Fancellu, il buio alle spalle. Finalmente adesso si corre

15.03.2022
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Il suo credito nei confronti della sfortuna ha maturato ormai interessi incalcolabili. Quantomeno in relazione allo stretto periodo nel quale si è sviluppato. Alessandro Fancellu (in apertura in azione al Gran Camino) da aprile 2021 ad oggi ha corso pochissimo.

Nella passata stagione lo hanno condizionato problemi fisici in primavera e un incidente a settembre. Quest’anno, quando tutto sembrava essere tornato sotto controllo, ecco che arrivano due positività al Covid a cavallo del suo esordio in Spagna. Circostanze che minano le certezze di atleti fatti e finiti, figuriamoci di un ragazzo di 21 anni. Eppure lo scalatore della Eolo-Kometa ha carattere ed è già pronto a ripartire con rinnovato ottimismo.

Rintracciamo Fancellu mentre rientra da un servizio fotografico fatto nell’azienda di uno sponsor della sua formazione. Dalla voce capiamo subito che la voglia di correre, anzi di fare fatica, è tanta. E che il suo prossimo calendario agonistico è particolarmente stimolante.

Alessandro Fancellu impegnato nella crono della 4ª tappa del Gran Camino, in Spagna, suo esordio stagionale
Alessandro Fancellu impegnato nella crono della 4ª tappa del Gran Camino, in Spagna, suo esordio stagionale
Alessandro, come stai innanzitutto?

Va meglio ora, ho ripreso ad allenarmi già da un po’. Non è stato semplice però. La prima positività al Covid l’ho avuta alla vigilia del mio debutto al Tour of Antalya (10-13 febbraio, dove nel 2020 ha ottenuto un terzo posto nella generale a 4” dal vincitore, ndr). Non ho avuto alcun sintomo, solo un po’ di stanchezza. Poi, quando mi sono negativizzato, ho potuto correre in Galizia il Gran Camino (24-27 febbraio, ndr) ma al rientro ho ripreso il Covid. Stavolta mi ha debilitato molto di più e ci ho messo più tempo a riprendermi.

Dal punto di vista morale invece hai avuto contraccolpi?

Un po’ sì, forse è ciò che ho patito maggiormente. Pensate. Erano dieci mesi che non correvo, mi ero allenato bene, avevo una voglia incredibile e poi ti capita così. Mi ha buttato giù però per mia fortuna la squadra mi ha aiutato tanto. Stefano Zanatta (il diesse, ndr) mi ha tirato su di morale, ci sentivamo ogni giorno. Ed anche Basso e Contador mi hanno chiamato per confortarmi.

A questo punto sei pronto per ripartire. Il tuo calendario quale sarà?

Corro domani la Milano-Torino. Poi a Firenze la Per Sempre Alfredo e a Larciano il Gp Industria (rispettivamente 20 e 27 marzo, ndr). Infine dovrei fare il Giro di Sicilia (12-15 aprile, ndr) e Tour of the Alps (18-22 aprile, ndr). In queste gare potrei giocarmi una convocazione per il Giro d’Italia, ma è ovviamente presto per dirlo. Per la seconda parte di stagione invece vedremo più avanti i miei programmi. Ora sono concentrato alle imminenti corse.

Fancellu sotto sforzo alla Settimana Coppi e Bartali dell’anno scorso. Anche in questo inizio di 2022 sa che dovrà fare fatica
Fancellu sotto sforzo alla Settimana Coppi e Bartali del 2021
E’ come se ricominciassi da zero la preparazione…

Più o meno sì. Avevo fatto fatica nella gara spagnola per prendere il giusto ritmo. Adesso so che mi toccherà la stessa sofferenza (dice ridendo, ndr). Però ripartire da una gara importante come la Milano-Torino ti dà la scossa vedendo gli iscritti. Gare così danno grandi motivazioni.

Con la Eolo-Kometa purtroppo hai corso poco. Come ti trovi?

