Vendrame, passaggio Jayco-Alula, manubrio

Materiali nuovi? Il manubrio fa la differenza: la scelta di Vendrame

10.11.2025
6 min
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Questo è il periodo dell’anno in cui gli atleti cambiano materiali o l’intera bici. Di conseguenza inizia una fase molto delicata, ma altrettanto affascinante: ritrovare la posizione giusta. Adattarsi. Scegliere le specifiche migliori. Un vero pianeta della tecnica, in cui però oltre ai numeri contano anche le sensazioni dell’atleta, soprattutto per quel che concerne la sella… ma ultimamente anche il manubrio.

Come “sentono” e individuano quello giusto? E anche gli altri componenti? Ne abbiamo parlato con Andrea Vendrame, uno degli atleti con “l’orecchio fine” e anche uno di quelli che sta passando da Van Rysel, la cui componentistica era Deda Elementi, a Giant con componenti Cadex. E proprio “Vendramix”, in questi giorni, ha un gran bel da fare… che ci racconta.

Dall’Alanera di Deda Elementi al Cadex Aero Integrated: due gran bei manubri per Vendrame
Dall’Alanera di Deda Elementi al Cadex Aero Integrated: due gran bei manubri per Vendrame
E quindi Andrea, come ti adatti ai nuovi componenti? Partiamo dal manubrio…

Venivo da una curva Deda Elementi e ora quella del manubrio Cadex che andrò a utilizzare è più ampia rispetto a quella che usavo in Decathlon-AG2R. Ha un reach più ampio, quindi con le mani sotto nella curva ti sembra di avere una posizione più alta, nonostante sulla bici sia abbassato totalmente come spessori. Proprio in questi giorni mi è arrivato a casa un nuovo manubrio che sto andando a far montare. Da come ho capito in quei giorni di visite a Torino, tutti i corridori avranno il manubrio integrato, quindi mi hanno inizialmente montato un classico set attacco + piega per farmi prendere confidenza, e ora arriva quello definitivo.

Perché allora provare un set classico se poi userete un manubrio integrato?

Perché la curva dovrebbe essere un facsimile del nuovo Cadex che uscirà con la nuova versione della bici. Quindi diciamo che al momento l’adattamento è dato soprattutto dall’altezza della curva. La differenza che ho trovato è questo discorso di curva più ampia nel Cadex rispetto al Deda Van Rysel. Per ora mi dà sensazioni diverse.

Immaginiamo sia differente proprio il disegno della curva, no?

Sì, il raggio della curva “stringe” diversamente rispetto al Deda.

Facendo spesso le volate (ma non solo per quelle) Vendrame ha voluto anche i comandi all’interno della curva manubrio (foto Getty)
Facendo spesso le volate (ma non solo per quelle) Vendrame ha voluto anche i comandi all’interno della curva manubrio (foto Getty)
Però una cosa ci è poco chiara. Tu dici che la curva è più ampia, quindi in teoria in presa bassa dovresti stare più basso, invece dici che ti senti più alto…

Vero, è strano. Ne parlavo anche con Baronti, che oltre a essere il mio preparatore il prossimo anno sarà anche il mio biomeccanico: non si capiva questa situazione. Anche perché sulla nuova Giant sono messo più basso rispetto alla bici precedente. Lui mi spiegava che il Cadex rispetto al Deda ha 3 millimetri in meno di reach e 5 millimetri in più di drop.

Okay, quindi il drop è maggiore… E invece hai operato altri cambiamenti, Andrea?

Cambiando squadra ho cambiato le pedivelle: da 170 millimetri a 165. E anche i pedali: da Look sono passato a Shimano, quindi ci sono più cose che dovrò valutare nel tempo. Tanti cambiamenti tutti insieme rischiano di fare caos se giudicati all’improvviso.

Restando sempre sul manubrio, in presa alta invece cambia qualcosa? Che sensazioni hai?

Fortunatamente già sul Deda non avevo problemi di angolazioni proibite per l’UCI, quindi ho mantenuto la posizione che avevo quest’anno. Al 90 per cento i corridori oggi vanno con le mani sui comandi, che è la parte dove viene regolata di più la bici per stare in una posizione comoda, efficace e anche aerodinamica. Abbiamo fatto anche degli studi con Van Rysel a inizio stagione su diverse posizioni di presa manubrio.

La Giant TCR che userà Vendrame. Ricordiamo che hanno a disposizione anche la bici aero Propel (foto Instagram)
La Giant TCR che userà Vendrame. Ricordiamo che hanno a disposizione anche la bici aero Propel (foto Instagram)
Come si svolgevano questi test?

Praticamente avevamo preso un chilometro di strada e si faceva avanti e indietro, avendo le stesse caratteristiche di vento e watt, per vedere cosa cambiava: quanto tempo impiegavamo. Un’altra particolarità: ho chiesto subito che il manubrio fosse integrato perché ha una guidabilità diversa. Lo sento più a contatto con il mio fisico, lo guido meglio in discesa, magari su tratti più tecnici dove devi guidare bene la bici. E poi ho chiesto anche gli shifter interni, soprattutto per le volate.

Beh, tu sei uno scattista e sei anche veloce: in effetti il doppio comando ci sta bene.

Esatto, proprio per questo motivo. E poi perché si va sempre più forte ed è un modo più rapido per cambiare in bagarre.

Quando un pro’ prova i nuovi materiali, le prime cose che va a cercare, restando sul manubrio, quali sono?

Se ti sei trovato bene vorresti avere le stesse sensazioni. Non pretendo di passare da Deda a Cadex e trovarmi lo stesso prodotto. Parto già con l’idea che ci sia una piccola differenza, però cerco di andare a riprodurre il più possibile le caratteristiche che ho utilizzato quest’anno. Poi se c’è qualche miglioria da fare, ben venga. Come per esempio i comandi interni.

