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Giampaolo Caruso, mondiali Ponferrada 2014

L’altro Caruso ha qualcosa da dire sugli juniores

23.11.2020
4 min
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Dopo Di Biase tocca a Caruso, Giampaolo Caruso. Un altro ex professionista che non sta a guardare. Dal prossimo anno infatti il siciliano preparerà i ragazzi della squadra di Sezze, che ha in Filippo Simeoni il presidente onorario e in Andrea Campagnaro il riferimento tecnico. Il Marco Pantani Official Team, così chiamato neanche troppo per mistero in onore di Marco Pantani, ha infatti realizzato una plurima, che gli permetterà di unirsi a un team di Palermo che nel 2020 si chiamava Asd Impero Forno Pioppi e che ha in Carlo Sciortino l’elemento di punta.

Squadra giovanissimi Giampaolo Caruso
Con i ragazzi della sua squadra al belvedere di Avola Vecchia
Squadra giovanissimi Giampaolo Caruso
Con i suoi ragazzi ad Avola Vecchia

Si riparte

Saltando da una vita all’altra, Giampaolo ha lasciato la Svizzera e da qualche anno è tornato nella sua Avola. Aveva tempo prezioso da recuperare. Il tempo e la sua serenità. Si è sfilato dal negozio del fratello e ha aperto uno studio di valutazione e preparazione. Si è eclissato dal mondo in cui ha vissuto per 14 anni come professionista. Poi, quando è stato certo di volerlo fare, ha rimesso fuori il naso, diventando immagine del Giro di Sicilia cicloturistico. E a quel punto, saltato l’argine, ha continuato nel ruolo di preparatore al servizio della squadra juniores che unirà atleti del Lazio a quelli siciliani.

«Mi ha contattato Andrea Campagnaro – racconta – che ha Salvo Brugaletta come collaboratore. Voleva un ragazzino che si chiama Lombardo e che si prepara con me. A me non interessava sapere con chi avrebbero fatto la plurima, perché penso soltanto ai ragazzi. Ma alla fine, parlando di programmi, mi hanno proposto questo incarico, che ho accettato».

Juniores al bivio

Ci sono fior di corridori in giro e tanti rischiano di smettere. In queste ultime settimane abbiamo fatto un gran parlare della problematica degli juniores, che arrivano fra gli under 23 troppo avanti e hanno poco margine.

«Ma adesso con le continental – dice Caruso – la situazione è peggiorata. Quando si facevano gli under 23 alla vecchia maniera, allora potevi anche arrivarci un po’ indietro. Erano anche obbligati a prendere un certo numero di primi anni. Ma se adesso vai subito a correre ai livelli più alti, come fai? Perciò siamo davanti a un bivio. Se gli tiro il collo, vanno forte, trovano squadra e però magari durano poco. Se non gli tiro il collo, non vincono, gli altri gli passano sopra e nessuno li prende. In un modo o nell’altro il sistema non funziona».

Alessandro Greco, Team Nibali
Tra i suoi corridori c’è Alessandro Greco, un piccolo prodigio
Alessandro Greco, Team Nibali
Alessandro Greco, un talento da seguire

Un team per Greco

Il caso più emblematico Caruso ce l’ha in casa e ne ha fatto un cruccio personale, perché è davvero brutto alimentare i sogni di un ragazzo di 17 anni, in cui magari ti rivedi, e poi renderti conto che la strada in cui tanto ha creduto in realtà non ha sbocchi. Come glielo dici?

«Questo ragazzo si chiama Alessandro Greco – spiega – pesa 55 chili e di solito faceva test a 6,3-6,4 watt per chilo. Nell’ultimo che ha fatto, ha stampato 7 watt/kg e incredibilmente è senza squadra. Ha corso nel Team Nibali, facendo una delle due vittorie del team in tutto il 2020. Eppure non si riesce a trovargli squadra. A Monterosso Almo, la corsa che ha vinto, non si sentiva sicuro in gruppo e ha attaccato. Si è fatto 117 chilometri da solo e ha vinto. Ma tutti quelli che sento non hanno soldi. Ho chiamato anche Totò Commesso e mi ha detto che è al completo ed è pieno di richieste. Alessandro ha margini in quantità, come la mettiamo?».

Vincenzo Nibali, Giampaolo Caruso, Tour de France 2015
Vincenzo Nibali, Giampaolo Caruso al Tour de France 2015
Vincenzo Nibali, Giampaolo Caruso, Tour de France 2015
Con Nibali al Tour del 2015

Sicilia ferita

L’ultima annotazione è sulla situazione politico/sportiva in Sicilia, dalla quale sta volentieri alla larga, dopo aver ricevuto inviti a metterci la faccia anche da persone a lui vicine.

«Come preparatore – dice – posso permettermi di stare alla larga da queste dispute. Sono amico di tutti. Di Fina e anche di Guardì. Non aspiro a incarichi tecnici regionali, quindi non voglio entrarci. La situazione non è semplice. Non so quanto sarà facile trovare sponsor per fare l’attività che si propone. Se era difficile prima del Covid, adesso come sarà? Lo vedo da me che cosa significa tenere su una squadretta. Ho circa 40 bambini nella mia squadra e so la fatica che faccio per trovare i 5.000 euro necessari per completini e tute. Per i progetti di cui sento parlare serve un supporto importante. Sarebbe bello che si trovasse un grosso sponsor che sostenesse l’attività regionale, sarebbe davvero un vantaggio per tutti».