Sant’Anna, San Gabriel e i Bibanesi: tutti con AIR 2023

12.09.2023
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E’ riconfermato anche per quest’anno il Food Project di AIR, l’iniziativa a margine dell’atteso evento agonistico – in programma lo ricordiamo dal 22 al 24 settembre prossimo attraverso le regioni di Abruzzo, Puglia e Calabria – con l’obiettivo di scoprire e promuovere il territorio anche attraverso la valorizzazione delle eccellenze enogastronomiche locali.

Il Food Project di Adriatica Ionica Race intende dunque contribuire e supportate la scoperta di nuove “bike destination” del ciclismo internazionale – in modo particolare nel sud Italia, come avverrà quest’anno – quali ulteriori palcoscenici attraverso cui promuovere i territori attraversati. E come già avvenuto l’anno scorso, la ricca area “hospitality” della corsa a tappe rappresenterà un vero e proprio “evento nell’evento” a beneficio dei propri ospiti…

Acqua San’Anna in pochi anni è diventata un riferimento per gli sportivi e lo sarà anche all’AIR
Acqua San’Anna in pochi anni è diventata un riferimento per gli sportivi e lo sarà anche all’AIR

Un originale Food Project

Il Food Project di AIR sarà quest’anno accompagnato da importanti brand nazionali del calibro di Acqua Sant’Anna, del Birrificio San Gabriel e dei Bibanesi. Tutte realtà che condividono i valori di Adriatica Ionica Race per quanto riguarda la promozione e la valorizzazione dell’enogastronomia italiana. E questo avverrà attraverso sia la presenza di alcune eccellenze culinarie delle Regioni coinvolte ed attraversate, quanto allo sviluppo di una campagna di responsabilizzazione e di educazione dei consumatori aiutandoli a riconoscere i prodotti di qualità e a ridurre lo spreco alimentare.

All’interno dell’area hospitality verrà difatti presentato ogni giorno un diverso menu, realizzato “ad hoc” dagli chef locali che uniranno le tradizioni culinarie del territorio. Oltre al proprio estro creativo ai fornelli, in collaborazione con enti, associazioni, aziende e consorzi locali. Il pezzo forte sarà costituito dal “piatto del giorno”, che porterà tutti i prodotti di eccellenza del territorio coinvolto in quel giorno specifico di gara. 

Birrificio San Miguel con la sua birra “Sport” fornisce un prodotto fresco, leggero e a basso contenuto di alcool
Birrificio San Miguel con la sua birra “Sport” fornisce un prodotto fresco, leggero e a basso contenuto di alcool

Tre partner eccellenti

Acqua Sant’Anna è diventata in pochi anni un marchio di riferimento nel settore delle acque minerali. «Siamo molto orgogliosi di essere presenti in corsa con l’Adriatica Ionica Race (ha dichiarato Luca Cheri, il Direttore commerciale Acqua Sant’Anna spa, ndr). Un evento ciclistico internazionale che non è solo ed esclusivamente una manifestazione sportiva, ma bensì un’occasione per valorizzare le nostre bellezze territoriali. Per questo motivo siamo felici che Acqua Sant’Anna, da sempre attenta nel sostenere iniziative di carattere sportivo e appuntamenti che premiano la ricchezza paesaggistica del nostro Paese, sia presente con i propri prodotti».

In area hospitality non mancheranno anche i Bibanesi, i panetti croccanti inconfondibili nella loro forma, che coniugano tradizione e innovazione in una sintesi perfetta di materia, lavoro umano, sapere e creatività. I Bibanesi sono sul mercato dal 1989, quando la Da Re spa sviluppò con successo questo specifico prodotto. Un po’ pane e un po’ grissino, in grado di conservare le caratteristiche di genuinità e fragranza tipiche del buon pane fatto a mano. Oggi i Bibanesi sono una vera e propria eccellenza del Made in Italy (sono distribuiti in ben 17 paesi nel mondo…). Sono anche testimonial di iniziative di prestigiose associazioni, tra cui Slow Food, Gambero Rosso e Associazione Italiana Sommelier. 

