Voeckler, la tattica folle era ben ponderata. E tutti ci sono cascati

28.09.2021
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Thomas Voeckler... ha pianto, ha gioito e soprattutto ci ha creduto… alla vittoria. E’ vero, il numero è tutto di Julian Alaphilippe, ma una bella fetta del suo successo e dell’aver demolito gli avversari chilometro dopo chilometro è del tecnico francese.

T-Blanc lo ricordiamo per le sue fughe, spesso folli e per le sue smorfie. Ma il suo modo di essere attaccante dentro lo sta riportando, con intelligenza, anche da commissario. 

Thomas Voeckler è tecnico dei galletti da due anni e ha vinto due mondiali (foto Twitter)
Thomas Voeckler è tecnico dei galletti da due anni e ha vinto due mondiali (foto Twitter)

Contro l’Italia…

La tattica della sua Francia, Voekler ce l’aveva ben in mente prima del via. Dopo il Tour de Bretagne si è ritrovato un Alaphilippe che probabilmente non si aspettava neanche lui e da quel momento la sua testa ha iniziato a mulinare la “tattica pazza”, come è stata definita, ma azzeccata. Da lì ha deciso di attaccare a 180 chilometri dall’arrivo.

«Avevo nove corridori che hanno seguito le istruzioni alla lettera. Hanno avuto fiducia nelle mie scelte tattiche fatte già tre giorni prima. Erano tutti d’accordo (persino Demare si è messo a disposizione, ndr). Ho detto ai ragazzi di non correre contro il Belgio, ma soprattutto contro l’Italia e le altre nazioni come Inghilterra e Olanda. E l’ordine d’arrivo lo dimostra».

Nella testa di Voeckler c’era l’idea di chiamare l’Italia e l’Olanda al lavoro. Non solo il Belgio…
Nella testa di Voeckler c’era l’idea di chiamare l’Italia e l’Olanda al lavoro. Non solo il Belgio…

La tattica folle

«Hanno detto che la mia azione era idiota? Bene – continua Voeckler – ma scattando così da lontano abbiamo rotto i loro piani e gli abbiamo fatto perdere uomini preziosi». E lo dimostrano sia il super lavoro a cui è stato poi chiamato Evenepoel, gli azzurri che si sono persi e al fatto che Van Aert stesso abbia ammesso che è rimasto sorpreso dall’affondo nel primo giro grande.

Ed è stato un affondo vero e improvviso. Dando un’occhiata ai dati e ai tempi di percorrenza, si nota come la prima metà del primo giro grande sia stata la più veloce. E lì sono stati i vari Cosnefroy (nella foto di apertura, ndr) e Madouas a creare scompiglio. Per trovare gli stessi valori bisogna attendere la seconda metà dello stesso circuito, ma nella tornata successiva 120 chilometri dopo. Cioè al primo attacco di Alaphilippe.

Francia sul podio prima del via. Si corre per Alaphilippe (o Senechal in caso di arrivo in volata)

Un finale diverso…

«In realtà Alaphilippe non avrebbe dovuto fare tutti quegli scatti nel finale – ammette il cittì a Cyclisme Actu – Ne avrebbe dovuti fare di più Valentin Madouas, mentre Florian Sénéchal doveva attendere lo sprint. Invece Julian mi ha fatto prendere un bello spavento! Sono molto contento per lui e per tutta la squadra. È un ottimo corridore e una persona incredibile. Attaccare Van Aert e gli altri a 15 e passa chilometri dall’arrivo è il ciclismo che amo». 

E poi ha concluso con le sue solite uscite a tinte forti. «Ho 42 anni e vorrei vivere ancora un po’! Per questo, scherzando, ho detto al presidente della federazione francese che avrei lasciato. Questi ragazzi mi faranno morire prima o poi!» ha detto a France Tv.