Non ha fatto il Giro e neppure il Tour, dov’è Matteo Trentin? La voce arriva bella squillante come al solito, sullo sfondo si riconosce il vociare del centro di Livigno, dove Matteo resterà sino al 20 luglio. Un appartamento in centro, Claudia, i bambini e un bel sole che però in teoria da oggi e per un paio di giorni lascerà il posto a qualche pioggia. Il programma è arrivare fortissimo al finale di stagione, vincere finalmente una corsa e poi presentarsi a tutta agli europei e al mondiale.
«Farò tutto il programma spagnolo – dice – rientro al Castilla y Leon, poi San Sebastian, Getxo, Burgos e la Vuelta. Il problema è non aver fatto grandi Giri, quindi devo macinare corse. La gara migliore per preparare il mondiale sarebbe il Tour of Britain. Inizialmente sembrava che aprissero, adesso sembra che cambi e che ogni municipalità possa dare regole diverse… Voglio un calendario sicuro, si può capire. E mi sta bene sapere cosa farò e dove sarò pronto per combinare qualcosa di buono».
Tricolore saltato
La ripresa dopo le classiche è passata per la Vuelta Andalucia, lo Slovenia e l’Appennino. Ma c’era la sfortuna in agguato e a causa della caduta in Spagna, il campionato italiano è andato a farsi benedire.
«E’ stato un infortunio più che altro fastidioso – spiega – sono caduto, ma dato che si era in corsa e si andava a tutta, sono ripartito, sapete com’è… Poi però si è infettata la ferita e avevo un piede fuori posto, con versamento nella caviglia. L’italiano però l’ho saltato per la ferita. Stavo facendo antibiotici e non sarebbe stato il massimo con i 40 gradi all’ombra di Imola. Per cui in accordo con la squadra, si è deciso di non andare. Mi è dispiaciuto».
Europei in casa
Mentre qualcuno lo chiama e lui per un secondo sparisce, il discorso si sposta sugli obiettivi di fine stagione. Perché se è vero che europei e mondiali sono adatti per Colbrelli, Cimolai e Nizzolo, figurarsi che cosa ne pensi Trentin.
«Gli europei saranno duri – dice – con tanta salita, ma le due volte che ho fatto la Vuelta, poi in salita andavo bene, per cui sono tranquillo. Il mondiale sono andato a vederlo, la salita dell’europeo invece l’ho fatta per anni due volte al giorno per cinque giorni alla settimana quando andavo a scuola. Non in bici, ma in bus, però ce l’ho tutta presente. Parte da Porta Aquila e sale verso Povo, all’Università, poi alla rotondina giri a sinistra verso Villazzano e la discesa è tutta da pedalare. La strada della Bolghera, svolta verso le caserme e poi si va verso il Duomo per l’arrivo. Invece il mondiale sarà un casino…».
Stress iridato
Avendo vissuto a Trento per qualche anno, la sua descrizione solleva ricordi e riferimenti comuni: il percorso degli europei è stato presentato ieri e presto ci torneremo. Ma ad aprile siamo stati anche noi sui percorsi del mondiale di Leuven e quella sua previsione ci incuriosisce.
«Sarà come Glasgow più o meno – dice ricordando gli europei vinti nel 2018 – ci sarà una fase di riposo sulla tangenziale che faremo due volte a giro, poi sarà per tutto il giorno un super stress nel tenere la posizione. Saremo sempre in curva. E se si pensa che a settembre in Belgio potrebbe anche capitare la giornata di maltempo, il quadro è completo. Sarà una classica, un percorso parecchio tecnico e nervoso».
Nessun regalo
Le classiche, il suo pane quotidiano, anche nel primo anno al Uae Team Emirates. Trentin non ha vinto, ma è stato fra i protagonisti di tutte le corse cui ha preso parte, pagando spesso il pegno alla sfortuna e a qualche foratura di troppo.
«Sono andato bene – rivendica con orgoglio – ho fatto anche i miei piazzamenti. Terzo alla Gand, terzo al Brabante. Ottavo all’Het Nieuwsblad, quarto a Kuurne. Poi ho staccato, sapendo che il finale di stagione sarà bello impegnativo. Alla Vuelta Andalucia non ero neanche male, ma sono caduto e in questo ciclismo non può mancarti neanche un quarto, perché la paghi. Lo stiamo vedendo al Tour. Tutti quelli che sono caduti, anche la caduta più leggera, l’hanno pagata. Per cui adesso finisco questi 20 giorni in altura, vado per una settimana a casa e poi si riparte. Com’è giù il tempo? Mi sa che una pioggerellina farebbe comodo anche a voi…».