Infine, accanto all’AIR ci saranno anche i Bibanesi, una vera eccellenza del “Made in Italy”
Infine, accanto all’AIR ci saranno anche i Bibanesi, una vera eccellenza del “Made in Italy”

Riconfermato quest’anno è anche il prezioso supporto di Birra San Gabriel, in modo particolare della specifica birra “Sport”: a basso contenuto di alcol (3,0%), fresca e leggera, ideale dopo l’attività sportiva e ideata con la collaborazione di Tullio Zangrando, uno dei maestri della birra italiana. Birra San Gabriel è un birrificio artigianale nato nel 1997 in Veneto per iniziativa di Gabriele Tonon, da sempre particolarmente vicino al mondo delle due ruote, oggi in grado di distinguersi puntando sulla qualità attraverso la scrupolosa attenzione alle tecniche produttive dei maestri Bavaresi, alla costante ricerca di materie prime autoctone e al profondo legame con il territorio.

Adriatica Ionica Race

AIR, il Food Project ha esaltato legame tra gastronomia e sport

14.06.2022
9 min
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Cinque tappe per un totale di 826,5 chilometri, intrecciate nelle quattro Regioni, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna e Marche, hanno ospitato il Food Project affiancato all’Adriatica Ionica Race 2022. Una corsa giovane ma affascinante che ha tracciato un nuovo modo di intendere una competizione internazionale, accompagnando lo sport insieme alla gastronomia. Cinque piatti tipici e molte aziende locali hanno infatti avuto la possibilità di mettere in mostra le proprie eccellenze nell’Hospitality alla partenza e all’arrivo di ogni tappa. 

La corsa vinta da Filippo Zana della Bardiani CSF Faizanè si è conclusa giovedì ad Ascoli Piceno. Con un bilancio più che positivo, grazie ai risultati sportivi di spessore dei corridori azzurri e non solo. L’occasione della manifestazione ha abbracciato i produttori locali e ha permesso in questi cinque giorni di avvicinare il territorio e le aziende a pochi metri dalla linea del traguardo. Siamo stati ospiti della terza tappa Ferrara-Brisighella dove abbiamo assaggiato e toccato con mano la passione e il legame della gastronomia locale con il benessere delle sport. 

L’Hospitality era aperto a giornalisti, televisioni e autorità del territorio
L’Hospitality era aperto a giornalisti, televisioni e autorità del territorio

Piatti tipici

L’obiettivo del Food Project è stato chiaro e semplice, a tal punto da diventare un esempio di come lo sport può essere ambasciatore di benessere fisico e salutare anche a tavola. Per l’occasione di ogni arrivo, i cinque piatti tipici hanno rappresentato l’eccellenza del contesto ospitante traducendola in un piatto. 

Abbiamo visto nella prima frazione il risotto all’acqua dolce con mela verde, zenzero, trota affumicata e aceto balsamico a cura dello Chef Kevin Gaddi, Ambasciatore del gusto del Friuli Venezia Giulia.

Per la seconda tappa, il risotto (Carnaroli La Fagiana) al Piave Stravecchio Lattebusche realizzato da Mirko e Alex De Luca in collaborazione con gli studenti dell’istituto Maffioli di Castelfranco Veneto.

In terra romagnola a Brisighella è stato proposto grazie al lavoro degli Agrichef di Coldiretti Ravenna, la pasta al ragù di mora.

Per il penultimo appuntamento è stato proposto un doppio piatto. In particolare, lo stoccafisso all’ancontina dallo Chef Roberta Carotti e il tortino di patate e alici & sorte di moscioli di Sirolo da parte dello Chef Elis Marchetti.

