Privitera: l’incidente, il sogno spezzato e le voci del gruppo

17.07.2025
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AOSTA – La notizia della morte di Samuele Privitera arriva pochi minuti prima della mezzanotte. Nel silenzio di una sala stampa ormai deserta e buia. Poche righe alle quali segue il messaggio di cordoglio dell’intero staff del Giro Ciclistico della Valle d’Aosta

La sala stampa della prima tappa del Giro della Valle d’Aosta era a poche centinaia di metri dall’arrivo. Nella festa di Filippo Agostinacchio una voce ci dice che Samuele Privitera è stato protagonista di una brutta caduta. La notizia ci accompagna fino al momento in cui ci sediamo per scrivere l’articolo che poi verrà pubblicato alle 19,09. La tappa è finita da qualche ora, ma in gruppo e tra gli addetti ai lavori circola la notizia di un brutto incidente che ha coinvolto il giovane corridore della Hagens Berman Jayco. L’attesa rende tutto straziante, a ogni squillo di telefono si teme che possa arrivare la notizia peggiore. 

Samuele Privitera (il secondo in maglia Hagens Berman da sinistra) durante il foglio firma della prima tappa
Samuele Privitera (al centro) durante il foglio firma della prima tappa

Ore di attesa

La prima comunicazione ufficiale da parte dell’organizzazione arriva intorno alle 19, il ragazzo è stato trasportato all’ospedale Parini di Aosta in gravi condizioni ed è sotto osservazione. All’ingresso del Pronto Soccorso ci viene comunicato che sono in attesa dei familiari di Samuele Privitera. Poi il silenzio. Arrivano anche due atleti dell’U.C. Monaco. A distanza di un’ora anche un diesse della Hagens Berman Jayco insieme a un agente di Polizia, hanno in mano il casco di Privitera che sembra integro. 

Il silenzio fa salire la preoccupazione. E mentre il telefono squilla, la notte arriva senza che dall’ospedale trapelino notizie sullo stato di salute di Samuele Privitera. Gli agenti di Polizia davanti all’ingresso del Pronto Soccorso dicono che una notizia ufficiale verrà rilasciata dall’organizzazione una volta arrivati i genitori. Sono le 23,52 quando viene pubblicato il comunicato ufficiale del Giro Ciclistico della Valle d’Aosta. Privitera non ce l’ha fatta. 

La voce dal gruppo

E’ difficile cercare di capire la dinamica dell’incidente di Samuele Privitera, una prima ricostruzione può arrivare solamente da chi era accanto a lui in corsa. Lorenzo Masciarelli, della MBH Bank-Ballan-Csb, era in gruppo nel momento dell’incidente. 

«Privitera – racconta Masciarelli – era due metri davanti a me. Venivamo da una curva che si affronta senza frenare, ci trovavamo intorno alla ventesima posizione in gruppo. Lui arrivava dall’esterno e ha preso un dosso artificiale di cemento che serve per rallentare le macchine. Non si è capito se non se ne sia accorto, però nel momento in cui è salito sopra ha perso la presa dal manubrio. Di conseguenza il sedere gli è scivolato sul tubo orizzontale del telaio ed è rimasto seduto. I piedi si sono sganciati ma ha cercato di rimanere in equilibrio. In quelle situazioni, spesso, rimetti una mano sul manubrio e rimani in piedi. Invece lui ha sbandato ed è andato contro una barriera di ferro. Un impatto così non l’avevo mai visto. Parlando con i ragazzi che avevo vicini, che come me avevano visto l’accaduto, ci siamo resi subito conto della gravità

«Quando l’ho visto andare verso la barriera mi sono spaventato e ho tirato i freni – continua – e gli sono rimasto dietro. L’impatto è stato bruttissimo, è arrivato contro l’ostacolo con la testa e il petto. Il casco, anche durante lo scontro con la barriera, è sempre rimasto sulla testa. Non ho capito come si sia sfilato. Il fatto però che fosse integro (o così pareva, ndr) mi fa pensare che le prime a colpire la barriera siano state altre parti del corpo».

