In casa Israel – Premier Tech vale la pena soffermarsi un attimo a parlare di due nomi. Due nomi importanti: Alessandro De Marchi e Chris Froome. Due veterani della squadra diretta da Claudio Cozzi, uno dei diesse, e due corridori che in questo inizio di stagione hanno fatto più fatica del dovuto.
Ma se per il britannico il barometro volge al bello, per il friulano il meteo è ancora incerto, anche se qualche timido segnale positivo è arrivato dalla Liegi.
Niente dolori…
Partiamo dal re di quattro Tour, un Giro e due Vuelta. Dicevamo che le cose migliorano. Nei giorni del Tour of the Alps lo stesso Cozzi ci aveva detto che erano tre anni che Chris non raggiungeva certi valori in allenamento.
«Esatto – dice il direttore sportivo – tre anni che non raggiungeva certi valori, ma quello che più conta è che non sente più dolore e questo gli consente di allenarsi bene, forte come vuole lui.
«Sta continuando a dare segnali positivi. Al Tour of the Alps è caduto però poi sembrava che stesse abbastanza bene, non ha avuto problemi fisici: nessun tipo di dolore, ginocchio, schiena o caviglia quello che lo tormentava lo scorso anno. Io sono fiducioso».
«Chris è un fighter, un combattente, nella vita e nello sport – ha aggiunto Cozzi – Ha una testa veramente forte e quindi man mano che vede che sta bene, che migliora, va in progressione. Prende fiducia. La sua testa è molto forte, adesso ha bisogno di recuperare il suo fisico dopo quel maledetto incidente. E non è facile, anche perché gli anni passano. Però, ripeto, Chris ha una testa fuori dal normale».
«E’ di una professionalità incredibile. Mi colpiscono la calma e la tranquillità che ha nel gestire ogni situazione. Lui non sente le pressioni, non sente i giudizi altrui, se i giornalisti lo criticano per lui è uguale».
Froome e il Giro?
Alla luce di un buon Tour of the Alps, al netto dell’ultima tappa in cui Froome è uscito fuori tempo massimo come la metà del gruppo (hanno preferito non rischiare tra pioggia, freddo e discese tecniche), è curioso conoscere quale sarà il programma di lavoro e di gare del britannico.
«Stiamo decidendo proprio in questi giorni – ha detto Cozzi – gli allenatori valutano i suoi dati e di conseguenza stileremo il suo programma. Una remota possibilità di vederlo al Giro? Difficile da dire. Stiamo disegnando la squadra del Giro in questi giorni».
Il fatto di lasciare una piccola porta aperta sulla presenza di Froome al Giro è legata principalmente alla questione dell’ormai noto bollettino medico che coinvolge tutte le squadre. Di base Chris non dovrebbe essere al via da Budapest. Tanto più che dopo il Tour of the Alps si è schierato anche al Romandia: proprio perché stava bene voleva accumulare un buon volume di lavoro.
«Abbiamo sempre qualche corridore fermo, pertanto dobbiamo tenere in considerazione tutti i nostri atleti. Anche perché poi c’è da stare vigili anche sulla questione dei punteggi (per la classifica WorldTour a squadre, ndr). Nello stesso periodo della corsa rosa ci sono il Giro di Norvegia e altre gare: dobbiamo distribuire bene la squadra».
“Dema” c’è…
Capitolo De Marchi. Leggendo gli ordini di arrivo si potrebbe dire che Alessandro proprio non va quest’anno. Poche gare, molte delle quali finite anzitempo con dei ritiri. Chiaramente alle spalle c’è una grossa dose di sfortuna. Anche De Marchi come Froome, è un combattente nato, ma quando la salute non gira per il verso giusto c’è poco da fare.
Anzi che almeno la Liegi, seppur indietro, l’ha portata a casa.
«De Marchi – riprende Cozzi – non è che non va, solo che ogni volta ha avuto influenza e mal di stomaco. Nella prima tappa al Tour of the Alps ha vomitato e non ci si aspettava questo.
«Lui mi ha detto che al Giro vuole esserci, vuole stare con noi, e conoscendolo sono abbastanza fiducioso. L’ho sentito anche nel corso del Tour of the Alps, dopo il suo ritiro ed era in miglioramento (e infatti poi quasi a sorpresa è volato alla Liegi, ndr)».
Alessandro vuole il Giro, okay, ma bisogna anche essere pronti per andarci e di certo il suo cammino non è stato privo di ostacoli. Avrà la condizione giusta? Avrà il volume di lavoro necessario per affrontare tre settimane di corsa?
«Guardate – conclude Cozzi – che Alessandro si è allenato e bene. Non è che non abbia la condizione, ma come ripeto è stato male. I suoi volumi di allenamento li ha fatti. In virtù di questi problemi abbiamo eseguito degli accertamenti e virus non ne sono usciti… quindi dopo la Liegi va diretto al Giro».