Infine a chiudere ad Ascoli Piceno lo Chef Enrico Mazzaroni ha proposto gli spaghetti al burro, acciughe e lenticchia di Castelluccio soffiata.

Da vicino

In occasione della terza tappa siamo andati tra gli stand presenti all’Hospitality del Food Project a conoscere e carpire cosa vuol dire per un azienda essere così vicino ad una manifestazione ciclistica.

«Siamo l’unica provincia – dice Roberto Belli Presidente del Consorzio Salumi Piacentini – in tutta Europa, ad avere tre salumi DOP: la coppa, la pancetta e il salame piacentino e questo la dice lunga sulla tradizione che ha il nostro territorio per i salumi. Partecipare alle manifestazioni sportive legando gastronomia e attività fisica è bello e importante, quando viene fatto attraverso il ciclismo lo è ancora di più».

Ci sono anche aziende che a pochi metri dall’arrivo vantano la produzione del proprio prodotto, come l’olio di Brisighella. «Siamo una cooperativa – dice Sergio Spada, Presidente di Terre di Brisighella – nata nel 1966 con la produzione di prodotti vinicoli del territorio. Poi dal 1971 abbiamo iniziato a produrre l’olio con l’implementazione del primo frantoio. Con la prima bottiglia di produzione nel 1975, che come caratteristica unica aveva tutta la filiera certificata.

«Il nostro disciplinare è stato preso come traccia dal ministero dell’agricoltura italiana e poi in Europa per mettere le basi per la DOP dell’olio. Siamo stati i primi in Italia. Per noi è importantissimo il discorso salutistico e il legame con il ciclismo è naturale. Il Brisighello DOP non è un condimento ma un alimento a tutti gli effetti. I suoi benefici sono riconosciuti scientificamente come sono quelli dello sport».

Promozione e sport

Il pasto per lo sportivo è un momento sacro e determinante. Le aziende del territorio che lavorano a contatto con lo sport lo sanno e fanno si che ci sia un legame indissolubile con la qualità.

 «Per Coldiretti Ravenna – dice Nicola Dalmonte, Presidente di Coldiretti Ravenna – l’arrivo a Brisighella è stato un appuntamento molto importante e un’occasione per la promozione del territorio. La collina ospitante in questo caso è ricca di peculiarità e aziende che producono eccellenze. Abbiamo accolto l’invito con entusiasmo. Questo Food Project ci ha dato la possibilità di fare assaggiare, su un palcoscenico internazionale, i nostri prodotti tipici e la nostra ideologia di gastronomia e produzione. Anche attraverso la fondazione di Coldiretti, Campagna Amica.

«L’agricoltura sta al centro delle nostre vite e in questo periodo storico sta tornando ad essere vitale quella che è l’autosufficienza alimentare. Lo sport valorizza tutti questi aspetti e ne esalta la ricerca costante della qualità per il benessere fisico e mentale».

Parola a Da Re

A seguire il progetto nato dalla spinta del patron della corsa Moreno Argentin, c’è Federico Da Re, Hospitality Manager dell’evento e responsabile del Food Project.

«Il bilancio è sicuramente positivo – spiega Da Re – A noi piace chiamare questa prima edizione del Food Project l’anno zero. Il fatto di unire la gastronomia al ciclismo in un evento sportivo è stato per noi una novità e ci ha dato l’opportunità di valorizzare le eccellenze dei territori toccati dalla corsa. Ci tengo a ringraziare gli Chef Alex e Mirko De Luca di Filo Eventi e Gabriele Tonon, della Birreria San Gabriel per il supporto nell’intera organizzazione. Nella prima tappa un plauso va ad AgriFood FVG per aver coordinato la presenza dello Chef Kevin Gaddi, al Consorzio del Prosciutto di San Daniele, al prosciuttificio Uniko e all’azienda di vini Cozzarolo di Cividale del Friuli.

