Tour du Limousin: finalmente il giorno di Mozzato

17.08.2023
5 min
Salva

A un certo punto, dopo tanti piazzamenti e nessuna vittoria, nella testa di Luca Mozzato ha iniziato a farsi largo il dubbio di non essere un vincente. L’ultimo successo risaliva al Circuito del Porto del 2019, quando batté in volata Gomez, che all’epoca correva nella Colpack, e altri che fanno ancora fatica a guadagnarsi un posto al sole.

Per lui nel frattempo è arrivato il professionismo e con il salto di qualità, un’infinità di piazzamenti nelle mezze classiche del Nord e nelle tappe del Tour: in due anni di Grande Boucle, il vicentino è finito per sei volte nei dieci, ma di vittorie neanche parlarne. Invece ieri a Trelissac la luna ha girato nel verso giusto e Luca ha vinto la seconda tappa al Tour du Limousin. Non sarà il Tour e neanche la Roubaix, ma niente come la vittoria sa dare un senso alla fatica. E così, mentre di solito lo chiamavamo per raccontare i suoi progetti, i piazzamenti e i successi altrui, questa volta il protagonista è lui: Mozzato Luca da Arzignano, 25 anni, professionista dal 2020.

La Arkea-Samsic ha lavorato per riprendere la fuga e ha lanciato Mozzato verso la vittoria
La Arkea-Samsic ha lavorato per riprendere la fuga e ha lanciato Mozzato verso la vittoria
Non vincevi da quattro anni, c’è voluta costanza…

Intanto devo ringraziare la squadra. Sembra una cosa banale che dicono tutti, però oggi (ieri, ndr) hanno cominciato a lavorare tanto lontano dall’arrivo. Parliamo di 150 chilometri. Quando hai un leader che garantisce la vittoria, è un po’ più facile. Invece nel mio caso, insomma, il caso di un corridore che non ha mai vinto… Fare quel tipo di lavoro è perché ci si aspetta che riesca a vincere. Mi hanno dato fiducia, non era una cosa scontata.

Siete partiti per far la corsa per te?

Ci credevano quasi di più i miei compagni che io stesso. Hanno cominciato a lavorare, tenendo la fuga a tiro. Però i chilometri passavano e andare a prenderli non è stato facile. Ci siamo riusciti nel finale e a quel punto l’arrivo mi dava una mano, perché non era né troppo duro né tutto piatto. Alla fine venivano fuori le gambe e io ho trovato il momento giusto per partire, perché comunque ero messo abbastanza bene.

Qual era il momento giusto?

Ai 300 ho visto davanti a me che Cosnefroy e Askey si sono un po’ toccati e hanno perso inerzia. Così ho deciso di partire abbastanza lungo, visto il tipo di arrivo. Era quello il momento giusto.

In corsa anche la Intermarchè-Circus con Rota e Petilli, che oggi potrebbero fare la corsa a Bort les Orgues
In corsa anche la Intermarchè-Circus con Rota e Petilli, che oggi potrebbero fare la corsa a Bort les Orgues
Perché secondo te hanno deciso di fare corsa per te?

Sono uscito bene dal Tour e hanno deciso di darmi fiducia. Poi comunque qui di velocisti “di calibro” non ce ne sono tantissimi, quindi, guardando il parterre, hanno valutato che forse avevamo noi l’uomo vincente. E avranno pensato: proviamo a metterlo nelle condizioni di giocarsi la corsa.

Quanto sei più leggero stasera?

Abbastanza, anche perché comunque questa prima vittoria non è mai diventata un’ossessione, però cominciava a essere tanto tempo che non vincevo. E anche dal mio punto di vista dovevo cercare di capire che tipo di corridore sono. Essere un corridore che fa la corsa e non vince non è proprio il massimo. Non sono più giovanissimo, però mi davo ancora un paio d’anni per vedere che tipo di corridore potessi essere. E in questo paio d’anni volevo provare a giocarmi le mie carte e adesso questa vittoria aiuta.

Secondo te i tanti piazzamenti al Tour dipendevano da un fatto di fiducia o dal confronto con gente più forte?

Ho sempre pensato che mi riesce più facile piazzarmi in una corsa impegnativa, dove il livello è altissimo come al Tour, piuttosto che vincere le corsette di livello inferiore. Che poi adesso parlare di corsette… Non ce ne sono più, però mi riesce più facile tirare fuori il quinto-sesto posto in una corsa dove ci sono i fenomeni, piuttosto che vincere 3-4 corse con un parterre minore.

L’ultimo successo di Mozzato risaliva al 2019, quando vinse il Circuito del Porto da U23
L’ultimo successo di Mozzato risaliva al 2019, quando vinse il Circuito del Porto da U23
Perché?

Perché sono un corridore veloce, ma non velocissimo. Quindi i velocisti non li stacco tutti e sono quella via di mezzo che mi permette di spaziare in tanti tipi di corse, soprattutto le classiche, anche se questo finora non mi ha permesso di essere vincente.

Secondo te questa vittoria può dare qualcosa in termini di convinzione?

Sicuramente. E può fare la differenza soprattutto con gli avversari, che magari adesso vorranno venire alla mia ruota: Questo fa una grande differenza.

Da cosa hai capito di essere uscito bene dal Tour?

Mi sembrava di averlo finito e non essere proprio cotto. Ero stanco come tutti, però era una stanchezza positiva, stanchezza buona. Non ero nella situazione in cui non volevo muovermi dal letto per tre giorni. Insomma, stavo ancora relativamente bene e quindi dopo 2-3 giorni di recupero, le sensazioni in bici sono state subito buone.

Prossime tappe?

Domani (oggi, ndr) si arriva in salita. Non è un colle di montagna, però è decisamente troppo dura. Invece sul circuito di Limoges se ne può riparlare, perché magari arrivano in tanti e la corsa è giocabile. Il problema è sempre capire se il gruppo arriva a giocarsi la corsa e se io sarò ancora nel gruppo.

Al Tour du Limousin c’è anche la Eolo-Kometa, con Bais, Pietrobon, Rivi, Lonardi, Maestri, Bevilacqua e Muñoz
Al Tour du Limousin c’è anche la Eolo-Kometa, con Bais, Pietrobon, Rivi, Lonardi, Maestri, Bevilacqua e Muñoz
Anche la squadra sarà motivata a provarci, no?

Sicuramente, però il Limousin è una corsa particolarmente difficile da controllare, quindi se anche c’è la volontà, poi bisogna avere le gambe e una situazione favorevole.

Ultima cosa: il prossimo anno arriva Albanese: pensi che si inserirà bene?

Non so quello che si aspettano, ma hanno preso un bel corridore. Albanese è forte in volata e passa le salite. Per il calendario che fanno qua in Francia, può essere utilissimo. Quindi oltre a tutte le corse WorldTour che farà e che fino adesso non ha mai fatto, aggiunge potenziale a tutta la squadra.

Se stamattina ti avessero detto che stavi per vincere la tua prina corsa?

Ci avrei sperato, creduto non lo so. Diciamo che c’era una serie di concause che poteva farmi credere che ci sarei andato vicino. Ma quando uno non ha mai vinto, fa fatica a capire quale sia la giornata giusta. Però è andata bene, sono contento. Sono davvero contento.