Serangeli dimentica l’azzurro vincendo al Regioni

06.11.2024
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Sepolta nell’attenzione dai contemporanei campionati europei, domenica San Colombano Certenoli ha ospitato la quarta tappa del Giro delle Regioni di ciclocross, chiaramente senza molti dei protagonisti delle prove precedenti, ma questo ha permesso ad altri elementi di mettersi in evidenza. Ad esempio Giacomo Serangeli, corridore della DP66, vincitore della gara junior e per certi versi il grande assente della rassegna continentale di Pontevedra.

Il crossista umbro, protagonista anche delle altre prove della stagione, ha scaricato sui pedali la sua delusione: «Quello ligure è un percorso che conoscevo già, anche se è cambiato un po’ è salito il fiume e ha costretto gli organizzatori a ridisegnarlo. Ma è molto tecnico, da spingere. Io ho trovato in Ivan Colombo (Sc Alfredo Binda) un rivale inatteso ma molto coriaceo. A due giri dalla fine ho guadagnato una manciata di secondi, ma non mi sono mai sentito al sicuro».

L’arrivo in terra ligure di Serangeli, condiviso con la sua compagna di team Petris, terza fra le pari età
L’arrivo in terra ligure di Serangeli, condiviso con la sua compagna di team Petris, terza fra le pari età
Quanto valore ha questo successo?

Molto e la cosa bella è stata che ho potuto tagliare il traguardo insieme alla mia compagna di squadra, Carlotta Petris che da parte sua andava a guadagnare la terza piazza fra le junior. E’ stata la ciliegina sulla torta.

Dì la verità: domenica però speravi di non esserci…

Non posso negare che non essere stato convocato per gli europei mi è dispiaciuto perché era l’obiettivo della prima parte di stagione. Mi dispiace soprattutto che non siano stati apprezzati i miei veri valori, che quello che ho fatto in questa prima parte dell’anno non sia stato sufficiente. Con Pontoni ho parlato, ma non metto in discussione le sue scelte perché è lui il responsabile e se ha preso quella strada lo ha fatto consapevolmente. Io non posso far altro che impegnarmi ancora di più per convincerlo a  prendermi in considerazione.

Dopo due podi e un 4° posto, serangeli vincendo sale in testa alla classifica del Regioni
Dopo due podi e un 4° posto, Serangeli vincendo sale in testa alla classifica del Regioni
Ti ha preannunciato un coinvolgimento per la Coppa del Mondo?

No, non ne abbiamo parlato. Io spero comunque di guadagnarmi una chance per correre all’estero, per far vedere quel che so fare. Sarebbe bellissimo poter fare della challenge il mio obiettivo stagionale, per ora so che il cittì pensa di convocare 4-5 corridori, spero di essere fra quelli.

La vittoria di Mattia Agostinacchio che cosa ti ha fatto pensare?

Intanto che se l’è meritata e che è stato bravissimo, poi che conferma che in quel contesto potevo anch’io dire la mia. Mattia ha vinto quasi sempre, ma a Brugherio dov’è arrivato quarto io ero davanti e anche nelle altre gare sono arrivato vicino a lui come a Fabbro che ha chiuso sesto. Io un posto nella Top 10 penso che sarei riuscito a ottenerlo e mi tengo basso.

La vittoria dell’umbro ad agosto al Trofeo dell’Aglianico, perla di un’ottima chiusura stagionale
La vittoria dell’umbro ad agosto al Trofeo dell’Aglianico, perla di un’ottima chiusura stagionale
Tu però vieni anche da una stagione su strada veramente buona, dove si è parlato di te come di un ottimo prospetto per le gare con molta salita…

Ho un fisico leggero e mi piace la salita, ma non mi ritengo uno scalatore puro. A me piacciono anche le volate in gruppi ristretti e la pianura non mi fa paura. Voglio diventare un corridore completo, capace di vincere su più fronti.

Tra l’altro non è stata una stagione semplice, visto che è iniziata con molto ritardo.

Alla prova di Coppa del Mondo di ciclocross a Hoogerheide mi sono rotto lo sterno: addio mondiali e oltre 40 giorni di completo stop. Sono dovuto ripartire da zero, la mia prima corsa è stata il Liberazione a Massa a fine aprile. Piano piano mi sono rimesso in carreggiata e ad agosto ho colto la mia prima vittoria, al Trofeo dell’Aglianico del Vulture in Basilicata.

