E Gaviria? Tanta sfortuna, ma la motivazione c’è

06.05.2021
4 min
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Il lotto dei velocisti al Giro d’Italia è veramente ben fornito. Ci sono quasi tutti. Mancano il mattatore dello scorso anno, Arnaud Demare, e Sam Bennett, forse la ruota veloce più costante di questo 2021, per il resto assisteremo a grandi sfide.

Un nome importante tra i presenti è quello di Fernando Gaviria. Il colombiano della Uae non è nuovo al Giro, anzi, ha vinto cinque tappe, ha indossato persino la maglia rosa nel 2017 e in quello stesso anno ha conquistato la classifica a punti. 

Gaviria (casco rosso e nero sulla sinistra) si rialza in uno degli sprint all’Uae Tour
Gaviria (casco rosso e nero) si rialza in uno degli sprint all’Uae Tour

Ancora sfortuna 

Anche quest’anno però Fernando non è stato fortunato. Il suo inizio di stagione è stato ricco di ostacoli, come di fatto avvenne lo scorso anno. Fu il primo a prendere il Covid e incappò in una falsa positività nel corso dell’anno. E dire che era partito fortissimo, vincendo in Argentina e con una grande motivazione. Aveva ritoccato la preparazione e lui stesso aveva ammesso di essere più potente che mai. Quest’anno invece a rallentarlo è stata una frattura al polso.

Ma anche prima le cose non erano andate benissimo per Gaviria, la condizione stentava ad arrivare. Nei tre sprint disputati tra i lussuosi palazzi degli Emirati Arabi Uniti, Fernando aveva colto un nono, un quinto ed un dodicesimo posto. Il suo unico podio, terzo, è stato quello nella prima tappa della Tirreno-Adriatico.

«Sicuramente – dice Gaviria – non è stato l’inizio più facile delle mie stagioni. Ho avuto un po’ di tempo per recuperare dal mio infortunio al polso. Adesso questo è alle spalle, sto bene e sono motivato in vista del Giro. Il mio obiettivo sarà quello di essere lì nei giorni di pianura a disputare gli sprint di gruppo. Chiaramente mi concentrerò di più sulle vittorie di tappa e su come ottenere il massimo in quei giorni che mi si addicono».

Fernando (a sinistra) e Richeze, i due correvano insieme già nella Quick Step
Fernando (a sinistra) e Richeze, i due correvano insieme già nella Quick Step

Un super treno

Come abbiamo poi detto in apertura ci saranno molti rivali accreditati. Su tutti Viviani ed Ewan, senza dimenticare Nizzolo e Sagan. Tuttavia il colombiano potrebbe avere uno dei treni migliori, grazie alla presenza, in primis, di Max Richeze ma anche di Sebastian Molano. Un treno tutto sudamericano, tra l’altro. Richeze è il campione argentino e Molano è colombiano come lui. Il feeling non manca.

«Sinceramente non penso agli atri sprinter – ha detto Gaviria – Mi sto concentrando di più su me stesso e sulla mia squadra. Per gli sprint saremo io, Richeze e Molano che sono entrambi molto bravi negli arrivi di gruppo. Il livello che c’è al Giro è molto alto ed è difficile scegliere un solo rivale.

«Noi comunque anche in allenamento abbiamo riprovato gli sprint. Io e Max corriamo insieme da molti anni ormai e abbiamo una grande intesa. Non abbiamo bisogno di parlare poi così tanto in gara, abbiamo sempre un buon senso della posizione l’uno dell’altro».

Gaviria e la caduta ad Harelbeke. Il colombiano si tocca subito il polso
Gaviria e la caduta ad Harelbeke. Il colombiano si tocca subito il polso

I dubbi

Ma certo non sarà facile arrivare allo sprint. Quando il velocista non è al top fa fatica a tenere le ruote o a buttarsi nella mischia, lo abbiamo visto molte volte in passato. Gaviria non corre dal 26 marzo, giorno della caduta ad Harelbeke, e arrivare ad un appuntamento tanto importante senza un po’ di ritmo gara non è facile.

Inoltre il percorso della corsa rosa non è poi così “sprinter friendly”. Le frazioni che le ruote veloci possono segnare in rosso con una certa sicurezza sono cinque: Novara (2ª tappa); Cattolica (5ª tappa), Termoli (7ª tappa), Foligno (10ª tappa) e Verona (13ª tappa). La sesta, potrebbe essere la 18ª tappa, quella di Stradella, ma è “incastrata” tra i giorni in montagna e il finale è parecchio mosso, una frazione che ricorda molto quella vinta da Ulissi a Monselice lo scorso anno.

Anche sul fronte tecnico pertanto potrebbero contare le scelte, come ruote e rapporti. Gaviria avrà a disposizione le nuove Campagnolo Bora Wto One da 50 millimetri, ruote che aveva già utilizzato alla Sanremo. Ma poi di fatto dopo la Classicissima non le ha più “testate in gara” se non a De Panne e nei primi 80 chilometri ad Harelbeke, quando appunto si è rotto il polso. 

«Non sono ancora sicuro di cosa userò ogni volta. Di solito adattiamo il materiale a seconda delle tappe», ma su questo fronte Fernando può dormire sonni tranquilli, il suo meccanico, “mastro Archetti” saprà mettergli a disposizione un razzo!