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Con Ulissi nei segreti del Tour Down Under che riparte

05.01.2023
5 min
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Dopo due anni di stop ripartirà il Tour Down Under, la prima corsa di livello WorldTour della stagione. Si tratta di una gara a tappe che ha sempre condito l’ultima metà di gennaio, che ha come cornice le strade ed i colori dell’Australia Meridionale. Regione non lontana da Wollongong teatro degli ultimi mondiali di ciclismo. 

Chi con la corsa australiana ha costruito un buon feeling è Diego Ulissi, il toscano nei suoi ormai 13 anni di carriera ha collezionato degli ottimi piazzamenti. Terzo nel 2014, quinto nel 2017, quarto nel 2018 ed infine secondo nel 2020. Quest’ultimo è il miglior risultato ottenuto da Ulissi in Australia.

L’ultimo vincitore del Tour Down Under, nel 2020, è stato Richie Porte
L’ultimo vincitore del Tour Down Under, nel 2020, è stato Richie Porte

A ruota di Ulissi

Il corridore della UAE Emirates ci porta con sé tra i ricordi e le curiosità del Tour Down Under. Una corsa che si gioca sempre sul filo dei secondi dato che il percorso non presenta grandi difficoltà altimetriche.

«Il Down Under – spiega dalla sua calda toscana Ulissi – è fondamentalmente una delle gare meglio organizzate a livello mondiale. E’ sempre stato un piacere andarci, anche se il viaggio è davvero lungo. Il clima è bellissimo, soleggiato e parecchio caldo (in Australia ora è estate, ndr). Il fuso orario è tosto da assorbire quindi è meglio andare lì il prima possibile così da adattarsi al nuovo ritmo di vita. Si tratta della prima gara WorldTour, quindi ci sono tanti punti in ballo ed un grande livello di competizione. Una corsa come il Tour Down Under si programma già dal finale della stagione precedente».

Giacomo Nizzolo, Tour Down Under 2020
Nel 2020 l’unica vittoria italiana è arrivata grazie allo sprint vincente di Giacomo Nizzolo
Giacomo Nizzolo, Tour Down Under 2020
Nel 2020 l’unica vittoria italiana è arrivata grazie allo sprint vincente di Giacomo Nizzolo

Il percorso

Fino al 2020, l’ultima volta in cui si è disputato, il Tour Down Under prevedeva sei tappe con un percorso sempre mosso. Quest’anno le tappe sono sempre sei, ma è stato aggiunto un prologo iniziale di sei chilometri che si correrà nella città di Adelaide

«Non sono presenti grandi salite lungo le varie tappe – riprende Ulissi – di conseguenza i distacchi si mantengono minimi. Diventano importanti i piazzamenti, nel 2020 sono arrivato a pari tempo con altri tre corridori (Dennis, Geschke, Van Baarle, ndr) ed ho guadagnato il secondo posto in classifica generale grazie ai piazzamenti. Questo per dire che se si vuole fare classifica al Tour Down Under bisogna arrivare preparati e correre sempre nelle prime posizioni del gruppo.

«Quest’anno, con l’aggiunta di un prologo all’inizio – continua Ulissi – che di conseguenza toglie una tappa in linea, aumenterà l’importanza degli abbuoni e dei piazzamenti. Una cronometro all’esordio, anche se di sei chilometri, è pur sempre un fattore determinante. Perdere quindici o venti secondi può escludere alcuni corridori dalla lotta per la vittoria finale».

In una corsa come il Tour Down Under bisogna sempre farsi trovare pronti, anche pochi secondi possono essere determinanti
In una corsa come il Down Under non si possono perdere nemmeno pochi secondi, bisogna correre davanti

La grande assente: Willunga

Rispetto alle edizioni prima della pandemia il Tour Down Under ha perso il suo “giudice” ovvero la salita di Willunga. Non una grande ascesa come la intendiamo noi ma comunque un bel trampolino di lancio per tentare di scavare un solco, seppur minimo, in classifica generale. Per aumentarne l’importanza la salita di Willunga era inserita nell’ultima o penultima tappa. 

«E’ sempre stata la salita più lunga del Tour Down Under – dice – che inevitabilmente decideva le sorti della classifica generale. Richie Porte è il re di quella salita (il tasmaniano dal 2014 al 2020 non è mai uscito dai primi due sul traguardo di Willunga, sei vittorie ed un secondo posto, ndr). Si tratta di un’ascesa di quattro chilometri con punte massime all’otto per cento, gli ultimi cinquecento metri sono praticamente piani, è una salita da rapportone».

La salita di Willunga è terreno di caccia del tasmaniano, per lui in 8 anni ben 6 vittorie
La salita di Willunga è terreno di caccia del tasmaniano, per lui in 8 anni ben 6 vittorie

I corridori di casa

Nelle ventidue edizioni del Tour Down Under i corridori di casa si sono aggiudicati per tredici volte la classifica finale. Un dato che evidenzia come questa corsa sia fondamentale per il movimento ciclistico del Paese. 

«E’ molto difficile equiparare lo stato di forma dei corridori australiani – conferma Ulissi – si allenano su quelle strade da mesi. In più il caldo incide, noi andiamo a fare la preparazione in Spagna ma per la maggior parte del tempo ci alleniamo al freddo. Il percorso non è difficile ma è un continuo sali e scendi, in più i corridori australiani sono spinti anche da una grande motivazione. Si tratta della gara di casa ed una delle poche che ci sono nel loro Paese, quindi hanno voglia di mettersi in mostra».

Il pubblico australiano si è sempre presentato il gran numero sulle strade della corsa
Il pubblico australiano si è sempre presentato il gran numero sulle strade della corsa

Logistica

In una corsa dall’altra parte del mondo è importante arrivare sempre con una grande organizzazione, sia per quanto riguarda gli hotel che gli spostamenti.

«In Australia ci siamo sempre trovati benissimo – conclude Ulissi – le tappe si svolgono sempre nella stessa zona intorno ad Adelaide. L’hotel dove si alloggia è sempre lo stesso, non cambia mai per tutta la durata della corsa e questo è una grande comodità. Siccome le tappe si svolgevano sempre nella zona di Adelaide gli spostamenti tra hotel e partenza o arrivo e hotel li abbiamo quasi sempre fatti in bici. E’ un bel modo per evitare stress e per aggiungere chilometri nelle gambe. Le tappe sono sempre abbastanza corte, intorno ai 150 chilometri e quindi mettere qualche ora in più non è male».