Thibaut Pinot, caduta Nizza, Tour de France 2020

Pinot ferito, freccia Demare, sorpresa Gaudu

12.12.2020
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Pinot ritirato dal Tour e della Vuelta. Demare supervittorioso al Giro. Gaudu rivelazione alla Vuelta. Il 2020 della Groupama-Fdj ha avuto tanti alti e qualche basso davvero pesante su cui volevamo raccogliere informazioni. Per questo ci siamo rivolti a Philippe Mauduit, direttore sportivo del team francese, legato a filo doppio con l’Italia prima per la carriera di corridore e poi da tecnico. La linea va e viene, perché ammette di trovarsi in una valle in cui del cellulare ci si potrebbe anche dimenticare. Chiediamo venia, strappiamo un sorriso e cominciamo.

Thibaut Pinot, Laruns, Tour de France 2020
Nella tappa di Laruns, Pinot alla deriva e dolorante
Thibaut Pinot, Laruns, Tour de France 2020
Alla deriva e dolorante verso Laruns
Quale maledizione si è abbattuta su Pinot?

E’ caduto al Tour, nella prima tappa. E’ andato all’ospedale e si è visto che c’era un ematoma e nessuna frattura, ma lui aveva ancora male. Sapete quanto è cocciuto. Per cui si è messo l’anima in pace per la classifica, ma puntava a qualche tappa. E’ arrivato ottavo a Orcieres Merlette, ma il dolore continuava a essere forte. Così nel secondo giorno di riposo ha fatto altri esami, che evidenziavano soltanto un grosso ematoma che non si assorbiva. Di fatto ha voluto arrivare a Parigi, soffrendo come un cane. Finché è tornato a casa.

E che cosa è successo?

E’ successo che dopo 10 giorni senza bici, ha ripreso a pedalare e aveva ancora male. Però meno che al Tour. Così ci ha chiesto di andare alla Vuelta. Invece dopo i primi due giorni molto impegnativi, si è reso conto di non poter continuare. E questa volta, visto che l’ematoma era sparito, le radiografie hanno fatto vedere che c’era una microfrattura. Per cui l’unica cosa da fare era fermarsi.

Poveretto, non si riusciva a vedere prima?

No, perché la frattura è piccola e l’ematoma la copriva. Ha ripreso dieci giorni fa, ma il dolore c’è ancora. Può andare solo piano e aspettare. Ma lui non è un tipo tranquillo e questa situazione lo rende nervoso. Ha ancora due anni di contratto, come tutti i nostri corridori migliori. Ma vuole dimostrare di essere forte. Perché di fatto è andato sempre bene, secondo al Delfinato, quinto alla Route d’Occitanie. Ma non nei grandi Giri.

Arnaud Demare, Matera, Giro d'Italia 2020
Demare a Matera, salta fuori con la squadra nel finale e infilza Sagan
Arnaud Demare, Matera, Giro d'Italia 2020
A Matera Demare batte ancora Sagan
Vi aspettavate un Demare così vincente al Giro?

Non così tanto, ma che fosse forte lo sapevamo. Ha cambiato preparazione. Durante l’inverno e poi nel lockdown ha ripreso a fare palestra, che aveva mollato da anni. Ci sono cose basiche che un professionista deve continuare a fare d’inverno e poi a richiamare durante la stagione. Per essere vincente devi lavorare su tutti gli aspetti del fisico. Poi alla ripresa ha fatto corse minori, come Wallonie e Poitou Charentes, in cui ha vinto e ha preso morale.

Stessa cosa che ci hanno raccontato i suoi compagni.

Perché lo abbiamo condiviso. Quando il velocista vince, dà fiducia ai gregari. E il nostro comincia a essere un gruppo di grande esperienza. Ragazzi di 30 anni che sanno correre e che nei finali sono capaci di prendere da soli le decisioni.

Nella tappa di Matera, ci ha detto Bramati, avete vinto senza tirare un metro.

Hanno fatto tutto i ragazzi. Il diesse dalla macchina può dire ben poco e quello che vede in televisione è già successo. Sono loro a dover parlare e Jacopo Guarnieri in queste fasi è una colonna portante.

David Gaudu, caduta Nizza, Tour de France 2020
Anche Gaudu è caduto a Nizza, ha provato a resistere ma si è fermato durante la 16ª tappa
David Gaudu, caduta Nizza, Tour de France 2020
Caduta a Nizza anche per Gaudu, poi ritirato nella 16ª tappa
E poi c’è Gaudu, due tappe vinte e l’ottavo posto alla Vuelta.

Anche lui ha un bel carattere e un bel fisico. E’ piccolino, ma è resistente. E quando si mette qualcosa in testa, diventa imbattibile. Dopo la caduta del Tour, è stato fermo per 15 giorni e allora si è scelto di portarlo alla Vuelta.

Dove ha vinto due tappe di montagna.

