Il “Brama” è inquieto. Se da una parte con i corridori è il solito amicone, capace di trasmettergli grinta anche solo per bere un caffè, dall’altra ha lo sguardo vigile su ciò che accade intorno. L’attenzione estrema per tutto ciò che è igiene e attenzione ai protocolli Covid lo tiene ben sveglio. Quando vedi che a causa della cancellazione della Vuelta San Juan se ne va a monte l’altura colombiana dei corridori che sarebbero partiti dall’Argentina, capisci che basta un niente per compromettere settimane di lavoro. Per questo le squadre si stanno chiudendo a riccio. Per questo Bramati è così circospetto. Tutto intorno, la Quick Step-Alpha Vinyl che si avvia al debutto con buone sensazioni, forte dei suoi tanti uomini capaci di vincere.
«Qualcuno è andato via – conferma Bramati – ma siamo ancora forti su tutti i terreni. Lo zoccolo duro è rimasto, manca solo Almeida. Gli italiani sono cresciuti e speriamo che crescano ancora. E poi con Jakobsen, Alaphilippe ed Evenepoel possiamo fare davvero delle belle cose».
Remco sembra aver ritrovato la verve di prima dell’incidente…
E’ incredibile quello che può fare. Non voglio neanche parlare delle vittorie, ma avete visto cosa ha combinato al mondiale? Giusto o sbagliato, la tattica l’ha fatta il Belgio. Ma vedere un ragazzo di vent’anni che si porta il gruppo sulle spalle per 180 chilometri è stato una dimostrazione di forza incredibile.
E questo conferma la sua eccezionalità…
Come lui, c’è lui… Noi avevamo visto le sue potenzialità, ma sappiamo che è merce rara. Con l’Adispro, l’associazione dei direttori sportivi in Italia, si è parlato di questo aspetto. Fare più attività fra gli U23 non è male, ma Remco è stato subito forte.
Alaphilippe è molto più consapevole rispetto al 2021 (foto Wout Beel) Pronta per il campione del mondo una Specialized celebrativa (foto Wout Beel) Sull’orizzontale, le vittorie di Imola e Leuven (foto Wout Beel)
A proposito di mondiale, anche Alaphilippe sembra ben consapevole di quel che lo aspetta.
La seconda maglia iridata peserà meno. Non è stato facile portarla in giro l’anno scorso, ma non si può negare che sia stato sempre protagonista. La maglia si è vista, l’ha onorata e per quest’anno vuole puntare bene alle Ardenne. La Liegi è la prova Monumento che più gli si addice, chissà che questa non sia la volta buona.
Sarà facile gestire il dualismo fra Jakobsen e Cavendish?
Fabio e Mark vanno d’accordo e questa è già una buona cosa. Cav ha dimostrato di non essere un atleta da pensionare, con quattro tappe e la maglia verde al Tour. Jakobsen invece è tornato capace di vincere grandi corse. Credo che non serva assegnare dei ruoli sin da adesso, è meglio partire e vedere come andrà la stagione.
E’ del tutto improponibile che corrano insieme?
Non so a cosa servirebbe, soprattutto al Tour. Quest’anno è molto diverso rispetto al solito. C’è la crono e subito una volata che però con quel lungo ponte potrebbe spaccare il gruppo. Alla quinta tappa c’è già il pavé e poi si riparlerà di una volata vera alla 18ª tappa. Davanti a un disegno come questo e dovendo partire con 8 corridori, è normale che si debbano fare delle scelte.
Gli italiani possono crescere?
Hanno fatto vedere tanto. Masnada nel finale di stagione ha colpito. Ballerini ha fatto un grande inizio, poi ha aiutato e ha chiuso in crescendo. Bagioli è rientrato dall’infortunio e ha fatto una grande Vuelta. Cattaneo può migliorare ancora. Lo dico a bassa voce sennò mi accusano di essere tifoso, ma secondo me faranno tutti un bel salto di qualità.