Decathlon-Ag2R, regina del Giro a squadre e rivelazione dell’anno

26.05.2024
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BASSANO DEL GRAPPA – Hanno vinto due tappe, indossato la maglia bianca al primo giorno, sono stati in fuga e soprattutto hanno vinto la classifica a squadre del Giro d’Italia: sono i ragazzi della Decathlon-Ag2R-La Mondiale

La squadra francese è la rivelazione di questa prima parte di stagione. Ottime prestazioni e già 22 vittorie, solo la UAE Emirates ha vinto di più. Hanno alzato le braccia al cielo con otto corridori diversi. Un bottino sontuoso per questo team.

Un cambio di passo netto del quale parliamo con Cyril Dessel, uno dei direttori sportivi della Decathlon-Ag2r.

Cyril Dessel (classe 1974) è pro’ dal 1999 al 2011 è uno dei direttori sportivi della Decathlon-Ag2R
Cyril Dessel (classe 1974) è pro’ dal 1999 al 2011 è uno dei direttori sportivi della Decathlon-Ag2R
Cyril, un grande inizio di stagione e un grande Giro d’Italia…

Sì un grande Giro, manca una tappa. Ieri pensavamo anche a difendere la classifica generale con Ben O’Connor e magari puntare al podio. Una piccola possibilità c’era ancora perché nessuno era al sicuro. Vero, quest’anno stiamo vivendo un grande cambiamento nel nostro team.

E cosa è cambiato?

Il gruppo dei corridori è quasi identico a quello dell’anno scorso. Quello che è cambiato davvero è l’arrivo di Decathlon, un nuovo sponsor, con nuove ambizioni. Questo ha dato uno slancio a tutti i livelli, corridori, staff, preparatori. E non solo…

Con 4 atleti nei primi 26 posti, la squadra francese ha vinto il Giro a squadre (foto Getty)
Con 4 atleti nei primi 26 posti, la squadra francese ha vinto il Giro a squadre (foto Getty)
Cos’altro?

Con Decathlon è arrivato un nuovo partner ciclistico, Van Rysel. E’ vero che all’inizio bisognava convincere i corridori che la bici fosse efficiente, ma su questo fronte Van Rysel ha fatto davvero un ottimo lavoro. Ci hanno fornito una bici molto competitiva e soprattutto sono stati in grado di fornirne la prova ai ciclisti. C’erano dei numeri. E così non appena i ragazzi le hanno provate hanno scoperto un mezzo efficiente.

Sicuramente oggi i materiali contano, ma non può essere solo quello. Qualche giorno fa lo stesso Lavenu (il team manager, ndr) ci aveva parlato anche di nuove dinamiche interne. La mentalità può fare tutto questo?

E’ arrivato anche un nuovo general manager (Dominique Serieys, ndr), che ha messo sul piatto un nuovo metodo di lavoro, una ristrutturazione del team a tutti i livelli. Ma il tema dei materiali che funzionano è uno degli aspetti fondamentali per i ragazzi, per la loro testa. Quando siamo andati a visitare la casa madre di Decathlon, abbiamo visitato i laboratori che hanno fatto capire a tutti noi, corridori inclusi, che sapevano come sviluppare i prodotti. Quando i ragazzi hanno iniziato la preparazione, erano convinti che sarebbero stati equipaggiati con la migliore attrezzatura.

Due successi di tappa per la Decathlon-Ag2R in un grande Giro (qui con Vendrame), non succedeva dalla Vuelta 2018 (Gallopin e Geniez)
Due successi di tappa per la Decathlon-Ag2R in un grande Giro (qui con Vendrame), non succedeva dalla Vuelta 2018
La mentalità è quella giusta insomma?

Esatto e poi penso che anche gli allenatori abbiano fatto un ottimo lavoro nella preparazione invernale, tanto che l’intera squadra è arrivata in ottime condizioni fisiche già alle prime corse e è stato un altro tassello che ha contribuito a mettere in moto un circolo virtuoso. Senza contare che abbiamo giovani corridori che si sono rivelati. Penso a Valentin Paret-Peintre che ha vinto qui al Giro. E ha fatto bene in avvio: ottavo, al Tour Down Under. Questo è stato uno dei primi segnali positivi che abbiamo ricevuto e che ha fatto capire agli altri giovani corridori che la strada era quella giusta.

E non solo Valentin…

Abbiamo visto emergere anche Bastien Tronchon, Paul Lapeira Poi le prime vittorie, Dorian Godon anche nelle classiche. E anche i leader carismatici, Benoit Cosnefroy, Ben O’Connor, hanno fatto bene. Dobbiamo e vogliamo cavalcare questa ondata positiva.

La Van Rysel RCR Team è stata una delle bici di cui più si è parlato durante il Giro e pare stia dando grandi sicurezze agli atleti
La Van Rysel RCR Team è stata una delle bici di cui più si è parlato durante il Giro e pare stia dando grandi sicurezze agli atleti
L’assenza di vecchi leader come Van Avermaet, Schaar, Naesen, hanno creato più spazi decisionali e tattici?

