Natnael Tesfatsion ha concluso il Tour of the Alps con una maglia gialla e un pappagallo sulle spalle. La maglia era quella per il corridore più combattivo. E il pappagallo stava a ricordare che questa maglia era dedicata a Michele Scarponi, il quale aveva appunto il suo amato pappagallino Frankie che spesso lo accompagnava in allenamento.
Un tributo che l’organizzazione del TOTA ha voluto rendere a Michele nel giorno dei cinque anni dalla sua scomparsa. In questa corsa Scarponi colse il suo ultimo successo. Ed è stato un momento simbolico molto toccante. La sera prima di ricevere questo premio Gianni Savio, team manager della Drone Hopper – Androni Giocattoli, ha spiegato chi fosse “Scarpa” a Tesfatsion. E l’eritreo deve aver capito l’importanza della persona di cui si parlava.
Scarponi sulle spalle
Lui, 22enne, non poteva conoscerlo, tanto più provenendo da così lontano. Al suo fianco c’era Marco Scarponi, fratello di Michele, venuto a Lienz per consegnare proprio questa maglia.
«Non conoscevo Michele – dice Tesfatsion – ma mi hanno detto che era una persona speciale oltre che un forte corridore. E’ un onore indossare questa maglia di corridore più combattivo del Tour of the Alps. Sono molto contento».
A Villabassa aveva la vittoria a portata di mano, ma non è stato un “gatto” nel finale. Un piccola distrazione nel lotteria degli scatti e negli ultimi tre chilometri ha perso le ruote dei due favoriti: Kamna, che infatti poi ha vinto, e Amador, secondo.
«Voleva il rifornimento, ma era troppo tardi per darglielo – aveva detto Giovanni Ellena – ma sono errori di gioventù. Natnael ha ancora l’età perché glieli si possano perdonare».
Testa al Giro
Ma con “Natalino” si guarda avanti. E avanti significa Giro d’Italia. Lui è uno dei pochi atleti in casa Drone Hopper – Androni Giocattoli ad avere il posto assicurato per la corsa rosa. L’aver vinto quella maglia non è stato solo un simbolo. L’ha conquistata perché è stato più volte in fuga ed è entrato due volte nella top dieci.
«Arrivo al Giro – ha detto Tesfatsion – in buone condizioni. E soprattutto dopo queste prestazioni al Tour of the Alps ho anche più convinzione di me stesso. Di certo cercherò di dare il massimo e fare del mio meglio. Ma so che non sarà facile. Il mio obiettivo è vincere una tappa».
L’eritreo è relativamente timido, però parla. Dice che non sa ancora bene l’italiano, parla in inglese, ma da quel che abbiamo visto capisce benone la nostra lingua. Almeno la sensazione è quella.
Nonostante sia magrissimo (175 centimetri per 60 chili), non si ritiene uno scalatore puro e dice che nelle salite più dure, quelle dal nove per cento in su, fa fatica. Ma ha aggiunto anche che lotterà.
Attacchi da lontano
Lotterà, attaccando da lontano. Sarà questo il suo modo di correre anche al Giro.
«Certo – spiega Tesfatsion – che attaccherò da lontano e che cercherò le fughe. E’ l’unico modo che ho per poter vincere, perché non sono ancora pronto per il testa a testa con i migliori. Davanti i corridori più forti, sono ancora… più forti».
Eppure “Natalino” migliora di corsa in corsa. Ha vinto il Tour del Rwanda e soprattutto è alla seconda partecipazione alla corsa rosa. Un qualcosa vorrà pur dire.
«Vero, però non posso ancora battermi con loro perché io sono giovane. Alla fine non è da tanto che sono in Europa. Non ho tanta esperienza. Soprattutto in salita».
Infine chiudiamo con una battuta. Non sarà in Europa da tanto tempo, come dice, però si è ambientato bene e quando gli chiediamo cosa gli piace del nostro Paese non ci pensa due volte.
«Mi piace tutto, ma soprattutto il cibo: i gelati, la pasta e la pizza in particolar modo. La mia preferita è con tonno e cipolle! Anche perché io non posso mangiare il prosciutto».