Team Relay: vendetta della Svizzera, iridata per 3 secondi

21.09.2022
5 min
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Svizzera, Italia, Australia. Il tavolo della conferenza stampa oggi è pieno di campioni. Diciotto, sei per squadra, e per una volta a dominare è il concetto di Nazione. Lo stesso motivo per cui anni fa funzionava alla grande la Cento Chilometri. Così quando a Stefan Kung chiedono che cosa si provi ad aver conquistato una maglia iridata, lui fa un sorriso e dice che andrà ad aggiungersi alla sua collezione, ma che fondamentalmente la maglia appartiene a Swiss Cycling, la Federazione svizzera.

Tattica australiana

L’Australia partita presto per anticipare la pioggia non ne ha tratto poi questo gran vantaggio. Avrebbero probabilmente fatto lo stesso tempo partendo con gli altri, ma alla vigilia non potevano saperlo. Di certo il cielo oggi su Wollongong è nero come la pece, tira aria fredda e da domani fino a sabato ci sarà da ripararsi come meglio si può.

L’Olanda ha perso subito Mollema per l’attacco di un gabbiano (@PhotoNews)
L’Olanda ha perso subito Mollema per l’attacco di un gabbiano (@PhotoNews)

Maledizione olandese

Perciò è stato di nuovo Svizzera contro Italia sin dall’inizio. Schmid, Kung e Bissegger contro Ganna, Sobrero e Affini. Poi Chabey, Reysser e Koller, contro Guazzini, Longo Borghini e Cecchini. C’era così tanto talento lungo la strada a un certo punto, che anche l’apparizione di Van der Poel è passata sotto silenzio, anche se sull’Olanda si è abbattuta una iella da guinness dei primati.

«Quasi tutto ciò che poteva andare storto, è andato storto – ha detto lo stesso Van der Poel – abbiamo perso Bauke Mollema quasi subito per l’attacco di un gabbiano. Abbiamo comunque cercato di fare il meglio, ma fa una grande differenza fra tre corridori e due. Fai meno curve in testa e ti siedi più a lungo. E poi le cose sono andate storte anche per le donne. Spero che Annemiek Van Vleuten non si sia fatta troppo male, perché è sembrata una brutta caduta. Questo praticamente riassume tutta la giornata».

Per la azzurre hanno corso (da sinistra) Guazzini, Longo Borghini e Cecchini
Per la azzurre hanno corso (da sinistra) Guazzini, Longo Borghini e Cecchini

Rimonta Italia

Tra Svizzera e Italia alla fine sono rimasti appena 2”920, meno di 3 secondi. Erano 10 dopo la prova degli uomini, poi le ragazze ne hanno recuperati 7.

«Avevamo un buon morale – dice Elisa Longo Borghini – sia prima sia adesso. Abbiamo avuto buona musica grazie a Filippo Ganna e proprio i ragazzi hanno fatto una buonissima corsa. Noi abbiamo fatto il nostro meglio per chiudere il buco con la Svizzera. Elena Cecchini aveva il compito di portarci il più avanti possibile fino alla salita, poi siamo rimaste Vittoria ed io a fare la nostra parte».

I tre svizzeri (Schmid, Kung e Bissegger) scavano un solco di 10″
I tre svizzeri (Schmid, Kung e Bissegger) scavano un solco di 10″

Rivincita Reusser

Seduta accanto, Marlen Reusser ha ricambiato il sorriso. Terza l’altro giorno nella crono elite e campionessa europea a Monaco, ha ricordato di quando lo scorso anno la Svizzera rimase giù dal podio, pur avendo lo stesso tempo dell’Italia. La differenza la fecero i centesimi, che furono 5 a favore dei nostri. Gli svizzeri erano gli stessi che oggi hanno conquistato l’oro, nell’Italia c’era Marta Cavalli al posto di Vittoria Guazzini.

«L’anno scorso – dice Reusser – abbiamo perso la medaglia per un pelo. Quando quest’anno abbiamo visto di aver vinto, è stata una clamorosa rivincita. E proprio contro l’Italia. Siamo partiti per andare forte, non era chiaro chi si sarebbe dovuto staccare, non era chiaro se qualcuno si sarebbe staccato…».

Ganna e l’Ora

E poi la domanda immancabile è arrivata anche per Ganna, che è andato certamente meglio di domenica scorsa, pur non dando le trenate terrificanti che tanti si aspettavano. Ma è anche vero che in una prova come questa conta che arrivi anche il secondo.

«Non credo – risponde Pippo – che la preparazione del record dell’Ora mi abbia danneggiato nella crono e non credo che siano sforzi paragonabili. La crono ha un ritmo diverso, nell’Ora devi essere costante. Per cui l’altro giorno è stata una giornataccia, chiudiamo il libro. Domattina alle 6 ho il volo per tornare a casa e recuperare, prima di iniziare a lavorare per il record».

A quattr’occhi, uscendo dalla sala della conferenza aggiunge che andrà via dall’hotel alle due del mattino e a questo punto tirerà dritto senza chiudere occhio, sperando di dormire poi in aereo.

Annemiek Van Vleuten cammina lentamente dalla partenza, dove è caduta, fino al box
Annemiek Van Vleuten cammina lentamente dalla partenza, dove è caduta, fino al box

Van Vleuten in ospedale

L’ultima voce arriva da Annemiek Van Vleuten, che in queste ore è in ospedale facendo esami e radiografie.

«E’ esplosa la gomma anteriore – fa sapere – non potevo farci niente. Improvvisamente mi sono ritrovata a terra. Ho solo molto dolore e il gomito che non sta affatto bene. Tutto il fianco è ferito, perciò siamo andati subito in ospedale a fare delle radiografie. Sono preoccupata per sabato (gara su strada delle donne, ndr). Non mi aspettavo una cosa del genere, non posso credere a quello che è successo».