«Per la tappa di Cima Grappa i ringraziamenti vanno all’Istituto Maffioli di Castelfranco Veneto che ha preparato il piatto tipico insieme ai nostri Chef, al Becher per la degustazione di salumi, a Lattebusche per i formaggi, ai Bibanesi, alle aziende agricole Ai Galli e Vanzella, al CNA di Asolo per la Ghisola e le ciliegie di Maser e a Forno Miotti, per aver fornito le proprie crostatine alla frutta a tutti gli addetti ai lavori».

Ringraziamenti finali

«La terza tappa – prosegue Da Re – ha visto la presenza della Coldiretti di Ravenna che ha coinvolto un cuoco contadino per la preparazione del piatto tipico. Ringrazio anche il Consorzio della Piadina Romagnola IGP che ci ha offerto il proprio prodotto da farcire con gli ingredienti tipici regionali. Il mio grazie va al Consorzio del Prosciutto di Parma DOP, al Consorzio dei Salumi Piacentini DOP, al Consorzio dello Squacquerone di Romagna DOP e al Consorzio della Mortadella di Bologna. Infine a Brisighella ringrazio la CAB Terra di Brisighella e il Consorzio Tutela Olio Brisighella DOP per la loro partecipazione e vicinanza all’evento.

«Per la quarta e la quinta tappa un ringraziamento speciale va a Copagri Marche che si è occupata degli inviti alle aziende regionali che con entusiasmo hanno partecipato alla due giorni marchigiana. Infine un plauso va all’azienda Cristianpack BIO che ci ha fornito le stoviglie ecosostenibili per tutto l’evento, garantendo così un occhio di riguardo anche a questa importante tematica attuale».

«In generale – conclude Da Re – è un progetto ben riuscito che ha portato alla partecipazione di molte persone, come giornalisti, televisioni, autorità e sponsor. Gli ospiti e i fornitori coinvolti sono rimasti entusiasti e questo per noi è molto importante. E’ un progetto che sicuramente riproporremo, rivisitato e maggiorato per le prossime edizioni. I miei ringraziamenti vanno anche alle città coinvolte: Tarvisio, Monfalcone, Castelfranco Veneto, Monte Grappa, Ferrara, Brisighella, Fano, la Riviera del Conero, Castelraimondo e infine Ascoli Piceno. Ultimo, ma non per importanza, un grazie a Moreno Argentin per la scintilla di questo progetto e per la bellissima corsa organizzata».

Adriatica Ionica Race, molto più di una corsa. Parla Argentin

03.06.2022
5 min
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Domani si parte, con meno mascherine e due tappe più del 2021. Un’altra valigia dopo quella del Giro e la prua in direzione del Friuli, per la Adriatica Ionica Race: quarta edizione dopo l’ultima vinta da Lorenzo Fortunato (in apertura il podio 2021, con il bolognese tra Kudus e Pronskiy, foto Scanferla). Manca meno di un giorno. Il conto alla rovescia nella home page del sito ufficiale scandisce il tempo fino alla partenza della prima tappa da Tarvisio ed è ormai agli sgoccioli.

Moreno Argentin che l’organizza fa il punto della situazione, partendo dalla sola nota dolente che salta agli occhi: la data, che non è certo delle migliori per favorire la partecipazione delle squadre. In un calendario che antepone gli interessi dei grandi in termini di collocazione e fa fatica ad assorbire altri eventi in quel meccanismo quasi perfetto di corse, ritiri e periodi di riposo.

La AIR 2022 è stata presentata alla BIT di Milano per la valenza promozionale. Qui Argentin con Castelli, assessore regionale delle Marche
La AIR 2022 è stata presentata alla BIT di Milano. Qui Argentin con Castelli, Assessore delle Marche

«Abbiamo dovuto accettare questa data – spiega il campione del mondo di Colorado Springs, organizzatore della Adriatica Ionica Race – perché altrimenti non ci mettevano più nel calendario. Forse è stato un errore, dovevamo metterla prima e magari i team si facevano un po’ i loro conti. In questa collocazione, ci sono squadre al Delfinato, quelle che mandano i corridori in altura e quelle che si riposano dopo il Giro e magari si preparano per lo Svizzera. Ci sono alcune concomitanze su cui ragionare».

