Sara Casasola, ad Osoppo primo esame superato

09.10.2023
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Sono giorni impegnativi per Sara Casasola. Neanche il tempo di esordire nella stagione di ciclocross dominando la seconda tappa del Giro d’Italia, a Osoppo, che è dovuta scappare a casa e tuffarsi sui libri, per l’esame di meccanica razionale che l’attendeva al mattino presto: «Se la gara non era vicino casa non avrei fissato la data dell’esame, invece così alle 16,30 di domenica ero già a studiare. L’esame è andato bene, era il penultimo alla facoltà di matematica, uno dei più difficili».

Per la friulana vittoria e poi di corsa a casa a studiare: l’attendeva un altro esame… (foto Lisa Paletti)
Per la friulana vittoria e poi di corsa a casa a studiare: l’attendeva un altro esame… (foto Lisa Paletti)

Unica specialista?

Per Sara questa è una stagione particolare e alla FAS Airport Services – Guerciotti – Premac lo sanno bene. Con tante protagoniste del ciclocross, Persico in primis, che hanno già detto di voler saltare, parzialmente o del tutto, la stagione tocca alla friulana tenere alto il vessillo italico.

«Praticamente – spiega Casasola – rischio di essere l’unica atleta che farà tutta la stagione. Io punto a ottenere il meglio possibile, ma se qualcuna nel corso dell’anno rientra non potrei che esserne contenta, a cominciare proprio da Silvia».

Anche Casasola viene dalla stagione su strada, stagione che non l’ha soddisfatta appieno nonostante fosse iniziata abbastanza bene.

«Sono arrivata a luglio e al Giro d’Italia senza le buone sensazioni che speravo. Il Giro non mi ha soddisfatto, inoltre ho iniziato a soffrire di asma, così d’accordo con la società, ho preso un periodo di stacco. Dopo ho corso pensando molto a quel che mi attendeva nel ciclocross, per farmi trovare pronta. Ho gareggiato all’Emilia, volevo fare anche la Tre Valli Varesine ma ho preso un virus intestinale. Sinceramente, visto come sono andate le cose, potevo iniziare il ciclocross anche prima».

Su strada la friulana ha corso con la Born to Win G20 Ambedo, ma nel 2024 vuole fare molto meglio (foto Rosa)
Su strada la friulana ha corso con la Born to Win G20 Ambedo, ma nel 2024 vuole fare molto meglio (foto Rosa)

Strada, seconda chance

Al di là di buoni piazzamenti al Ponente in Rosa e alla vittoria nella classica della montagna al Tour de Feminin, i suoi risultati non sono paragonabili a quelli del ciclocross.

«Lo so – spiega Sara – in questo momento mi vedo più nell’attività fuoristrada, ma vorrei ottenere di più durante l’anno stradistico, capire qual è il mio livello. Io mi sono impegnata, ma evidentemente ho sbagliato qualcosa. Voglio riprovarci con più convinzione».

Tornando alla gara di Osoppo, Casasola ha dominato, disputando gran parte di essa in solitudine con le avversarie che lottavano per la piazza d’onore e la conquista della maglia rosa: «Era un percorso molto veloce, i passaggi delle categorie precedenti lo avevano abbattuto ancor di più e reso quasi un’autostrada, con poche difficoltà tecniche anche se paradossalmente più impegnativo dal punto di vista della tenuta».

La Casasola ha chiuso con 35″ su Lucia Bramati, nuova maglia rosa del Giro (foto Giorgio De Negri)
La Casasola ha chiuso con 35″ su Lucia Bramati, nuova maglia rosa del Giro (foto Giorgio De Negri)

Ora la Svizzera

Per lei che era appena scesa dalla sua bici da strada, era comunque l’ideale: «Sì, anche perché lavori tecnici ne ho fatti pochi e vedevo che nei rilanci ero un po’ legnosa. La condizione scaturita dalla strada mi ha aiutato nei confronti delle altre che hanno iniziato prima, ma sinceramente non mi aspettavo di fare tanta differenza».

La sua comparsata al Giro d’Italia resterà per l’appunto tale, almeno in ottobre: «Mi aspettano alcune prove in Svizzera dove ho visto che il livello è già qualificato. Sono test internazionali che mi servono per capire a che punto sono e che cosa posso aspettarmi. Quest’anno faremo un calendario molto improntato sull’estero».