Quando corri per un piazzamento, poco importa perdere minuti nelle prime giornate, come gli è successo. Ma lui lo ha sofferto, anche se era realistico pensare appunto al massimo a un posto nei dieci e non meglio. Così gli abbiamo detto di concentrarsi piuttosto sul vincere una tappa, che sarebbe stata la prima vittoria in un grande Giro. E ne ha vinte due.

Nel 2021 potrebbe pensare di fare classifica?

Al Giro e alla Vuelta sì, per il Tour è presto. E’ il nostro progetto, per il quale stiamo aspettando i percorsi di Giro e Vuelta. Vederlo fare il leader in Spagna è stato una bella scoperta. Dopo la crisi dei primi giorni, dal quinto in poi si è reso conto di stare bene con i migliori e ha svoltato.

David Gaudu, La Covatilla, Vuelta Espana 2020
Alla Vuelta però, 8° in classifica e due tappe vinte: qui a La Covatilla
David Gaudu, La Covatilla, Vuelta Espana 2020
Ma alla Vuelta rivincita con due tappe vinte
In che modo?

Sul pullman faccio parlare i ragazzi, mi piace quando prendono la parola. E lui ogni giorno dava grandi motivazioni. Un piano di corsa può imporlo il direttore e ci saranno buone possibilità che venga eseguito. Ma se la stessa cosa viene da loro, in quel caso andranno fino alla morte. Con David è stato così ogni volta. Lui diceva la sua idea. Loro rispondevano. Parlavano. Ognuno portava un dettaglio che aveva osservato e io alla fine facevo la sintesi.

Leader anche in gruppo?

In bici chiedeva dove voleva essere portato nei vari momenti della tappa, di cosa aveva bisogno. Una vera rivelazione.

Farete un ritiro prima di Natale?

Faremo dei mini stage nella zona di Cannes la prossima settimana. Con gruppetti di 5-6 corridori. E poi altre date a seguire, ma da capire se sarà davvero possibile. Per fortuna abbiamo trovato un hotel, che però non ci servirà i pasti. Così abbiamo dovuto rivolgerci a un catering. Si vive alla giornata. Oggi così, domani chissà…

Arnaud Demare, Lapierre, Sidi, Giro d'Italia 2020

Fidanza, Balsamo, Demare: ruote veloci di Sidi

16.11.2020
3 min
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Le ruote veloci di Sidi per questa stagione 2020 si chiamano Martina Fidanza, Elisa Balsamo e Arnaud Demare. Tutti e tre accomunati dal modello di calzatura ideato e prodotto dallo storico brand di Maser (Treviso) impiegato in gara: il Wire2.

Fidanza scratch

Martina Fidanza, atleta della Eurotarget-Bianchi-Vittoria ha vinto l’oro e di conseguenza indossato la maglia di campionessa europea su pista nello scratch grazie ad un finale clamoroso. L’azzurra si è difatti resa protagonista una spettacolare rimonta, superando la fuggitiva bielorussa a soli 100 metri dal traguardo.

Logo Sidi
Logo Sidi

«Se questa scarpa è la più usata dai velocisti, un motivo ci sarà – ha dichiarato entusiasta Fidanza – ed in pista ci si corre meravigliosamente bene. E’ affidabile, sicura e possiede quella resistenza che serve per sopportare gli sforzi e gli sprint estremi. La suola è leggerissima, e questo permette di gestire i cambi di intensità senza pensieri. Poi adoro il design: fa venir voglia di correre e di vincere».

Balsamo fa il bis

Elisa Balsamo è la nuova campionessa europea dell’omnium e della madison. Due medaglie che proiettano definitivamente l’atleta della Valcar-Travel Service nel gotha del ciclismo internazionale.

Elisa Balsamo, Omnium, europei Plovdiv 2020
Per Elisa Balsamo due ori agli europei in pista di Plovdiv calzando le Wire
Elisa Balsamo, Omnium, europei Plovdiv 2020
Due ori per Elisa Balsamo con le sue Wire

«Gli atleti hanno sempre bisogno di una grande concentrazione e non possono permettersi di pensare che qualcosa vada storto dal punto di vista tecnico – ha dichiarato Balsamo – e con Sidi so che posso correre focalizzandomi solo sulla competizione. Le mie Wire rappresentano una garanzia. Mi piacciono perché sono ultraleggere e comode, questo anche grazie alla facilità di regolazione del sistema di chiusura. I piccoli dettagli fanno sempre la differenza, specialmente quando sei in corsa e non vuoi perdere secondi preziosi».

Martina Fidanza, scratch, europei Plovdiv 2020
Ugualmente Sidi, ugualmente oro: questa volta Martina Fidanza nello scratch
Martina Fidanza, scratch, europei Plovdiv 2020
Un altro oro per Sidi con Martina Fidanza

Demare al Giro

La maglia ciclamino al Giro 2020 Arnaud Demare quest’anno ha centrato quattro vittorie di tappa. Il francese è uno “storico” testimonial Sidi e si è invece soffermato sulle prestazioni della Sidi Wire 2, che ha indossato durante la corsa rosa.

