Tour 2025, su il velo: Prudhomme spiega e fa gli scongiuri

30.10.2024
7 min
Salva

«Se si sovrappongono la mappa del 2024 e quella del 2025 – ha detto ieri Christian Prudhomme a margine della presentazione del Tour – si può notare che stiamo facendo in modo di attraversare tutte le regioni, colmando le lacune. E’ una regola, almeno ogni cinque anni, passare in ogni angolo della Francia. L’unica parte che fa eccezione è la Corsica, ma sono ancora più tranquillo perché sono stato io a portare il Tour lì per la prima volta nel 2013».

Ieri Parigi ha tenuto a battesimo il Tour de France del 2025, con il consueto clima da grande evento e il grande interesse per un percorso che torna alle origine della Boucle (in apertura foto A.S.O./Etienne Coudret). Una prima settimana piuttosto veloce e i Pirenei prima delle Alpi, con il finale che torna a Parigi, ora che la Capitale si è lasciata indietro la baraonda olimpica.

Prudhomme, a destra, ha rivendicato il disegno del Tour e la sua partenza dal Nord (foto A.S.O./Etienne Coudret)
Prudhomme, a destra, ha rivendicato il disegno del Tour e la sua partenza dal Nord (foto A.S.O./Etienne Coudret)

Partenza alla francese

Dopo le partenze da Copenhagen, Bilbao e Firenze, il prossimo Tour de France sarà interamente francese, senza neppure un chilometro oltre qualche recondito confine.

«Sono favorevole alle grandi partenze all’estero – ha spiegato Prudhomme – perché permettono al Tour de France di spiegare ulteriormente le sue ali. Ma a condizione che si vada sistematicamente anche nelle città medie e nelle piccole comunità locali. Sarà così anche l’anno prossimo, ad esempio con Ennezat o Vif, o con Mûr-de-Bretagne a Guerlédan con i suoi 2.500 abitanti. Dopo tre grandi partenze all’estero, partiremo dal Nord e abbiamo progettato il Tour in base all’altimetria dei luoghi che abbiamo trovato, alla bellezza dei paesaggi e anche alla storia del ciclismo».

Omaggio ai grandi

Il Tour torna in Normandia per la prima volta dal 2016, passando per la città natale di Anquetil. Passerà per Calorguen dove vive Bernard Hinault che il prossimo anno compirà 70 anni. La partenza a Saint Meen le Grand permetterà di omaggiare Louison Bobet nel centenario della nascita. Mentre La Plagne sarà l’occasione per ricordare Laurent Fignon, che ne ha conquistato per due volte il traguardo alpino.

«Negli ultimi quindici anni – ha spiegato ancora Prudhomme – abbiamo fatto in modo che la prima settimana non fosse più concepita con tappe pianeggianti come un tempo. Ma non illudetevi: quella del 2025 sarà una falsa prima settimana pianeggiante. Tra il finale di Boulogne, la rampa di Saint Hilaire prima dell’arrivo a Rouen o il Mur de Bretagne da superare due volte, come nel 2021, gli attaccanti in stile Liegi saranno serviti, come pure gli uomini di classifica. Complessivamente, il Tour 2025 prevede sei tappe per velocisti, di cui potenzialmente quattro nei primi dieci giorni. Eppure non è detto che ognuna di queste tappe sia una volata di gruppo».

Mark Cavendish ha ricevuto il tributo di Parigi per la carriera e il record di vittorie di tappa (foto A.S.O./Etienne Coudret)
Mark Cavendish ha ricevuto il tributo di Parigi per la carriera e il record di vittorie di tappa (foto A.S.O./Etienne Coudret)

Partenza per velocisti

Un Tour come una volta, insomma, perché quando si parte da lassù, è chiaro che per arrivare alle montagne ci saranno da percorrere diverse centinaia di chilometri

«E’ chiaro – ha detto ancora Prudhomme – che se si parte da Nizza, Bilbao o Firenze, come negli ultimi tre anni, si è già ai piedi delle salite. Forse il prossimo sarà un Tour più tradizionale, ma non c’è stata una scelta in questa direzione. Semplicemente è dipeso dalla scelta del luogo di partenza. Sarà invece tradizionale l’arrivo finale a Parigi. Siamo stati molto felici di arrivare a Nizza, l’unica città a offrirci questa opportunità a pochi giorni dall’apertura dei Giochi Olimpici. Ma siamo anche molto felici di tornare a Parigi sugli Champs Elysées e sono sicuro che sarà lo stesso tra 25 o 50 anni».