Per la FAS Airport Services – Guerciotti – Premac una domenica con due successi, Casasola tra le elite e Bianchi tra le junior (foto Giorgio De Negri)
Per la FAS Airport Services – Guerciotti – Premac una domenica con due successi, Casasola tra le elite e Bianchi tra le junior (foto Giorgio De Negri)

Obiettivo: la costanza

Per la friulana saranno test importanti. Lo scorso anno ha iniziato a fare capolino fra le prime 10 anche nelle prove di Coppa del Mondo, si aspetta un ulteriore progresso? «Diciamo che vorrei mostrare continuità a quei livelli, prima a una grande gara ne seguivano due a ritmo ridotto, vorrei che questa sequenza non si ripetesse».

Visto com’è andata a Osoppo, non ha rimpianto di non essere invece a Pieve di Soligo per il mondiale gravel: «A parte il fatto che non era nei programmi, col livello che si è visto in gara sabato, con le stesse protagoniste delle grandi corse su strada, avrei potuto solo essere d’aiuto, senza la minima possibilità di emergere. Ho fatto bene a puntare al ciclocross, per ora è il mio regno».

Per Federico Ceolin seconda vittoria al Giro, ma stavolta la concorrenza era molto qualificata (foto Lisa Paletti)
Per Federico Ceolin seconda vittoria al Giro, ma stavolta la concorrenza era molto qualificata (foto Lisa Paletti)

Ceolin, bis in rosa

Casasola a parte, Osoppo ha confermato come al momento in campo maschile Federico Ceolin faccia la differenza, tanto che neanche la coppia della FAS Airport Services – Guerciotti – Premac con Gioele Bertolini affiancato dal nuovo acquisto Samuele Scappini è riuscito a tenere il suo attacco sin dal secondo giro.

Fra gli juniores bis casalingo per Stefano Viezzi, fra le pari età è emersa Arianna Bianchi, anche lei già orientata verso le gare estere. Domenica a Corridonia, nelle Marche si ricomincia, col rischio che di protagonisti veri ce ne siano sempre meno.

Arianna Bianchi parte subito forte e ha fame di successi

03.10.2023
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Nel presentare la stagione del suo team, Alessandro Guerciotti era stato molto chiaro, sottolineando le ambizioni legate alla categoria junior femminile, con l’approdo dei migliori talenti in circolazione a cominciare da Arianna Bianchi. L’inizio della bresciana, campionessa europea allievi di mtb nel 2022 è stato più che promettente, non solo per la vittoria ottenuta nella prima importante gara svizzera a Illnau, ma per come essa è arrivata.

«Era la prima stagionale e sinceramente non sapevo come stavo – spiega la lombarda – oltretutto gareggiavo insieme alle elite, gente molto più smaliziata e pronta. Ho cercato di tenere il loro passo e per parte della gara ci sono riuscita, poi è emersa la loro maggiore preparazione e ho cominciato a pensare alla vittoria di categoria. C’era una francese che si stava avvicinando, ma non ho mollato e ho portato a casa un successo di buon auspicio per la stagione».

Su di te il team e tutti gli appassionati ripongono molte speranze in questa stagione. Come ci arrivi?

Con tanta voglia di far bene ma soprattutto di mettere presto da parte questo anno che non è stato fortunato come speravo. Subito dopo la stagione del ciclocross sono stata male a febbraio, mentre a marzo ho preso un citomegalovirus che mi ha ostacolato per tutta la preparazione. Nelle gare su strada e in mtb ho sofferto. Per questo sono rimasta particolarmente contenta della mia prestazione in Svizzera.

Sia strada che mountain bike?

Sì, con due team diversi, l’Isolmant Premac per la strada e la Ktm Protek Elettrosystem per la mountain bike. Dopo i problemi che ho avuto, ho visto che riuscivo a riprendermi meglio su strada, infatti ho chiuso la stagione discretamente. Ora nel ciclocross spero di proseguire su quell’onda. Il prossimo anno comunque credo che mi dedicherò di più alla strada, sia per emergere nella mia categoria in vista di un futuro a livello maggiore, sia per preparare al meglio in ciclocross che resta il mio grande amore.

Arianna Bianchi con la maglia Isolmant Premac: pochissime gare ma un buon 21° posto al Giro della Lunigiana
Arianna Bianchi con la maglia Isolmant Premac: pochissime gare ma un buon 21° posto al Lunigiana
Com’è nato il contatto con Guerciotti?

Mi hanno chiamato a metà estate, ma al tempo non sapevo se potevo passare con la formula del prestito dalla società su strada. Poi è stato risolto tutto a livello burocratico e a quel punto ho accettato. Per me il team Guerciotti è sempre stato un riferimento nel mondo del ciclocross, volevo assolutamente approdare a quella che per me è la squadra principale.

E come ti sei trovata alla tua prima uscita?

Ho visto subito che si tratta di un team altamente professionale, che fa di tutto per metterci nelle migliori condizioni. Il clima in squadra è sereno e il livello è superiore agli altri, so di aver fatto la scelta giusta.

