Dalla Volta a Catalunya la Baharain Victorious è uscita con una soddisfazione e un punto di domanda. La prima arriva dalla bella prestazione di Antonio Tiberi, che dopo una settimana solida ha chiuso la corsa all’ottavo posto nella classifica generale. Il punto di domanda riguarda invece Damiano Caruso. Il siciliano ha vissuto un inizio di stagione a rallentatore, con una Tirreno lontana da primi e un Catalunya in ripresa ma senza squilli.
Calendari modificati
Ne parliamo con Franco Pellizotti, diesse del team e alla guida dell’ammiraglia nella corsa spagnola. Il Giro d’Italia si avvicina, le strade sono delineate e si fanno i primi conti, anche se tutto è ancora da costruire.
«Sia Tiberi che Caruso – racconta – non avevano in programma il Catalunya. Dovevano correre Andalucia e Tirreno, poi andare in altura. Alla fine la cancellazione della prima ha costretto entrambi ad esordire alla Tirreno-Adriatico, hanno sofferto un po’ e ci siamo convinti che fosse il caso di portarli al Catalunya. Antonio (Tiberi, ndr) è uscito bene dalla corsa dei due mari e ha fatto una bella prestazione in Spagna. Al primo arrivo in salita, dominato da Pogacar, è andato bene fino agli ultimi due chilometri, poi si è un po’ spento. Se avesse gestito al meglio la scalata, sarebbe entrato nella top 5. Nel complesso ha fatto un’ottima settimana di corsa, migliorando giorno dopo giorno.
«Caruso – continua – ha sofferto di più la cancellazione della Ruta del Sol, ma ci sta. Antonio ha 23 anni, è giovane e un cambio di programma non lo destabilizza più di tanto. Caruso, invece, che di anni ne ha 38, deve fare passaggi più mirati. L’ho visto comunque sereno e contento di quanto fatto, sono convinto che al Giro, come ogni anno, sarà competitivo».
Approccio al Giro
Il prossimo Giro d’Italia, che partirà da Torino, sarà il primo di Tiberi. Un esordio che incuriosisce parecchio, soprattutto perché avrà al suo fianco proprio Caruso, come già accaduto alla Vuelta nel 2023. Le strade dei due verso la corsa rosa si sono divise ora, ma si intrecceranno di nuovo a Torino.
«Ora entrambi andranno a fare un periodo di altura – spiega Pellizotti – e poi correranno in vista del Giro. Tiberi al Tour of the Alps e Caruso al Giro di Romandia. Con Tiberi, prima di correre in Trentino, andremo a vedere la cronometro di Verona. Una volta finita la corsa, faremo la ricognizione di altre due o tre tappe: la cronometro di Perugia e la tappa di Prati di Tivo, se avremo tempo ne vedremo una terza.
«Caruso – continua il diesse – dopo l’altura andrà al Romandia perché è una gara che gli piace e da qualche anno la usa come preparazione per il Giro. Lo aiuta molto e gli dà una bella gamba».
Capitani insieme?
Nelle tre settimane di corsa al Giro d’Italia Tiberi e Caruso condivideranno i gradi di capitano? La Bahrain potrà contare sulla solidità del siciliano, mentre il giovane laziale ha dalla sua tanta forza e determinazione, che però è il momento di mettere in campo.
«Caruso e Tiberi – dichiara Pellizotti – sono una coppia sulla quale lavoriamo dalla Vuelta 2023. Erano in camera insieme, Damiano ha la giusta esperienza per guidare un ragazzo come Antonio e sa farsi voler bene. Ci siamo accorti che Tiberi ha preso Caruso come un riferimento, lo ascolta e impara tanto da lui. D’altro canto, Damiano sa che Tiberi è il futuro del nostro team e del ciclismo italiano.
«Al prossimo Giro – continua ad analizzare – Damiano sarà tra i più forti e una certezza per noi. Antonio, invece, potrà giocarsi le sue carte e mostrare di cosa è capace. Già alla Vuelta dello scorso anno abbiamo visto che sulle tre settimane c’è, ha sistemato qualche problema e ora è pronto. Potrà misurarsi dall’inizio alla fine con i migliori e curare la classifica, vedremo dove potrà arrivare. Avere accanto un corridore solido come Caruso permetterà a Tiberi di correre con calma e tranquillità. Al contrario, avere al suo fianco un giovane in grado di fare bene potrà alleggerire Damiano dalle pressioni».
La voglia di Nibali
Di Tiberi si parla da tanti anni, fin da quando era alla Trek, ora con il team Bahrain Victorious sembra aver trovato un equilibrio. E’ giovane, considerando che tra poco compirà 23 anni, ma è il momento di tirare fuori tutte le sue qualità.
«Antonio è giovane – conclude “Pelli” – ogni ragazzo ha i suoi tempi ed è giusto rispettarli, però siamo convinti che sia arrivato ad un buon punto di maturazione. Per un verso mi ricorda Nibali da giovane: ha tanta voglia di crescere e far vedere che c’è. Avere accanto un corridore come Caruso lo sprona a dimostrare di essere più forte, a migliorarsi. Questo aspetto può giocare a suo favore».