Marco Milesi, ora diesse della Biesse Carrera, era in gruppo nel 1993 quando sulle strade del Giro della Valle d’Aosta morì Diego Pellegrini
Marco Milesi, ora diesse della Biesse Carrera, era in gruppo nel 1993 quando sulle strade del Giro della Valle d’Aosta morì Diego Pellegrini

Il ricordo di Milesi

La voce che ci ha avvisato dell’incidente di Samuele Privitera, arrivata dopo il traguardo, ce l’ha data Marco Milesi, diesse della Biessa Carrera Premac. Il quale nella mattinata di oggi ci ha raccontato quanto visto dall’ammiraglia durante la tappa. 

«Ho visto Privitera a terra – racconta – mentre passavamo sul punto dell’incidente. Andavamo piano perché c’erano diversi oggetti sparsi sulla carreggiata. L’ho visto fermo a terra, immobile, e subito ho capito che si trattava di un brutto incidente. Erano già presenti i medici intorno al corpo che si agitavano, ho visto anche un meccanico della Hagens (la squadra di Privitera, ndr) parecchio spaventato in volto. 

«Mi è subito tornato in mente – riprende dopo un attimo di silenzio, con voce profonda – la caduta di Diego Pellegrini, sempre qui al Valle d’Aosta nel 1993. Io ero in corsa, così come lo ero al Tour de France 1995 quando venne a mancare Fabio Casartelli, eravamo anche compagni di squadra. Ci sono tanti pensieri nella testa di un ragazzo in un momento del genere, soprattutto nelle gare dilettanti quando chi corre con te è spesso coetaneo e lo conosci fin da bambino. Capire se andare avanti o meno spetta ai ragazzi. Io nel 1995, al Tour, volevo tornare a casa. I miei genitori mi stettero vicini e mi dissero di tenere duro. Quel Tour de France lo finii, ma con una sofferenza enorme».

Samuele Privitera, ciclista ligure nato a Imperia, è venuto a mancare all’età di 19 anni, avrebbe compiuto i 20 il prossimo 4 ottobre. Dal 2024 correva con il team Hagens Berman guidato da Axel Merckx, mentre da juniores aveva vestito la maglia del Team Fratelli Giorgi.

Agostinacchio vince da grande, ma il gruppo è in ansia per Privitera

16.07.2025
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AOSTA – La notizia della vittoria di Filippo Agostinacchio, primo atleta valdostano a vincere una tappa e indossare la maglia di leader della classifica generale al Giro della Val d’Aosta viene spezzata quando ancora si trova al podio delle premiazioni. Un diesse presente in gara ci dice che Samuele Privitera è stato coinvolto in una brutta caduta, sembra una normale dinamica di gara ma poi la piega diventa tragica. Le voci che rimbalzano tra la sala stampa e l’organizzazione è che l’incidente sia causato da un iniziale malore, ma la notizia non viene confermata. Il corridore della Hagens Berman Jayco è stato trasportato all’ospedale in gravi condizioni e gli aggiornamenti arrivano a spizzichi e bocconi.

«Diciamo che ho finalmente capito che corridore sono – dice Agostinacchio mentre pedala lentamente verso il podio – uno da azioni così e non da classifica. Non voglio nemmeno pensare di snaturarmi perché non credo di essere un atleta per le corse a tappe ma per vincere frazioni del genere sì. Sento di essere ancora un po’ acerbo su strada, ho bisogno di carburare ancora per esplodere definitivamente».

A 200 metri da casa

Filippo Agostinacchio ha alzato le braccia al cielo nella sua città, Aosta. Dopo la vittoria di tappa al Giro Next Gen ci ha preso gusto e conferma di essere arrivato al miglior momento della sua carriera da under 23. Scherzando quando gli chiedono se avesse 19 o 20 anni di essere vecchio (ha 22 anni, ndr), ma che su strada è ancora giovane visto che corre da solamente due stagioni. Oggi prima del via era concentrato, silenzioso come al solito ma con poca voglia di parlare. 

