Dietro le quinte della reunion Liquigas: Marangoni racconta

12.06.2025
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Sarà per averne vissuto la storia e per i tanti corridori e direttori sportivi che ha donato al ciclismo mondiale, quando abbiamo saputo che alla Castelli 24H di Feltre avrebbe corso una squadra fatta da ex corridori della Liquigas, abbiamo voluto fortemente raccontarne il ritorno.

E’ stato bello rivedere in gruppo Dario Mariuzzo e risentire la sua voce, come pure riconoscere i volti di ragazzi che con quella maglia hanno raccontato corse e sogni. E siccome è parso chiaro che l’anima della festa sia stato in qualche modo Alan Marangoni, ci è venuta la curiosità di parlare con lui per farci raccontare il dietro le quinte.

Nibali ha corso solo pochi giri con il team Liquigas, in prestito dal team di Paolo Kessisoglu
Nibali ha corso solo pochi giri con il team Liquigas, in prestito dal team di Paolo Kessisoglu
A chi è venuta l’idea? 

L’idea è venuta a Giovanni Lombardi che già dall’anno scorso pensava di fare questa cosa. Però un conto è avere l’idea e un altro organizzare, infatti a chiamarli tutti ci ho pensato io. Il punto era che Sagan doveva partecipare con Sportful, perché è un loro ambassador. Poteva andare con la squadra di Paolo Kessisoglu, che ha un fine nobile ma è piena di celebrità, oppure si poteva far rivivere la Liquigas e alla fine è andata così. Siamo arrivati in 12 giusti. Poi Nibali ha fatto qualche giro con noi, mentre con Oss non ci siamo riusciti, perché lo hanno fatto tirare tutta la notte ed era sfinito. Ha fatto la foto sul palco e poi è andato via.

Chi è mancato clamorosamente?

Sarebbe stato bello avere Viviani, ma il regolamento vieta che ci siano professionisti in attività, mentre fino a qualche tempo fa, uno per squadra poteva partecipare. Caleb Ewan era al limite, ma ha dichiarato di aver smesso e l’hanno ammesso. Del resto noi l’abbiamo fatta in maniera goliardica, ma era una gara amatorie ufficiale a tutti gli effetti. C’era gente molto agguerrita, che ha fatto il record dei giri della storia della 24 Ore, gente che andava veramente forte. E per questo alla fine Elia non l’ho neanche chiamato. Si poteva correre al massimo in 12 e l’unica eccezione è stata fatta con Nibali.

Il team Liquigas è stato costruito da Marangoni attorno a Sagan
Qual è stata la reazione dei ragazzi che hai chiamato?

Hanno detto subito di sì. Gli unici che hanno detto di no erano impegnati. I due che sono stati più dispiaciuti di non poter correre sono stati Cataldo e Gasparotto, che erano fuori con le loro squadre. La cosa incredibile è che Amadio ha avuto la conferma di poter usare il nome Liquigas un mese prima, quindi hanno dovuto fare le maglie a tempo di record.

Ci si incontra sempre alle corse, ma questa riunione è stata anche l’occasione per tirare fuori aneddoti e ricordi particolarmente divertenti?

E’ stato bello soprattutto parlare con Mariuzzo, anche di alcune cose che sono successe. Ho ripreso Dario in un video in cui prende in giro Sagan perché è sceso dalla bici ed era finito, rintronato dalla fatica. Inizialmente Peter ha provato a fare corsa di testa, finché ne ha avuto le gambe. E quando è venuto giù era distrutto e si è messo a rispondere a Mariuzzo che avrebbe voluto vedere lui. E Dario ridendo lo pungolava dicendo che lui non lo avrebbe visto nessuno, perché avrebbe corso di notte.

Da Dalto e Sagan: il campione e il gregario di fiducia. Quei due hanno scritto pagine di storia
Da Dalto e Sagan: il campione e il gregario di fiducia. Qui due hanno scritto pagine di storia
Come essere tornati ai vecchi tempi?

La cosa che ha funzionato molto bene è stata proprio il fatto che eravamo tutti molto amalgamati, molto simili, con lo stesso modo di scherzare. Tanti avevano corso in squadra assieme, mentre io con Pellizotti ad esempio non ho mai corso. Però ho scoperto un modo di fare molto vicino al gruppo. Non so se altri si sarebbero integrati allo stesso modo.

Bennati non c’era?

L’ho chiamato, ma ha corso con Kessisoglu. Ho chiamato Nibali e Oss, ma anche loro si erano impegnati con lui e non ci è sembrato bello chiedergli di dare la disdetta all’ultimo. Ho chiamato anche Capecchi e Vanotti, ma erano impegnati. Se fossero arrivati tutti quelli che ho chiamato, sarebbe servito fare almeno due squadre.

Se davvero l’anno prossimo rimettono insieme la Mapei, poi bisognerà chiamare anche tutti gli ex della Mercatone Uno…

Sarebbe meraviglioso, in effetti. Vediamo come andrà il prossimo anno, pare che prenderà in mano tutto Red Bull o almeno così si dice. Ripensandoci ora, è stata una di quelle cose che è meglio fare quando si presenta l’occasione, perché non sai mai cosa possa succedere in futuro.

Feltre, Castelli 24H: rivive per una sera la favola della Liquigas

08.06.2025
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FELTRE – Basta il nome Liquigas e all’appassionato di ciclismo non può non scappare la lacrimuccia. A dare lustro alla 23ª edizione della Castelli 24h, la festa della bicicletta che ogni anno pone il comune bellunese al centro del mondo del pedale, ci ha pensato la squadra che tra il 2006 e il 2014 ha scritto la storia sulla strada tra Grandi Giri e classiche. Un boato ha accolto la presentazione sul palco del team, qualche minuto prima delle 21 di venerdì, per la reunion nata da una suggestione di Giovanni Lombardi.