E l’anno prossimo il Giro ha chiesto di avanzare di una settimana per inglobare la Festa della Repubblica, come il Tour ha sempre il 14 luglio…

Ho visto ed è una richiesta che, se accolta, creerà problemi sia a noi sia al Giro dell’Appennino. Ci spostiamo? E dove? Se ci mettiamo prima del Giro, andiamo contro il Tour of the Alps. Se andiamo a luglio c’è la difficoltà di trovare posto negli alberghi e magari anche il problema di avere i permessi da parte delle Prefetture, perché a luglio ci sono le vacanze e non sono molto propensi a chiudere le strade. Oppure andiamo a settembre, altra alternativa che stiamo valutando. Anche perché entro il 10 giugno bisognerebbe dare la data…

Parliamo della corsa, cosa dici del percorso?

Sono andato in ricognizione e ritengo che sia abbastanza impegnativo, anche se abbiamo tentato di alleggerirlo nella prima parte. Cinque tappe. Abbiamo cercato di concentrare strappi e salite nel finale di ogni giornata, ma certo che trovando il Monte Grappa al secondo giorno, sono convinto che domenica la classifica sarà delineata.

Nel 2021, Fortunato vince la seconda tappa sul Monte Grappa e ipoteca la vittoria finale (foto Scanferla)
Nel 2021, Fortunato vince la seconda tappa sul Monte Grappa e ipoteca la vittoria finale (foto Scanferla)
E poi cosa si fa?

Gli altri giorni ovviamente ci sarà un po’ di controllo in più. Diciamo che se domenica dovremmo vedere chi può vincere la corsa, dal successivo ci saranno delle battaglie. Occhio però a non dare tutto per scontato. La tappa di Brisighella non è facile. Ci sono strappi corti e ripidi, poi discese impegnative. Può succedere di tutto. Poi c’è il Conero, anche se la prima parte di tappa non è impegnativa. E poi il finale ad Ascoli, con l’arrivo in circuito e prima ancora salite.

Qual è la prima preoccupazione per un organizzatore?

Una volta che è tutto pronto, il primo obiettivo è che innanzitutto nessuno si faccia male. Ho il pensiero non solo ai corridori, ma anche a tutto il personale che gira. Abbiamo alcuni volontari che vengono per la passione e ci danno una mano. Ci siamo attrezzati bene, non è che speculiamo. Una volta che tutto è pronto e tutto è andato bene, non mi fisso nessuno obiettivo particolare.

Avete puntato molto sulla promozione legata a territorio e gastronomia, come mai?

L’importante è che le regioni che ci hanno dato fiducia siano contente di quello che stiamo facendo. Ci siamo prefissati di fare una comunicazione un po’ diversa rispetto gli altri, non limitandoci solo alla corsa. Abbiamo iniziato da prima e dopo la corsa ci sarà una coda un po’ lunga. Ma credo che sia questo il lavoro da fare per noi che siamo giovani e piccoli. Il ciclismo deve essere un veicolo per la promozione turistica, non un semplice gruppo di atleti che passa e lascia solo la polvere. Di questo sono convinto, altrimenti la corsa racconta meno di quanto potrebbe.

Tutto pronto, dunque?

Tutto pronto. Ci siamo impegnati per gli allestimenti dei traguardi volanti o dei GPM con dei totem particolari. Sono due mesi che stiamo costruendo delle transenne fatte ad hoc, perché ovviamente anche gli sponsor è giusto che abbiano la giusta visibilità.

Ci sarà Fortunato e anche un bel nucleo di giovani molto forti.