Anche quando si va forte, oggi la presa prediletta è quella sulle leve. Lo dimostrano anche i numeri dell’aerodinamica
Anche quando si va forte, oggi la presa prediletta è quella sulle leve. Lo dimostrano anche i numeri dell’aerodinamica
Ti piace avere tutto vicino, a portata di mano nel vero senso della parola…

Dal mio punto di vista voglio che quando sono con le mani sotto nella curva abbia subito a contatto i freni, avendo mani non enormi. Preferisco avere subito le leve che riesco a toccare con due dita, soprattutto l’indice, che dà la possibilità di regolare la frenata. Con il freno a disco bastano due dita. La seconda cosa è il comando del cambio nella parte bassa del manubrio. Immaginiamoci una discesa tecnica piena di tornanti, dove devi rilanciare ogni curva e frenare: quindi freno e cambio sono le cose principali. Per il resto, per quanto riguarda la posizione sempre di manubrio e zona anteriore, la posizione in presa sulle leve deve essere più comoda possibile, non deve creare fastidi di formicolio nelle mani. Anche perché oggi i corridori sono molto avanzati in sella e caricano di più il peso nella zona frontale sulle leve. Braccia, mani e polsi vengono caricati di più, con tutti i nervi del palmo che risentono di buche, asfalto e tensione in gruppo.

Invece, per quanto riguarda la sella, come sta andando? Una volta era il vero cruccio del corridore che cambiava materiale…

Ci hanno aiutato molto in Jayco-AlUla: siamo partiti da un fac-simile della Fizik 3D, che utilizzavo in Decathlon. Non è la stessa e non è 3D, ma bene o male ha la stessa forma, specie nella zona perineale di scarico, che fa bene ed è importante. Devo essere sincero: sinora l’ho utilizzata poco, giusto per prendere confidenza e dare dei feedback al bike fitter. Ora che riprenderò con gli allenamenti più seriamente avrò un quadro più preciso. Come sella non ho mai avuto grandi problemi, quindi mi trovo abbastanza bene con tutto.

Vendrame è stato tra i primi professionisti ad usare una sella 3D
Vendrame è stato tra i primi professionisti ad usare una sella 3D
Negli anni abbiamo visto che una volta la sella era in bolla, poi si è abbassata sempre di più la punta. Anche per te vale questa regola?

Sì, sono più basso, appena di un grado, giusto per dare una leggera piegatura in avanti. Perché quando sei sotto sforzo tendi a rannicchiarti fisicamente e quindi ad avanzare in punta di sella. Questo mi permette di restare in una posizione comoda e performante, perché se spingi e ti raccogli in avanti tendi a portare tutto il peso davanti e sei più efficace rispetto a stare un po’ più alto.

E invece altezza di sella e distanza punta sella-manubrio?

E’ rimasto pressoché tutto uguale.

Cadex AMP 3D, quando la sella diventa un plus

Cadex AMP 3D, quando la sella diventa un plus

25.10.2025
6 min
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AMP 3D è la sella top di gamma di Cadex. E’ un prodotto hors categorie in senso assoluto, sicuramente per la tecnologia 3D a supporto differenziato che porta in dote, ma anche per tutto quello che concerne la qualità della seduta e del sostegno.

Uno dei grandi vantaggi di questa sella è proprio il sostegno che arriva dallo spoiler posteriore. E’ un punto di appoggio estremamente sfruttabile in diverse situazioni, quando si spinge a testa bassa e quando si è più rilassati: un design che permette di sfruttare a pieno il foro centrale. L’abbiamo provata ed ecco le nostre considerazioni.

Cadex AMP 3D, quando la sella diventa un plus
Dietro c’è tanto appoggio per i glutei
Cadex AMP 3D, quando la sella diventa un plus
Dietro c’è tanto appoggio per i glutei

La tecnologia 3D secondo Cadex

Il supporto, il sostegno e la compattezza della copertura 3D della sella Cadex AMP si posiziona nel mezzo, tra chi propone selle 3D morbide e quei brand che utilizzano la tecnologia 3D sviluppando coperture piuttosto dure. AMP e la sua cover 3D sono una sorta di compromesso: un risultato che arriva da un blend di fattori. La copertura 3D è un blocco unico, ma le zone offrono un supporto differenziato. La scocca è in carbonio, è rigidissima e non mostra nessuna flessione verso il basso ed ai lati. Anche quest’ultimo aspetto è tutt’altro che banale, assecondato dal carro (in carbonio) che “quasi” avvolge tutta la sezione posteriore e la punta.

I due rail non sono innestati nella scocca, ma utilizzano una sorta di base più ampia che incrementa notevolmente la rigidità e la stabilità della sella. Non ultima, la forma della AMP 3D, con l’abbondante rialzo nella zona posteriore, aiuta tantissimo nelle fasi di appoggio e di ricerca di un punto sul quale fare forza. Ad esempio in salita quando si spinge a tutta da seduti.

I dettagli da considerare

Cadex AMP 3D è una sella corta con i suoi 245 millimetri di lunghezza ed è larga 145. Come accennato in precedenza, la scocca e i due binari sono completamente in carbonio, mentre la copertura 3D è ottenuta tramite la tecnologia G3D con materiale EPU. E’ un elastomero a base poliuretanica e combinato al lattice, offre enormi vantaggi in fatto di resistenza e distribuzione delle vibrazioni, è parecchio flessibile ed è eco-friendly. Per la sua lavorazione non sono impiegati solventi, ugualmente le sue proprietà tecniche hanno notevole durata nel tempo.

L’utilizzo della tecnologia 3D per la sella Cadex (combinata alla forma della scocca) ha permesso inoltre di sfruttare al massimo il disegno di una sella corta che lascia tanta libertà al gesto della pedalata e non interferisce con la sezione interna della coscia. Questo concetto di design trova ulteriori conferme nella forma della sella stessa, con una sorta di stacco netto tra la sezione posteriore più larga ed accentuata, rispetto alle sezioni mediana e anteriore più stretta. Da sottolineare anche lo stack ridotto (41 millimetri) della sella, sicuramente tra i più bassi della categoria: dettaglio tecnico che porta anche ad un abbassamento (rispetto ad una sella con spessore standard) del reggisella. Il prezzo della Cadex AMP 3D è di quelli importanti, 369,99 euro, comunque in linea con la categoria.

Cadex AMP 3D, quando la sella diventa un plus
Come d’abitudine, punto anatomico in bolla o scaricato in basso di un paio di gradi
Cadex AMP 3D, quando la sella diventa un plus
Come d’abitudine, punto anatomico in bolla o scaricato in basso di un paio di gradi

Le nostre considerazioni

L’abbiamo provata (anche) sulla nuova Giant TCR SL. A nostro parere la Cadex AMP 3D è una sella che offre dei vantaggi non secondari. E’ un prodotto molto tecnico e si rivolge ad un pubblico agonista attento a far collimare i diversi fattori per una performance di qualità elevata che arriva anche dal massimo sfruttamento dei componenti.

