Il Thomas che non ti aspetti, raccontato dalla Alzini

10.02.2022
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«Te la sei voluta tu – le diciamo – dando quella risposta l’altro giorno su Benjamin Thomas!». Martina Alzini scoppia a ridere e dice che dovrebbe chiederci dei soldi per l’anteprima. Le rispondiamo che a pagarla dovrebbe essere semmai il compagno francese, cui ha portato così fortuna.

«Vincerà prima lui di me – aveva detto nell’intervistasolo perché inizia a correre in anticipo, non perché sia più forte. Scrivi bene, così come ti ho dettato, mi raccomando. So che ci tiene alle prime gare in Francia e ovviamente gli auguro di raccogliere dei buoni risultati fin da subito».

Neanche il tempo di dirlo e Bejamin ha vinto l’Etoile de Besseges con 16″ su Bettiol e 32″ su Johannessen. Si va avanti di battute finché il discorso con l’atleta della Cofidis non arriva al motivo della chiamata: in che modo si supportano nella vita di tutti i giorni due che fanno lo stesso mestiere e adesso per giunta nella stessa squadra? Quali consigli si danno?

Uno dei rari casi di… accordo fra Italia e Francia: a sinistra Benjamin, a destra Martina
Uno dei rari casi di… accordo fra Italia e Francia: a sinistra Benjamin, a destra Martina

Martina coglie subito lo spunto e la conversazione prende il largo in modo profondo e divertito. «I consigli sono tanti – dice – perché in ballo c’è anche la pista. Quest’anno “Ben” ha iniziato bene anche su strada, ma non dimentichiamo che è uno dei leader mondiali della pista. E’ di un’altra Nazione, eppure mi dice quello che fanno loro, con la sensibilità di non mettere bocca nella mia programmazione e nel mio lavoro. Non ha mai detto una parola di troppo che abbia potuto incidere sulla psicologia di una ragazza, che è già abbastanza delicata di suo…».

Deve essere stato strano lavorare entrambi per le Olimpiadi ed essere entrambi a Tokyo…

Abbiamo avuto degli avvicinamenti diversi, ognuno con le sue tensioni. Ha osservato le mie, ma non si è mai permesso di fare un’osservazione (mentre lei parla viene da pensare allo stillicidio di notizie che portarono all’annuncio della squadra azzurra per Tokyo, con le ragazze portate sino all’ultimo a prezzo di grandi tensioni, ndr). Mi supporta tanto, ma sa quando fare un passo indietro e starmi accanto nei momenti di difficoltà.

In cosa ti supporta?

Avevo tante incertezze e semplicemente mi ha fatto aprire gli occhi. A volte non riuscivo a seguire alla lettera gli allenamenti e la vivevo male, Ben mi ha insegnato ad avere lucidità e il giusto distacco. Mi piace, perché questa cosa è reciproca. Mi viene in mente la sua Olimpiade. Era il favorito dell’omnium, per cui il quarto posto nella corsa a punti è stato un momento difficile. Sapeva però che, al di là del risultato, poteva stare con le persone a lui più care, cioè i suoi genitori, il suo allenatore e ovviamente io.

Si dice che sia sbagliato portarsi il lavoro a casa…

Infatti ci sono dei momenti in cui lasciamo il ciclismo da parte e cerchiamo di godere di una vita normale, ma succede a fine stagione.

Vi allenate insieme?

Quando siamo sul lago, capita spesso ed è bello. Non è di quelli che parte subito a tutta e non molla mai. Ha un’andatura che mi piace, non va sempre come un pazzo. Chiaro che quando deve fare i suoi lavori, prende vantaggio, ma poi torna sempre (ride, ndr). E comunque per noi ragazze è sempre un bello stimolo uscire con qualcuno che va più forte. Però adesso (la voce cambia tono, ndr) questa cosa adesso dovete scriverla bene…

Che cosa?

Che in certi sprint, magari quelli con partenza da fermo perché in quelli lanciati non c’è margine, non vi nascondo che a volte lo batto. Bisogna che lo scriviate bene (ride di gusto, ndr). Sono cose che si fanno in allenamento, quando viene fuori l’ignoranza del corridore di fare la volata al cartello. E’ divertente e mi aiuta, ho conosciuto pochi con una mentalità come la sua.

Nella tua scelta di andare alla Cofidis ha pesato la sua presenza?

