Faresin, il ritorno alla Zalf e tre nomi da tenere d’occhio

02.04.2021
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La Zalf è sempre la Zalf. La squadra di Fior e di Rui quest’anno ha fatto il salto tra le continental. Tra i grandi team under 23 mancavano solo loro. Per l’occasione hanno richiamato anche il diesse Gianni Faresin, il quale ha preso in mano la situazione.

Gianni Faresin, Alberto Dainese, Aldo Caiati, tappa di Valdobbiadene Giro d'Italia U23 2018
Gianni Faresin (con Dainese e Caiati) è tornato alla Zalf dopo un anno alla Casillo
Gianni Faresin, Alberto Dainese, Aldo Caiati, tappa di Valdobbiadene Giro d'Italia U23 2018
Gianni Faresin (con Dainese e Caiati) è tornato alla Zalf dopo un anno alla Casillo

Il ritorno di Gianni

Il veneto è tornato alla base dopo un anno alla Casillo – Petroli Firenze. E ha ritrovato tutti gli ingranaggi al proprio posto.

«La Zalf resta una squadra familiare. Qui è una vera passione, dalla proprietà alla dirigenza e questo rende la base solida. Si è contenti quando si vince, ma si è anche consapevoli che con il passaggio tra le continental arriverà qualche risultato in meno. Siamo alle prime battute e stiamo prendendo confidenza con la nuova categoria, abbiamo già fatto delle gare con i professionisti e la programmazione del lavoro è un po’ diversa. Il calendario infatti è “giusto, giusto”, ci sono poche gare e bisogna far correre tutti i ragazzi.

«Le gare che abbiamo fatto ci sono servite per fare esperienza, per farci vedere e per trovare il ritmo giusto. Lavorando soprattutto in ottica internazionale».

Benedetti vince il Gp La Torre di quest’anno
Benedetti vince il Gp La Torre

Più chilometri

Faresin è anche un preparatore. Segue direttamente i suoi ragazzi. Per l’occasione del passaggio alle continental ha aumentato la parte del fondo. In pratica le distanze in allenamento sono cresciute, ma per il resto, ammette lo stesso diesse, le cose sono rimaste le stesse.

«Già da qualche anno – riprende Faresin – anche gli allenamenti degli under 23 si sono intensificati e sono più vicini a quelli dei pro’. Prima si tendeva a preservare i giovani, adesso si cerca di portarli alle corse a tutti i costi, visto che vanno più forte dei “vecchi”. Poi l’avvento degli stranieri, ha spinto ancora di più verso questo cambiamento».

Zambanini al Trofeo San Vendemiano
Zambanini al Trofeo San Vendemiano

Benedetti e Zambanini

Nella “nuova” Zalf tre ragazzi si sono fatti vedere più di altri e sono Gabriele Benedetti, Edoardo Zambanini e Stefano Gandin.

«Benedetti ha già vinto una corsa ed è atteso a delle conferme sulla base di quel che aveva fatto vedere al primo anno da under 23, quando passò e si mostrò subito molto promettente. E’un passista-scalatore che può essere protagonista nelle corse a tappe. E’ un terzo anno. Lo avevo con me alla Casillo e la sua stagione 2020 non è stata facile. Adesso ha ritrovato la serenità necessaria per correre».

«Zambanini è un secondo anno e anche su di lui ci sono grandi attese, specie dopo quel che ha fatto vedere al Giro U23 dell’anno scorso quando vinse la maglia bianca con tutti quei corridori forti che c’erano. Dovrà migliorare sulla tenuta, come gli altri del resto, e sulla costanza di rendimento. Correre adesso poi non è facile. I circuiti sono praticamente spariti, le gare spesso presentano il “trabocchetto” nel finale, e le squadre col fatto che ci sono poche gare portano spesso gli stessi nomi (i più forti, ndr)».

Gandin, classe 1996, è stato già due volte nella top ten nelle gare con i pro
Gandin, classe 1996, è stato già due volte nella top ten nelle gare con i pro

Gandin, corridore moderno

Infine c’è Gandin, che stavolta suggeriamo noi a Faresin.

«Lui è uno dei quattro elite che abbiamo squadra. E’ un leader, viene da una stagione importante e sembra aver trovato la sua dimensione. E’partito bene con un buon settimo posto alla Per Sempre Alfredo. Una ruota veloce? Per me è più un passista scalatore direi. Lui è il prototipo del corridore moderno: va forte in salita ed è molto veloce».

La Zalf sarà adesso presente nelle gare italiane di aprile dal Piva al Belvedere, passando per il Giro di Romagna. Ma i veneti hanno cerchiato di rosso il Gp Liberazione, la classica più amata.