Non li conosco tutti, ma spero che trovino il modo di farsi conoscere. Come al Giro in Italia, quando non ci sono i campionissimi e gli altri hanno modo di mettersi in mostra. L’Astana sembra la squadra più attrezzata, ma bisognerà vedere se avranno voglia di tenere tutto il peso della corsa. C’è Fortunato. C’è la nazionale. E c’è gente che ha cose da dimostrare. Noi gli diamo il palcoscenico, sta a loro metterci le gambe.

NEGLI ARTICOLI PRECEDENTI

Adriatica Ionica Race: viaggio nei sapori con il Food Project

AIR, gastronomia e territorio da Castelfranco Veneto al Monte Grappa

AIR, in Emilia Romagna: da Ferrara a Brisighella fra piadina e ragù

AIR, quarta tappa da Fano al Conero, nelle tradizioni marchigiane

AIR, percorso e sapore dell’ultima tappa nelle Marche

AIR, quarta tappa da Fano al Conero nelle tradizioni marchigiane

27.05.2022
6 min
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L’Adriatica Ionica Race sbarca nelle Marche per le ultime due tappe in programma il 7 e l’8 giugno. In particolare, la carovana per la penultima frazione affronterà 165 chilometri con partenza da Fano e arrivo nella Riviera del Conero. Il percorso attraverserà in rapida successione alcune perle della Regione Marche come Jesi, Recanati, Loreto e Numana. Ricco di emozioni sarà anche il passaggio da Filottrano, in ricordo di Michele Scarponi. Il finale sarà ospitato della splendida Riviera del Conero con un anello impegnativo, caratterizzato dalla salita del Poggio, che vedrà transitare per tre volte la carovana a Sirolo.

Le specialità del territorio che caratterizzano il Food Project presente nell’Hospitality all’arrivo, saranno le più rappresentative di questa regione che fonda la sua gastronomia in una ricca di tradizione.

Per raccontarci il territorio e la tappa, abbiamo chiesto a un pro’ che conosce a menadito queste strade, Giovanni Carboni. Nato e cresciuto tra le colline di questi luoghi, ha corso l’Adriatica Ionica Race concludendo con un 6° posto nel 2018 e un 4° posto nel 2021 in classifica generale.

La tradizione a tavola

La tradizione culinaria delle Marche è ricca di prodotti unici. Tra questi, le specialità marittime, con i piatti a base di pesce della costa marchigiana che vanta un commercio di pesce che rispetta l’ambiente e il mare. Per poi addentrarsi nelle specialità dell’entroterra con primi piatti e secondi, dettati da ricette che vengono tramandate da secoli. 

Non solo cibo ma anche la tradizione dei vini è forte e caratterizzante delle colline marchigiane. Per l’occasione all’interno dell’Hospitality coordinato da Federico Da Re, verrano proposti i vini della cantina Mecella. In particolare “I Lavi” rosso Conero, un vino DOC la cui produzione è consentita nella zona di Monte Conero, animato da uve Montepulciano che danno profumi fruttati del bosco tipici del territorio mediterraneo. A seguire il “Preludio“ Verdicchio Matelica DOC, prodotto con uve Verdicchio provenienti da più vigneti della zona di Matelica, vinificate in bianco a temperatura controllata. Infine lo Spumante “Epilogo” prodotto con uve Verdicchio.

I prodotti tipici 

Tra i prodotti tipici che gli Chef Mirko e Alex De Luca, insieme ad uno Chef locale, tratteranno con sapienza e maestria ci saranno tra questi i salumi, in particolare la porchetta, prodotta dall’Azienda Agricola Angeletti. A seguire Agorà proporrà le olive da friggere, olio e vino di propria coltivazione e produzione.

Ad inforcare queste eccellenze gastronomiche ci saranno le stoviglie e gli accessori compostabili prodotti da Cristianpack BIO. Questa azienda è un faro nella progettazione di elementi per la gastronomia sostenibili per l’ambiente. Da anni infatti si impegna e oggi vanta più del 70% della produzione è dedicata alla lavorazione di materiali in bio e compostabile.  