Tra strada e ciclocross?

Dico la verità, spero di non dover scegliere, almeno non nei prossimi anni. Vorrei affrontare la categoria U23 potendo competere in entrambe le discipline perché credo che siano utili l’una all’altra. Poi so bene che la strada è quella principale, quella che dà le maggiori chance di crescita, anche economica. Io comunque spero di trovare un team che sia accondiscendente a questa richiesta.

Come concili l’attività con la scuola?

Non è facile, anche perché d’inverno abbino un paio di sedute in palestra a lavori tecnici sul ciclocross su un percorso vicino casa e anche quando esco su strada lo faccio con la bici da cross. Mi piace molto simulare gli sprint, è un lavoro tecnico sul quale ultimamente mi sto impegnando molto. Sono al quarto anno di Ragioneria Sportiva, abbinare gli allenamenti con la scuola con le poche ore di luce che ci sono non è semplice, ma questo sport richiede sacrifici e sono ben felice di farli.

Viezzi al palo, con grandi progetti in tasca

14.10.2024
6 min
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Terza tappa del Giro delle Regioni a Osoppo, ma il più atteso non c’era. Stefano Viezzi, campione del mondo juniores, ha saltato l’appuntamento e non si sa quando tornerà alle gare. Un guaio fisico? No, c’è da risolvere una questione delicata, legata al suo cambio di squadra.

Che ci fosse qualche problema lo avevamo capito in settimana, quando sul profilo Instagram di bici.PRO il Fan Page Viezziofficial aveva commentato la story dell’articolo su Salvoldi e i suoi ragazzi: “In primo piano il campione del mondo Viezzi. In questi giorni boicottato dalla sua squadra DP66. Incredibile storia tutta italiana”.

Per Viezzi la maglia iridata resta ben custodita nel cassetto. Da U23 tutto ricomincia
Per Viezzi la maglia iridata resta ben custodita nel cassetto. Da U23 tutto ricomincia, ma con grandi ambizioni

Era importante saperne di più e Viezzi non si è tirato indietro, spiegando con garbo la situazione: «Domenica scorsa a Tarvisio era andato tutto bene, ma la società non voleva che gareggiassi con le mie nuove bici. Il team utilizza le Dynatek, ma io sono passato alla Canyon. Con il team ci siamo chiariti, ma a Osoppo non mi hanno iscritto. Ora aspetto il loro nullaosta, essendo fino a fine dicembre ancora junior per la Federazione anche se nel ciclocross gareggio già da U23. Poi potrò cambiare squadra».

Dopo la vittoria del titolo mondiale ti sono arrivate proposte, anche da team stranieri?

Molte, da valutare bene considerando anche il mio futuro su strada.

Viezzi in gara a Tarvisio. Da notare il telaio coperto dall’adesivo del team (foto Billiani)
Viezzi in gara a Tarvisio. Da notare il telaio coperto dall’adesivo del team (foto Billiani)
D’altronde il tuo profilo corrisponde in maniera pressoché perfetta a quelli che cerca l’Alpecin Deceuninck. E’ quella la tua destinazione? Il marchio delle bici è più che un indizio…

Non ci sono solo loro che fra i team WorldTour o altri permettono la doppia attività. Attendiamo che la situazione si sblocchi e poi potrò annunciare il passaggio alla nuova squadra.

La prima tua apparizione da under 23 com’era andata?

Non era stata propriamente semplice, considerando che sono dovuto partire quasi dal fondo e che in partenza ho subìto qualche intoppo. Poi però mi sono trovato bene, anche oltre le mie aspettative considerando che per la prima volta affrontavo una gara da un’ora, quando da junior si arrivava a 40 minuti. Sicuramente la condizione acquisita su strada mi ha dato una mano. Mi aspettavo dei disagi che invece non ci sono stati.

Per l’iridato del cross subito una vittoria su strada, alla Coppa Palazzolo con 2’40” sul gruppo
Per l’iridato del cross subito una vittoria su strada, alla Coppa Palazzolo con 2’40” sul gruppo
Della delicata situazione contrattuale hai parlato anche con il cittì Pontoni, che è legato al tuo vecchio team?

