Strada Etna

Il Giro a 2.860 metri sull’Etna. Sogno o realtà?

30.11.2020
4 min
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Un ingegnere, una passione, un vulcano, un sogno. L’ingegnere è Fabio La Ferla. La passione è il ciclismo. Il vulcano è l’Etna. E il sogno è portarci il Giro d’Italia.

Sì, il Giro ci è già arrivato più volte, ma in questo caso parliamo di portarlo proprio in cima! A lambire i crateri. Stavolta la cosa è grossa davvero, stavolta si parla di arrivare a 2.860 metri di quota, per quello che sarebbe l’arrivo più alto della storia dei grandi Giri.

La ricognizione con i pro’ e le immagini spettacolari del finale sull’Etna

Si può fare

Cerchiamo di fare ordine. L’ingegner La Ferla è appassionato di ciclismo ed è un grande conoscitore dell’Etna. Con l’avvento delle gravel bike, ma anche dei freni a disco che hanno reso possibile montare gomme più larghe sulle specialissime, l’idea di portare il ciclismo professionistico lassù è diventata improvvisamente più che concreta.

«Tutto nacque – dice La Ferla – sul finire del 2018. Iniziai fare degli studi tecnici sul percorso che andrebbe da Piano Provenzana alla base dell’osservatorio INGV dell’Etna. E mi resi conto che la cosa si poteva fare. Poiché siamo nel cuore di un Parco Nazionale e per di più con le criticità di un vulcano, mi sono rivolto all’Ingv che lo monitora costantemente. Anche loro hanno fatto una perizia e degli studi tecnici sulla base del mio progetto. E lo hanno fatto con il geologo Marco Neri, Primo Ricercatore Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – Sezione di Catania, il quale ha dato esito positivo».

La documentazione prodotta in questi due anni è mastodontica. E alla fine ne emerge che il versante di Nord Est è il più sicuro,in quanto statisticamente non ci sono eruzioni pericolose e soprattutto la zona è più protetta  dalle fuoriuscite di gas dei crateri sommitali a quota 3.350. E infatti non è un caso che questa area sia stata scelta per installare la seggiovia che giunge sino a quota 2.500 ed è proprio da questo versante Nord che salgono ogni anno migliaia di turisti.

Etna
La ricognizione con i professionisti l’anno scorso
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La ricognizione con i professionisti l’anno scorso

Una rampa micidiale

«Chiaramente tutta la logistica va strutturata bene. E la sicurezza di tutti (corridori, staff tecnico, pubblico) viene prima di ogni cosa – riprende La Ferla – Ma soprattutto da quel versante eventuali variazioni del vulcano sono prevedibili per tempo. Semmai è il meteo a destare più “rischio”. Lassù cambia in modo repentino. Giusto un anno fa, circa, organizzai un evento con 15 professionisti del pedale, anche donne, una vera e propria ricognizione tecnica. Tra loro c’era gente del calibro di Damiano Caruso, Silvia Valsecchi, Francesco Romano, Giampaolo Caruso, Pierpaolo Ficara… e nonostante nella parte finale furono avvolti da nebbia e maltempo, all’Osservatorio, quando ci riunimmo rilasciarono pareri più che positivi. Erano stanchi, ma molto emozionati.

«Lo stesso Damiano Caruso disse che la cosa si poteva fare, con delle gravel bike, cambiando bici a Piano Provenzana laddove è arrivato il Giro quest’anno. Io però che penso alla sicurezza immagino una cronoscalata, così da poter gestire ogni aspetto e stoppare la corsa in caso di necessità e soprattutto nel massimo rispetto dell’ambiente naturale unico, con riprese video effettuate da droni, solo una moto al seguito del corridore e con un barrage del pubblico a quota 2.500 così da enfatizzare ancor più la sfida tra atleta e salita degli ultimi 3 chilometri sino a quota 2.860».

La scalata misurerebbe 8,6 chilometri. Avrebbe una pendenza media dell’11,8% e una massima del 24%. La carreggiata è larga mediamente 5 metri. Sarebbe un vero spettacolo per riportare eroicità in uno sport spesso troppo attaccato a numeri e tattiche.

Etna
La traccia che da Piano Provenzana sale all’Osservatorio dell’Etna
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La traccia che da Piano Provenzana sale all’Osservatorio dell’Etna

Candidatura ufficiale

Forte di responsi positivi da parte degli atleti, del benestare dell’INGV e persino dell’okay del Comune di Linguaglossa si sono mossi i primi passi per realizzare il sogno Giro-Etna Nord.

«A questo punto, era la primavera 2019, cercai d’incontrare Mauro Vegni alla Settimana Siciliana. Lui mi disse d’inoltrare la documentazione ad Rcs che l’avrebbe vagliata. Quando vidi che il Giro 2020 sarebbe arrivato sull’Etna ero comunque entusiasta. Peccato che si è fermato a Piano Provenzana ma speranzoso per il futuro. Io credo sarebbe un qualcosa di unico al mondo Un colpo mediatico pazzesco. Lassù nei giorni limpidi si vede da Salerno a Malta e persino Favignana, punta occidentale della Sicilia.

«La logistica non sarebbe un problema. In zona arrivo c’è il Pianoro Pizzi De Neri, una vastissima distesa sulla quale poter installare tutti i mezzi e le infrastrutture compound del Giro. Inoltre i mezzi fuoristrada potrebbero ridiscendere ai 1.800 metri di Piano Provenzana tramite la strada sterrata utilizzata per l’assistenza e manutenzione dei piloni della funivia».

Tutto è pronto. Il sindaco di Linguaglossa, Salvatore Puglisi, ha inviato la richiesta ufficiale ad Rcs per il Giro 2021. A questo punto non resta che passare la “palla” a Mauro Vegni e sentire cosa dice.