Li riconoscete? Da sinistra il ds Mariuzzo, Ponzi, Da Dalto, Moser, Sagan, Marangoni, Curtolo, Pellizotti, Oss (foto Castelli 24H)

Sagan capitano

Alan Marangoni, Alberto Curtolo, Simone Ponzi, Franco Pellizotti, Fabio Sabatini, Moreno Moser, Mauro Da Dalto, Tiziano Dall’Antonia, Stefano Agostini, Ivan Santaromita, insieme al mitico diesse Dario Mariuzzo, presentatosi al ritiro dei chip e del pacco gara con una maglia verde brillante con una scritta inequivocabile sul petto: Sagan. Già perché il tre volte campione del mondo e re di Fiandre e Roubaix non poteva proprio mancare. Anzi, Peter e il suo sorrisone hanno aperto le danze di questa rimpatriata

«E’ un’occasione speciale- ha raccontato l’asso slovacco – e sono contento di essere qui e di partire per primo. Sono molto emozionato, perché la Liquigas mi ha lanciato nel mondo dei pro’ ed è bello rivedere così tanti vecchi amici».

Al suo fianco, ad abbracciarlo c’è il mitico Mariuzzo che aggiunge: «Bello indossare questa maglia di nuovo con lui come i vecchi tempi e rivivere quelle vittorie e quei momenti magici». 

Moreno Moser, coetaneo di Sagan, ha corso con questa squadra nel 2011 e 2012 (foto Castelli 24H)
Moreno Moser, coetaneo di Sagan, ha corso con questa squadra nel 2011 e 2012 (foto Castelli 24H)

Marangoni regista

Deus ex machina di questa rimpatriata è stato Marangoni, che ha rimesso insieme i pezzi di storia e spronato il team fino alla bandiera a scacchi come solo lui sa fare.

«Ho avuto l’incarico di formare la squadra – racconta – e li ho chiamati uno per uno, ma il diesse l’ho lasciato fare a Mariuzzo, che tra l’altro è anche il più allenato di tutti quanti. Infatti, mi è toccato pure girare come una trottola, perché mi sono ritrovato in una squadra di gente che non pedala mai e ho fatto più di 100 chilometri».

Tutti ricordano con nostalgia i tempi d’oro, come commenta Da Dalto, “passistone” come lo definisce Marangoni e pedina fondamentale per Sagan: «Ci siamo divertiti tantissimo in quegli anni, credo molto di più di quello che avviene nel ciclismo moderno».

I voti di Pellizotti

Pellizotti, oramai calato nel nuovo ruolo in ammiraglia Bahrain Victorius, commenta le prestazioni dei compagni: «Mariuzzo sta andando a tutto gas. Peter si è difeso bene, Moserino anche. Ponzi da rivedere, anche perché è partito senza trasponder, quindi è come se non avesse corso».

Non è stato l’unico inconveniente perché come racconta Marangoni: «Dall’Antonia si è presentato con il cambio scarico e ha dovuto prendere in prestito la bici di Da Dalto. Per fortuna avevamo il nostro Mvp, Mariuzzo, che ha dato spettacolo nonostante non sia più un giovanotto».

Sul palco alla presentazione: da sinistra Sagan, Marangoni, Curtolo, Pellizotti e Oss (foto Castelli 24H)

Una maglia storica

E proprio il tanto citato diesse stuzzica Pellizzotti che prova a seguire le sue orme: «Ha ancora tanta strada da fare». E Franco incassa con un sorriso: «C’è sempre da imparare, non bisogna mai fermarsi e da uno come Dario non posso che prendere un grande esempio. A parte tutto, è stata una bellissima esperienza, vestendo una maglia che ha fatto la storia del ciclismo degli ultimi vent’anni e tutti sono stati contenti di tornare a indossarla».

Goliardia, ricordi e tante risate: l’esperimento è riuscitissimo e i tanti appassionati che hanno assiepato le strade del circuito cittadino di Feltre hanno applaudito e travolto d’affetto una delle squadre più forti della storia del ciclismo.

Vincenzo Nibali ha corso con la Liquigas dal 2006 al 2012, vincendo la Vuelta e altre 14 corse (foto Castelli 24H)
Nibali ha corso con la Liquigas dal 2006 al 2012, vincendo la Vuelta e altre 14 corse (foto Castelli 24H)

Nibali e la sfida 2026

E non è finita qui, perché nel team benefico di C’è Da Fare capitanato da Paolo Kessisoglu c’erano anche Daniel Oss e Vincenzo Nibali, altri due gioielli della scuderia Liquigas. Lo Squalo messinese non ha resistito alla chiamata della storica maglia verde e, su gentile concessione del comico ligure, ha sfrecciato anche coi vecchi compagni.

«Bello questo doppio impegno – ha sorriso – per una buona causa e per ritrovare i compagni di tante vittorie. Questi colori mi hanno lanciato nell’Olimpo del ciclismo ed è stato fantastico ritrovarli qui a Feltre. Velocità buona, anche se la gamba non era delle migliori dopo un Giro d’Italia vissuto in ammiraglia, per cui ho sofferto un pochino. E’ stato un momento conviviale di grande festa, grazie agli sforzi del Comitato organizzatore ed è stato bello celebrarlo tutti insieme. Davvero stupendo ritrovare tanti ex compagni di squadra, direttori sportivi, meccanici: è stato davvero un evento spettacolare, un po’ di fatica c’è, ma soprattutto tanto divertimento».

Si sussurra che per il 2026 Andrea Tafi, questo weekend col team Rudy Project, e anche Paolo Bettini stiano già pensando a una rimpatriata della Mapei: la sfida è già lanciata.