Sì, ma giustamente non vuole entrare nello specifico. Mi ha detto comunque che vorrebbe che gareggiassi il più possibile anche perché l’approccio con la nuova categoria è delicato e già a novembre ci sono obiettivi importanti come l’europeo.

La stagione su strada com’è stata nel suo complesso?

Un po’ strana a dir la verità. Ero partito bene con una vittoria alla Coppa Palazzolo il 1° aprile, ci tenevo a far bene all’Eroica e la prima tappa avevamo già conquistato un bel terzo posto nella cronosquadre, ma il giorno dopo sono caduto fratturandomi una clavicola. La ripresa è stata più lunga del previsto, anche perché la frattura era nella parte esterna vicino alla spalla, quella dove porto la bici nel ciclocross. Ho fatto una lunga riabilitazione, alla fine sono tornato a gareggiare a fine agosto.

In 600 in gara a Osoppo nella terza tappa del Giro delle Regioni, che tornerà il 3 novembre (foto BIlliani)
In 600 in gara a Osoppo nella terza tappa del Giro delle Regioni, che tornerà il 3 novembre (foto Billiani)
Da lì le cose come sono andate?

Non ho avuto molto tempo per ritrovare il giusto colpo di pedale in gara, ma alla fine ho trovato un paio di buoni piazzamenti al Lunigiana che mi hanno dato fiducia, permettendomi anche di chiudere 7° in classifica. Io comunque a settembre ero già mentalmente proiettato verso la stagione del ciclocross, ma posso dire che quella è stata la gara dove mi sono trovato meglio. Ci tengo a far bene nel mio approccio con la nuova categoria, prima nel ciclocross e poi su strada.

Cominci a sentirti anche stradista oltre che crossista?

Sono due cose molto diverse. Nell’attività invernale la preparazione è diversa ma anche gli spazi tra una gara e l’altra. Almeno da junior su strada avevamo praticamente gare nel weekend e il resto allenamento, nel ciclocross ci sono eventi a getto più continuo. Ma io credo che se vuoi fare questo mestiere ti abitui a qualsiasi siano le necessità.

Avresti problemi a trasferirti in un team estero?

Penso che nel ciclismo d’oggi, problemi non li abbia nessuno, anzi se hai ambizione lo metti in preventivo. L’importante è l’organizzazione che trovi e, per me, la possibilità di seguire entrambe le discipline.

Come ti sei trovato al tuo approccio con una gara diversa da quelle già affrontate sui prati come a Tarvisio, lunghezza a parte?

Era tutto abbastanza nuovo, soprattutto gli avversari, gente che calca quei palcoscenici anche da una decina d’anni. Per me imparare a conoscerli è importante in questa fase. So che nell’ambiente tutti mi stanno con gli occhi addosso come se la maglia iridata ce l’avessi sempre indosso, anche se non posso indossarla. Ma io sono tranquillo, quel che dovevo dimostrare l’ho fatto vedere nella passata stagione, ora affronto le gare sicuro di me, anche se ognuna sarà una scoperta. Ma non nego che ho grandi ambizioni, l’importante è sbrogliare la situazione quanto prima.

Il Giro promuove Cafueri: «CX e strada? Non scelgo…»

14.11.2023
5 min
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Riguardando quella maglia bianca, linda e pulita e confrontandola con il tanto fango incontrato lungo il percorso di Follonica, a Tommaso Cafueri sono tornate in mente le immagini dell’europeo della settimana precedente. Era la sua prima uscita nella nazionale come under 23, era partito con tante ambizioni ed era finito indietro: 27° a 4’33” dal vincitore Jente Michels. Il portacolori della DP66 si è rifatto, ritrovando il sorriso dopo aver battagliato a lungo contro gli elite conquistando il simbolo del primato di categoria al Giro d’Italia.

Per Cafueri è un risultato importante, che conferma soprattutto la sua dimensione di corridore multidisciplinare e parlando con lui si nota come vada abbastanza contro quella tendenza di cui si era discusso con il patron del Giro ed ex cittì Fausto Scotti, ossia l’intenzione degli stessi ragazzi, influenzati o meno dai team, di privilegiare la strada.