AMP 3D può essere una sella molto comoda e sfruttabile se posizionata nel modo corretto e quando si è capaci di sfruttare il prodotto nella sua totalità, dal fronte verso il retro e viceversa. Non è una sella piatta che non pone limiti a spostamenti continui durante la pedalata, ma predilige una seduta piuttosto composta.

Dottor Jekyll e mister Hyde

Quando si ricerca la massima aerodinamica e un setting molto ribassato sul manubrio, la sezione mediana sostiene e non ingombra e l’ampio canale di scarico è un vantaggio. I contorni dello stesso canale sono imbottiti il giusto, la copertura 3D supporta a dovere, ma il vantaggio più grande arriva dalla scocca super rigida. Non flette verso il basso, non crea depressioni svantaggiose alla posizione e non fa quell’effetto rebound, talvolta fastidioso e controproducente.

Quando si ricerca un setting più alto, meno compresso verso l’avantreno e si tende a spostare il peso del corpo verso il retro, il disegno a spoiler della sella è un valore aggiunto di grande caratura. Anche in questo caso la rigidità e la compattezza della sella sono un vantaggio. Altro fattore relativo alla tecnica e compostezza della AMP 3D è lo stack, per una sella con un profilo assai ridotto che obbliga ad abbassare il reggisella, rispetto al montaggio/utilizzo di una sella tradizionale, per restare con il medesimo valore tra punto anatomico della sella e movimento centrale. Tendenzialmente siamo intorno ai 5 millimetri. I più sensibili ed attenti potrebbero percepire una maggiore stabilità e una facilità di appoggio di polsi e mani sul manubrio, a parità di valori biomeccanici.

Cadex

Arrivano (ufficialmente) i tubeless Cadex Aero Cotton

16.05.2025
3 min
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Li avevamo “beccati” a Pavia allo start della Sanremo 2025, ora gli pneumatici Cadex vengono ufficializzati ed entrano in gamma.

Cadex Aero Cotton nascono come tubeless e sono compatibili con i cerchi hookless, sono di fatto dei copertocnini tubeless ready con carcassa in cotone, sono di altissima gamma e caratura tecnica. Hanno un battistrada con mescola di silice con acronimo RR-S2, super efficiente e ultra veloce. Entriamo nel dettaglio.

Cadex con la carcassa in cotone

Aero Cotton è il primo pneumatico Cadex che adotta la costruzione della carcassa in cotone. E’ leggero ed elastico, sviluppato per essere veloce in diverse situazioni, ma anche confortevole, con tanto grip. La sua costruzione racchiude un blend di tecnologie di ultima generazione.

La carcassa è in cotone da 320 Tpi (320 fili per pollice quadrato). Nella sezione centrale è inserito uno strato protettivo anti-foratura, una sorta di bandella resistente che prende il nome di Race Shiled Protection (con struttura portante in Kevlar). Quest’ultima influisce anche sul mantenimento ottimale della forma. La carcassa avvolge i due cerchietti (pieghevoli) Carbon-Zylon, una struttura mista tra filamenti di carbonio e nylon. Sono super resistenti ed elastici al tempo stesso e permettono di plasmarsi perfettamente anche sui bordi dei cerchi hookless. Sopra c’è il battistrada con mescola a base di silice, con i ribs laterali (gli intagli) che partono dalla sezione mediana, allargandosi man mano che arrivano al limite del bordo. Il disegno dei ribs è differenziato.

Slick al centro, con intagli differenziati ai lati e nella sezione mediana
Slick al centro, con intagli differenziati ai lati e nella sezione mediana

I punti chiave degli pneumatici

Prima di tutto la forma, con pareti laterali alte e una forma ovale. Nel complesso è una soluzione voluta, per aumentare l’efficienza aerodinamica senza sacrificare la tenuta, la scorrevolezza, il grip. Ovviamente la carcassa in cotone, che aumenta comfort e maneggevolezza. La mescola RR-S2 che ha permesso di ridurre la resistenza al rotolamento del 30%, rispetto alla versione precedente RR-A.

Il disegno del battistrada, liscio al centro e con i ribs laterali dedicati, tanto grip laterale, ma anche uno pneumatico che diventa sfruttabile anche nei contesti più veloci e nel triathlon. E poi i due cerchietti che mostrano una grande resistenza all’allungamento, per un fit perfetto su diverse tipologie di cerchi.

In dotazione ai corridori Jayco-ALUla (foto Cadex)
In dotazione ai corridori Jayco-ALUla (foto Cadex)

I numeri di Cadex Aero Cotton

Il nuovo pneumatico è disponibile in due larghezze, 28 e 30 millimetri, con dei pesi (dichiarati) di 278 e 305 grammi. In entrambi i casi il tubeless Cadex rispetta lo standard ETRTO 622 (non un dettaglio anche in ottica hookless). La pressione massima consentita è di 5 bar. Il prezzo di listino è di quelli importanti, 99,99 euro per pneumatico.

Cadex

Presentata la sella Amp 3D: un nuovo gioiello firmato Cadex

10.04.2025
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La novità in casa Cadex è la sella Amp 3D che unisce una serie di novità e caratteristiche tecniche di primo piano. Si parte dal materiale con il quale questo modello è stato realizzato, ovvero il G3D. Stampato con la tecnologia 3D è dotato di una base di carbonio ultraleggera, che dona un comfort incredibile. Anche le prestazioni e l’efficienza sui pedali sono impareggiabili. La struttura della Amp 3D, in Advanced Forged Composite, è ottimizzata per avere la migliore distribuzione della pressione. Inoltre in casa Cadex i tecnici hanno lavorato per ridurre al minimo il peso e riuscire comunque a garantire un assorbimento massimo delle vibrazioni quando si pedala. 

Il trasferimento di potenza è massimo e duraturo, ogni singolo watt sarà diretto all’asfalto donando un perfetto equilibrio tra supporto e velocità. 

