Gent U23: Buratti emerge dai muri e dalla pioggia

27.03.2023
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Una domenica di grande ciclismo in Belgio, un antipasto di quello che saranno i prossimi giorni, anzi, settimane. Sulle strade della Gent-Wevelgem, che hanno visto trionfare la Jumbo-Visma con la doppietta firmata da Laporte e Van Aert, è andata in scena anche la corsa dedicata agli under 23. Una gara fredda, piovosa e perennemente accesa, Nicolò Buratti, del CTF, ha colto un bellissimo secondo posto. Lui che, proprio qualche giorno fa, è stato su quei muri e su quel pavé insieme ai suoi compagni per imparare a domarli. 

Un pizzico di rammarico

La Gent-Wevelgem under 23 si è chiusa da poche ore, così raggiungiamo il giovane corridore del CTF. Una doccia dopo la premiazione ed un breve trasferimento in hotel, la voce è ferma ed il racconto inizia. 

«E’ andata bene – esordisce – il risultato è ottimo, anche se devo ammettere che c’è un pizzico di rammarico per la vittoria sfumata. Però si tratta di una gara di assoluto livello e di grande prestigio, questo secondo posto alla fine è comunque molto bello e soddisfacente».

Con un’azione di contropiede nell’ultimo chilometro è stato Gil Gelders a vincere la Gent U23 (foto Cliché Flore Cauwelier)
Con un’azione di contropiede nell’ultimo chilometro è stato Gil Gelders a vincere la Gent U23 (foto Cliché Flore Cauwelier)
Che corsa è stata?

Dura, una vera classica del Nord. Abbiamo preso acqua tutto il giorno, c’era un gran vento ed il freddo non è mancato. Una gara al limite, infatti l’abbiamo finita in 56 su più di 140 partenti. Insomma, una gara dura da ogni punto di vista: del clima e del chilometraggio, 190 chilometri non sono pochi. 

Come si è sviluppata?

Dopo un centinaio di chilometri dal via, sono iniziati i primi ventagli e un gruppetto di una ventina di atleti si è avvantaggiato. Noi siamo rimasti esclusi e ci è toccato rincorrere, siamo riusciti a tappare il buco poco prima che iniziasse la parte tosta del percorso: quella dei muri.

Una volta scaldata la gara che è successo?

Sono iniziati i muri ed il gruppo ha iniziato a perdere pezzi, noi del CTF eravamo rimasti in tre, riuscendo a coprire bene su tutti gli attacchi. Sul Kemmelberg ci siamo sganciati in otto corridori, poi siamo rimasti in sette. Mancavano ancora tanti chilometri all’arrivo, almeno una quarantina, ma dietro eravamo ben coperti. Infatti eravamo in sette ma tutti di squadre diverse, così dietro non c’era motivo di chiudere il buco. 

Buratti ha regolato il gruppetto inseguitore, conquistando il secondo posto alla Gent U23 (foto Instagram CTF)
Buratti ha regolato il gruppetto inseguitore, conquistando il secondo posto alla Gent U23 (foto Instagram CTF)
Quando si è decisa la corsa?

Negli ultimi cinque chilometri, a turno tra noi sette al comando qualcuno cercava di uscire. Io ero abbastanza fiducioso di poter vincere un eventuale sprint, ma ho provato un allungo ad un chilometro dall’arrivo. Nel momento in cui mi hanno ripreso è scattato il corridore della Soudal-Quick Step (Gil Gelders, ndr) ci ha preso in contropiede e non siamo riusciti a chiudere.

Un azzardo anticipare ad un chilometro dall’arrivo?

Ho provato, me la sentivo, da questo punto di vista non penso sia stata una mossa sbagliata. Eravamo tutti un po’ sulle gambe, non è neanche detto che in volata sarei riuscito a performare al meglio.

Come è andata la gestione della corsa in condizioni così estreme?

Mi sono trovato bene per tutto il giorno, anche se non avevo troppa esperienza in condizioni simili. Avevamo provato a correre qui in Belgio settimana scorsa, ma in condizioni climatiche completamente differenti. Non ho sofferto il freddo, anche con la pioggia l’ho gestita bene, coprendomi il giusto. Anche la parte dell’integrazione, l’ho curata al meglio, sono riuscito a mangiare tutto il giorno, con quantità leggermente superiori al  normale. Era difficile trovare lo spazio per mangiare, tra pavé, pioggia, freddo, vento, muri.

Aver fatto una settimana di “adattamento” su queste strade è stato utile?

Sì, venire qui con qualche giorno di anticipo ci ha permesso di studiare tutto nei minimi dettagli. Eravamo consapevoli a cosa saremmo andati incontro. 

Buratti ed il CTF hanno preso le misure con i muri alla Youngster Coast Challenge (kimberleecfotos)
Buratti ed il CTF hanno preso le misure con i muri alla Youngster Coast Challenge (kimberleecfotos)
Olivo ci ha detto che la Youngster Coast Challenge, la gara di venerdì scorso, vi ha dato dei parametri sui quali muovervi.

Il Kemmelberg lo avevamo fatto sia in quella corsa che in allenamento. Direi che pedalare più volte su quei muri ci ha dato maggiore confidenza, anche in condizioni davvero proibitive come quelle di oggi (ieri, ndr). 

Che sensazione hai provato nel correre una corsa così importante?

E’ stato bellissimo. I muri sono veramente duri, quasi infiniti, servivano davvero tante gambe per fare la differenza. Il ricordo mi rimarrà per un bel po’, anche perché nonostante il tempo lungo il percorso c’era comunque tanta gente. Oggi su queste strade hanno corso tutti dagli junior ai pro’. 

La scelta di rimanere un anno in più tra gli under 23 è stata in parte ripagata con questa esperienza?

E’ un gradino importante della mia crescita, sicuramente per ora sono contento della scelta. Consapevole del fatto che mi farò trovare più pronto quando l’anno prossimo passerò professionista.