Cafueri (qui a Tarvisio) è andato sempre in crescendo, fino al podio assoluto di Follonica (foto Billiani)
Cafueri (qui a Tarvisio) è andato sempre in crescendo, fino al podio assoluto di Follonica (foto Billiani)

I consigli del preparatore

«Io ci tengo troppo al ciclocross, ne sono innamorato – spiega – e anzi ho scelto il mio nuovo team per la strada, per approdare fra gli U23, mettendo in chiaro che volevo continuare a fare la doppia attività. Per fortuna non ci sono state voci contrarie, sono stato accontentato e questo mi ha dato una nuova carica». Cafueri, è notizia proprio di queste ore, va a rinforzare il roster della Zalf Euromobil Desirée Flor e il fatto che la sua doppia attività sia stata ben accettata è un segnale importante.

A differenza di tanti altri, Cafueri ha sfruttato la parte finale della stagione su strada proprio pensando all’attività invernale: «Mi sono preso un periodo di pausa ad agosto proprio per non arrivare troppo affaticato all’inizio di stagione – dice – le gare della seconda parte le ho affrontate pensando all’inverno, pur senza trascurare il risultato. Mi fido molto del mio preparatore Enrico Licini di 4Perfomance e i risultati ci danno ragione, infatti continuerà a seguirmi anche nella nuova avventura del 2024».

L’esperienza europea non è stata molto fortunata, nel finale ha risentito dello sforzo
L’esperienza europea non è stata molto fortunata, nel finale ha risentito dello sforzo

Follonica come il Grande Nord

Il cambio di categoria si fa sentire? «Sicuramente. Agli Europei la gara è durata oltre 56 minuti, è un po’ diverso rispetto a quanto ero abituato e ci vuole tempo per ricalibrarsi. Negli ultimi due giri ero davvero a corto di energie e sono quei due giri che cambiano tutto. Enrico comunque mi ha rassicurato, è solo questione di abitudine».

Proprio l’esperienza francese gli ha dato però lo spunto per capire quanto cambia il ciclocross appena si varcano i confini nazionali: «I percorsi cambiano molto, ma io non sarei così critico nei confronti italiani, ci stiamo avvicinando soprattutto in certe occasioni. Lo stesso tracciato di Follonica con tutto quel fango è diventato estremamente duro e all’altezza dei tracciati in Belgio e Olanda: si correva tanto a piedi. E’ chiaro che lì il fango è quasi un “must”, in Italia c’è più varietà, ma molti percorsi rispecchiano il vero ciclocross».

Su strada il 18enne ha avuto un’ottima stagione con 2 vittorie, il podio al Giro del Friuli e altre sette Top 10 (foto SportCity)
Su strada il 18enne ha avuto un’ottima stagione con 2 vittorie, il podio al Giro del Friuli e altre sette Top 10 (foto SportCity)

Tutto è nato su una mtb

Tracciati che Cafueri dimostra di gradire, come si è visto a Follonica: «Nel primo giro sono anche rimasto davanti per un po’, poi siamo andati via in 4, con Ceolin, Folcarelli e Cominelli. Io a un certo punto ho preferito non rispondere ai continui attacchi degli altri e andare col mio passo, pensando soprattutto alla maglia bianca. Essere primo in classifica è bello, a questo punto credo che proverò a difendere il primato sin dalla prossima tappa a Cantoira».

A questo punto però la domanda viene spontanea: Cafueri è più un ciclocrossista o uno stradista? Intanto si è appena saputo che nel 2024 correrà su strada con la Zalf, ma l’interrogativo resta.

«Me lo chiedono in tanti, per ora direi ciclocrossista in base alla mia storia. Io avevo iniziato con la mtb, poi dopo la categoria allievi mi hanno spinto a provare su strada e mi sono trovato subito bene, con qualche piazzamento il primo anno da junior e un secondo anno di livello maggiore con una vittoria al Giro del Veneto e il successo al Trofeo Commercio Industria e Artigianato a Rignano sull’Arno. Su strada mi sto ancora scoprendo, vado bene in salita e sul passo e sono anche abbastanza veloce, ma devo imparare tanto».