Il nuovo acquisto della Guerciotti in mtb corre con la Ktm Protek, ma ha avuto un’estate ridotta
Il nuovo acquisto della Guerciotti in mtb corre con la Ktm Protek, ma ha avuto un’estate ridotta
Sai che su di te come sulle tue coetanee pesa il passaggio di categoria della Venturelli che vi lascia “orfane”…

Ci mancherà un po’ perché Federica è stata un riferimento per me e le altre che lo scorso erano al primo anno. Con la nazionale abbiamo corso insieme, con lei devo dire che pur in poche occasioni ho avuto modo di imparare tanto. Ma non solo da lei, anche da Valentina Corvi. Ora sta a noi raccogliere la loro eredità soprattutto nelle gare internazionali, cercherò di mettere in pratica quanto ho imparato.

Per te che cosa è cambiato rispetto a un anno fa?

Fisicamente non molto, nel senso che sono rimasta della stessa altezza, non ho avuto grandi mutamenti legati allo sviluppo. In gara però mi accorgo che molto è cambiato, ora mi sento più pronta e avvezza a gareggiare su 50 minuti quando invece era stato un piccolo choc. Un altro elemento è che parto nella stagione del ciclocross con molti più chilometri nelle gambe dopo l’annata su strada, anche se l’ho vissuta a mezzo servizio per varie ragioni. Inoltre essere al secondo anno è un vantaggio, perché posso sfruttare i punti Uci accumulati per partire più avanti: lo scorso anno nelle gare internazionali mi trovavo sempre in fondo al gruppo, ora sarò molto più avanzata nelle griglie di partenza.

Nel 2020, Bianchi aveva vinto a Schio il titolo tricolore Esordienti (foto Soncini)
Nel 2020, Bianchi aveva vinto a Schio il titolo tricolore Esordienti (foto Soncini)
La cosa curiosa di quest’anno è che con te, la Ferri e la Kabetaj (che gareggia per l’Albania ma è a tutti gli effetti italiana) il meglio della categoria è nella stessa squadra…

Secondo me questo è un vantaggio perché ognuna cerca di fare il meglio, avere il confronto in casa non può farci che bene. In questo modo gli stimoli non mancano mai. La nostra è una rivalità sana: ci siamo ritrovate insieme in trasferta e abbiamo subito legato fra noi. Non ci sono invidie, ognuna è a disposizione dell’altra proprio come avviene su strada.

Che cosa ti aspetti ora?

Non posso negare che le mie ambizioni rispetto allo scorso anno siano aumentate. Vorrei far bene soprattutto nelle gare internazionali, agli Europei: lo scorso anno partendo dal fondo sono arrivata a sfiorare la top 10, se tanto mi dà tanto partendo davanti dovrei essere fra le prime. Per questo però bisogna puntare a migliorare il ranking.

Dietro la Corvi? Ecco le “sorelline” del ciclocross

11.11.2022
5 min
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La medaglia d’argento di Valentina Corvi agli ultimi europei di ciclocross ha messo l’accento sulla situazione del movimento femminile. Con lei e la Venturelli, Pontoni ha a disposizione una coppia in grado di fare la differenza su ogni tipo di percorso, ma il cittì azzurro guarda anche oltre, perché intorno alle due stelle del ciclocross junior stanno crescendo tante nuove realtà molto capaci, tutte dedite con grande passione alla disciplina invernale pur guardando, come le loro più vittoriose coetanee, anche ad altre specialità.

Lo stesso dicasi fra le under 23, dove certamente si sconta un po’ il passaggio di categoria (ma anche il relativo disimpegno causato dalla carriera su strada) di Realini e, in misura minore, di Baroni. Nuove leve stanno però fiorendo ed è il caso di cominciare a conoscerle.

Vittoria e titolo da esordiente 2° anno per la Bianchi, poi europea allieve nella mtb
Vittoria e titolo da esordiente 2° anno per la Bianchi, poi europea allieve nella mtb

La Bianchi divisa per tre

A Namur, un po’ nascosta dalla prestazione monstre della Corvi, Arianna Bianchi ha sfiorato l’ingresso nella Top 10 (foto di apertura) che avrebbe rappresentato un grande traguardo per una ragazza al primo anno nella categoria, reduce dalla conquista del titolo europeo allieve nella mtb e già buona protagonista al Giro d’Italia di ciclocross: «Io ho iniziato da piccolina nelle giovanili, ma ho cominciato a fare le cose più seriamente già tra le esordienti- racconta la 16enne di Lograto (BS) – Per ora non ho una disciplina preferita, mi divido fra tre e penso che ognuna mi dia qualcosa».