Il Tour de France 2025 misura 3.320 km con 51.550 metri di dislivello
Il Tour de France 2025 misura 3.320 km con 51.550 metri di dislivello

21 tappe, 2 crono, 2 riposi

Un’edizione totalmente in suolo francese, con una serie di tappe molto interessanti e trappole lungo il percorso, a partire dalla crono di Rouen del quinto giorno e poi l’arrivo su Mur de Bretagne due giorni dopo. I Pirenei prima delle Alpi, con l’arrivo di Hautacam e la cronoscalata dell’indomani a Peyragudes che precede un’altra giornata di montagna: cruciale gestire bene le forze. La via che porta verso le Alpi incontra il Mont Ventoux, che immette negli ultimi giorni ad altissima tensione

1ª tappa (5/7)Lille – Lille185 km
2ª tappa (6/7) Lauwin Planque – Boulogne sur Mer212 km
3ª tappa (7/7)Valenciennes – Dunkerque172 km
4ª tappa (8/7) Amiens – Rouen173 km
5ª tappa (9/7) Caen – Caen (crono)33 km
6ª tappa (10/7)Bayeux – Vire Normandie201 km
7ª tappa (11/7) Saint-Malo – Mur de Bretagne194 km
8ª tappa (12/7) Saint Méen Le Grand – Laval174 km
9ª tappa (13/7) Chinon – Châteauroux170 km
10ª tappa (14/7) Ennezat – Le Mont Dore163 km
Riposo (15/7) Toulouse
11ª tappa (16/7) Toulouse – Toulouse154 km
12ª tappa (17/7) Auch – Hautacam181 km
13ª tappa (18/7)Loudenvielle – Peyragudes (crono)11 km
14ª tappa (19/7) Pau – Luchons-Superbagnéres183 km
15ª tappa (20/7) Muret – Carcassonne169 km
Riposo (21/7)Montpellier
16ª tappa (22/7) Montpellier – Mont Ventoux172 km
17ª tappa (23/7) Bollène – Valence161 km
18ª tappa (24/7) Vif – Courchevel, Col de la Loze171 km
19ª tappa (25/7) Albertville – La Plagne130 km
20ª tappa (26/7) Nantua – Pontarlier185 km
21ª tappa (27/7)Mantes-la-Ville – Paris120 km
Totale 3.320 km

Salite diversamente mitiche

Pianura in avvio, ma per fortuna le montagne non mancheranno, con qualche gradito ritorno. Come quello del Mont Ventoux, che per la prima volta da oltre dieci anni avrà l’arrivo sulla cima. L’ultima volta fu nel 2013, quando Froome scatenò la prima della lunga serie di… frullate che gli avrebbero permesso di dominare per quattro volte il Tour.

«Ci eravamo passati nel 2021 – ricorda Prudhomme – ma l’arrivo era in fondo, a Malaucène. C’è stato anche l’arrivo accorciato nel 2016 allo Chalet Reynard a causa del vento, quando Froome si mise a correre a piedi. In realtà saranno passati 12 anni da quella prima vittoria di Chris. Ci sono effettivamente alcune tappe obbligatorie, perché sono monumenti del Tour, luoghi mitici. Il Tourmalet, il Galibier, il Ventoux o l’Alpe d’Huez, ma abbiamo capito e lo hanno capito i politici locali che oltre a certi traguardi mitici si possono azzardare anche altre salite meno conosciute. Per questo sono nati il Col de la Loze e la Planche des Belles Filles, che appartengono a una storia molto recente. Tutto quello che dobbiamo fare è sperare che la cronometro in salita di Peyragudes non dia la svolta definitiva al Tour e che l’arrivo sul Ventoux lasci ancora un po’ di suspense per ultime due tappe alpine di Courchevel e La Plagne».

Sarà stato un modo di dire, ma in fondo che la corsa venga schiacciata subito dal solito dominatore è qualcosa che fa tentennare anche gli organizzatori. Come andare al cinema per un thriller, sapendo già come andrà a finire. Forse in cuor suo e da ottimo giornalista qual era, Prudhomme tifa per il ritorno di Vingegaard e la crescita di Evenepoel.