Follonica, quarta prova del Giro ha premiato il ritorno ai vertici di Cominelli (foto Lisa Paletti)
Follonica, quarta prova del Giro ha premiato il ritorno ai vertici di Cominelli (foto Lisa Paletti)

Gli specialisti del fango

Intanto a Follonica avevamo lasciato tre in lotta per il successo e la gara grossetana ha riportato in auge Cristian Cominelli, davanti ad Antonio Folcarelli sempre più in rosa, con Cafueri terzo. Un ritorno ai vertici anche fra le donne grazie a Rebecca Gariboldi, in crescita di condizione e che come Cominelli si esalta nelle condizioni di gara estreme, da ciclocrossista tipica, impedendo così la doppietta alla Cycling Café vista la piazza d’onore della Bulleri, mentre la terza, Lucia Bramati si è consolata con la conferma del simbolo del primato.

Corridonia conferma: è Viezzi lo junior di riferimento

16.10.2023
5 min
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Se nelle categorie Elite il Giro d’Italia di ciclocross continua a proporre nomi sempre diversi, fra gli junior finora non c’è stata storia. Anche a Corridonia, dopo le due tappe nel Nord-Est nella gara allestita dal Bike Italia Tour con la collaborazione del Ciclo Club Corridonia e la supervisione dell’ASD Romano Scotti, Stefano Viezzi ha messo tutti d’accordo. Non può essere considerata una sorpresa, visto che già lo scorso anno il friulano era stato in nazionale e Pontoni aveva dimostrato di credere molto in lui soprattutto dopo i problemi riscontrati con i ragazzi del secondo anno.

Viezzi ha proseguito di slancio rispetto a quanto mostrato lo scorso anno ed è pronto a prendersi le sue soddisfazioni: «Finora ho affrontato tre gare davvero bellissime, organizzate alla perfezione. Volevo farmi trovare pronto per i primi appuntamenti dell’anno, tenevo a questa challenge e a questo punto la maglia rosa è diventata un obiettivo, infatti a novembre seguirò la seconda parte del circuito per difenderla».

Per Viezzi terza vittoria in tre gare al Giro, un inizio fulminante e promettente (foto Lisa Paletti)
Per Viezzi terza vittoria in tre gare al Giro, un inizio fulminante e promettente (foto Lisa Paletti)

Sulle orme della sorella

Stefano è un classe 2006 e non è approdato al ciclocross per caso: «Ho seguito le orme di mia sorella Elisa, di due anni più grande e che ora ha smesso. Ho iniziato proprio in base al suo esempio nelle gare promozionali e mi sono così divertito che ho continuato soprattutto nel ciclocross, la mia specialità preferita».

Preferita ma non la sola, perché Viezzi è uno che spazia molto, un vero ciclista multidisciplinare: «D’estate corro sia su strada che in mtb, ma quest’anno ho privilegiato la prima perché ho visto che ottenevo buoni risultati con il Team Tiepolo. Sono stato 3° di tappa al Giro del Veneto, ho ottenuto molti piazzamenti anche se non sono riuscito a vincere. Poi nel finale di stagione mi sono concentrato più sulla preparazione per il ciclocross».

Il friulano alterna d’estate mtb e strada, ma ora predilige quest’ultima (foto Instagram)
Il friulano alterna d’estate mtb e strada, ma ora predilige quest’ultima (foto Instagram)

Europei, una vera scommessa

Pontoni non ha fatto mistero di puntare molto su Viezzi, che ha visto crescere alla DP66 e già lo scorso anno ne ha fatto una colonna portante della nazionale. Il friulano guarda con grande curiosità alla sua stagione internazionale: «Sinceramente non so quale possa essere il mio livello, per questo non mi sono posto particolari obiettivi. Arriveremo agli europei senza un vero test, una prova di Coppa del mondo nella quale avere un primo approccio, ma il calendario è questo e bisogna adeguarsi».

A dispetto di quel che potrebbe sembrare, Viezzi è ripartito anche per rifarsi di una stagione di ciclocross che non lo aveva soddisfatto del tutto: «Era stata un’annata piena di alti e bassi, ci sono rimasto molto male ai mondiali dove ho avuto molta sfortuna, potevo piazzarmi bene. Diciamo che è un po’ questa la mia aspirazione, essere nelle prove titolate e migliorare i riferimenti dello scorso anno, quando ho avuto la possibilità di accumulare tanta esperienza».