Il nuovo modello Amp 3D è stato testato dai corridori della Jayco-AlUla, qui O’Connor alla Parigi-Nizza
Il nuovo modello Amp 3D è stato testato dai corridori della Jayco-AlUla, qui O’Connor alla Parigi-Nizza

Distribuzione del peso

Sono stati fatti anche dei test sulla resistenza e sul supporto giroidale. Questi hanno evidenziato come la sella Amp 3D si deforma sotto pressioni maggiori rispetto ad altri modelli, ciò indica che la struttura offre resistenza e supporto superiori rispetto al design esagonale mantenendo lo stesso peso. 

La sezione centrale estremamente solida fornisce una piattaforma stabile e di ottimo supporto per pedalare con potenza e efficienza, anche in posizione avanzata. Se il ciclista sposta il peso all’indietro l’imbottitura passa gradualmente da media a morbida, ammortizzando sulle ossa ischiatiche e riducendo i punti di pressione per un comfort duraturo. 

Pedalata più efficiente

La struttura ultraleggera della sella Amp 3D è costruita con un pezzo unico e sulla forma ergonomica del modello Cadex Amp. Il comfort risulta migliorato grazie all’infill giroidale G3D inserito nella zona del supporto principale. Questa permette di avere una distribuzione uniforme del carico, anche le sollecitazioni sono dissipate perfettamente in ogni direzione. Inoltre questa struttura presenta linee ondulate 2D che si intersecano e formano una struttura forte ma leggera con un rapporto forza/ peso superiore. 

La resistenza maggiore e uniforme propria della struttura G3D garantisce un supporto maggiore ed elimina i dolori anche dopo tanti chilometri e molte ore in bici. Questo perché i punti di pressione sono ridotti al minimo. Mentre, la tecnologia Advanced Forged Composite crea una base in carbonio ultraleggera con il rail integrato che riduce al minimo la flessione della sella. Un sistema che comunque non inficia negativamente sull’assorbimento delle vibrazioni della strada.  

Inoltre, il design della Amp 3D prevede un bordo laterale più verticale, una forma che aumenta lo spazio di pedalata e permette un migliore trasferimento di potenza. 

Il peso della Cadex Amp 3D è di solamente 147 grammi
Il peso della Cadex Amp 3D è di solamente 147 grammi

Dettagli tecnici

La sella Amp 3D stabilisce un nuovo standard per i modelli realizzati tramite stampante 3D. L’imbottitura G3D estremamente precisa riduce al minimo il materiale utilizzato contribuendo ad abbassare il peso. Infatti la bilancia si ferma a solamente 147 grammi. Una caratteristica, quella del peso, che rimane importante nonostante l’inserimento sui bordi esterni di un reticolo volto a rafforzare la struttura. 

Questa combinazione di materiali avanzati e design all’avanguardia rende l’Amp 3D la scelta definitiva per i ciclisti che cercano il perfetto equilibrio tra comfort, efficienza e prestazioni ultraleggere.

I numeri sono: 145 millimetri per la larghezza, 245 millimetri di lunghezza e 41 millimetri di stack. Mentre il rail misura 9,5 millimetri.

La sella Amp 3D sarà disponibile a partire dalla settimana del 12 maggio prossimo.

Prezzo:  369,99 euro.

Cadex

Manubri integrati Race e Aero, l’elite di Cadex

06.03.2024
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Ogni watt conta e questo Cadex lo sa molto bene. Attraverso i suoi complementi pensati per la bici, il brand di Giant è in grado di massimizzare ogni performance grazie alle sue tecnologie. Per quanto riguarda uno dei comparti più importanti, Cadex presenta i nuovi manubri integrati Aero e Race. Carbonio leggero e qualitativo ed eleganti passaggi dei cavi integrati sono alla base di entrambi i modelli.

Il manubrio Aero si presenta con una sezione superiore più appiattita e una portata più lunga, progettato per la velocità assoluta. Il Race con la sua sezione superiore di forma più rotonda, è costruito appositamente per il controllo e l’efficienza, ideale per chi sa che ogni grammo conta. 

Aero, 325 grammi

Con la sua innovativa struttura integrata, le parti superiori appiattite, drop leggermente svasati e un passaggio interno dei cavi pulito, il manubrio Aero offre un vantaggio aerodinamico per aiutare il ciclista a penetrare nel vento. La larghezza ridotta, combinata con una profondità di 80 mm, favorisce la posizione aerodinamica naturale. I 125 mm del drop rendono le variazioni di posizione più fluide. L’integrazione fra manubrio e attacco utilizza la fibra di carbonio T800 e T1100 per mantenere il peso basso (325 grammi, 420 mmx100 mm) e la rigidità elevata per una maggiore precisione in curva, discesa e sprint.

La svasatura di 3 gradi aggiunge stabilità e controllo, mantenendo la massima efficienza aerodinamica. Un leggero backsweep di 2 gradi amplia leggermente le curve consentendo una posizione rilassata del braccio e una migliore presa per le lunghe giornate in sella. A beneficio di tutto questo, ci sono i numeri. Confrontando le prestazioni aerodinamiche del manubrio Cadex Aero con il manubrio Giant Contact SLR e dell’attacco manubrio Contact SL AeroLight ad una velocità del vento di 40 km/h, il manubrio Aero ha mostrato un risparmio di 1,23 watt. Compatibile con tubi sterzo da 1-1/4”, 1-1/8” comprende spessori in carbonio OverDrive Aero inclusi. Il prezzo consultabile sul sito è di 689,99 euro.

Race, 256 grammi

Il manubrio integrato Cadex Race riduce al minimo il peso, aumenta le prestazioni aerodinamiche e mette la precisione di guida nelle tue mani. Rigidità senza compromessi, peso estremamente ridotto e passaggio interno dei cavi lo rendono un elemento elegante e veloce. Soli 256 grammi al servizio di ogni ciclista agonista o amante di performance assolute. Il design elegante e integrato si presenta con una forma ovale che si traduce in una presa ergonomica, progettata per migliorare la comodità. 

Il reach di 72 mm e un drop di 125 mm facilitano le transizioni e il cambio di presa nelle varie fasi di pedalata. La posizione più raccolta in presa alta, combinata con un drop maggiorato, garantiscono un’efficienza e un risparmio di watt totale. Il flare di 11 gradi allarga la posizione in presa bassa aumentando stabilità e controllo durante lo sprint, il cambio di ritmo e la discesa. La fibra di carbonio è la stessa scelta per il modello Aero: T800 e T1100. Incluso il supporto per computer. Il prezzo consultabile sul sito è di 629,99 euro. 