Per quanto riguarda le degustazioni liquide, verrà proposto dall’azienda Il Lorese, il vino cotto, invecchiati e grappe, accompagnati da cantucci e marmellata. Infine i distillati, Ngricca che raccolgono in loro l’autenticità dei sapori di una terra incontaminata grazie all’utilizzo della materia prima migliore che il territorio offre.

Il tutto è impreziosito e coordinato in collaborazione con Copagri Marche. Una Confederazione di produttori agricoli a vocazione generale che crede nella funzione di progresso dell’associazionismo quale strumento di valorizzazione e rappresentanza delle diverse componenti. 

Carboni è cresciuto tra le colline marchigiane tra gare e allenamenti su queste strade
Carboni è cresciuto tra le colline marchigiane tra gare e allenamenti su queste strade

Territorio unico

Le Marche rappresentano un territorio unico, con le sue colline a pochi chilometri dal mare e i paesaggi mozzafiato che spesso ospitano arrivi di tappa e corse dai più giovani ai pro’. Giovanni Carboni ci porta alla scoperta delle zone in cui è cresciuto e si allena ogni giorno. Lui potrebbe correrla con la maglia della nazionale, perché la Gazprom in cui ha iniziato la stagione è ormai un ricordo lontano.

«Io sto a San Costanzo, un paesino sopra a Fano. In pratica – dice – posso vedere il passaggio dell’Adriatica Ionica Race dall’alto. La tappa parte da Fano e va verso Senigallia costeggiando il mare. E’ un territorio che quando la gente viene a vederlo ne rimane stupita. Purtroppo non è molto conosciuto a livello turistico. Le strutture stanno iniziando a crescere nell’ultimo periodo in questa ottica. Ci sono dei posti veramente belli. Chi viene a pedalare ne rimane sorpreso e ha voglia di tornare.

«Ora come ora, ho cambiato un po’ il modo di allenarmi. Se prima lo facevo costantemente guardando i dati, in questi mesi di incertezza causati dalla situazione della mia squadra, mi alleano per assurdo con meno stress non avendo un calendario che detta il ritmo. Anche io ho iniziato a rinnamorarmi del territorio godendomi i panorami, riscoprendo le mie zone e la loro bellezza. Soprattuto in questo periodo dove c’è tanto verde e andare in bici è un paradiso».

La tappa e le speranze

L’entroterra marchigiano offre pendenze e terreno che si potranno adattare ad attacchi e ultime occasioni per chi vorrà fare gli ultimi assalti alla classifica generale. 

«E’ un continuo sali e scendi – dice Carboni – esclusa la prima parte dove si costeggia il mare, da Senigallia, fino a Montemarciano. Poi ci si inoltra nelle zone di Chiaravalle, Jesi e di lì iniziano i primi strappi. Segue Filottrano, per poi finire a Recanati con uno dei passaggi più belli della tappa. Per finire con l’arrivo a Sirolo con un triplo passaggio. E’ un finale esplosivo, non proprio da scalatori puri ma che favorisce i corridori più esplosivi. Essendo la quarta tappa ci sarà un po’ di fatica sulle gambe. Se verrà affrontata in modo deciso e ci sarà una squadra che vorrà fare selezione, potrà venire fuori qualche potenziale distacco. Dipenderà tutto dai distacchi iniziali la mattina della tappa».

«L’ho corsa nel 2018 la prima volta, dove fece secondo Ciccone, allora mio compagno di squadra, mentre io feci sesto. Successivamente l’ho corsa l’anno scorso dove ho chiuso quarto in generale. E’ una corsa che mi piace. E’ in un periodo che mi si addice, con il caldo mi trovo sempre bene. Spero vivamente di poter correre questa Adriatica Ionica Race. La nazionale mi può dare questa possibilità e se ci sarò, mi farò sicuramente trovare pronto».