Stefano agli europei dello scorso anno. Ora punta almeno a un posto fra i primi 10
Stefano agli europei dello scorso anno. Ora punta almeno a un posto fra i primi 10

Il gioco di squadra alla DP66

A Corridonia Viezzi ha colto la sua terza vittoria, in verità più sofferta rispetto alle due precedenti: «Non sono partito bene e mi sono ritrovato indietro. Il percorso marchigiano era infido, sembrava facile ma aveva tante curve in contropendenza dove una caduta era un rischio molto alto. Nel secondo giro ho recuperato e poi ho forzato ritrovandomi da solo ma sempre con un vantaggio molto risicato. Ho cercato di tenere per non farmi riprendere, sono stati bravissimi i miei compagni dietro che rompevano i cambi degli inseguitori, così ho ampliato il vantaggio e sono arrivato da solo».

Ora la stagione del ciclocross entrerà nel vivo, ma poi? «Poi credo che continuerò a incentrare la mia attività su strada, ho già definito l’ingaggio con un nuovo team che sarà annunciato a giorni. Voglio continuare a crescere anche lì, ho visto che come passista-scalatore vado piuttosto bene, con una speciale predilezione per le prove a cronometro, soprattutto nelle cronosquadre. Non si vive di solo ciclocross…».

La vittoria di Folcarelli in volata su Paletti e Cafueri, che gli vale la maglia rosa (foto Lisa Paletti)
La vittoria di Folcarelli in volata su Paletti e Cafueri, che gli vale la maglia rosa (foto Lisa Paletti)

Folcarelli e Borello riaprono i giochi

Nella prova maschile Elite di Corridonia l’assenza della maglia rosa Ceolin ha aperto le porte a una battaglia aperta per rientrare in gioco per la vittoria finale. Una battaglia risolta solo sul rettilineo finale a favore di Antonio Folcarelli, il laziale che torna così in auge e si candida anche per un posto in nazionale, davanti a Luca Paletti sempre più brillante dopo la lunga stagione su strada. Un po’ lo stesso discorso fra le donne, con Sara Casasola assente e vincitrice in contemporanea in Svizzera e la maglia rosa Lucia Bramati messa in minoranza dalla DP66 con Carlotta Borello prima allo sprint su Papo e Bramati stessa, ora con soli 3 punti di vantaggio in classifica. Si riparte il 12 novembre a Follonica, un mese a disposizione per ricaricare le batterie e cambiare le gerarchie.

Toneatti inesperto su strada? Cucinotta ha già pronto il piano

17.01.2022
4 min
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Davide Toneatti passerà all’Astana Qazaqstan Development Team. Ma come abbiamo visto il bravo crossista under 23 della DP66 Giant Selle SMP non ha troppa esperienza con l’asfalto.

Il fresco campione italiano, come lui stesso ci raccontò, ha corso davvero molto poco su strada. Viene quindi da chiedersi come farà ad affrontare questa nuova ed entusiasmante sfida all’improvviso. 

Claudio Cucinotta è uno dei preparatori dell’Astana (foto Instagram)
Claudio Cucinotta è uno dei preparatori dell’Astana (foto Instagram)

In Astana da febbraio

«Fino a fine mese – spiega il suo coach, Claudio Cucinotta – Toneatti sarà impegnato nel ciclocross. Lui ha l’obiettivo dei mondiali del 30 gennaio negli Stati Uniti. Sarà quindi ufficialmente un atleta dell’Astana a partire dal 1° febbraio. Fino al mondiale sarà gestito in tutto e per tutto dalla DP 66 Giant Selle SMP».

«Noi abbiamo pensato che vista la sua ricca stagione nel ciclocross possa essere in ottima condizione, quindi l’idea è di farlo partire bene, di farlo gareggiare abbastanza presto, proprio per sfruttare la forma fisica che presumibilmente si porterà dietro. Pertanto dopo il mondiale, come si dice in gergo, tireremo dritto per un altro mese e mezzo e nella seconda metà di marzo inizierà il suo recupero».

E questa non è un’idea malvagia. Cucinotta se l’è studiata bene. Proprio per aiutare il ragazzo ad inserirsi nei nuovi meccanismi cerca di portarlo in gara quando è in buona condizione.

Pensiamo solo alla tenuta in seguito ad una “sgasata” del gruppo. Un conto è rispondere essendo al 80% e un conto è farlo essendo al top: una gran bella differenza, specie se si è poco esperti. Ci si impressiona di meno.