Benissimo. Credo sia la dimensione per me. E’ la formazione giusta per crescere. In questi anni si è fatta conoscere e ha dimostrato di sapere correre bene, oltre che vincere belle corse. Anche alla Tirreno-Adriatico i miei compagni si sono fatti vedere in tutte le tappe e sono stati protagonisti (Davide Bais ha vestito per due giorni la maglia verde, ndr). Naturalmente grazie a questi risultati, tutti siamo più contenti e si rende meglio sia in allenamento che in gara.

Dove potremo vedere il miglior Fancellu? Che obiettivi hai?

Spero di potermi mettere in mostra presto perché significherebbe che sono tornato in condizione. Per fortuna siamo a marzo, c’è tutto il tempo per correre, anche se è presto per dire che risultati potrei fare e dove. Il mio principale obiettivo di questa stagione è ritrovare le sensazioni migliori dopo un ultimo anno molto difficile. Sento di essere sulla strada giusta.

Che fine ha fatto Fancellu? Ce lo dice Stefano Zanatta

09.09.2021
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Alessandro Fancellu, giovane corridore ventenne, del team Eolo Kometa sta attraversando un periodo non facile per la sua carriera. L’ultima volta che lo abbiamo visto in azione è stato ad aprile al Tour of the Alps, corsa a tappe che si corre principalmente in preparazione al Giro d’Italia. Appuntamento rosa che Alessandro era pronto a conquistarsi sulla strada, a colpi di pedale, poi però il momento buio e le poche certezze sulle sue condizioni fisiche, non gli hanno permesso di correrlo.

«Non so nemmeno io cosa mi sia successo – disse Alessandro – arrivavamo da un ritiro in Sierra Nevada di una ventina di giorni. Stavamo preparando il Tour of the Alps e gli appuntamenti successivi, quando negli ultimi giorni di allenamento ho iniziato ad accusare stanchezza e malessere generale».

Al Tour of the Alps la sua ultima corsa, poi il black out. Eccolo tra Bais e Fetter
Al Tour of the Alps la sua ultima corsa, poi il black out. Eccolo davanti a Fetter

Ne parliamo così con Stefano Zanatta, da quest’anno nello staff tecnico del team Eolo Kometa. Il diesse ha vissuto, insieme ad Ivan Basso, il momento no di Alessandro. E così lo abbiamo intervistato per capire quali possano essere state le cause che hanno portato il ragazzo comasco fino a questo punto di non ritorno.

La squadra come ha reagito alla situazione di Alessandro?

È stato prontamente seguito da tutta l’equipe medica. Ha a disposizione ben quattro persone dello staff che tutti i giorni lo sentono e lo monitorano. In più Ivan (Basso ndr) lo sente quotidianamente, chiama anche i genitori, non è scontato avere tutta questa disponibilità tecnica in un team così giovane. È un bel segnale, la squadra crede in lui, questo non si può negare, ai miei tempi non sarebbe stato così.

Tutti questi mesi senza risposta, come se il suo fosse un male invisibile…

Ha subito il passaggio nel professionismo, lui vorrebbe andare in bici e non far fatica. Il fatto è che gli è cambiato il mondo che lo circonda, ha corso solamente due anni da under 23 e questo dal mio punto di vista lo ha condizionato. 

Alla Settimana Coppi e Bartali ha colto alcuni piazzamenti interessanti
Alla Settimana Coppi e Bartali ha colto alcuni piazzamenti interessanti
Ma ora si passa professionisti molto presto, bisogna mettere in conto anche queste cose…

Vero, passare prima nei pro’ non ti dà un buono sconto per le esperienze non fatte tra gli under. Ora va così e ci si deve anche adattare ai cambiamenti. Correre tra i pro’ cambia tutto, ora affronti gente con anni di esperienza in questo mondo, devi aver voglia di fare più fatica ancora.

In che senso dici “gli è cambiato il mondo che lo circonda”?

