L’estate magica – pardon, dorata – dell’Italia sportiva agli europei non si ferma più. Dopo i trionfi della nazionale di calcio e recentemente di quella di volley femminile, stavolta tocca al ciclismo che nella rassegna continentale di Trento centra la medaglia d’oro (dopo due bronzi nelle precedenti due edizioni) nel Team Mixed Relay. Una prova nata nel 2019, che in pratica è una staffetta tra il terzetto maschile e quello femminile.
Matteo Sobrero, Filippo Ganna, Alessandro De Marchi, Elena Cecchini, Marta Cavalli ed Elisa Longo Borghini (in rigoroso ordine di dorsale) hanno battuto di 21” la Germania (campione uscente) e di 27” l’Olanda (vittoriosa due anni fa). Regalando così al ciclismo azzurro la prima medaglia di questi europei trentini, la 43ª totale da quando si disputa la manifestazione.
Come si prepara?
Ma che tipo di gara è questa Mixed Relay? Come si prepara? Basta solo andare a tutta? Oppure ci deve essere della sintonia ed equilibrio tra il trio maschile e quello femminile per evitare che ci sia della pressione? Forse non c’è una risposta assoluta, ma una serie di giusti meccanismi che ti portano ad essere competitivi in una specialità del genere.
Appena finita la cerimonia delle premiazioni fermiamo Marco Velo, che era in ammiraglia insieme al cittì Davide Cassani, e gli chiediamo subito le primissime impressioni.
Grande felicità per questa vittoria immaginiamo.
Sapevamo di poter far bene con gente come Pippo, Matteo ed Alessandro. Avevamo un’ottima squadra così come la era quella femminile. Tutti ci aspettavano, ma non è mai facile vincere contro formazioni come Olanda e Germania. Tutti i ragazzi hanno fatto una prova superlativa, con ottimi tempi ed intermedi. Questa medaglia è il giusto premio per tutti.
Fa piacere che sia arrivata in questa specialità. Che valore ha questo oro?
Il movimento sta bene e deve continuare a stare bene, ci tenevamo a vincere questo europeo in casa. A crono ora siamo competitivi, mentre abbiamo perso sulle gare in linea o a tappe, è questione di ciclicità. Ora sfruttiamo il momento di essere forti a cronometro. Diciamo che questa medaglia dà quella spinta morale in più per affrontare meglio quelle individuali.
Dal punto di vista tecnico come è stato l’avvicinamento?
Non è stato facile preparare ed interpretare una gara di questo genere perché i ragazzi non avevano mai provato assieme. In questa specialità bisogna essere molto bravi a sapersi adattare al ritmo degli altri e non è mai facile.
Vi siete confrontati o interfacciati con Salvoldi? Oppure l’obiettivo era creare un tesoretto di secondi da lasciare alle ragazze?
Non era questione di interfacciarci prima con loro. Sapevamo che c’era da andare a tutta per poi far gestire il vantaggio alle ragazze, che poi alla fine hanno pure incrementato il margine. Anzi, non avevano nemmeno bisogno di questo vantaggio. Sono state bravissime, quindi complimenti alle ragazze.
Rivalsa De Marchi
Nella zona mista passano a turno i neocampioni d’Europa, ne sentiamo alcuni. «Personalmente – dice De Marchi – era una corsa a cui avevo strizzato l’occhio appena avevo ripreso la stagione dopo l’infortunio, che mi incuriosiva ed attirava. Con una squadra così eccezionale, abbiamo centrato il risultato pieno. E’ un successo di squadra, ha qualcosa di speciale proprio perché è ottenuto con altri compagni. E’ un segnale che il movimento c’è e funziona sia nel femminile che nel maschile in una specialità che richiede attenzione ai dettagli».
Dal quartetto alla staffetta
Fa eco a De Marchi anche Ganna: «Ogni volta voglio superarmi. Abbiamo ottenuto questo bellissimo risultato di squadra, era la prima volta che lo facevo e mi incuriosiva sempre quando guardavo da casa questa prova. Per l’occasione ho chiesto a Cassani se potevo farla, visto che in meno di 24 ore avrei disputato la crono individuale, dove voglio fare molto bene, ed ho subito avuto riscontro positivo. Similitudini col quartetto in pista? Diciamo che tutti e sei abbiamo fatto un ottimo lavoro di squadra, ognuno ha messo il suo. Abbiamo dimostrato di essere un bel gruppo».
Preparazione veloce
«E’ una medaglia bellissima – spiega Longo Borghini – perché dimostra la forza di un team, di una nazione e di un intero movimento. E’ un orgoglio indossare la maglia azzurra e sempre una grande soddisfazione poter vincere in Italia. Come si prepara? In verità è stata una cosa un po’ veloce perché abbiamo sempre il calendario molto pieno. Quando siamo arrivati qua abbiamo provato il percorso decidendo che la prima parte sarebbe stata di controllo e la seconda di velocità».