Alle 16 del 31 dicembre Andrea Vendrame era ancora in bici ad allenarsi. Il veneto ha ripreso la sua stagione, la sesta da professionista, più determinato che mai. Il portacolori dell’Ag2R-Citroen è reduce da una grande annata: due vittorie, tra cui la tappa al Giro d’Italia (nella foto di apertura), e soprattutto una grande costanza di rendimento.
Con le sue caratteristiche di uomo di fondo e anche piuttosto veloce, Vendrame si propone come una delle nostre migliori cartucce per le classiche, se non quelle delle pietre per le quali forse è un po’ troppo leggero, può andar bene per tutte le altre.
Calendari ancora incerti
«Vengo da una buona stagione, è vero – dice Vendrame – ho acquisito consapevolezza e ho capito come giocarmela un po’ in tutte le occasioni. Sono soddisfatto del mio 2021, è stata un’ottima stagione soprattutto in ottica 2022».
Dopo il primo ritiro sulle strade spagnole, Vendrame sta ancora definendo il suo calendario con la propria squadra e a quanto pare sono diverse le opzioni sul piatto.
«Bisognerà vedere se farò Giro e Vuelta o Giro e Tour o ancora solamente il Tour de France. Ammetto che la Grande Boucle è un mio pallino. Vorrei vincere una tappa per ottenere una vittoria anche in questo giro e conquistare nel tempo frazioni in tutte e tre le grandi corse a tappe. E poi vincere al Tour con una squadra francese vale doppio: se gli porti a casa un tappa… non è poco!».
Classiche in testa
Ma Vendrame, come lui stesso ci dice, non è uomo da classifica generale. Andrea è, e soprattutto si sente, un uomo da corse di un giorno, un attaccante, un cacciatore di tappe. E questa crescita non può non porlo nel parterre di coloro che possono aspirare a far bene nelle classiche. Lo sa lui e lo sa la sua squadra.
«Anche di queste stiamo discutendo con il team – dice Vendrame – sicuramente farò Strade Bianche, Tirreno-Adriatico, Sanremo. Da qui il mio calendario si protrae fino alla Freccia Vallone e all’Amstel Gold Race. Per me è molto buono tutto ciò perché ci arriverò con tanti giorni di corsa come mai prima.
«E questo vale anche per la Strade Bianche, che io considero una classica a tutti gli effetti. Anche il suo slogan lo dice: la classica più a sud d’Europa. Il fatto di arrivarci con tanti chilometri di gara nelle gambe spero mi possa far volare. Spero di avere un avvicinamento più tosto, proprio per focalizzarmi al meglio su questi obiettivi. Voglio metterci il famoso “pallino rosso”».
E per fare tutto ciò Vendrame debutterà nelle gare di Maiorca, a fine gennaio. Dovrebbe fare quattro dei cinque giorni di corsa previsti. «Ma a prescindere dai giorni sarà importante ascoltare bene le sensazioni che avrò nelle prime gare dell’anno per non fare troppi fuori giri e crescere gradualmente».
Spalle più larghe
Parla davvero con convinzione Vendrame. Con quella consapevolezza che dicevamo all’inizio. E quando un corridore assume questo stato, quando conquista vittorie importanti come quella di Bagno di Romagna al Giro, anche la sua squadra si pone in maniera diversa nei suoi confronti. E infatti in fase di “trattativa calendario”, Andrea ha potuto dire la sua.
«Parlare del calendario? Posso farlo più da leader, ma come ho detto in precedenza, c’è prima da capire quale grande Giro affronterò. Molto dipenderà da questo. Però è vero, forse ho le spalle più larghe, i diesse e i manager lo hanno capito: posso essere un corridore importante».
Una cosa però ci ha colpito. Vendrame ha parlato di un calendario che lo vede protagonista fino alla Freccia Vallone. E non ha nominato la Liegi. Perché?
«Vero – continua Vendrame – abbiamo fatto un calendario fino alla Freccia. La Liegi potrebbe essere una buona corsa per me, ma il team non è del tutto d’accordo. Però se ci arrivo bene, se dovessi avere le gambe per la vittoria, non credo ci siano problemi perché io possa esserci ed esserci da protagonista.
«In squadra hanno la loro filosofia e per le classiche prediligono avere un solo capitano, Van Avermaet. Però se oggi andiamo a vedere le grandi squadre Ineos, UAE, Quick Step… ne hanno più di uno. Che dire, è un metodo francese radicato in loro. Ma il ciclismo sta cambiando e magari col tempo assumeranno anche loro un’altra filosofia».
Tanta esplosività
Certo è che per tenere le ruote dei fenomeni, appunto alla Van Avermaet, o il campione del mondo, qualcosa ancora manca a Vendrame. Però lui sta crescendo e soprattutto si sta allenando fortissimo. Ha persino ritoccato la preparazione.
«Rispetto all’anno scorso ho ripreso la palestra – spiega Vendrame – soprattutto a novembre. Ci andavo tre volte a settimana e la manterrò fino a fine mese. Per il resto ho fatto molti chilometri e pochi lavori, ma adesso inizierò ad aumentare gli esercizi. Tra l’altro io ne faccio parecchi… Preferisco fare cinque ore anziché sei, ma con dei lavori specifici.
«Rispetto agli Alaphilippe e ai Van Der Poel ogni anno la differenza un po’ diminuisce. Certo, Van Aert in questo momento sembra di un altro pianeta (il riferimento è al ciclocross, ndr), ma io sono abbastanza imprevedibile e posso giocarmela sia anticipando, che in volata e penso che ogni situazione si possa girare a proprio favore».