«Oggi era una bella occasione – prosegue mentre pedala lento – ma non l’unica nell’arco dell’intera gara. Comunque correre sulle strade di casa è un bel vantaggio anche per andare in fuga. Sicuramente oggi era la migliore occasione delle cinque, quindi ho cercato di prenderla al volo. Mi sono mosso fin da inizio tappa ma ero consapevole di aver bisogno di tanti compagni di fuga perché nella valle, nel tornare indietro, il vento sarebbe stato a sfavore».

Filippo Agostinacchio insieme al padre Fabio
Filippo Agostinacchio insieme al padre Fabio
Insomma, conoscevi le strade a memoria…

L’ultimo strappo (quello su cui ha costruito la sua vittoria, ndr) lo conosco metro dopo metro, se vado su Strava avrò 150 prestazioni in totale. Abito a cinque minuti a piedi da Corso Battaglione Aosta, dove era collocato lo striscione d’arrivo. Da questa via ci passo tutti i giorni quando esco in bici. 

Sapevi esattamente dove attaccare o hai usato un po’ di fantasia comunque?

Avevo visto che in fuga c’erano tre o quattro corridori più veloci di me, l’unica soluzione era di tentare un anticipo. Volevo vincere e mi sono mosso con in testa solo il miglior risultato. Ho anticipato ed è andata bene come ad Acqui Terme. Quella volta non lo avevo fatto, ma ora voglio dedicare la vittoria a Di Tano. E’ stata una figura importante nella mia crescita come atleta e soprattutto come persona. 

L’atleta di casa si è poi prestato all’intervista dopo la gara raccontando le sue emozioni
L’atleta di casa si è poi prestato all’intervista dopo la gara raccontando le sue emozioni
Quindi a 22 anni sei davvero vecchio?

No, vecchio no. Però forse sono arrivato nell’ultimo anno buono per fare qualcosa a livello internazionale, quindi sto cogliendo le mie occasioni. Dopo la vittoria al Giro Next Gen e qui al Valle d’Aosta spero di aver convinto il cittì Marino Amadori a portarmi all’Avenir e di cercare la tripletta con un’altra vittoria di tappa. 

Lo hai sentito?

Ci sentiamo spesso e con lui ho un ottimo rapporto. Lui l’anno scorso mi ha fatto fare un’esperienza proprio qui al Giro della Valle d’Aosta e gli sarò riconoscente a vita, senza questa esperienza qua non sarei maturato come corridore. 

Agostinacchio, in maglia di leader del Giro della Val d’Aosta insieme a Marco Milesi, diesse della Biesse-Carrera-Premac
Agostinacchio, in maglia di leader del Giro della Val d’Aosta insieme a Marco Milesi, diesse della Biesse-Carrera-Premac
Dopo il Giro è cambiato qualcosa in te?

Mi sono sbloccato a livello mentale e riesco a correre all’attacco. Oggi stavo bene, sentivo la gamba piena e ho eseguito il piano alla perfezione. Le due settimane tra il Giro Next Gen e il Val d’Aosta non sono state perfette perché mi sentivo un po’ stanco. E’ da gennaio che tiro dritto senza fermarmi mai, quindi sto anch’io arrivando un attimo tirato e dovrò riposare un attimo.

Nel momento in cui pubblichiamo l’articolo confermiamo che Samuele Privitera è attualmente in ospedale, dove è giunto dopo l’intervento del 118. L’organizzazione dichiara: «Il corridore è stato preso in carico dall’Ospedale Umberto Parini di Aosta, la prognosi è riservata e le sue condizioni sono gravi. La dinamica dell’incidente è in fase di accertamento».