Il feedback dei corridori è una fase importante, qui Michael Matthews
Il feedback dei corridori è una fase importante, qui Michael Matthews

Tecnologie e feedback

Alla base dei due modelli d’elite ci sono le tecnologie all’avanguardia che contraddistinguono la gamma Cadex. A partire dalla One Piece Mold Manufacturing – la produzione in un unico pezzo e senza incollaggi – che utilizza fibra di carbonio di alta qualità e la tecnica di stratificazione di precisione Cadex, per eliminare il peso e le flessioni tipici dei manubri incollati tradizionalmente. Una tecnologia che si combina con il Layup Cadex rinforzato, che posiziona la fibra di carbonio più resistente alla trazione solo dove necessario, creando una struttura forte e rigida con un peso minimo. 

Caratteristiche di alto livello che si traducono in risultati. Come quello ottenuto da Micheal Matthews del Team Jayco AlUla che ha commentato così il suo Cadex Aero dopo la vittoria nello sprint in salita al Gran Premio Castellón: «E’ sempre bello iniziare la stagione con una vittoria, soprattutto utilizzando questo Cadex Aero di cui ho apprezzato il range più lungo e la sua rigidità, che mi ha permesso di gestire tutta la coppia che ho messo durante lo sprint». 

Cadex

Nuova Giant TCR decima generazione, leggerissima e integrata

06.03.2024
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TAICHUNG (Taiwan) – Giant TCR è uno dei progetti più longevi della storia delle biciclette da gara. Questa è la decima generazione e dal primo modello in carbonio, che risale a 28 anni fa (era l’epoca del Team Once), molto è cambiato.

«Forse, non tutti conoscono Giant nel profondo – racconta Bonnie Tu, presidente di Giant Group – ma tutti sanno cos’è una TCR. Un prodotto che ha ispirato ciclisti di differenti epoche e categorie, l’apice della ricerca e della tecnologia».

La nuova versione era nell’aria, oggi è in dotazione anche al nostro Filippo Zana. Alcuni dettagli la accostano all’ultima versione della Propel. Entriamo nel dettaglio anche grazie ad alcune considerazioni di Nixon Huang, responsabile della piattaforma TCR che ha risposto ai nostri quesiti.

TCR SL 0 definita come total race bike
TCR SL 0 definita come total race bike
Quanto tempo è necessario per costruire un singolo telaio?

Se consideriamo la versione SL, ci vogliono più di 11 ore di lavoro, dalla posa del carbonio per arrivare alla finitura. Invece per l’assemblaggio siamo molto più veloci, circa 25 minuti ed è un’operazione suddivisa su 18 passaggi differenti, che noi chiamiamo stazioni. Ma tutto avviene qui nella GTM (acronimo di Giant Taiwan Manifactury, ndr)

Avete mantenuto il reggisella integrato anche sulla decima generazione. Quale è il motivo?

Perché un telaio con questa soluzione è più leggero ed ha un nodo sella più stabile. Quest’ultimo è uno dei punti critici da sviluppare.

Nixon Huang è il responsabile della piattaforma TCR
Nixon Huang è il responsabile della piattaforma TCR
Quale è stato il passaggio più complicato nello sviluppo della nuova TCR?

Da sempre è trovare il giusto blend di fibre di carbonio e di resine, che permettono di avere una bici sempre più leggera, con un rapporto rigidità/peso migliore e sempre più rigida se comparata con la versione precedente.

Un geometria storica

Si potrebbe fare un articolo sulle geometrie di quella Giant così diversa dai canoni dell’epoca. Corta e compatta, con una tubazione orizzontale che volgeva verso il basso del carro quasi a comprimere il piantone. Nasceva ufficialmente il design sloping. La storia della bici moderna passa anche dalla TCR.

La nuova TCR è figlia di tecnologie di ricerca e produttive del nuovo corso votate a far risparmiare watt, a far convivere rigidità e comfort, dove anche il wind tunnel gioca un ruolo fondamentale. Le versioni sono tre: Advanced SL, Advanced Pro e Advanced.

1997, la prima versione della TCR fornita al Team Once, era in alluminio
1997, la prima versione della TCR fornita al Team Once, era in alluminio

TCR SL con il reggisella integrato

E’ la versione utilizzata dai pro del Team Jayco-AlULa, riconoscibile prima di tutto grazie al reggisella integrato. Prende forma grazie al carbonio Professional Grade, all’apice della scala dei valori in cui trovano impiego anche le resine CNT (Carbon Nanotube Technology), arricchite con micropolimeri. Sono più resistenti del 14% rispetto alle tradizionali e con un peso specifico inferiore.

Anche la posa delle pezze di carbonio è specifica, con l’obiettivo di ottenere una continuità delle fibre mai raggiunta fino ad ora, quasi fosse un blocco unico di tessuto. Per il taglio e la finitura è stata utilizzata la tecnologia del laser a freddo. Adotta la tecnologia monoscocca per il triangolo principale (che si ottiene con la posa di 270 pezzi di tessuto, in precedenza erano più di 300), mentre il carro posteriore è applicato in un secondo momento.

Design TCR, da vicino è molto diversa

La forcella, completamente in carbonio, ha i foderi sfinati ed esili, con volumi più abbondanti nella parte superiore (è un blocco unico quella in dotazione alla SL e Pro, due parti unite tra loro quella in dotazione alla Advanced). Lo stelo ha un diametro maggiorato (31,6 millimetri, come vuole la tradizione e con forma a D) rispetto ai normali standard del mercato (questo obbliga all’utilizzo di uno step con diametro specifico del collarino di chiusura).

La zona dello sterzo OverDrive ora adotta il suffisso Aero, per via di una integrazione massimizzata. Non c’è cavo e/o guaina che passi all’esterno. La scatola del movimento centrale è larga 86 millimetri ed è press-fit. Rispetto alla versione precedente un’importante cura dimagrante ha coinvolto l’orizzontale, l’inserzione degli obliqui al piantone ed il reggisella integrato.

