volevo esserci ed è andata anche bene con il risultato. L’Italia quando corre vuole competere al meglio e oggi lo abbiamo fatto. Il risultato è stato tutta una conseguenza dello svolgimento».

Daniel ha alzato bandiera bianca e visto sfumare il sogno iridato a cinque chilometri dalla fine. Una beffa che si è tradotta in 43 secondi subita in un mondiale giocato in casa. «Gianni ha solo accelerato nel punto più tecnico – racconta Daniel – l’ha interpretato al meglio. Io ero un po’ con i crampi ed ero affaticato. E’ un format che mi piace che approvo per il futuro. Spero sia d’esempio per le future edizioni con più campioni. Se questa è una prova, è andata benissimo e farà da apripista per tutte le altre».

Un sogno che si realizza

Vermeersch, un talento belga in grado di tirare fuori il meglio di sé su un percorso molto tecnico. In questo mondiale gravel l’approccio ai settori e uno sforzo sempre al limite lo hanno incoronato il migliore di tutti in questa disciplina. Il feeling con la sua Canyon Ultimate Cfr e lo stile si sono visti anche sul percorso perlopiù pianeggiante ma ostico come quello di oggi.

«Mi sento al settimo cielo – dice Vermeersch – è incredibile per me. Era un sogno per me diventare campione del mondo. Ci sono riuscito nella prima edizione dedicata al gravel e ha un sapore davvero speciale».

L’attacco che è valso la vittoria al ventinovenne della Alpecin è arrivato proprio nel finale quando l’arrivo a due sembrava cosa fatta. Tecnica, lucidità e coraggio sono gli aspetti che gli hanno consegnato la maglia arcobaleno sulle proprie spalle. 

«Sapevo che – racconta Gianni – il single track nel circuito finale si adattava alle mie caratteristiche. L’ho fatto a tutta fino alla fine del settore e sono riuscito a prendere un gap di 50 metri su Daniel e ho pensato solo a dare tutto quello che avevo fino alla fine».

Pontoni è soddisfatto della prova degli azzurri che hanno conquistato due medaglie in due giorni tra donne e uomini
Pontoni è soddisfatto degli azzurri che hanno conquistato due medaglie tra donne e uomini

Pontoni orgoglioso

Ieri un bronzo oggi l’argento. L’oro è mancato ma sui volti dello staff e degli atleti si nota un sorriso condiviso da tutti. Sintomo anche che l’onore ai vincitori è stato dato in virtù del fatto che Chiara Teocchi ieri e Daniel Oss oggi hanno dato il massimo.

«Abbiamo interpretato la gara – dice Pontoni – nel modo migliore in cui potevamo interpretarla. I ragazzi sono stati fantastici. E’ un argento pesante e importante anche in visione futura. Oggi ne abbiamo messi tre nei dieci (7° De Marchi, 9° Ballerini, ndr) . Se uniamo le due gare elite di donne e uomini credo che abbiamo fatto un risultato importante».

«L’attacco di Oss – spiega – era una delle nostre varianti previste durante la giornata di gare. Quindi il momento è stato giusto, abbiamo corso in maniera perfetta sin dall’inizio. Gli azzurri hanno corso sempre davanti, nelle posizioni dov’era importante esserci. La squadra è stata encomiabile

«E’ mancato l’oro – conclude Pontoni – ma credo che dobbiamo essere soddisfatti, sono strafelice. Credo che unito al bronzo di ieri abbiamo fatto un mondiale fantastico, approcciando una disciplina che ancora conosciamo poco. Come tecnico sono contento per le scelte che ho fatto. Ringrazio il mio staff perché abbiamo uno staff competente, importante che fa sentire i ragazzi a suo agio».