Verso il Valle d’Aosta: tra futuro, rimescolamenti e novità

22.06.2025
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Con la conclusione del Giro d’Italia Next Gen, lo sguardo si sposta sul prossimo grande appuntamento della categoria Under 23: il Giro della Valle d’Aosta, in programma dal 16 al 20 luglio prossimo. Una corsa che negli anni ha rappresentato un passaggio fondamentale per molti corridori che oggi brillano tra i professionisti (in apertura foto Giro Valle d’Aosta).

Eppure, anche questo settore vive un momento di transizione, tra l’evoluzione dei calendari, i passaggi diretti tra juniores e WorldTour e il tentativo costante di mantenere alto il valore tecnico delle competizioni. Ne abbiamo parlato con Riccardo Moret, patron della corsa valdostana, che a pochi giorni dalla presentazione ufficiale dell’edizione numero 61 ci ha raccontato come sta evolvendo il lavoro della sua squadra.

Il presidente Moret (camicia bianca) lo scorso anno al via di una delle tappe, con la maglia gialla Crescioli (foto Giro VdA)
Il presidente Moret (camicia bianca) lo scorso anno al via di una delle tappe, con la maglia gialla Crescioli (foto Giro VdA)
Presidente Moret, come procedono i lavori verso questa edizione numero 61?

Abbiamo terminato alla grande queste nozze di diamante tra l’organizzazione del Giro della Valle d’Aosta e il mondo della bicicletta. E’ andato tutto bene, ora cominciamo con il sessantunesimo. La presentazione avverrà nei prossimi giorni al Palazzo Regionale di Aosta e siamo in linea con il programma di lavoro che ci eravamo prefissati.

Le sedi di tappa erano state rese note. Verrà trasmesso tutto in streaming?

Ci sarà unaa diretta streaming, ma non so ancora con precisione su quale canale. Ma al momento opportuno sarà tutto disponibile sul sito del Giro della Valle d’Aosta.

Il mondo degli Under 23 sta cambiando. Come vivete questa evoluzione? State valutando anche la categoria juniores?

Vediamo come si evolve la situazione. Oggi ci sono juniores che passano direttamente tra i pro’ senza passare dagli Under 23. Però a naso mi sembra che un periodo di transizione serva ancora. Chi passa da under 23 ha spesso qualcosa in più. Magari non tutti fanno tutti gli anni della categoria, ma a 21 anni sono già “di là”. Per ora, comunque, restiamo fedeli alla nostra categoria.

Negli ultimi anni tanto caldo, anche se non sono mancati degli scrosci di pioggia che hanno creato caos, come nella partenza della tappa finale dell’anno scorso (foto Giro VdA)
Negli ultimi anni tanto caldo, anche se non sono mancati degli scrosci di pioggia che hanno creato caos, come nella partenza della tappa finale dell’anno scorso (foto Giro VdA)
Quindi nessun progetto per una corsa juniores?

No, almeno per ora. Quando facciamo le nostre riunioni siamo più concentrati sulle tappe che su questi discorsi. I direttori sportivi e il movimento in generale ci spingono a rimanere legati alla nostra tradizione. Chi esce bene dal Giro della Valle d’Aosta non dico che ha la strada spianata verso il professionismo, ma quasi. L’ultimo esempio è Isaac Del Toro, che ha lottato per la maglia rosa fino all’ultima tappa del Giro dei grandi.

Negli ultimi anni il tuo gruppo di lavoro è cambiato parecchio: c’è chi se ne è andato, chi sta tornando. Come riesci a mantenerlo attivo e motivato?

Io penso che chi resta, resta volentieri e lo faccia per passione. Chi invece è stanco o ha motivi personali che non gli consentono di essere sereno è giusto che si faccia da parte. E’ già faticoso mettere in piedi una corsa come la nostra, se manca la serenità è ancora più difficile. Se manca la passione, manca tutto. Non deve essere solo un divertimento, ma la passione è la base. Quando anche a me dovesse mancare, potrei anche farmi da parte: mai dire mai. E se qualcuno volesse tornare ben venga, non abbiamo mai chiuso le porte a nessuno, anzi siamo sempre dispiaciuti quando qualcuno se ne va.

