Bronzini in ammiraglia e super motivazioni: Ragusa scalpita

24.11.2021
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La prossima stagione sarà quella del rilancio per tante atlete. Una di queste sarà Katia Ragusa, pronta a tuffarsi nell’inizio di una nuova vita ciclistica. La 24enne vicentina di San Giorgio di Perlena lascia l’A.R. Monex Women’s Pro Cycling per passare alla Liv Racing Xstra, con cui ha firmato un contratto biennale. Nella formazione olandese la vice-campionessa italiana del 2020 – che sta terminando il periodo di vacanza – troverà anche Rachele Barbieri e la diesse Giorgia Bronzini.

Nel 2020 Katia Ragusa ha partecipato ai mondiali di Imola, lavorando per Longo Borghini
Nel 2020 Katia Ragusa ha partecipato ai mondiali di Imola, lavorando per Longo Borghini
Katia l’anno prossimo inizi una nuova avventura. La tua prima impressione?

Sono contenta di approdare in questa squadra WorldTour, per me è sicuramente un salto di qualità. Credo che ci siano i mezzi per fare lo step successivo che mi manca. Poi magari non ci riuscirò subito, però intanto mi sono messa nelle condizioni per farlo successivamente.

Come si è sviluppato il contatto col team olandese?

Verso metà stagione, più o meno attorno al Giro d’Italia donne. Fortunatamente ho avuto i contatti con Giorgia (Bronzini, ndr) che mi ha preso in considerazione dopo che lei stava accordando con la squadra. Mi ha chiesto se poteva fare il mio nome e da lì è partito tutto

La Bronzini ha creduto in te…

L’ho sempre stimata sia come atleta sia come diesse. Avere una come lei al nostro fianco e in ammiraglia significa tanto. Sono convinta che riuscirà a darci qualcosa di più sotto tutti i punti di vista, a livello umano, atletico e tattico.

Quale ruolo pensi di avere?

Nel 2022 vorrei vivere una stagione di riscatto. Ho appena chiuso un’annata molto sottotono dal punto di vista delle mie aspettative. Non pretendo di essere il corridore di punta di una formazione WorldTour e ne sono consapevole, ma se ci sarà l’occasione per ritagliarmi il mio spazio lo farò ben volentieri. Prima di tutto voglio trovare una condizione fisica ottimale.

Elisa Longo Borghini, Katia Ragusa, campionato italiano Breganze, 2020
Ai campionati italiani del 2020 a Breganze, Ragusa si è arresa solo alla Longo Borghini, arrivando seconda
Elisa Longo Borghini, Katia Ragusa, campionato italiano Breganze, 2020
Ai campionati italiani del 2020 a Breganze, si è arresa solo alla Longo Borghini, arrivando seconda
Il picco della forma potresti programmarlo per correre a luglio sia Giro che Tour…

A dicembre definiremo il calendario, ma è ovvio che mi piacerebbe correre entrambi. Basandomi sulle mie esperienze, ho sempre finito i Giri in crescendo. Penso al 2020 quando una settimana dopo la fine ero ad Imola ai mondiali come supporto per Elisa (Longo Borghini che chiuse terza, ndr). Personalmente non punto alla classifica generale, ma per rimanere davanti devi stare bene. Quindi, al netto di tutte le incognite, per me è possibile fare sia uno sia l’altro.

Prima parlavi di riscatto. Perché?

L’anno scorso col Covid, paradossalmente avevo fatto buoni risultati. Quindicesima al Giro, che per me significava davvero tanto (suo miglior piazzamento, ndr). Poi convocazione ai mondiali e secondo posto al campionato italiano. Arrivavo dalla BePink, avevo nuovi stimoli ed una migliore maturità fisica. Avevo corso tanto tra Australia e Spagna fino a fine febbraio prima della chiusura e mi aveva aiutato anche dopo il lockdown. Sembrava di buon auspicio per il 2021.

Invece?

Sono partita con molte aspettative, ma qualcosa non ha ingranato. La preparazione invernale non è andata bene, inseguivo la forma migliore in allenamento e in gara. Anche alcune dinamiche del team non sono state ottimali. Avrei dovuto correre il Giro però all’ultimo non l’ho fatto. Poi c’era anche la rincorsa per un posto alle Olimpiadi che ha inciso. Dovevo e volevo farmi vedere, ma non andavo bene. Insomma, il 2021 è stata una stagione da dimenticare.