«Mi trovo molto bene con questa scarpa – ha difatti dichiarato il francese della Groupama-Fdj – una calzatura davvero perfetta sia dal lato della resistenza che da quello della leggerezza. La suola è ideale per lanciarsi nelle volate perché massimizza la rigidità e allo stesso tempo trasferisce tutta la potenza esattamente nel modo che ti aspetti».

www.sidi.com

Davide Cimolai, Madonna di Campiglio, Giro d'Italia 2020

Cimolai e il gruppetto, un giorno fra amici…

22.10.2020
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Cimolai sorride e inizia a raccontare la giornata dei velocisti sullo Stelvio, in quella che poteva diventare una tappa infernale. Il friulano della Israel Start-Up Nation ha appena finito i massaggi e ha il tono rilassato di chi sarebbe pronto a ricominciare anche subito, ma la stanchezza è tanta.

«Ma oggi – dice – l’abbiamo gestita alla grande. Non siamo andati mai nel panico, perché con Guarnieri e i ragazzi della Groupama si è fatto un ottimo lavoro. Il gruppetto praticamente è partito sulla prima salita, ma ad essere onesti non pensavamo di perdere così tanto tempo sullo Stelvio. E alla fine c’è toccato andar forte sui Laghi di Cancano. Diciamo che un tappone di montagna come questo per noi velocisti è più da mal di testa che da mal di gambe…».

I buoni rapporti portano il buon umore. Una battuta qua e una là ed entriamo nella giornata del gruppetto, nel tappone con 5.700 metri di dislivello che ha premiato Jay Hindley e vestito Kelderman di rosa.

Arnaud Demare, Davide Cimolai, Elia Viviani, Stelvio, Giro d'Italia 2020
Demare, Cimolai, Viviani, il gruppetto va…
Arnaud Demare, Davide Cimolai, Elia Viviani, Stelvio, Giro d'Italia 2020
Demare, Cimolai, Viviani, il gruppetto va…
Subito il gruppetto, quindi?

Sulla prima salita verso Campo Carlomagno, è bastato uno sguardo e ci siamo ritrovati. Sempre i soliti, con Viviani, Guarnieri e gli altri. Siamo saliti bene e nella pianura successiva abbiamo raccolto altri venti corridori, perché davanti sono partiti abbastanza forte. Quindi ci siamo gestiti girando e siamo arrivati ai piedi dello Stelvio.

Serve testa per iniziare una gara ah handicap come questa?

Serve testa per gestirsi, tenendosi alla larga dalle nevrosi dei direttori che creano il panico. E poi ci sono i velocisti giovani, quelli che magari esagerano. Ma basta poco, gli si fa arrivare un bel richiamo e si mettono a posto. Alla fine a menare le danze siamo sempre gli stessi

Siete arrivati ai piedi dello Stelvio ed era freddo?

Ma no, alla fine ne avevamo tutti così paura che eravamo davvero coperti bene. E poi in cima ci siamo fermati e ci siamo vestiti per bene.

Si riesce anche a parlare in una salita così lunga?

Abbastanza, ma non crediate che andiamo su chiacchierando come in una passeggiata. Comunque si deve tenere un bel ritmo. E poi siamo velocisti, domani c’è l’ultima volata, quindi qualche considerazione su questo si è fatta.

Dicendo cosa?

Che Vegni ieri si sarebbe lamentato perché non ci sono stati attacchi. Mi rendo conto che potrei sembrare il tipico velocista che si lagna, ma a me alla fine cambia poco. Sarebbero state più spettacolari tappe più brevi e con salite di 8 chilometri da fare due volte, di tappe così lunghe con salite da 20 chilometri. Lo dico da appassionato. Siamo tutti sfiniti e mi rendo conto che l’assenza di attacchi al pubblico magari non piace.

Hai detto che non pensavate di perdere tanto sullo Stelvio…

Esatto, tanto che a un certo punto ai piedi dei Laghi di Cancano è arrivato Guarnieri a dirci di menare perché un po’ rischiavamo. Così abbiamo fatto tre chilometri forte e poi abbiamo potuto mollare ancora. Siamo arrivati a 50’58” con quasi 20 minuti di anticipo sul tempo massimo.

Come avete fatto la discesa dallo Stelvio?

Volando. Come dicevo, ci siamo fermati per vestirci e poi siamo andati a tutta. Vedevo poco fa su Strava e soltanto Masnada ha fatto meglio di me. Devo fargli i complimenti, lui era lì a lavorare per Almeida.

Domani si arriva in volata, avete risparmiato le forze per questo?

Chi è stato furbo lo ha fatto di sicuro. Per questo i giovani che volevano andare troppo forte sono stati messi simpaticamente a posto.

Che volata sarà domani?

Dopo tre tappe di montagna, con la distanza aumentata fino a 260 chilometri perché per il crollo di un ponte si fa un giro più largo e con tutta la giornata sotto la pioggia… sarà una volata al rallentatore.

Hindley è il più forte in salita, Demare in volata. Si parte già battuti?

Non credo. Demare può aver tolto motivazioni a Sagan perché ormai la maglia ciclamino è andata, ma noi non partiremo certo battuti.