Quando è passato professionista aveva i titoli dei giornali dedicati, articoli e proclami da ogni parte. Però poi la gente e soprattutto i giornali, vogliono i risultati e se non arrivano ti surclassano, lui è giovane, non è facile destreggiarsi tra queste cose.

Come mai così ha corso così poco tra gli under?

Era nel team Kometa, la formazione under 23, e dopo i suoi risultati è stato subito contattato da molte squadre. Allora la Eolo ha deciso di portarlo nella formazione pro’, per non perdere la risorsa, questo non ha giovato però alla sua maturazione, fisicamente non è ancora maturo per questo mondo. Deve mettersi in testa di ripartire dalle basi, gli è stato anche consigliato di staccare, fare una vacanza ma non ne ha voluto sapere.

«Continuo ad allenarmi –dice infatti Fancellu – ho fatto una decina di giorni senza bici tra aprile e maggio, ma il mio problema si presenta principalmente in corsa, quando mi alleno generalmente ho delle sensazioni migliori».

Fancellu, classe 2000, è uno scalatore. Da U23 faceva già parte del gruppo Eolo
Fancellu, classe 2000, è uno scalatore. Da U23 faceva già parte del gruppo Eolo
Dalle sue statistiche vediamo che si è ritirato spesso, tende a gettare la spugna?

È un dato da valutare, oltre al Tour of the Alps si è ritirato anche dalla Vuelta a Burgos la scorsa stagione e dal Campionato Italiano. Deve tornare a correre per il gusto di farlo e senza pensare al risultato, mettersi il numero sulla schiena e finire una gara, anche quello è un allenamento.

Sono quattro mesi che non corre, quasi cinque. Ne parlate di un possibile ritorno in gara?

Sì, gli abbiamo tranquillamente detto che quando si sente pronto noi lo possiamo mandare a gareggiare. Non è un problema il correre meno, abbiamo qualche corridore giovane che ha disputato poche gare, ma fa parte della crescita.

È possibile che si sia nascosto dietro a queste sensazioni e si sia disabituato alla fatica?

Questo è un rischio che corriamo, però fa capire quanto si creda in lui. Dice che ha mal di gambe, un corridore ha mal di gambe da gennaio a ottobre, per questo dico che deve riabituarsi a correre ed andare in bici, senza strafare. 

E dal punto di vista medico?

Abbiamo ancora un ultimo esame a cui sottoporlo. E non è neanche facile da fare, perché non tutti gli ospedali lo eseguono, a testimonianza della fiducia della pazienza nei suoi confronti. Alla fine di tutto verrà stilato un rapporto, se non risulteranno anomalie mediche la squadra lo aspetterà nel ritiro invernale, dopo una bella vacanza e da lì inizierà la nuova stagione.

Alessandro Fancellu, Kometa Xstra

Fancellu e quell’incontro sul web con Pantani

21.10.2020
3 min
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Se con Basso parli di Fancellu, vedi che a Ivan si illuminano gli occhi. Il varesino ha una predilezione per i corridori italiani della sua Kometa Xstra, ma per il ragazzino di Binago ha probabilmente un debole. Perché Fancellu va davvero forte in salita e di lui si è accorta anche la Trek-Segafredo. Alessandro sarebbe dovuto passare con loro già nel 2021, ma dopo il complicato 2020, farà ancora un anno nella professional di Basso e Contador, poi salirà al WorldTour

La storia di Fancellu in bicicletta è di quelle che fanno emozionare e inizia ad Aprica, località in cui la famiglia trascorreva le vacanze. Nell’estate dei suoi 13 anni, infatti, il ragazzino si accorge delle indicazioni per il Mortirolo e con la sua mountain bike inizia a pedalare. Dio solo sa quanto tempo impiega, ma arriva in cima. E la sera, mentre lo racconta orgoglioso in famiglia, il padre Salvatore molla lì una battuta: «Dovevi vedere cosa ha fatto Pantani sul Mortirolo!».

