Gianni Faresin, Zalf Fior

Il ritorno di Faresin alla corte di Fior

29.12.2020
4 min
Salva

Gianni Faresin è tornato a casa. A dire il vero era già sembrato strano che se ne fosse andato. Parlandoci all’inizio del 2019 aveva spiegato come secondo lui si potesse fare una buona attività U23 anche senza diventare continental. Eppure alla fine della stessa stagione ha accettato l’offerta della Casillo e ha raggiunto Matteo Provini portando anche suo figlio. Il 2020 è andato come sappiamo. E quando nel corso dell’estate Luciano Rui ha annunciato che anche la Zalf Fior avrebbe fatto il salto tra le continental, Faresin ha fatto nuovamente i bagagli ed è tornato.

«Non è peccato cambiare idea – dice – soprattutto quando ti rendi conto che i ragazzi più giovani ormai vogliono soltanto le continental. Il messaggio che passa è questo. Ed è innegabile che fare corse di 200 chilometri con i professionisti a un ritmo gara superiore ti aiuta quando vai a misurarti nelle internazionali U23».

Edoardo Zambanini, Zalf Fior, 2020
Edoardo Zambanini ha vinto la maglia di miglior giovane al Giro d’Italia U23 (foto Scanferla)
Edoardo Zambanini, Zalf Fior, 2020
Zambanini, miglior giovane al Giro U23 (foto Scanferla)
Come è nato il riavvicinamento tra Faresin e la Zalf?

Parlando con “Ciano” Rui. Alla Casillo stavo bene, ma c’era il limite della distanza. Quei 250 chilometri da casa alla sede della squadra erano un bel freno al mio modo di lavorare, che prevede il fatto di seguire i ragazzi ogni giorno in allenamento. Ci pensava Provini e per la preparazione avevamo adottato una linea quasi professionistica, con il programma mandato via mail. Poi i ritiri sono saltati a causa del Covid e si è potuto lavorare poco. Detto questo, i 13 anni fatti con la Zalf non si dimenticano e io qui ero stato bene.

C’erano state discussioni?

Più che discussioni, parlerei di riflessioni. I corridori continuavano ad andare via, soprattutto Dainese e Battistella bruciavano parecchio. Erano corridori nostri, cresciuti qua, che se ne sono andati e hanno vinto il campionato europeo e il mondiale con altre maglie. Poi se ne è andato anche Frigo, da campione italiano. Tutto intorno erano venute fuori delle realtà che ai loro occhi erano più appetibili.

Matteo Zurlo, Team Casillo 2020
Dalla Casillo, oltre a Faresin, è tornato anche Matteo Zurlo (foto Scanferla)
Matteo Zurlo, Team Casillo 2020
Dalla Casillo è tornato anche Zurlo (foto Scanferla)
Ma Faresin non era convinto…

Io continuo a pensare che la continental dà il vantaggio di correre fra i pro’, ma ti toglie la possibilità di avere una crescita calma. Se però guardiamo a come è andato il 2020 tra i professionisti, dovremo ragionare anche su questa gradualità.

Nel gruppo dei pro’ si parla tanto di questo aspetto.

Lo so bene, soprattutto in termini di longevità e di carriera, perché secondo me è difficile che arrivino a correre fino a 35 anni. Perciò bisogna che vincano e guadagnino bene nei prossimi cinque/sei anni, perché poi avranno davanti una vita intera da inventarsi. Del resto è sempre andata che chi vince da giovane guadagna sempre di più di uno che ci arriva dopo.

Che cosa possiamo aspettarci dalla Zalf continental?

Sicuramente, essendo il primo anno, faremo qualche puntata tra i professionisti e qualche corsa all’estero. Il grosso della nostra attività sarà comunque incentrata sugli under 23, puntando a farli crescere in casa. Se hanno la prospettiva di correre con noi tra i professionisti, magari si riesce a convincerli a fare un anno in più.

Samuel Slomp, Zalf Fior 2020
E poi c’è Samuel Slomp, 19 anni, passista scalatore trentino (foto Scanferla)
Samuel Slomp, Zalf Fior 2020
Slomp, passista scalatore trentino (foto Scanferla)
Come andrà la convivenza con Ilario Contessa, che nel 2020 è stato il tecnico della squadra?

Avevamo già lavorato insieme tre anni fa. Lui si occupa della parte gestionale e logistica, io torno a fare quello che facevo prima, seguendo la preparazione. Io ho una certa età e sono una persona tranquilla, lui è maturato. Andrà bene.

Tutto sui giovani, allora?

Ne abbiamo di promettenti, da vedere sul campo. Dai test abbiamo avuto delle belle sorprese, per cui sicuramente avremo un bel gruppo. L’unico neo forse è la mancanza di un velocista stagionato che possa portare il numero di vittorie, ma ne abbiamo 3-4 veloci che, se ben allenati, possono farsi valere.

Ci sono ritiri in programma a gennaio?

Aspettiamo le direttive del Governo e le previsioni del tempo. L’idea sarebbe di rimanere a Castelfranco appoggiandoci all’hotel Fior. Se dovesse fare brutto, al massimo andremo in Toscana.