Advanced Pro e Advanced

Utilizzano il carbonio High Performance Grade, ma le differenze maggiori, rispetto alla versione SL sono nel sistema di costruzione. Il triangolo principale è ottenuto grazie a tre sezioni separate tra loro (zona dello sterzo, orizzontale e obliquo). Vengono unite con una sorta di fasciatura e in un secondo momento si applica il blocco del carro posteriore (che include anche il piantone).

Il reggisella non è integrato, pur essendo parte del progetto e con una forma specifica. Seppur con una componentistica differente, adotta la medesima pulizia del design e di integrazione della sorella top di gamma SL. Particolarmente generoso il passaggio delle gomme, garantito fino a 33 millimetri di sezione.

Utilizzato il wind tunnel GST di Immenstad, come per la Propel (foto Giant)
Utilizzato il wind tunnel GST di Immenstad, come per la Propel (foto Giant)

I numeri della nuova TCR

Il telaio della nuova SL scende ufficialmente sotto i 700 grammi, con un valore dichiarato di 690 (ai quali si aggiungono 56 grammi della verniciatura), nella taglia media (la versione precedente era 765 grammi). La forcella è dichiarata a 330 grammi.

Nel complesso, il kit telaio pronto per il montaggio (inclusa anche la minuteria) ha un peso dichiato di 1.358,6 grammi (molto basso), che diventano 1.610 e 1.627,2 per Advanced Pro e Advanced. Per gli amanti dei watt, l’ultima SL (a parità di configurazione, la 0) è più efficiente di 4,19 watt, un valore elevato se consideriamo che non si tratta di una bici aero concept.

Gli allestimenti delle SL

Gli allestimenti sono due: SL0 e SL1. La prima si basa sulle trasmissione Shimano Dura Ace e Sram Red AXS, con il nuovo cockpit in carbonio Contact SL (non integrato, stem e piega sono separati). Entrambe portano in dote le nuovissime ruote Cadex 40. I prezzi di listino sono rispettivamente di 12.299 e 12.499 euro.

La SL1 ha il medesimo frame-kit delle precedenti, ma con un allestimento differente. Trasmissione Ultegra Di2 e ruote Giant SLR, per un prezzo di listino di 8.399 euro. Tutti gli allestimenti SL hanno il power meter abbinato alla trasmissione, Shimano oppure Quarq. E’ disponibile anche il frame-kit in tre diverse livree cromatiche a 3.699 euro. Da notare che, tutte le nuove TCR, a prescindere dalla versione, sono disponibili in sei taglie: XS, S e M, M/L, L e XL. E’ importante sottolineare che le quote geometriche (reach e stack) sono le medesime per le versioni con reggisella integrato e non integrato.

I prezzi di Pro e Advanced

Gli allestimenti previsti per le TCR Advanced Pro sono 3: Pro 0, 1 e 2. Pro 0 è disponibile in quattro diverse combinazioni con prezzi di 7.099 euro per l’allestimento AXS e 6.599 per il pacchetto con la trasmissione Shimano Ultegra Di2.

La Giant TCR Pro 1 ha un listino di 4.799, mentre la 2 è di 4.049 euro. Come per la SL, anche la Pro è disponibile come frame-kit a 2.499 euro (due livree cromatiche).

Sono 4 le varianti Advanced (con trasmissioni Shimano 105 meccanico, oppure Sram Rival AXS). Due allestimenti per la configurazione 0 (4.499 e 4.049 euro). Un allestimento per la Advanced 1, che però è disponibile in una doppia colorazione (3.399 euro). Due montaggi e tre livree cromatiche per la TCR Advanced 2, disponibili ad un prezzo di 2.799 euro.

Giant

Cerchi hookless? Iniziamo a fare chiarezza sulla tecnologia

05.03.2024
5 min
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TAICHUNG (Taiwan) – Il tema hookless era caldo da tempo. Ha preso vigore dopo la foratura e stallonamento dello pneumatico di Olivia Baril del Movistar Team al Trofeo Palma Feminina e con l’incidente di Thomas De Gendt al UAE Tour è diventato bollente. Ad oggi non esiste un divieto da parte dell’UCI nell’utilizzo di prodotti dotati di questa tecnologia, anche se è stato aperto un fascicolo in merito.

Abbiamo incontrato Jeff Schneider, responsabile della produzione Cadex, persona estremamente autorevole in materia: non è solo un operatore del settore, ma è anche appassionato ciclista ed utilizzatore. Già in passato è stato coinvolto nella ricerca e sviluppo delle ruote in carbonio Easton: con lui abbiamo affrontato di petto l’argomento e analizzato alcuni dettagli.

Jeff Schneider head of product di Cadex
Jeff Schneider head of product di Cadex
Ti sei fatto un’idea di quello che è successo a De Gendt?

Da quello che è emerso, la gomma e la ruota hanno preso un colpo fortissimo, che ha danneggiato lo pneumatico con una conseguente perdita di pressione repentina che ha espulso l’inserto e compromesso la struttura del cerchio. Se è confermata questa tesi, credo che qualsiasi ruota, tubeless e tubolare, avrebbe ceduto.

La tecnologia hookless è sicura nel mondo del ciclismo?

La tecnologia hookless è una tecnologia molto sicura. Lo è nel mondo dell’automotive e in molti altri settori che da sempre vi fanno ricorso, ma è necessario rispettare tutte le regole. Mi riferisco a chi produce cerchi e ruote in genere, ma anche a chi produce pneumatici. In Cadex ad esempio ci siamo posti l’obiettivo di lavorare con un margine più ristretto di quello imposto da ETRTO (European Tyre and Rim Technical Organisation, un’organizzazione formata dai produttori di pneumatici, cerchi e valvole per veicoli di ogni genere, ndr). Se lo standard internazionale dice 0,5, non andiamo oltre lo 0,3, perché il tema sicurezza non è un dettaglio. Ma questo non basta.

Non basta?

No. L’esempio più semplice da comprendere è quello della pressione di gonfiaggio dello pneumatico. Se il limite è 5 bar e la gomma viene gonfiata ad 8, allora il problema non è del prodotto o della combinazione ruota/pneumatico, ma di un fattore esterno.

E’ possibile comunque limitare le variabili esterne agendo sul prodotto?