Il Giro della Valle d’Aosta è un’organizzazione non professionistica, ma con standard altissimi…

Esatto. Non siamo professionisti, ma offriamo una corsa di livello professionistico. Ce lo riconosce anche la UCI, che ci valuta con dei report, delle pagelline, molto positive ogni anno. Cambiano i giudici, ma i voti restano alti: questo ci gratifica.

Che tipo di corsa vedremo quest’anno?

Come sempre sarà dura. Avremo tre arrivi in quota e tante salite. Sarà una corsa da scalatori puri, come da nostra tradizione.

L’arrivo di Pont in Valsavaranche si annuncia davvero impegnativo. La scalata finale misura circa 25 km (al 5,1 %)
L’arrivo di Pont in Valsavaranche si annuncia davvero impegnativo. La scalata finale misura circa 25 km (al 5,1 %)
Qualche anticipazione sulle tappe?

Posso dire poco. Si inizierà con una tappa “pianeggiante”, la Aosta-Aosta, che potrebbe favorire i passisti veloci, non dico i velocisti perché non credo che i velocisti puri ci saranno. Poi ci sarà una cronoscalata di 13 chilometri sulle strade del Tour de France, a Passy Plaine-Joux: ci saranno più di 1.000 metri di dislivello. Infine ci saranno tre tappe da vertigine, con arrivi sul filo o oltre i 2.000 metri. Parlo del Colle del Gran San Bernardo, di Pont a Valsavarenche nel cuore del Parco del Gran Paradiso, a 1.950 metri, e il classico finale a Cervinia.

Quest’ultima tappa ormai è una classica: verrà confermata la doppietta finale con il Col Saint-Pantaléon prima di Cervinia?

Quest’anno cambieremo un po’ il tracciato. Non sarà completamente uguale agli anni scorsi. Potremmo non fare il Saint-Pantaléon, ma non voglio sbilanciarmi oltre.

Chi disegna il percorso?

Lavoriamo in gruppo, ci confrontiamo. Le strade della Valle d’Aosta sono quelle e tutto sommato non è difficile realizzare belle tappe o scovare salite interessanti. Abbiamo una fortuna enorme nel territorio che ci ospita.

I sei “gladiatori” di Valoti per il Giro Next Gen

07.06.2024
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La MBH Bank-Colpack-Ballan-Csb è partita questa mattina per la Valle d’Aosta, regione che accoglie le prime tre tappe del Giro Next Gen. I ragazzi del team continental bergamasco, guidati in macchina da Gianluca Valoti, non vedono l’ora di iniziare

«Siamo pronti – conferma il diesse – stiamo ultimando qualche piccolo dettaglio. Oggi (venerdì, ndr) proveremo il percorso della seconda tappa. Vorremmo fare una pedalata anche sulle strade della cronometro, ma sarà difficile visto che attraversa il centro di Aosta. Tra traffico e limitazioni non credo riusciremo a fare una ricognizione anticipata, toccherà aspettare domenica mattina».

I ragazzi della MBH Bank-Colpack-Ballan-Csb durante il ritiro a Sestriere in preparazione al Giro Next Gen (foto NB Srl)
I ragazzi della MBH Bank-Colpack-Ballan-Csb durante il ritiro a Sestriere in preparazione al Giro Next Gen (foto NB Srl)

Esordio complicato

Le prime tre frazioni del Giro Next Gen saranno impegnative e in qualche modo potranno già risultare decisive per la classifica generale. Toccherà partire con la concentrazione al massimo, viste le insidie del tracciato. 

«La cronometro – continua Valoti – misura otto chilometri: non sono molti, ma il percorso è tecnico. Si può perdere tra il minuto e il minuto e mezzo, ritardo che nell’economia della corsa può non risultare decisivo ma comunque importante. A nostro favore gioca lo strappo presente a metà, lì avremo modo di limitare i distacchi. Per noi è importante vedere la seconda frazione, è insidiosa e con tanto dislivello, non ci sarà un metro di pianura. Anche in questo caso non è una tappa che può risultare decisiva ma a perdere tempo ci vuole davvero poco».