Su strada la Bianchi corre per la Biesse Carrera e i successi nella mtb non l’hanno distratta dalle sue possibilità con la superleggera: «Eppure fra strada e mtb la disciplina che preferisco resta il ciclocross, è vero che ho vinto l’europeo offroad e che su strada ho sfiorato il titolo italiano, ma il ciclocross mi viene più facile. Credo che alla fine il ciclocross dia tanto alle altre discipline e le altre diano al ciclocross: io comunque amo soprattutto le prove fuoristrada perché privilegiano la tecnica».

La Kabetaj, di origine albanese, deve ancora scegliere il suo futuro fra mtb e strada
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Kabetaj, dall’Albania con ambizioni

Chi dagli europei è rimasta fuori, ma avrà certamente occasione per vestire la maglia azzurra essendo sotto i riflettori dei tecnici azzurri è Nelia Kabetaj, altro talento emergente dal Giro d’Italia. Il suo nome tradisce le origini albanesi della famiglia e i suoi inizi in bici sono decisamente originali: «Avevo 7 anni, mio padre al tempo aveva avuto un brutto incidente e ci tenevo a fare qualcosa che lo rendesse fiero di me, così visto che la bici mi piaceva tanto gli chiesi se potevo partecipare a qualche gara con altri bambini. E’ un appassionato di ciclismo e non mi disse di no».

La Kabetaj ha iniziato a emergere proprio quest’anno: «Riuscire a far combaciare tutto non è facile, io ho avuto problemi fisici, poi bisogna tenere conto anche degli altri. Inoltre fatico molto a far combaciare sport e scuola. Quest’anno diciamo che le cose vanno generalmente meglio e i risultati si vedono. Mi ha aiutato avere cambiato indirizzo scolastico, ora faccio l’istituto tecnico per geometri».

Anche Nelia svaria fra le varie discipline: «D’estate preferisco la mtb ma non trascuro la strada. Non saprei dire che cosa preferisco, diciamo che lo devo ancora scoprire. Il fuoristrada lo trovo sicuramente più divertente, soprattutto al di fuori del contesto agonistico».

Nelia ha un modello: «Van Aert. Ho studiato molto il suo modo di andare in bici, la sua capacità di guida, il suo modo di muovere braccia e spalle. Per me è un riferimento, anche come persona».

La Zontone è stata la migliore azzurra a Namur fra le U23, finendo dodicesima
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Zontone, una colonna per Pontoni

Un po’ più grande, tanto da essere parte della categoria U23 e anzi esserne diventata un po’ il riferimento dopo il passaggio fra le Elite di Baroni e Realini è Asia Zontone, friulana di 21 anni appena compiuti. Lei si differenzia dalle altre non solo per l’età, ma anche per una maggiore propensione per la strada: «Fino a due anni fa preferivo la mtb, ma poi ho rivalutato la strada: quest’anno ho anche vinto una tappa al Giro delle Marche con la Isolmant Premac Vittoria. Mi difendo bene in salita e sono abbastanza veloce per gare con sviluppo non legato alla volata di gruppo».

Asia è un elemento fondamentale per Pontoni anche perché la conosce bene: «Ho corso 4 anni con Daniele come diesse. Non sono stati anni facili, mi facevo male spesso, ma mi è sempre stato vicino e ora che ho trovato una mia strada, complice anche un cambio nella preparazione, le cose vanno meglio. Pontoni ha portato in nazionale un ambiente bellissimo, sembra di stare in famiglia, ma quando c’è da lavorare ed essere seri non ammette deroghe. Sta costruendo un grande gruppo, andare in trasferta con i ragazzi azzurri è un piacere, si è instaurato un legame forte».

Per la Zontone una crescita notevole nel 2022 anche su strada, con una vittoria e due piazze d’onore
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L’importanza di fare gruppo nel ciclocross

Com’è lavorare nel gruppo azzurro, soprattutto nei ritiri e nelle giornate senza gare? «Le giornate sono molto piene: allenamento al mattino, poi pranzo rigorosamente senza cellulari, pomeriggio libero fra studio e massaggi, briefing serale. Pontoni vuole che si stia in gruppo, si comunichi piuttosto che rimanere appiccicati al telefono».

Asia ha chiuso gli europei al 12° posto, ma già guarda oltre: «Ho grandi obiettivi, ma per farlo devo migliorare tantissimo da ogni punto di vista. Per me la mia carriera è partita ora, non saprei neanche se svilupparla più nel ciclocross o su strada, a me piacerebbe da entrambe le parti. L’importante è sentirmi più atleta che sta accadendo ora».