Rimanendo in ambito Cadex, visto che abbiamo le ruote combinate con gli pneumatici, la loro carcassa è il risultato di un blend di fibre di Kevlar e fili di carbonio. Significa che lo stesso pneumatico tubeless può resistere di più a pressioni elevate, rispetto ad uno pneumatico standard. Inoltre la struttura così composta aiuta a mantenere il design originale della gomma, senza che questa si dilati verso l’esterno, spanciando oltre i bordi del cerchio.

La parete hookless non prevede l’uncino di ingaggio
La parete hookless non prevede l’uncino di ingaggio
Eseguite dei test sul cerchio con pressioni maggiori rispetto a quelle richieste?

E’ una soluzione che adottiamo normalmente. ETRTO chiede 5 bar, i test che facciamo in Cadex prevedono pressioni maggiori.

Sono importanti anche le collaborazioni con aziende esterne?

Fondamentali. Tutte le ruote o per lo meno i cerchi dovrebbe andare in aziende che producono pneumatici, in modo da creare un sistema ed eseguire i test. Tutte le gomme sviluppate e prodotte, di tutte le sezioni, dovrebbero essere mandate ai produttori di ruote, per fare la stessa cosa. Un procedimento costoso, ma a mio parere necessario per la sicurezza prima di tutto e per aggiornare costantemente gli standard internazionali.

La confezione di uno pneumatico può essere un pozzo di informazioni molto utili
La confezione di uno pneumatico può essere un pozzo di informazioni molto utili
E’ vero che la tecnologia hookless è a basso costo?

Decisamente no. Non puoi permetterti di risparmiare sulla ricerca e sulla tecnologia, se vuoi produrre ruote ben fatte, performanti e con tutti i canoni, che permettono ai professionisti di sfruttarne appieno le potenzialità, che poi a cascata si rivolgono agli utilizzatori finali.

Un cerchio hookless è più facile da produrre, rispetto ad uno hook?

Sotto alcuni punti di vista sì, ma per quanto concerne il design, non in termini di tecnologia del carbonio. La ricerca che è stata fatta sulle pareti del cerchio, per rendere quest’ultimo resistente è sicuro, è enorme. Le ruote di ultima generazione usano dei blend di fibre e resine specifiche.

Importante è l’evoluzione del carbonio e delle resine per i cerchi
Importante è l’evoluzione del carbonio e delle resine per i cerchi
Rimaniamo in ambito hookless. Ritieni necessario l’utilizzo di liquido sigillante e degli inserti?

Non per noi di Cadex. O meglio, il sistema deve essere perfetto così come è e deve garantire il massimo della sicurezza così come è. Ovviamente l’utilizzo di un liquido e di un inserto interno possono dare un vantaggio quando si perde pressione velocemente o in caso di foratura. Ma attenzione al montaggio di un inserto, che deve essere eseguito nel modo corretto. Al contrario si possono danneggiare il cerchio e il bordo della gomma tubeless.

Perché?

Perché montare un inserto non è semplice, o comunque è necessario utilizzare una forza maggiore per far tallonare lo pneumatico. Il rischio di danneggiare le pareti è più che reale e non solo perché quando si usano le leve in modo inappropriato si può danneggiare il cerchietto dello pneumatico.

Ma anche gli inserti non sono tutti uguali
Ma anche gli inserti non sono tutti uguali
Quindi?

Le variabili da considerare sono tantissime. Non sono contrario all’utilizzo degli inserti in ambito road, però è essenziale capire bene cosa fare per evitare inconvenienti.

Quanti test avete eseguito sulle ultime ruote hookless?

Non posso dire il numero di prove eseguite sulle ultime Max 40, sarebbe necessario considerare i test in laboratorio e quelli effettivi su strada. Lo sviluppo delle ultime ruote hookless è un progetto che ha richiesto oltre due anni e mezzo di sviluppo.

Cadex Max 40: cresce la famiglia delle ruote high performance

27.02.2024
4 min
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Cadex è parte integrante del portfolio Giant e rappresenta l’apice della tecnologia di sviluppo, produzione, in fatto di prestazioni elevate e di cura estetica.

Cadex Max 40 nascono per gli scalatori e sono già state utilizzate da diversi corridori del Team Jayco-AlUla. I numeri di queste ruote sono molto interessanti, a partire dal valore alla bilancia, dichiarato a 1.249 grammi la coppia. Entriamo nel dettaglio.

Cadex è sinonimo di carbonio e alta efficienza
Cadex è sinonimo di carbonio e alta efficienza

Quella mania per il carbonio

La particolarità di queste ruote è la costruzione, del tutto accostabile a quella delle 50 Ultra Disc, già testate in precedenza, ma anche delle super performanti AR35 da gravel. Hanno un cerchio completamente in carbonio da 40 millimetri di altezza (hookless e con un canale interno di 22,4 millimetri) e 28 di larghezza totale, con i raggi in carbonio, così come le flange di entrambi i mozzi (il corpo è in alluminio). I mozzi si chiamano R3 (anteriore) e R3-C48 (posteriore). Si basano su un sistema interno con una ruota dentata che si innesta nel cricchetto del mozzo a 48 denti e molle oversize che danno una pressione costante per un ritorno delle forze e un ingaggio sempre equilibrato. I cuscinetti sono ceramici.

Si tratta di ruote estremamente rigide e reattive, con una tensione dei raggi sviluppata in modo specifico per garantire stabilità in curva. I raggi sono piatti, con un profilo e uno spessore continuo che prende il nome di Super Aero.

I dettagli e il valore

La ruota anteriore è dotata di 16 raggi, mentre quella posteriore ne ha 24. Non ci sono nipples esterni (a vista) nel punto in cui il profilato si innesta nel cerchio. Qui il raggio assume una forma arrotondata. Il profilo del cerchio è studiato per supportare pneumatici con sezioni che vanno dai 25 ai 32 millimetri. Il cerchio è rinforzato nei punti strategici con un tessuto ad elevata densità, che arricchisce il layup del carbonio.

Le grafiche delle ruote sono lavorate direttamente sul carbonio, soluzione che permette di risparmiare peso e di aumentare la longevità anche sotto il profilo estetico. Gli spazi per l’ingresso dei perni passanti sono tradizionali, 100×12 l’anteriore, 142×12 il posteriore. La ruota libera è disponibile per Shimano, Sram XDR e Campagnolo N3W. Previa registrazione, la garanzia delle ruote Cadex è a vita. Il prezzo di listino è di 3.598 euro.