Gianni Faresin, Zalf Fior

Il ritorno di Faresin alla corte di Fior

29.12.2020
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Gianni Faresin è tornato a casa. A dire il vero era già sembrato strano che se ne fosse andato. Parlandoci all’inizio del 2019 aveva spiegato come secondo lui si potesse fare una buona attività U23 anche senza diventare continental. Eppure alla fine della stessa stagione ha accettato l’offerta della Casillo e ha raggiunto Matteo Provini portando anche suo figlio. Il 2020 è andato come sappiamo. E quando nel corso dell’estate Luciano Rui ha annunciato che anche la Zalf Fior avrebbe fatto il salto tra le continental, Faresin ha fatto nuovamente i bagagli ed è tornato.

«Non è peccato cambiare idea – dice – soprattutto quando ti rendi conto che i ragazzi più giovani ormai vogliono soltanto le continental. Il messaggio che passa è questo. Ed è innegabile che fare corse di 200 chilometri con i professionisti a un ritmo gara superiore ti aiuta quando vai a misurarti nelle internazionali U23».

Edoardo Zambanini, Zalf Fior, 2020
Edoardo Zambanini ha vinto la maglia di miglior giovane al Giro d’Italia U23 (foto Scanferla)
Edoardo Zambanini, Zalf Fior, 2020
Zambanini, miglior giovane al Giro U23 (foto Scanferla)
Come è nato il riavvicinamento tra Faresin e la Zalf?

Parlando con “Ciano” Rui. Alla Casillo stavo bene, ma c’era il limite della distanza. Quei 250 chilometri da casa alla sede della squadra erano un bel freno al mio modo di lavorare, che prevede il fatto di seguire i ragazzi ogni giorno in allenamento. Ci pensava Provini e per la preparazione avevamo adottato una linea quasi professionistica, con il programma mandato via mail. Poi i ritiri sono saltati a causa del Covid e si è potuto lavorare poco. Detto questo, i 13 anni fatti con la Zalf non si dimenticano e io qui ero stato bene.

C’erano state discussioni?

Più che discussioni, parlerei di riflessioni. I corridori continuavano ad andare via, soprattutto Dainese e Battistella bruciavano parecchio. Erano corridori nostri, cresciuti qua, che se ne sono andati e hanno vinto il campionato europeo e il mondiale con altre maglie. Poi se ne è andato anche Frigo, da campione italiano. Tutto intorno erano venute fuori delle realtà che ai loro occhi erano più appetibili.

Matteo Zurlo, Team Casillo 2020
Dalla Casillo, oltre a Faresin, è tornato anche Matteo Zurlo (foto Scanferla)
Matteo Zurlo, Team Casillo 2020
Dalla Casillo è tornato anche Zurlo (foto Scanferla)
Ma Faresin non era convinto…

Io continuo a pensare che la continental dà il vantaggio di correre fra i pro’, ma ti toglie la possibilità di avere una crescita calma. Se però guardiamo a come è andato il 2020 tra i professionisti, dovremo ragionare anche su questa gradualità.

Nel gruppo dei pro’ si parla tanto di questo aspetto.

Lo so bene, soprattutto in termini di longevità e di carriera, perché secondo me è difficile che arrivino a correre fino a 35 anni. Perciò bisogna che vincano e guadagnino bene nei prossimi cinque/sei anni, perché poi avranno davanti una vita intera da inventarsi. Del resto è sempre andata che chi vince da giovane guadagna sempre di più di uno che ci arriva dopo.

Che cosa possiamo aspettarci dalla Zalf continental?

Sicuramente, essendo il primo anno, faremo qualche puntata tra i professionisti e qualche corsa all’estero. Il grosso della nostra attività sarà comunque incentrata sugli under 23, puntando a farli crescere in casa. Se hanno la prospettiva di correre con noi tra i professionisti, magari si riesce a convincerli a fare un anno in più.

Samuel Slomp, Zalf Fior 2020
E poi c’è Samuel Slomp, 19 anni, passista scalatore trentino (foto Scanferla)
Samuel Slomp, Zalf Fior 2020
Slomp, passista scalatore trentino (foto Scanferla)
Come andrà la convivenza con Ilario Contessa, che nel 2020 è stato il tecnico della squadra?

Avevamo già lavorato insieme tre anni fa. Lui si occupa della parte gestionale e logistica, io torno a fare quello che facevo prima, seguendo la preparazione. Io ho una certa età e sono una persona tranquilla, lui è maturato. Andrà bene.

Tutto sui giovani, allora?

Ne abbiamo di promettenti, da vedere sul campo. Dai test abbiamo avuto delle belle sorprese, per cui sicuramente avremo un bel gruppo. L’unico neo forse è la mancanza di un velocista stagionato che possa portare il numero di vittorie, ma ne abbiamo 3-4 veloci che, se ben allenati, possono farsi valere.

Ci sono ritiri in programma a gennaio?

Aspettiamo le direttive del Governo e le previsioni del tempo. L’idea sarebbe di rimanere a Castelfranco appoggiandoci all’hotel Fior. Se dovesse fare brutto, al massimo andremo in Toscana.