Bisogno di riposo? Caruso si goda pure il suo mese di stop

31.08.2021
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Questa idea di Damiano Caruso di prendersi un mese di stop a ottobre è stata meravigliosamente destabilizzante. Guidone Bontempi ad esempio ha storto il naso. Il ciclismo vive di pratiche consolidate, che vanno dalle gambe in alto dopo la corsa al fatto che con il passare degli anni serva aumentare la quantità di allenamento per tenere testa ai più giovani. Così se un corridore di vertice di colpo cambia direzione, il sistema vacilla. Anche se il sistema, ad esempio non tiene conto che il corridore in questione viva a Ragusa. E anche questa è un’eccezione cruciale e inedita.

Ne parliamo con Paolo Slongo, oggi tecnico della Trek-Segafredo, che ha lavorato con Caruso negli anni alla Liquigas e seppure non ne conosca gli ultimi sviluppi, può inquadrare il discorso e riferirlo anche a un altro illustre… anziano del nostro ciclismo. Quel Vincenzo Nibali che ha preparato per le vittorie più belle.

Slongo ha lavorato con Caruso a partire dal 2011 alla Liquigas
Slongo ha lavorato con Caruso a partire dal 2011 alla Liquigas
Uno stop di quattro settimane…

Bisogna conoscere la storia del corridore. Sapere se si tratti di un cambiamento dell’ultima ora o di un’abitudine consolidata. E’ normale che per la testa un lungo stacco dopo una stagione intensa come quella di Damiano sia una necessità, ma io non andrei oltre le tre settimane.

Perché?

Perché poi serve più tempo per ricostruire. Ma c’è da capire che cosa si intenda con stacco. Se nelle quattro settimane capita il giro in mountain bike oppure la camminata o la palestra, ecco che non si tratta di un vero stacco e in qualche modo il corpo resta attivo. Tante volte un corridore abituato a fare una media di 4 ore al giorno, dice che non fa niente, perché il giretto di un’ora per lui è obiettivamente poca cosa. E poi comunque dipende dai programmi della squadra.

Damiano Caruso, funghi, inverno, Monti Iblei
Andare a funghi è uno dei passatempo di Damiano quando è a casa. E si tratta pur sempre di camminare per ore nei boschi, altro che stop
Damiano Caruso, funghi, inverno, Monti Iblei
Andare a funghi è uno dei passatempo di Damiano quando è a casa. E si tratta pur sempre di camminare per ore nei boschi
Quando lo vogliono competitivo, insomma.

Esatto. Se devi andare in Australia e poi vuoi lottare per le classiche, quattro settimane a ottobre le recuperi difficilmente. Ma se l’obiettivo è il Giro d’Italia, allora hai tutto il tempo.

Damiano ha parlato del fatto che il vero segreto per la ripresa a novembre sia il clima di Ragusa.

E ha ragione, mentre ci sono corridori che per trovare un meteo favorevole devono partire per la Spagna. Il clima della Sicilia lo aiuta in maniera considerevole, senza fargli perdere troppi giorni di allenamento. E se puoi lavorare bene a novembre, dicembre e gennaio, ecco che la preparazione segue un binario ottimale.

Caruso arrivò alla Liquigas nel 2011 dopo due anni alla Lpr
Caruso arrivò alla Liquigas nel 2011 dopo due anni alla Lpr
Quindi si può sfatare il luogo comune sui lunghi stop?

Più che altro sono dell’idea che non abbia senso e sia anche improponibile che con il passare degli anni si debbano aumentare le ore di lavoro. Ho un archivio storico di tutti i miei atleti e si vede bene come in un monte di 80 ore mensili, con il passare degli anni vada cambiando la suddivisione dei lavori. Non puoi aumentare la quantità, rischi di passare 24 ore al giorno in sella. La qualità ti permette di fare la differenza. La progressione non fa male, però bisogna misurarla avendo tutti i dati alla mano. Prendiamo Nibali…

Prendiamolo.

Vincenzo ha lavorato tanto, ma ha margini. Può aumentare i volumi all’interno dello stesso monte di ore, perché non è arrivato a fare il massimo. Questa gestione gli ha reso la vita più lunga e lavorando nel modo giusto può essere ancora competitivo. Magari non per vincere un Giro, ma per essere più brillante.

Quindi Caruso non ha commesso eresia?

Se lui è convinto e se la squadra gli fa il programma giusto, che si goda pure il suo ottobre di stacco. La testa in certi casi è più importante delle gambe.