La tappa numero 3 con arrivo a Pian Della Mussa potrà creare i primi significativi distacchi in classifica
La tappa numero 3 con arrivo a Pian Della Mussa potrà creare i primi significativi distacchi in classifica

Altura e ricognizioni

Al terzo giorno di corsa ecco che ci sarà il primo arrivo in salita, a Pian della Mussa. Una scalata lunga che porta dai 687 metri di Ceres ai 1751 metri dell’arrivo.

 «Questa tappa l’abbiamo vista mentre eravamo in ritiro a Sestriere (foto NB Srl in apertura) – spiega il diesse bergamasco – sembra una scalata lunga e facile sulla carta, ma non lo è. Da quel che abbiamo potuto vedere è impegnativa. Devo dire che il disegno di questo Giro Next Gen mi piace, non ci sono tapponi come quello dello Stelvio lo scorso anno. Le difficoltà sono distribuite lungo tutti e otto i giorni di gara, questo presumibilmente farà rimanere aperta la corsa fino alla fine. La scelta di allenarci a Sestriere arriva dal fatto che Livigno aveva ospitato il Giro ed avevamo paura di trovare traffico e strade chiuse. Abbiamo pedalato sulle strade piemontesi già nel ritiro di marzo e i ragazzi erano rimasti soddisfatti.

«Siamo stati tre settimane a Sestriere – dice Valoti – siamo arrivati appena dopo il Giro di Ungheria. La prima settimana è servita per scaricare e per fare ambientamento. Poi abbiamo iniziato a lavorare, la cosa che mi soddisfa di più è che i nostri preparatori, Giovine e Fusi, sono rimasti con noi tutto il tempo. Questo vuol dire che con la loro supervisione le possibilità di aver sbagliato qualcosa si sono abbassate notevolmente».

Squadra leggera

Christian Bagatin, Lorenzo Nespoli, Mark Valent, Matteo Ambrosini, Florian Kajamini e Pavel Novak. Questi i sei nomi che difenderanno i colori della MBH Bank-Colpack-Ballan al Giro Next Gen, Gianluca Valoti ci spiega le scelte.

«Abbiamo deciso – racconta – di puntare su due capitani: Novak e Kajamini, il primo è un secondo anno, mentre l’altro un terzo. Si conoscono bene e in gara comunicano tanto, trovando sempre la migliore soluzione. Lo abbiamo visto al Piva con la vittoria di Novak, coadiuvata dal grande lavoro di copertura di Kajamini. Saranno entrambi sullo stesso livello, con le ambizioni di classifica e la facoltà di gestire la gara. Non ci saranno le radio in corsa e la scelta di avere due capitani che hanno una grande complicità mi permette di stare sereno in macchina, sapranno gestirsi».

«Bagatin, Nespoli e Ambrosini – continua – saranno i diesse in gruppo, hanno una grande capacità di gestione e sanno capire le situazioni. Mi piace come interpretano la gara. La novità è rappresentata dall’ungherese Mark Valent, lui è nuovo ma si è integrato bene in squadra. E’ un corridore leggero e che stiamo scoprendo giorno dopo giorno. Purtroppo abbiamo dovuto lasciare a casa Bracalente, non per merito ma per scelta tecnica. Il ragazzo è giovane e avrà altre occasioni. Non c’è altro da dire. Siamo pronti, ora tocca a noi, ci vediamo sulle strade del Giro Next Gen!».

The Place ad Aosta: il concept store 3.0 di Scott

28.07.2021
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Un negozio incredibile. Meglio, un “concept store 3.0” come piace definirlo ai proprietari… The Place, questo il nome del punto vendita (definizione forse troppo riduttiva… lo scopriremo dopo), ha sede nel centro di Aosta. Da semplice negozio di biciclette ha cambiato pelle trasformandosi in un vero e proprio “hub” commerciale, ma anche di opportunità e servizi, per poter vivere a 360 gradi e alla grande la propria passione per le due ruote.