Toneatti, classe 2001, ha deciso di tentare la sfida su strada all’inizio dello scorso autunno
Toneatti, classe 2001, ha deciso di tentare la sfida su strada all’inizio dello scorso autunno

Incognita gruppo…

Toneatti potrebbe avere però il problema dello stare in gruppo. In fin dei conti lui ha corso soprattutto in Mtb e nel cross e certe dinamiche gli sono quasi del tutto sconosciute.

«Davide riprende – Cucinotta – comunque una o due gare su strada all’anno tra i dilettanti se le faceva sempre, poi è chiaro, anche noi sappiamo che si tratta di una scommessa e certe caratteristiche dovrà “guadagnarsele”».

«Sono stato io che l’ho proposto all’Astana e so che valori ha. Ha dei numeri buoni e può fare bene da questo punto di vista, poi dobbiamo vedere come si comporta sul piano tecnico.

«Io non credo che Davide avrà grossi problemi a stare in gruppo, tutto sommato guida bene. Poi mi rendo conto che un conto è scendere in mountain bike e un conto è venire giù a 100 all’ora in gruppo da una discesa dolomitica, ma credo che si possa adattare. Semmai mi “preoccupa” più la distanza».

Il friulano vuole fare bene anche in azzurro. Andrà ai mondiali forte del titolo italiano cx conquistato a Variano
Il friulano vuole fare bene anche in azzurro. Andrà ai mondiali forte del titolo italiano cx conquistato a Variano

Occhio alla distanza

Di nuovo il preparatore friulano non è banale. Sia lui che Toneatti sono ben consapevoli a cosa stanno andando incontro e Cucinotta sembra aver previsto tutto.

«Davide ha sempre fatto gare di un’ora, un’ora e mezza, sarà importante farlo abituare a durate ben più lunghe. Ma il bello di una Development è che può fare esperienza senza fretta e avere al tempo stesso l’opportunità di correre anche con i professionisti qualora si trovasse subito bene.

«La nostra idea di portarlo a fare gare 1.2 e 2.2. Toneatti si ritroverà in corse che, per quanto brevi, saranno lunghe almeno 140 chilometri. Però, ripeto, la buona condizione iniziale che gli darà il ciclocross potrà aiutarlo molto. In tal senso è più facile avere lo spunto, il fuorigiri che non la distanza. E’ più facile abituarsi ai chilometri. Di sicuro meglio avere un’ottima base anaerobica e meno aerobica, che non il contrario. Almeno nella sua situazione».

In effetti da un punto di vista della preparazione è più facile mettere chilometri nelle gambe che non il fuorigiri. Per acquisire fondo “basta” fare i chilometri. E anche con l’alimentazione ci si può aiutare non poco.

«Ecco – riprende Cucinotta – anche questo dell’alimentazione è un aspetto quasi del tutto nuovo per Davide, perché nelle gare di mountain bike o di cross in pratica non si mangia mai. Al massimo si può prendere qualche gel. Anche questo è un aspetto che dovrà allenare».

«Io sono tranquillo – conclude il preparatore – Davide abita non lontano da me, per qualsiasi cosa sarò al suo fianco. Potrò seguirlo anche direttamente in qualche distanza o per dei test».

Proprio fra poche ore l’Astana, sia il gruppo WorldTour che Development, si riunirà per un ritiro. Toneatti come detto non ci sarà, ma Cucinotta assicura che dopo il primo step di gare tra fine febbraio e marzo, che presumibilmente saranno quelle tra Croazia e Slovenia, Davide si unirà al resto dei suoi compagni e inizierà la sua avventura tra i professionisti… in tutto e per tutto.

E’ Toneatti l’undicesima gemma dell’Astana Development

01.12.2021
4 min
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Quando Giuseppe Martinelli ci disse che nella rosa dell’Astana Qazaqstan Development Team c’erano undici corridori ne mancava uno all’appello. Per deduzione si sapeva solo che era italiano visto alla voce “due italiani” figurava solo il nome di Gianmarco Garofoli. Adesso ecco l’ultimo tassello: Davide Toneatti.

