Strade Bianche, Mohoric e Pidcock mirano Van der Poel

03.03.2023
6 min
Salva

Mohoric sembra calmo al punto giusto. Le prime corse del Nord hanno detto che la gamba c’è e la Strade Bianche risveglia in lui lo spirito del guerriero. Domani ci sarà da combattere, andare forte in salita e anche mettere a frutto le proprie doti di guida. E se anche la corsa non sarà decisa da un reggisella telescopico come nell’ultima Sanremo, il confabulare fra lo sloveno e i suoi meccanici fa capire che sul fronte delle ruote alla Bahrain Victorious potrebbero avere l’asso nella manica.

Mohoric (in apertura con Simona Mazzoleni, addetta stampa del team) e il resto della squadra useranno le nuove ruote Vision con il canale più largo e tubeless da 28, che grazie alla larghezza del cerchio si potranno gonfiare presumibilmente a pressioni più basse.

Mohoric in forma

L’hotel Montaperti si trova più o meno a 25 chilometri dall’arrivo della Strade Bianche. Qui la corsa sarà quasi decisa e semmai ci saranno Colle Pinzuto e poi le Tolfe per dare un altro scossone, prima della resa dei conti sullo strappo finale. Il parcheggio è ricolmo di mezzi, fra pullman, camion, ammiraglie e biciclette. Sono così pigiati che mentre parli con De Marchi che intanto sistema la sella della sua Giant, ti arrivano addosso gli spruzzi di uno accanto che sta lavando il pullman.

«Sono in forma – dice Mohoricl’inverno è andato molto bene quest’anno. Non mi sono mai ammalato, quindi credo di essere pronto per le classiche. Le corse in Belgio hanno detto che la condizione c’è. Abbiamo fatto degli errori, come spesso succede, però quando le cose gireranno nel verso giusto, sono convinto che potremo vincere».

La Strade Bianche 2023 si corre sulla distanza di 184 chilometri
La Strade Bianche 2023 si corre sulla distanza di 184 chilometri

Mistero sulle pressioni

Ci si interroga sul meteo e sugli uomini. Van der Poel se ne sta rintanato fra i suoi compagni, sapendo di essere l’osservato speciale, mentre gli altri si chiedono come si possa farlo fuori, impedendogli di esplodere ancora una volta nell’ultimo muro, come gli riuscì alla grande nel 2021, con la stessa veemenza che a Hoogerheide gli ha fruttato l’ennesimo mondiale di cross.

«Gli uomini da battere – conferma Mohoric – sono Van der Poel, Alaphilippe e la Jumbo Visma con Tjesi Benoot e anche Attila Valter. E poi ci sono anche altri corridori che scopriremo dopo il Monte Sante Marie. Il punto è sempre quello. Noi abbiamo una squadra compatta, con uno spirito molto alto.

«La Strade Bianche – prosegue – è uno degli obiettivi di quest’anno. Il fondo è più duro e più compatto, visto che ha piovuto. Però ho visto che in alcuni tratti hanno buttato della sabbia nuova, quindi bisognerà fare attenzione, perché secondo me sarà più tecnico degli altri anni. In compenso, essendo così duro, credo che ci saranno meno forature rispetto a quando corremmo d’estate nell’anno del Covid. Scelte tecniche speciali? Forse un po’ la pressione (ride con lo sguardo acuto, ndr), ma semmai ne parliamo domattina». 

Pidcock super concentrato

Nel mazzo non ha messo Pidcock, forse perché non ci crede o forse perché lo ha dimenticato. Sta di fatto che quando stamattina siamo stati nell’hotel di Monteriggioni in cui alloggiano Ineos Grenadiers e anche la Jumbo Visma, il britannico è partito con l’espressione del viso contratta, nel segno della più grande concentrazione. Lo stesso addetto stampa sudafricano ha preferito rinviare ogni intervista per lasciarlo tranquillo. Con i ragazzi, che oggi hanno fatto appena una sgambata avendo ripassato ieri gli ultimi 100 chilometri di gara, è uscito anche Kurt Bogaerts, che di Pidcock è il preparatore, qualunque disciplina affronti.

«Abbiamo Kwiatkowski che ha vinto due Strade Bianche – ha detto Tosatto, prima di partire per l’allenamento – ma è certo che Tom sta bene. Sicuramente la squadra è incentrata su di lui, però abbiamo anche altre carte. Dipende tutto come si mette la corsa. Quello che ho detto loro è che sarà importante essere in tanti davanti dopo il Sante Marie, la salita che fa la differenza.

«Comincia tutto lì, perché la storia dimostra che questa corsa non si può prendere in mano prima di quel punto. Però si può perderla nei chilometri precedenti. L’anno scorso la grande caduta di Alaphilippe ha cambiato un po’ le carte sul tavolo…».

Pidcock e Kwiatkowski saranno gli unici nella squadra a usare pneumatici da 28, mentre gli altri andranno sul 30 e tutti con ruote Shimano C36. Quanto ai rapporti, ormai c’è sempre meno da giocare. Le aziende consegnano combinazioni piuttosto bloccate, sarà il caso di farsele andare bene.

Tricolore d’Australia

Nell’hotel Montaperti a un certo punto incontriamo Zana, campione italiano al debutto in Italia con la nuova maglia della Jayco-AlUla, che l’anno scorso alla Strade Bianche entrò nei primi venti.

«L’inizio stagione è stato difficile – dice il veneto che ha debuttato alla Ruta del Sol e ha fatto poi le due corse francesi – anche l’inverno è stato un po’ così, però adesso comincio a stare meglio e quindi voglio fare bene. Nelle prime corse ho messo un po’ di fatica nelle gambe, spero di riuscire a dare una mano alla squadra. Correre con la maglia tricolore è sempre bello, farlo in Italia è anche meglio. Domani sarà una grande giornata.

«Correre in una WorldTour cambia parecchio. Riesci a stare davanti e a risparmiare qualcosa, quindi nel finale riesci ad avere in tasca quell’euro che fa la differenza. Per il resto, mi trovo bene. Già dal ritiro, abbiamo cercato di creare un bel gruppo perché penso che faccia la differenza. Sono cambiati tanti corridori, siamo quasi partiti da zero. Dopo la Strade Bianche farò il Catalunya, speriamo davvero di trovare una bella gamba e andare sempre meglio».