Design ultramoderno per il centro Scott
Design ultramoderno per il centro Scott

Servizi e ristorazione i piatti forti

L’idea ed il conseguente progetto di The Place nasce da lontano. Più precisamente dall’onda del successo di Aosta Valley Freeride, il bike tour operator in grado di offrire a tutti gli appassionati di Mtb esperienze incredibili grazie anche agli itinerari che si sviluppano al cospetto delle montagne maestose.

Dopo essersi costruiti le ossa in questo settore, una cordata di imprenditori, amici e appassionati in modo particolare proprio della Mtb, ha deciso di unire le forze per lanciare questo nuovo format di negozio. L’obiettivo sin dall’inizio è sempre stato quello di essere presenti sul territorio con uno shop che non fosse visto solo ed esclusivamente come un punto vendita al dettaglio. Come anticipato, The Place è un vero e proprio contesto originale dove la bici – in tutte le sue declinazioni – è messa al centro dell’attenzione. Attorno ad essa ruotano una serie di servizi fra cui spicca una ricca area dedicata alla ristorazione.

 

Un hub completo

«Sedersi al tavolo con una birra in mano –  afferma Massimo Ferro, il fondatore di Aosta Valley Freeride ed uno tra gli imprenditori coinvolti nel progetto – condividere le esperienze e parlare di trail e single track, oppure di grandi salite. E’ la prima cosa che abbiamo pensato quando è stato progettato The Place. L’idea nasce dalla volontà di creare un vero e proprio luogo dove ciclisti e biker si possano sentire a casa, dove possano fare gruppo, dove ritrovarsi la domenica prima del classico giro in bici, e dove si potrà tornare per un pranzo o per una cena gustando una buonissima pizza.

«Oltre l’aspetto più propriamente commerciale, con The Place abbiamo investito molto sull’organizzazione di tour in bicicletta che rimangono così parte attiva ed integrante del progetto, considerando che adesso possiamo offrire ai nostri ospiti che arrivano da lontano un’esperienza ancor più completa lungo strade e sentieri della nostra piccola ma bellissima regione. La nostra idea è che The Place possa diventare in breve tempo un vero e proprio punto di riferimento per i ciclisti locali, per i turisti e più in generale per tutti coloro che hanno piacere di passare del tempo in un ambiente dove si respira un tocco di internazionalità e che mira ad essere inclusivo e non esclusivo. #NOSHORTCUTS: è questa la nota filosofia di Scott. Bene, The Place segue fedelmente lo stesso dogma… Nessuna scorciatoia, perché le cose noi proviamo a farle davvero bene».

Non poteva mancare un’officina
Non poteva mancare un’officina

Offerta totale Scott

Questo negozio pazzesco che – fidatevi – merita una visita qualora vi trovaste dalle parti di Aosta, offre ai propri clienti tutti i prodotti delle linee Scott: dalle bici da strada, alle Mtb, passando dalle e-bike e fino ad arrivare alle gamme bambino. Un’offerta commerciale a 360° garantita dalla qualità e dall’ampiezza della produzione Scott.

The Place si trova ad Aosta, al civico numero 20 di Corso Lancieri. Complessivamente la superficie dello store misura 350 metri quadrati. e al suo interno si potrà vivere una vera e propria… Scott brand experience! 

Scott

Il Val d’Aosta ci riprova, 3-4 tappe e la questione alberghi

09.02.2021
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Il Giro di Val d’Aosta, corsa a tappe per U23 organizzata per la prima volta nel 1962 e vinta nel 2019 da Mauri Van Sevenant (foto di apertura), ci prova ed è una splendida notizia. Dopo la cancellazione dell’edizione 2020 e qualche comprensibile sconforto, il comitato organizzatore sta valutando tutte le opzioni con l’obiettivo ben preciso di far svolgere la corsa. Restano sul tappeto tre punti di domanda, che analizziamo con Marzio Fachin, avvocato che fa la spola tra la Valle e Milano, che negli anni ha ricoperto tutti i ruoli e ora è il responsabile dei rapporti con le squadre.

