Fernando Gaviria riparte dal Team Movistar, per un 2023 che all’alba dei suoi 28 anni vuole essere un riscatto. Maximilian Sciandri, diesse della squadra spagnola, ci spiega i motivi del suo arrivo alla Movistar. Il colombiano è il primo velocista puro che approda alla corte di Unzue.
«E’ il quinto anno che sono alla Movistar – esordisce Sciandri – e l’arrivo di Gaviria è un piccolo grande cambiamento. Non abbiamo mai avuto un velocista, si è sempre puntato sulle corse a tappe».
Quando vi siete accorti di aver bisogno di uno come Gaviria?
A metà della scorsa stagione, quando ci siamo ritrovati a rincorrere nella classifica del ranking UCI. Se avessimo avuto un velocista avremmo avuto più possibilità di raccogliere punti importanti, Gaviria è uno di quelli che ha la stoccata vincente.
Come si inserirà in una squadra che ha sempre puntato sulle corse a tappe?
Fernando (Gaviria, ndr) è un velocista atipico, uno che non ha bisogno del treno che lo porta fino ai 300 metri dall’arrivo. Si adatta, la cosa fondamentale sarà portarlo all’ultimo chilometro o poco più avanti nelle posizioni di testa.
Chi saranno i suoi angeli custodi?
Abbiamo tanti corridori che possono dargli una mano: Aranburu, Erviti, Rojas… Ma anche lo stesso Cortina. Ovviamente bisogna imparare a costruire il treno o perlomeno un’intesa che permetta a Gaviria di mettersi in mostra.
Partirà dall’Argentina, corsa nella quale ha fatto bene in passato.
Sì, ha sempre fatto bene alla Vuelta a San Juan, tra il 2017 ed il 2020 ha vinto ben otto tappe.
Partire bene fin dalle prime corse è fondamentale, per non trovarsi poi a rincorrere…
Ne abbiamo parlato anche tra membri dello staff durante il ritiro di dicembre. Quando ero in BMC al Tour Down Under arrivavamo con una squadra già competitiva con Porte, Evans o Dennis. Un corridore come Gaviria è in grado di “tirare” la squadra. Quando si parte con il piede giusto si è fatta una buona parte del lavoro…
Che impressione hai avuto di Gaviria in questi primi giorni insieme?
Siamo stati in ritiro con la squadra, due settimane ad Almeria, e poi abbiamo fatto la presentazione a Madrid. Lo avevo incontrato qualche volta in giro alle gare, ma non ci eravamo mai conosciuti. Mi sembra un ragazzo estremamente serio e con una gran voglia di riscatto.
Anche perché gli ultimi due anni alla UAE Emirates non sono stati dei migliori.
Secondo me dentro stava stretto, nel senso che la UAE ha tanti corridori molto forti ed è difficile trovare il proprio spazio. Qui alla Movistar potrà avere più chance di mettersi in mostra, anche se il suo calendario non lo conosco ancora. So che staremo spesso insieme ma dobbiamo decidere bene a quali corse puntare.
Si troverà in una squadra spagnola, cambierà qualcosa?
Da noi potrà avere maggiore empatia, Fernando è un ragazzo che ha una grande personalità. E’ molto carismatico ed ha creato subito un buon feeling con i nuovi compagni.
In ritiro che impressione ti ha fatto?
E’ già ad un buon punto nella preparazione, anche perché tra meno di due settimane sarà in corsa. Abbiamo fatto molte distanze e qualche lavoro specifico, come sprint e dei fuori soglia. A lui piace molto fare allenamento e distanze dietro macchina, è un po’ alla vecchia maniera.