Si riparte per il 2022 ancora su bici LIV, ma stavolta con la maglia del team WorldTour e Giorgia Bronzini in ammiraglia
Si riparte per il 2022 ancora su bici LIV, ma stavolta con il team WorldTour e Bronzini in ammiraglia
Svanito il sogno di andare a Tokyo, hai perso motivazioni?

Un’atleta deve essere onesta con se stessa quando sa di non essere in forma. Sapevo che non mi stavo meritando la convocazione ed è stato giustissimo così. Ho saputo di non essere più una papabile a maggio. La stagione andava male, a luglio ho fatto una settimana di stacco totale per ricaricare le batterie. In quei giorni però è nato il contatto con la Liv ed è stato un conforto importante. Ho cercato di finire il 2021 nel migliore dei modi e di vedere i lati positivi.

Nel 2022 sarai al settimo anno da elite. Che voto dai finora alla tua carriera?

Mi darei un sette. Essere ancora abbastanza giovane e conoscere bene la categoria è un punto di forza da sfruttare. Fin dal primo anno avevo avuto modo di fare esperienze in gare WorldTour. So di non essere un corridore di punta, ma sono sempre cresciuta. Ed ora sono già focalizzata sul 2022. 

Katia Ragusa, campionati italiani 2020

Gli occhi di Ragusa puntano già sul 2021

13.12.2020
4 min
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La foto degli occhi chiari e arrossati di Katia Ragusa all’arrivo dei campionati italiani, assieme al sorriso di Elisa Longo Borghini sul traguardo, è l’immagine di un giorno che sembra lontano anni luce. Risucchiato indietro dalla frenesia del 2020 che è finito direttamente in bocca al 2021. Si correva su un percorso disegnato da suo padre, che la ragazza dell’Astana conosceva come le sue tasche. Ma nulla aveva potuto nell’ultimo giro, dopo essersi opposta nei primi quattro, quando Elisa aveva mollato gli indugi.

Nuovo sponsor

Il nuovo anno ha il cambio di nome della squadra e la consapevolezza di aver salito un altro gradino. Perché contrariamente a quanto Marta Cavalli ha detto a bici.PRO un paio di giorni fa, Katia è fra coloro che il passaggio di categoria ha dovuto sudarselo (con orgoglio) chilometro dopo chilometro. La Astana, che già fra gli uomini ha allentato la presa acconsentendo all’ingresso della canadese PremierTech, non si dedicava poi molto alle ragazze. E Maurizio Fabretto si è rimboccato le maniche lanciando la A.R. Monex Women’s Pro Cycling Team, parte di un progetto ben più articolato.

«E io intanto dall’ultima settimana di novembre ho ricominciato ad allenarmi – spiega la ragazza nata a Schio nel 1997 – alla fine di un’annata davvero stravolta. Per me era un’ambizione venirne fuori a testa alta e ho l’orgoglio di aver raggiunto certi traguardi. Forse con qualche piccolo rimpianto, ma davvero poca roba».

Katia Ragusa, Santos Tour Down Under 2020
Al Santos Tour Down Under, Ragusa 8ª nella generale e 3ª miglior giovane
Katia Ragusa, Santos Tour Down Under 2020
Terza miglior giovane al Santos Tour Down Under

Dall’Australia a Breganze

Il suo 2020 era iniziato prima del Covid sulle strade del Tour Down Under e già si era visto che fra le migliori riusciva a starci quasi bene. Il terzo posto fra le più giovani si riallacciava idealmente con il terzo nella classifica della montagna al Giro d’Italia e il quarto posto in crescendo nell’ultima tappa, sette mesi dopo, con la glaciazione del lockdown nel mezzo a riscrivere la storia. Non un ritiro e un crescere di risultati che dall’ottavo posto alla Freccia del Brabante l’hanno portata al secondo nel campionato italiano.

«Si sapeva che quel percorso fosse adatto a Elisa – dice con il timbro di voce allegro dopo l’allenamento e una bella doccia – ma in realtà era adatto anche a me. Sono le strade di casa, la salita quasi l’ho asfaltata io, ma per quel giorno ho raccolto il massimo. Nel quarto giro mi aspettavo che attaccasse e sono riuscita a restarle a ruota. Ma quando è andata via di progressione nel quinto, non ho potuto farci niente. Lo sapevo che non avrebbe aspettato il finale».