Questo giovane deve essere un avventuriero nell’anima, visto che ha deciso di passare dall’offroad (cross e mtb), dove era già qualcuno, alla strada. “Di qua” deve rimettersi in ballo totalmente. Ma un friulano, si sa, è tosto più del marmo. Tanto più se viene dalle zone di Buja, dove tra i suoi compaesani c’è gente come De Marchi o Milan. «Vero –  dice Toneatti – proprio stamattina ho incrociato Jonathan a 500 metri da casa mia. Io rientravo e lui usciva».

Toneatti (classe 2001) durante lo stage azzurro ad Osoppo
Toneatti (classe 2001) durante lo stage azzurro ad Osoppo
Davide, come mai ha deciso di fare questo salto?

E’ un’idea che mi frullava nella testa già da un po’ di tempo. Poi questa estate, al termine della stagione in mtb, ho chiesto un po’ in giro e ho parlato con Claudio Cucinotta (uno dei preparatori dell’Astana, ndr) che conoscevo già. Lui infatti è delle mie zone e spesso uscivamo in bici insieme.

Ed è lui che ti segue?

No, ma lo farà appena inizierò la stagione su strada. Ho confidato a Claudio le mie idee e lui mi ha detto che in Astana c’era questo progetto della Development e che cercavano ancora qualcuno. Così io gli ho dato un mio curriculum e un paio di test perché potessero valutare. Tre settimane fa è iniziato il tutto e la scorsa settimana mi hanno detto che mi avrebbero preso.

Ma come mai hai deciso per questo passaggio?

Come detto era un qualcosa che sentivo dentro di me. In mtb ormai so come funziona e in Italia ci sono davvero poche squadre. E’ molto difficile andare avanti. In realtà una proposta di passare alla strada già me l’avevano fatta al termine della categoria juniores ma io ero contento di stare nella mtb, mi piaceva, non mi sentivo pronto e a dire il vero avevo anche un po’ paura.

Quali difficoltà ti immagini incontrerai?

Qualche gara su strada l’ho fatta sia da juniores che da under 23. Gare regionali, nelle quali il livello suppongo non sia elevatissimo, però non mi sono trovato malissimo. Le difficoltà che ho notato sono state più tecnico-tattiche: stare in gruppo spalla a spalla o capire se la fuga è quella buona. Ma credo che si possa migliorare. Basta correre e fare esperienza e alla fine diventa un qualcosa di naturale, come fare un salto nel cross o un drop in mtb.

Che tipologia di corridore pensi di essere?

Per quel poco che ho visto direi un corridore che si difende bene in salita. Nelle gare da juniores soprattutto dove si arrivava in salita o c’era parecchio dislivello sono andato bene. In pianura invece ho fatto fatica.

A livello di “motore” invece pensi di esserci?

Mi confronto sul piano internazionale con i ragazzi del cross e della mtb e non mi sembra di essere male. Su strada subentra una componente di resistenza che dovrò curare. Passerò dall’ora, ora e mezza di gara a tre, quattro ore. Ci dovrò lavorare, ma come ritmo credo di esserci.

Il friulano è molto abile nella guida, qualità che di certo gli tornerà utile su strada
Il friulano è molto abile nella guida, qualità che di certo gli tornerà utile su strada
Con Cucinotta avete parlato della preparazione?

Giusto un paio di giorni fa siamo usciti in bici insieme. Mi ha detto che ancora il calendario gare non era pronto ma che avremmo poi buttato giù un programma di lavoro al termine della stagione del ciclocross.

Ecco questo volevamo chiederti: la stagione del cross la porti a termine?

Sì, sì… adesso sono concentrato al 100% su questa disciplina e in Astana lo sanno. Se tutto andrà bene spero di fare i mondiali cross e quindi nella migliore delle ipotesi dopo la prova iridata (fine gennaio, ndr) inizierei a lavorare su strada. Cucinotta ha detto che valuteremo in quel momento, in base alle mie condizioni fisiche, se tirare dritto per altri due o tre mesi e riposare a maggio. O se invece fermarmi subito e riprendere ad aprile. Anche per questo non credo che andrò al ritiro di gennaio dove ci saranno WorldTour e continental.

Chi conosci della nuova squadra? Con Garofoli hai parlato?

Per me è un ambiente nuovo. Non conosco molte persone. Anche Garofoli non l’ho visto personalmente, ma so che va forte! L’ho seguito al Val d’Aosta dove si è messo in mostra.