E’ la scintilla. Alessandro si attacca a Youtube e inizia a scoprire la storia di un ragazzo con pochi capelli che in bicicletta sapeva volare.

«Pantani è il mio idolo – dice – anche se non l’ho mai visto né conosciuto. Cominciai a vedere quei video e mi resi conto che oltre a saper vincere, Marco era capace di farti innamorare. E fu per questo che decisi di fare il corridore».

Alessandro Fancellu, terzo mondiali juniores, Innsbruck 2018
Fancellu, bronzo ai mondiali juniores di Innsbruck 2018
Alessandro Fancellu, terzo mondiali juniores, Innsbruck 2018
Fancellu, bronzo ai mondiali juniores 2018

Adesso che per trascorsi personali gli occhi brillano anche a chi scrive, il nostro incontro con Fancellu assume un altro sapore.

Sei forte come dice Basso?

Mi fa piacere che parli bene di me. Ritengo di andare bene in salita, ma non sono Evenepoel. Sono un ragazzo di vent’anni con tanta strada da fare.

Soddisfatto del 2020?

Non troppo. Il Giro d’Italia U23 era un obiettivo, ma è andato male. Alla vigilia stavo bene. Poi siamo partiti e devo aver preso un’infezione, perché dopo la quarta tappa, ho cominciato a sentirmi debole. Ad Aprica sono stato malissimo. E dopo il campionato italiano, ho fatto due settimane di antibiotici.

Come l’hanno presa in squadra?

Molto bene, è un grande gruppo. L’anno è stato difficile per tutti e mi sono stati vicini anche dopo il Giro per cercare la causa di questa infezione. All’inizio non conoscevo bene tutti i compagni, perché alcuni erano già nella continental, ma si è formato un bel gruppo.

Le parole di Basso, l’amore per Pantani… Che cos’è per te la salita?

E’ fatica, per tutti. Ma quando sto bene, la salita è anche divertimento. Mi dà soddisfazioni, anche prima dell’arrivo, quando capisci di essere andato.

Quando ti sei sentito super Fancellu?

Quest’anno forse al Tour of Antalya, a inizio stagione. C’erano anche squadre WorldTour e una tappa con l’arrivo in salita, non durissima ma pur sempre in salita. Dovevo tirare per i compagni, ma quando mi sono girato, ho scoperto di essere solo e ho tirato dritto. Ha vinto Zoidl e io sono arrivato quarto.

Che cosa ti manca per fare bene tra i pro’?

Tanto, ma so di poterlo fare e di avere margini. Quest’anno la squadra ci ha permesso di fare parecchia attività tra i pro’. Alla Vuelta Burgos vedere andare forte uno come Valverde è stato illuminante. Vanno davvero tanto, non solo in salita. E io ad esempio dovrò migliorare anche in pianura, per arrivare bene alle salite, che sono il mio ambiente.

E la crono?

Devo lavorarci. Vanno forte ovunque, anche quelli che vanno piano.

Che cosa hai imparato da quest’anno?

Tanto, soprattutto a gestire le situazioni difficili. Quando va tutto bene, non si impara. Quando va male, devi fare conto su di te.

Che effetto fa sentire che Basso ha tanta considerazione di te?

Ivan ci sta molto vicino. Se un consiglio lo dà una persona qualunque, lo ascolti. Ma se te lo dà uno che ha vinto così tanto, lo ascolti due volte. E’ stato bello averlo accanto al Giro, anche se le cose non andavano bene.

Perché non sei come Remco?

Perché è un fenomeno, uno che nasce ogni tanto, come Pantani. E poi è un grande professionista, si vede dal lavoro che ha fatto dopo l’infortunio.

E ora che per un po’ potrai riposare?

Starò a casa e con gli amici. Con le mie sorelle Giulia e Sofia, con mia madre Monia e mio padre Salvatore. Ora sto bene, non vedo l’ora di ricominciare.