Inizio precoce

La sua storia in bici inizia da piccolina e per giunta in anticipo, senza che il padre e lo zio corridori avessero pensato che le potesse interessare correre in bicicletta.

«Ho fatto tutto da me – ride – e ho persino chiesto di cominciare un anno prima. Però lo ammetto che qualche momento di “chi me l’ha fatto fare” negli anni mi è passato. Soprattutto quando da junior sono passata fra le elite. Un salto che all’inizio non capisci dove sei finita. E quando lo capisci, ti viene quasi voglia di scappare. Confrontarsi con le grandi a 19 anni è stato difficile, ma nel 2020 sento di aver fatto il primo passo di un salto di qualità. Certo, c’è tanto da lavorare, però è bello rendersi conto che sto crescendo un po’ ogni anno. E se Marta (Cavalli, ndr) parla di questa generazione di giovani che si adatta subito alla categoria, a me tocca ammettere che forse faccio parte di quella precedente. I primi due anni ho fatto fatica, ma adesso ci sono».

Katia Ragusa, mondiali Imola 2020
Per Katia Ragusa, tanta concentrazione e un po’ di sole al via dei mondiali di Imola
Katia Ragusa, mondiali Imola 2020
Sole e concentrazione al via dei mondiali

Comanda la testa

Sulla bici non si smette mai di lavorare, se ne accorgeranno presto anche le più giovani. Ma intanto la consapevolezza di aver trovato la chiave di lettura dell’enigma è diventata per Katia la spinta più forte.

«Devo lavorare sullo spunto finale – dice Ragusa – cui si arriva migliorando la resistenza per ritrovarsi davanti a giocarsela in determinate situazioni di gara. Serve fare esperienza. E togliersi dalla testa ogni giorno un pezzetto di quella convinzione che non puoi farcela. Sto iniziando a capirlo e questo è importante. E allora ho deciso di crescere ancora in questa squadra, per essere pronta semmai a proseguire in uno squadrone all’estero. Che penso sia l’ambizione di tutte».

Montagne e libri

Giù dalla bici rivendica una vita normale e abbastanza semplice. Negli scatti che capita di incontrare sui social, la si vede camminare in montagna nella giusta compagnia.

«Niente di troppo strano – ammette Ragusa e sorride – mi piace andare in montagna e leggere qualche libro. Non sono la più assidua delle lettrici, l’ultimo che ho letto è il terzo dell’Amica Geniale e magari adesso attaccherò il quarto. Però quando sono alle gare più che un libro, preferisco seguire una serie tivù. Ma prima della gare temo che passerà un po’. Intanto non faremo ritiri prima di Natale, per il Covid e anche perché siamo solo quattro italiane e ritrovarci con le sudamericane sarebbe un problema. Si pensa di farlo a febbraio. E a quel punto avremo anche il nostro bel calendario».

 

Una risata. Un saluto. Gli auguri di Natale. E la chiamata si chiude come era iniziata. Con la sua voce cristallina. E il ricordo di quegli occhi chiari e arrossati all’arrivo dei campionati italiani.

Elisa Longo Borghini, Katia Ragusa, Marta Cavalli, tricolore donne elite, Breganze 2020

Tricolore donne, gli scatti da ricordare

01.11.2020
5 min
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Il tricolore delle donne elite, corso ieri a Breganze, ha chiuso la stagione delle ragazze in Italia. Per alcune rimane l’obiettivo della Vuelta Espana del 6-8 novembre e poi sarà tempo di vacanze.

Elisa Longo Borghini (maglia Fiamme Oro, team di appartenenza la Trek-Segafredo) ha conquistato la maglia tricolore. Alle sue spalle Katia Ragusa, poi Marta Cavalli. Noi abbiamo raccontato la corsa parlando anche con Giorgia Bronzini, tecnico di Elisa, e con Tatiana Guderzo, che ci ha raccontato la sua storia pazzesca.

Ma adesso, riordinando le foto della corsa tricolore, ecco una galleria di immagini per rivedersi e riguardare le protagoniste, prima che inizi il meritato riposo…