Sarà per averne vissuto la storia e per i tanti corridori e direttori sportivi che ha donato al ciclismo mondiale, quando abbiamo saputo che alla Castelli 24H di Feltre avrebbe corso una squadra fatta da ex corridori della Liquigas, abbiamo voluto fortemente raccontarne il ritorno.
E’ stato bello rivedere in gruppo Dario Mariuzzo e risentire la sua voce, come pure riconoscere i volti di ragazzi che con quella maglia hanno raccontato corse e sogni. E siccome è parso chiaro che l’anima della festa sia stato in qualche modo Alan Marangoni, ci è venuta la curiosità di parlare con lui per farci raccontare il dietro le quinte.
A chi è venuta l’idea?
L’idea è venuta a Giovanni Lombardi che già dall’anno scorso pensava di fare questa cosa. Però un conto è avere l’idea e un altro organizzare, infatti a chiamarli tutti ci ho pensato io. Il punto era che Sagan doveva partecipare con Sportful, perché è un loro ambassador. Poteva andare con la squadra di Paolo Kessisoglu, che ha un fine nobile ma è piena di celebrità, oppure si poteva far rivivere la Liquigas e alla fine è andata così. Siamo arrivati in 12 giusti. Poi Nibali ha fatto qualche giro con noi, mentre con Oss non ci siamo riusciti, perché lo hanno fatto tirare tutta la notte ed era sfinito. Ha fatto la foto sul palco e poi è andato via.
Chi è mancato clamorosamente?
Sarebbe stato bello avere Viviani, ma il regolamento vieta che ci siano professionisti in attività, mentre fino a qualche tempo fa, uno per squadra poteva partecipare. Caleb Ewan era al limite, ma ha dichiarato di aver smesso e l’hanno ammesso. Del resto noi l’abbiamo fatta in maniera goliardica, ma era una gara amatorie ufficiale a tutti gli effetti. C’era gente molto agguerrita, che ha fatto il record dei giri della storia della 24 Ore, gente che andava veramente forte. E per questo alla fine Elia non l’ho neanche chiamato. Si poteva correre al massimo in 12 e l’unica eccezione è stata fatta con Nibali.
Qual è stata la reazione dei ragazzi che hai chiamato?
Hanno detto subito di sì. Gli unici che hanno detto di no erano impegnati. I due che sono stati più dispiaciuti di non poter correre sono stati Cataldo e Gasparotto, che erano fuori con le loro squadre. La cosa incredibile è che Amadio ha avuto la conferma di poter usare il nome Liquigas un mese prima, quindi hanno dovuto fare le maglie a tempo di record.
Ci si incontra sempre alle corse, ma questa riunione è stata anche l’occasione per tirare fuori aneddoti e ricordi particolarmente divertenti?
E’ stato bello soprattutto parlare con Mariuzzo, anche di alcune cose che sono successe. Ho ripreso Dario in un video in cui prende in giro Sagan perché è sceso dalla bici ed era finito, rintronato dalla fatica. Inizialmente Peter ha provato a fare corsa di testa, finché ne ha avuto le gambe. E quando è venuto giù era distrutto e si è messo a rispondere a Mariuzzo che avrebbe voluto vedere lui. E Dario ridendo lo pungolava dicendo che lui non lo avrebbe visto nessuno, perché avrebbe corso di notte.
Come essere tornati ai vecchi tempi?
La cosa che ha funzionato molto bene è stata proprio il fatto che eravamo tutti molto amalgamati, molto simili, con lo stesso modo di scherzare. Tanti avevano corso in squadra assieme, mentre io con Pellizotti ad esempio non ho mai corso. Però ho scoperto un modo di fare molto vicino al gruppo. Non so se altri si sarebbero integrati allo stesso modo.
Bennati non c’era?
L’ho chiamato, ma ha corso con Kessisoglu. Ho chiamato Nibali e Oss, ma anche loro si erano impegnati con lui e non ci è sembrato bello chiedergli di dare la disdetta all’ultimo. Ho chiamato anche Capecchi e Vanotti, ma erano impegnati. Se fossero arrivati tutti quelli che ho chiamato, sarebbe servito fare almeno due squadre.
Se davvero l’anno prossimo rimettono insieme la Mapei, poi bisognerà chiamare anche tutti gli ex della Mercatone Uno…
Sarebbe meraviglioso, in effetti. Vediamo come andrà il prossimo anno, pare che prenderà in mano tutto Red Bull o almeno così si dice. Ripensandoci ora, è stata una di quelle cose che è meglio fare quando si presenta l’occasione, perché non sai mai cosa possa succedere in futuro.