Fabio Aru coglie la seconda vittoria al Giro della Val d’Aosta, poi passa tra i pro’: è il 2012
Luglio 2012: Fabio Aru coglie la seconda vittoria
Quali sono questi problemi?

Andiamo in ordine crescente di importanza, tenendo il più grande alla fine. Il primo è legato alla disponibilità economica della Regione. Qui si vive di neve e quest’anno i fondi destinati alla montagna non sono stati spesi per ovvi motivi, ma bisogna vedere se decideranno di darne a noi una parte. Abbiamo chiesto di più, il 30%, perché organizzare in epoca Covid è più costoso.

Pensi che questi fondi arriveranno?

Bisogna capire, perché nel frattempo è cambiato l’assetto politico e chi c’è adesso vorrebbe promuovere eventi collegati che, sempre a causa della pandemia, probabilmente non si potranno organizzare. Ma diciamo che al 90 per cento ce la facciamo.

Secondo problema.

I Comuni: abbiamo l’okay di massima, ma con un dubbio. Da noi il ciclismo è vissuto come una festa. Se questo non è possibile, rischiamo che scemi l’interesse. Di sicuro andremo nei paesi più grandi, ma resta comunque abbastanza triste proporre una manifestazione blindata. Per questo e per altri motivi faremo 3 tappe anziché 6, al massimo 4 e senza sconfinare in Piemonte e Francia.

Nel 2013, un giovanissimo Ciccone, in maglia Palazzago, al Val d’Aosta
Nel 2013, Ciccone in maglia Palazzago al Val d’Aosta
Bene, terzo problema?

Il più difficile, il protocollo Uci: ci preoccupa la ricettività alberghiera. La vera forza di questa corsa sono sempre stati gli alberghi a conduzione familiare, in cui si mangia bene e si viene coccolati dai titolari. Abbiamo sempre messo 5-6 squadre insieme, ma se devono dormire in due per hotel, non ci bastano le strutture. Diciamo che abbiamo 10 hotel convenzionati. Se dovessimo andare a cercarne altri in località turistiche come Cervinia o Courmayeur, i costi raddoppierebbero. Allora cosa facciamo, riduciamo il numero delle squadre?

Potreste trovare una maxi struttura che ospiti tanti corridori…

Come al Giro Bio? Ci abbiamo pensato, stanno finendo gli alloggi per gli universitari, ma per luglio non saranno mai pronti. Il bello della nostra accoglienza ci si rivolge contro. E se poi l’estate va come nel 2020, con il boom della montagna, non ci sarà proprio posto. La mia speranza è che il protocollo per luglio sarà un po’ addolcito o che vengano vaccinati gli atleti. E poi c’è un altro problema, che però magari è solo nella mia testa.

Davide Villella ha vinto il Val d’Aosta nel 2013, prima dei mondiali di Firenze
Davide Villella ha vinto il Val d’Aosta nel 2013
Sarebbe il quarto, avvocato: di cosa si tratta?

Dell’entusiasmo delle persone che lavorano con noi. Non abbiamo la struttura di Selleri e del Giro d’Italia U23, loro sono delle macchine da guerra. La lunga sosta ha spinto qualche volontario a crearsi delle attività alternative, vedo meno partecipazione. Siamo una decina a lavorarci per tutto l’anno e sono proprio alcuni di questi ad avere altre idee e altre cose da fare.

Questo potrebbe essere un bel guaio. Il percorso c’è già?

L’anno scorso avremmo avuto 4 tappe in Valle. Aspettiamo l’okay della Regione e poi riprendiamo proprio quelle. Sembra tutto ben avviato, restiamo connessi…