Chiaramente prima c’era Van Avermaet, lui era il capitano, il leader nel gruppo delle classiche. La presenza, il suo curriculum non passavano inosservati per noi. È stato complicato manovrare a livello strategico perché era difficile non dare un ruolo di leadership a Greg Van Avermaet. Purtroppo però lui non aveva più il livello di prima, ma dovevamo comunque porlo come atleta di punta.

Chiaro…

E quindi, come dite voi, ha impedito ad alcuni corridori di rivelarsi, poiché erano più al servizio della collettività. Di conseguenza c’erano molti atleti protetti e altri giovani corridori dietro che non avevano la possibilità di esprimersi. Quindi è vero che è stato un po’ penalizzante.

La vittoria di Valentin Paret-Peintre a Cusano Mutri è stata significativa anche perché è un ragazzo che viene dl settore giovanile
La vittoria di Valentin Paret-Peintre a Cusano Mutri è stata significativa anche perché è un ragazzo che viene dl settore giovanile
Avete cambiato qualcosa anche sul fronte della preparazione?

No, gli allenatori sono gli stessi dell’anno scorso. Ma tutti si sono interrogati sul proprio da fare. Era necessario dare una svolta.

Voi, Cyril, avete un grande bacino giovanile, tra juniores e devo team. Nella seconda parte di stagione farete dei mix di squadra, porterete dei vostri stagisti?

Sì, sì, li stiamo già integrando poiché abbiamo la possibilità di utilizzare corridori U23 nel WorldTour in determinati eventi. Lo abbiamo già fatto all’inizio dell’anno e continueremo a farlo. Tra di loro ci sono corridori che si uniranno al team WorldTour l’anno prossimo. Uno dei nostri obiettivi è quello di puntare sul settore giovanile. Certo, sappiamo che quando integriamo due giovani corridori, dobbiamo essere vigili perché spesso gli serve un po’ di tempo per adattarsi. A volte questo adattamento è veloce, dura un anno, a volte due anni… Vanno aggiunti con parsimonia, per non sbilanciare troppo il gruppo e la sua competitività.

Dentro al Giro, in fuga anche noi sull’ammiraglia Decathlon

11.05.2024
7 min
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PRATI DI TIVO – Il messaggio diceva: “Appuntamento alle 11,30 al bus della Decathlon-AG2R La Mondiale. Seguirete l’ottava tappa nella seconda ammiraglia con il direttore sportivo Cyrill Dessel”. E poi seguiva un brevissimo decalogo di regole da seguire. Ma che occasione: vivere e osservare il Giro d’Italia da dentro.

Talmente dentro che ad un certo punto avevamo Tadej Pogacar e Domenico Pozzovivo praticamente aggrappati allo specchietto destro!

Valentin in fuga

Prima di partire Dessel ci spiega più o meno come sarà la giornata. «L’idea è quella di piazzare un uomo in fuga, possibilmente Valentin Paret-Peintre o anche Alex Baudin. E per questo motivo, noi che siamo la seconda ammiraglia partiremo un po’ prima della corsa. Così da accodarci direttamente e non dover superare il gruppo (specie su strade tante tortuose, ndr). Faremo un primo rifornimento da terra al chilometro 33».

Al chilometro 33 perché in teoria la fuga doveva aver preso il largo. E così infatti facciamo. Solo che la UAE Emirates di Pogacar ha messo subito le cose in chiaro e finché il drappello di testa non si è ridotto non ha lasciato spazio. Un minuto scarso, troppo poco per seguire la fuga secondo regolamento. Morale della favola. Siamo ripartiti, ma dietro il gruppo.

I 20 chilometri che seguono sono da follia pura. Si vola. Le ruote dell’ammiraglia stridono, neanche fossimo in un poliziesco americano. E’ una danza e una lotta tra ammiraglia, moto, giudici e qualche corridore che riesce persino a rientrare. Entra ed esci dai borghi umbri. Le pietre delle case sono punti ocra (e oggi anche rosa) nel verde di questa splendida porzione di Appennino Umbro-Laziale.

Finalmente in Valnerina, quando la strada si allarga e ci sono “persino” due chilometri di pianura la giuria dà il via libera alle ammiraglie per andare sulla fuga. E’ qui che facciamolo slalom tra Pogacar, Pozzovivo e tutti gli altri. Nel risalire si lasciano delle borracce ai ragazzi della Decathlon-AG2R La Mondiale. Si ottimizza.

Paesaggi splendidi quelli dell’Appenino Centrale
Paesaggi splendidi quelli dell’Appenino Centrale

L’occhio del diesse

Da questo momento, Dessel prende in mano la situazione. E anche la radiolina. Inizia a dare indicazioni a Valentin Paret-Peintre su come gestire la corsa. Il viso del direttore sportivo, gentilissimo, si fa più concentrato.