La verità? E’ una cosa che all’inizio mi ha limitato parecchio. Alla Valcar stavo bene ed è rimasta nel mio cuore, ma qui ho i miei spazi. Io adesso sono in Spagna con la mia squadra, mentre lui è a casa con la sua famiglia. Ognuno ha il suo lavoro, anche se Vasseur è manager di entrambi. Se ci sono contatti, è per aiutarmi a spiegare in francese le cose più tecniche, ma lì si ferma. Ho capito cosa significa avere l’etichetta. Figlio di… Compagna di… Cercherò di dimostrare che posso fare la mia carriera e dovrò farlo presto, sennò si… ringalluzzisce, visto che lui ha già vinto e io no (sbotta ancora a ridere, ndr).

Come fate a non scambiarvi i panni in lavatrice?

In lavatrice adesso è un casino (prosegue il buon umore, ndr). Prima le maglie della Valcar si riconoscevano, adesso l’unica differenza è che lui ha il logo WorldTour e io quelle della continental. Ma dite anche questo: il signor Thomas è disordinato!

Quindi ce l’ha un difetto, cominciavamo a preoccuparci…

Scrivetelo, è disordinato e deve imparare a mettere in ordine. Però per contro è capace di stirare i vestiti, per cui si fa perdonare.

Quando cominci?

Alla Valenciana il 17 febbraio, settimana prossima, per arrivare alle gare del Nord con in po’ di chilometri. Aspettiamo poi gli inviti di Giro e Tour e non nego che mi piacerebbe farli entrambi, senza però tralasciare la pista, da cui possono arrivare i risultati migliori. Vorrei fare una o due Coppe delle Nazioni, poi europei e mondiali.

Con Benjamin hai mai girato a Montichiari?

Mai insieme, perché anche lo scorso anno la struttura era chiusa al pubblico e aperta solo a noi della nazionale. Una frase che mi dice sempre è che quando smetterà gli piacerebbe insegnare pista ai bambini. Ecco, sarebbe bello se potesse farlo a Montichiari

Alzini, entusiasmo in azzurro e adesso l’avventura francese

27.01.2022
5 min
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Ancora qualche giorno poi si alzerà il sipario anche per il ciclismo femminile. Tra le ragazze che scalpitano per l’inizio della stagione c’è Martina Alzini, che ha lasciato la Valcar-Travel&Service dopo due stagioni per approdare alla francese Cofidis Women Team (contratto biennale).

Se in pista la milanese (che compirà 25 anni il prossimo 10 febbraio e in apertura è ritratta nella foto di Equipe Cofidis) è un punto fermo – ha conquistato tre ori europei U23 nell’inseguimento a squadre e un argento mondiale lo scorso ottobre – su strada invece vuole decisamente affermarsi per capire quali sono le sue qualità. Ha da poco concluso il ritiro di dieci giorni con la nazionale a Calpe in Spagna e prima che riparta con la nuova squadra l’abbiamo raggiunta al telefono per sentire il suo umore e sue intenzioni.

Il ritiro con la nazionale di Sangalli a Calpe ha molto motivato Alzini e le altre azzurre (foto Instagram)
A gennaio il ritiro con la nazionale di Sangalli a Calpe l’ha molto motivata (foto Instagram)
Martina, dopo i tre giorni in Slovenia col gruppo della pista a fine dicembre, ora questo collegiale azzurro su strada. Com’è andato? 

Molto bene. Le ragazze più giovani ed io abbiamo avuto l’onore di lavorare ed allenarci con atlete forti ed umili come Cecchini e Bastianelli. Si vede che hanno tantissima esperienza, sanno sempre darti quella dritta giusta che ti tornerà utile in futuro. Mi piacerebbe poter applicare questi consigli su strada e allo stesso modo vorrei essere come loro aiutando le più giovani in pista. Lavoro per guadagnarmi qualche convocazione anche su strada.

Hai notato qualche cambiamento con la gestione di Sangalli?

Paolo lo conoscevamo già da prima in vesti differenti (era il vice dell’ex cittì Salvoldi, ndr) però adesso è responsabile. Lui e Dino hanno due modi di lavorare molto validi, ma diversi e non critico assolutamente chi c’era prima. Paolo ci ha trattate da professioniste in tutti i sensi, venendo incontro alle esigenze di ognuna di noi. Anche se eravamo tutte assieme negli allenamenti, c’è chi aveva qualcosa in più da fare. Oppure a tavola c’è chi aveva qualche regola in più di nutrizione da seguire. Nessuno ha mai giudicato quello che stavamo facendo. E’ stato bello confrontarsi anche con Elisabetta Borgia (psicologa della nazionale e della Trek-Segafredo, ndr). Insomma ho apprezzato molto questo spirito propositivo. E c’è altro…

Alzini in testa. Il sesto posto del quartetto a Tokyo è un punto di partenza verso Parigi
Alzini in testa. Il sesto posto del quartetto a Tokyo è un punto di partenza verso Parigi
Cosa?

