Il 79° Tour de Pologne si conclude con una volata di gruppo, così prospettavamo e così è stato. Arnaud Demare regola tutti gli altri velocisti e si porta a casa un successo di tappa all’ultima occasione utile, guidato dal solito Guarnieri.
«Una di quelle volate che piace a me – dice il francese – un po’ caotiche e dove si va a zigzagare per cercare la giusta posizione. Rimaneva una tappa e abbiamo sfruttato al meglio l’occasione. Eravamo venuti qui per vincere e così è stato».
Ethan Hayter, il giovane corridore della Ineos Grenadiers, porta a casa il bottino grosso: la classifica generale. «E’ il primo britannico che potrebbe vincere il Tour de Pologne», ci aveva detto ieri un collega suo connazionale. Ora possiamo anche togliere il condizionale.
Arnaud Demare vince lo sprint di Cracovia e fa sua l’ultima tappa del Tour de Pologne Alessandro De Marchi è stato in fuga tutto il giorno, il “Rosso di Buja” è tornato a prendere il vento in faccia
Giovani e forti
In Ineos sta cambiando il vento, arrivano tanti giovani che iniziano a prendersi i propri spazi e responsabilità. E’ una tendenza del cambiamento che si vede molto bene. Ed ora, con la vittoria di Hayter e il secondo posto conquistato da Magnus Sheffield nella cronometro di ieri, possiamo dire che è ormai concreto.
«Siamo tanti corridori giovani in Ineos – dice Ethan – e stiamo facendo le nostre esperienze. Una corsa come il Tour de Pologne penso sia l’ideale. E’ una gara che mi piace molto, devo ammettere.
«Io, Sheffield, Tulett, Pidcock e Turner siamo tutti inglesi. La nostra è una scuola in crescita. Ora ci sarà anche mio fratello Leo, la definirei una settimana positiva, sono davvero entusiasta di averlo qui con me».
Lontano dai rischi
Hayter risponde in modo sbrigativo alle domande, a volte distoglie lo sguardo dall’interlocutore e si perde. Così, mentre tutti pendono dalle sue labbra lui va a firmare autografi e scattare foto e poi ritorna.
Ethan è un corridore capace di fare bene in volata così come nelle tappe mosse con arrivi su strappi brevi ed esplosivi, è un corridore polivalente.
«Oggi non ho fatto la volata perché la cosa più importante per me ed il team era portare a casa la classifica generale. Diciamo che sono arrivato in sicurezza – ci dice Ethan ridendo con la sua faccia innocente – una volta saputo che ero al sicuro ho praticamente smesso di pedalare.
«Però è vero, nelle volate vado bene e penso che sia merito dell’attività su pista, mi dà una maggiore potenza nei brevi tratti».
Ethan Hayter (classe 1998) è il primo britannico a conquistare il Polonia Hayter quest’anno ha corso molte brevi corse a tappe, qui con la maglia di miglior giovane al Delfinato
Ethan Hayter (classe 1998) è il primo britannico a conquistare il Polonia Hayter quest’anno ha corso molte brevi corse a tappe, qui con la maglia di miglior giovane al Delfinato
Il prossimo passo?
Hayter con questa vittoria ha definitivamente fatto un passo in più verso la sua affermazione nel grande ciclismo. Dopo la classifica generale del Tour of Norway ecco la prima corsa a tappe WorldTour. E’ normale, in un mondo che corre veloce, pensare a quale possa essere il prossimo passo di Hayter.
«Spero di poter partecipare alla Vuelta quest’anno – dice Ethan – ma sarà la squadra a decidere, non ho particolare fretta ma mi piacerebbe fare questo passo. Il primo grande Giro però non posso pensare di farlo da protagonista, devo imparare a stare in gruppo per tanto tempo ed essere performante nell’arco delle tre settimane.
«Sicuramente sarebbe un sogno partecipare al mio primo grande Giro, ma non ho molta fretta, anche perché mi aspettano gli impegni su pista».
Il sole tramonta lento sulle vie di Cracovia, gli addetti ai lavori e gli operai smontano le transenne ed il palco per l’ultima volta.
Il Tour de Pologne si conferma una grande palestra per giovani talenti: da qui è passato anche Vingegaard. In questa edizione sono emersi altri ragazzi terribili: Kooij, Arensman ed infine Hayter. E proprio ieri vi avevamo parlato di suo fratello, altro ragazzino rampante. Il futuro, non solo quello di Sua Maestà, è qui.