Gli illustra la situazione. Anzi, prima ancora gli chiede se ha bisogno di acqua, malto, gel…. Poi con un tono molto calmo, inizia dirgli come saranno i chilometri successivi. Di chi è meglio messo nella generale della fuga. Gli fa notare che la  Ineos Grenadiers ne ha due e Sheffield sta tirando per Narvaez, quindi deve cercare di fare il suo, ma anche di risparmiare il più possibile.

Il tablet con VeloViewer è una fonte inesauribile di dati. Grazie alla connessione di tutta la squadra, Dessel riesce a dire a Valentin che «Fra 80 metri sulla destra c’è Sabino per il rifornimento a terra».

E nel finale Dessel calcola anche il tempo massimo. In una schermata apposita inserisce il time di Pogacar, aggiunge il dato del 18 per cento, il distacco massimo dal vincitore previsto per oggi, e automaticamente gli esce il tempo massimo: 43’36”.

Paret-Peintre attento

I chilometri passano. Si oltrepassa la splendida Leonessa. Si plana con delle curve incredibili su Posta. Quindi Borbona. Dalla Provincia di Rieti, Lazio, si entra in quella dell’Aquila, Abruzzo. Tante curve, paesi stracolmi di gente, boschi e qualche segno ancora del terremoto, anzi dei terremoti sia L’Aquila che Amatrice. Ma per questi argomenti c’è poco tempo. La corsa è sempre più nel vivo. Dietro la UAE Emirates gioca come il gatto col topo. Il distacco è una fisarmonica che non si allontana troppo dal minuto e mezzo.

L’Intergiro è posto su un rettilineo che tira, dopo di che inizia il penultimo Gpm di giornata Una salita di 4 chilometri.

«Valentin – dice Dessel alla radio – stai attento a questo traguardo. Bardet potrebbe approfittare per continuare l’attacco e portare via un drappello». Da dietro Paret-Peintre esegue alla lettera e inizia a marcare il vecchio Bardet. Ma non succede nulla. Perché?

Perché da davanti arrivano notizie che allo scollinamento di Colle Abbio c’è vento. E’ contrario e anche forte e la successiva discesa che porta all’imbocco di Prati di Tivo non è tecnica ed è poco pendente. Insomma, le peggiori condizioni per attaccare.

La Decathlon-AG2R voleva andare in fuga con Valentin Paret-Peintre: missione riuscita
La Decathlon-AG2R voleva andare in fuga con Valentin Paret-Peintre: missione riuscita

Bravo Valentin

Dessel non martella il suo atleta alla radio. Poche indicazioni, ma che gli restino in testa. Semmai qualche indicazione sulla tipologia di strada successiva, indica a chi passerà dopo una strettoia più insidiosa di altre, ma nulla più. 

E il non attacco di Bardet è giusto. Ai -25, a metà della planata l’ultimo rilevamento dice 55” tra fuga e gruppo. Ai -24 radiocorsa annuncia: «Stop per le ammiraglie in fuga. Stop. Stop». Appena troviamo un varco ci fermiamo. Si approfitta per mangiare un boccone. Si lascia passare il gruppo della maglia rosa dove viaggiano anche O’Connor, Aurelien Paret-Peintre e Baudin e quando transitano altri atleti della Decathlon-AG2R La Mondiale ci mettiamo in coda. Con i leader c’è la prima ammiraglia.

Eppure questa sosta sa quasi di beffa. Ancora una volta la UAE Emirates lì tiene lì, ma non chiude. Così succede che Valentin Paret-Peintre attacca da solo sulla scalata finale. Noi non possiamo far altro che seguire il suo tentativo dalla tv dell’ammiraglia… aspettando l’affondo di Pogacar.

Decathlon promossa

Arriviamo in cima scortando Andrea Vendrame e Damien Touzé, che salgono tranquillamente tra i 18 e 23 all’ora, dato che sarà interessante per chi conosce questa scalata. I minuti fioccano, ma i due sono abbondantemente nel tempo massimo. Meglio risparmiare energie. Lungo la scalata la gente cuoce arrosticini. Qualcuno lo prendiamo anche noi, in cambio di una borraccia. E un paio li prende anche Touzé! 

«Penso che oggi sia stata una buona corsa per noi – dice il direttore sportivo – questi attacchi e lo scatto nel finale sono stati importanti per Valentin. Lui è giovane e gli danno fiducia. Volevamo provarci con lui e ci siamo riusciti. Immaginavamo che Pogacar volesse vincere questa mattina al via. Ma dopo una fuga con tante  squadre e difficile da controllare pensavo che lasciasse un po’ più di spazio. Controllarla oggi non era facile, ma lo hanno fatto per tutto il giorno. 

«E poi penso sia stata una buona tappa anche per Ben O’Connor. Lui ha bisogno di muoversi così. E’ arrivato terzo. Ha preso l’abbuono. E se la può giocare per il podio. Credo sia qualcosa di realistico».

Ai 500 metri dal traguardo la deviazione ammiraglie interrompe la nostra avventura “dentro al Giro”. Una giornata ricca di passione e adrenalina. Lo sportello si apre. Un cinque con Dessel e il meccanico Michel Szkolnike si va… a scrivere questo pezzo.