Sangalli fin da subito ha messo in chiaro la sua filosofia per le chiamate in azzurro. Un modo di ragionare che sposa molto quello dei team e che mi piace molto. Ovvero, non veniamo giudicate in base al peso, a quanto ci alleniamo o al risultato della classifica finale di una corsa, ma in base a quanto abbiamo fatto in gara. Verremo viste sul campo, su come ci siamo comportate, se siamo state d’aiuto alla nostra squadra e come abbiamo lavorato. Qualcuno potrebbe dire che queste sono cose scontate, ma quando il tuo coach te lo dice, ti fa sempre piacere.

La Cofidis oltre tutto sembra la squadra giusta per mantenere vivo il discorso della pista, anche in vista di Parigi 2024. Lo abbiamo visto nel 2021 tra gli uomini con Viviani e Consonni.

La pista non la abbandonerò mai, questo ci tengo a ribadirlo. Ho visto come hanno lasciato lavorare bene loro due e devo dire che nella scelta di venire qui ha influito anche qualche consiglio di Simone (Consonni, ndr). So che troverò la giusta professionalità e un ambiente non esasperato che consentiranno di tirare fuori la miglior versione di me tra pista e strada.

Il tuo 2022 su strada con il team francese come sarà?

Cercherò di prendere più coscienza dei miei mezzi. Di base sono una passista-veloce con un discreto spunto allo sprint e non disdegno le gare un po’ mosse, ma vorrei riscoprirmi. Vorrei capire quali sono realmente le mie caratteristiche. Spero di potermi ritagliare un po’ di spazio nelle classiche e puntare a qualche buon risultato in generale.

Guazzini e Alzini, dopo l’ottima esperienza alla Valcar, sono passate entrambe in Francia con Fdj e Cofidis
Guazzini e Alzini dalla Valcar sono passate in Francia con Fdj e Cofidis
Esordio e parte del calendario li hai già pianificati?

Debutterò dal 17 al 20 febbraio alla Volta Comunitat Valenciana, poi gare al Nord tra Belgio e Francia. Mi piacerebbe correre sia il Giro d’Italia Donne che il Tour de France Femmes, cercando di non finirmi nel primo per poi non compromettere il secondo, visto che si corrono a distanza di quindici giorni. Vorrei farli bene e spero di poter essere d’aiuto alla squadra.

Stai per disputare la tua settima stagione, tutte fatte con formazioni importanti. Ti senti di dare qualche messaggio alle junior che passano elite o alle giovani che maturano un po’ più tardi?

La mia filosofia di vita, sia per la scuola sia per la bici, è fare un passo per volta. Va bene porsi dei grandi obiettivi, ma prima si devono raggiungere i piccoli. Finché studi devi pensare alla scuola, perché se va male, poi è difficile recuperare o tornare indietro. Bisogna guardare le persone del team anziché sceglierlo in base al nome. E si deve avere una squadra che abbia pazienza e fiducia in te. In questo io forse ho sbagliato a passare elite con una formazione forte come la Alè Cipollini (era il 2016, ndr). All’epoca ero prima una studentessa che una ciclista, questo non lo devono dimenticare le giovani perché sono anni delicati quelli. Se dovessi tornare indietro, avendo visto come lavora, sceglierei Valcar.

Con questa immagine su Instagram, il suo compagno Benjamin Thomas l’ha ringraziata dopo l’oro della corsa a punti (foto Thibault Camus)
Con questa immagine su Instagram, Thomas l’ha ringraziata dopo l’oro della corsa a punti (foto Thibault Camus)
Martina, consentici di chiudere con una battuta. Nella Cofidis maschile ci correrà anche il tuo fidanzato Benjamin Thomas. Sfida in famiglia, chi sarà tra voi due a centrare il primo podio stagionale?

Lui, solo perché inizia a correre molto prima di me, non perché sia più forte. Scrivi bene, così come ti ho dettato, mi raccomando (ride, ndr). So che ci tiene alle prime gare in Francia e ovviamente gli auguro di raccogliere dei buoni risultati fin da subito.