Le nuove gomme Race di Cadex
Le nuove gomme Race di Cadex

Nuovi anche gli pneumatici

Al pari delle nuove Cadex Max 40, sono stati sviluppati i Cadex Race GC, ovvero dei tubeless dal peso ridotto. Si tratta di gomme con 240 TPI (240 fili per pollice quadrato) e con un valore alla bilancia dichiarato di 279 grammi. Hanno una mescola denominata RR-S con una base di silice ad elevata scorrevolezza.

Il design arrotondato è voluto per garantire un’elevata scorrevolezza e aderenza in curva. Al centro lo pneumatico si presenta slick, mentre ai lati ci sono degli intagli differenziati. Tra la carcassa ed il battistrada è presente una membrana di rinforzo in Kevlar. I nuovi tubeless sono disponibili in un’unica sezione da 28, in modo da essere perfettamente compatibili con tutti i cerchi tubeless e hookless del mercato.

Cadex-Cycling

Nuova Giant Defy, la quinta generazione cambia pelle

15.09.2023
5 min
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La Giant Defy indossa un vestito tutto nuovo e non è solo l’impatto estetico. E’ una delle bici endurance per eccellenza ed è uno dei modelli che ha aperto questa categoria di prodotti. La nuova Defy è più leggera e veloce, accattivante nelle forme e cambia quasi completamente il layup del carbonio.

I livelli di composito sono tre, SL, Pro e Advanced in modulo standard (non cambia la forma del telaio e della forcella) , per otto allestimenti in totale. Entriamo nel dettaglio di questa bicicletta che offre un delta di possibilità davvero ampio.

La nuova Defy è anche una bici che non disdegna la competizione (foto Giant)
La nuova Defy è anche una bici che non disdegna la competizione (foto Giant)

Nuova Defy, essenziale ed efficiente

Non di rado le bici endurance sono state (e lo sono tutt’ora) associate anche ad un utilizzo offroad, portate in ambienti gravel e con strade bianche. Versatilità e possibilità di montare coperture di diversa natura, comfort funzionale e capacità di dissipare le vibrazioni senza compromettere la stabilità e le prestazioni complessive. Questi in sostanza sono i principali fattori tecnici che identificano il DNA di una bici endurance.

La nuova Giant Defy prosegue la strada tracciata tempo addietro, tenendo fede ad un progetto tanto efficiente, quanto semplice. Non ci sono innesti meccanici, ammortizzatori e molle, perni e snodi, perché è la tecnologia del composito e di come è plasmato a fare la differenza, quella del telaio, della forcella e dei componenti (Giant e Cadex) che sono parte integrante della nuova Defy.

Per gli amanti dei numeri

La nuova versione SL utilizza ben 132 pelli di composito per la costruzione del telaio, con un orientamento ben preciso, in modo da far collimare il giusto rapporto tra peso, rigidità ed elasticità. La Giant Defy SL di ultima generazione ha un valore alla bilancia (dichiarato e senza verniciatura) di 785 grammi. La forcella ha un peso di 350 grammi, è full carbon ed è in comune alla serie Pro, più leggera del 15% rispetto alla generazione precedente.

Il kit telaio (frame, forcella e alcuni parti essenziali) ha un peso di 1.304 grammi (SL), 1.379 grammi (Defy Pro) e 1.415 grammi (Giant Defy Advanced).

Ogni Defy, a prescindere dalla versione, è stata ottimizzata per l’utilizzo con coperture tubeless da 32 millimetri di larghezza, ma arriva a supportare pneumatici fino a 38 di sezione.

Componenti D-Fuse (per SL e Pro)

Sono il reggisella con il tipico disegno a D, ma la tecnologia D-Fuse è ripresa anche per il cockpit. Il seat-post offre dei vantaggi per quanto concerne la flessione “controllata”, che può arrivare oltre i 7 millimetri (tantissimo).

La forma a D è in parte mutuata anche per i manubri della serie Contact SLR ed SL. Le pieghe SLR e SL sono in dotazione alle versioni SL e Pro, offrendo una sorta di scudo (maggiorato del 40%, se messo a confronto con la versione precedente) nei confronti delle vibrazioni negative. E’ stato rinnovato anche lo stem, in carbonio per la SL, in alluminio per Pro e Advanced.

Allestimenti e prezzi

Partendo dalle due top di gamma, troviamo la Giant Defy Advanced SL0 e subito sotto la SL1, rispettivamente a 11.999 e 8.899 euro. La prima ha un allestimento di altissimo livello ed è molto più che una bici pronto gara. Cockpit Aerolight e sella in carbonio Cadex, così come le ruote Cadex 36 (prodotti eccellenti per costruzione e prestazioni). C’è la trasmissione Sram Red eTap AXS (power meter Quarq incluso). La SL1 prevede il medesimo allestimento, ma con la trasmissione Shimano Ultegra Di2 12v.

Gli allestimenti Advanced Pro sono tre: Pro 0, Pro 1 e Pro 2. C’è lo stem in alluminio SL Aerolight con passaggio interno di cavi e guaine, ma cambiano anche le ruote. Sono della famiglia Giant SLR, non hanno i raggi in carbonio come le Cadex ed un cerchio differente. La Pro 0 si basa sulla trasmissione Shimano Ultegra Di2 12v, mentre la Pro 1 porta in dote il cambio Shimano 105 Di2. Sempre Shimano per la Pro 2, ma con il nuovo 105 meccanico. I prezzi di listino sono nell’ordine di, 6.399, 4.899 e 3.799 euro.

Ed in fine gli allestimenti Advanced 0, 1 e 2, con prezzi di listino di 4.499, 3.599 e 2.999 euro. Non utilizzano il reggisella D-Fuse, anche se il design è perfettamente compatibile e sono previste le ruote con cerchi in alluminio. La versione 0 ha la trasmissione Sram Rival AXS, mentre la Advanced 1 ha Shimano 105 Di2. Le versione 2 ha invece la trasmissione Shimano 105 meccanica. Per tutte e tre le versioni le taglie disponibili sono 6: XS e S, M e ML, L e XL.

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