Dodici arrivi, dodici partenze. Damiani, cosa fa la Cofidis?

09.12.2023
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Ieri sera ha preso ufficialmente il via la stagione della Cofidis. Al velodromo di Roubaix, non lontano dalla sede del team, è stata presentata la squadra che da 27 stagioni vediamo sfilare in gruppo. Ma il suo 2024 si annuncia come un anno particolare: dodici uomini che vanno e dodici che ne arrivano. Una vera rivoluzione ha coinvolto la Cofidis e per questo abbiamo chiesto a Roberto Damiani, storico direttore sportivo del team francese, cosa stia succedendo. Il cambio è corposo e questo prevede un grosso lavoro di adattamento, di coinvolgimento.

La Cofidis tra l’altro riguardo alla classifica a punti delle squadre non naviga in acque super tranquille, è quattordicesima. Nelle parti basse delle prime 18 i distacchi sono molto corti, quindi quando ci sono rivoluzioni simili e partono uomini come Simone Consonni o Victor Lafay, bisogna valutare con oculatezza ogni situazione. 

Roberto Damiani (classe 1959) è alla Cofidis dal 2018 (foto Instagram)
Roberto Damiani (classe 1959) è alla Cofidis dal 2018 (foto Instagram)
Roberto, dodici corridori che vanno e altrettanti che ne arrivano. Un bel po’. Ti era mai capitata una rivoluzione simile?

Più che altro si è trattato di una scelta quasi obbligata. E’ un fatto che 5 dei 12 partenti fossero a fine carriera. Più che di rivoluzione parlerei al contrario di un ricambio nel segno della continuità. Lo scorso anno cambiammo pochissimo, quest’anno di più.

Perdete però dei nomi importanti. Su tutti Simone Consonni, Victor Lafay e Davide Cimolai…

Sono scelte. Con tutto il bene che gli voglio e l’ottimo rapporto umano, credo che per quel riguarda Simone si fosse chiuso un ciclo. E lo stesso vale per Davide. Per Cimolai è venuto meno il lavoro che doveva fare con lo stesso Consonni. E’ stata una scelta della squadra non rinnovargli il contratto. Mentre per quel che riguarda Lafay è stata una scelta sua. Già lo scorso anno aveva ipotizzato l’idea di cambiare team, ma poi si era trovato bene. E credo si sia visto anche al Tour.

Assolutamente e infatti rimpiazzarlo non è facile…

Lui ha grandissime qualità, ma non nella costanza di rendimento. Noi gli abbiamo fatto un’ottima offerta, ma c’è chi gli ha offerto molto di più. Penso anche che se un atleta deve rimanere solo per i soldi, è meglio che parta. Chi l’ha preso ha fatto un ottimo acquisto, spero solo non batta i nostri atleti!

A San Sebastian, seconda tappa del Tour 2023, la vittoria di Lafay con un gran colpo da finisseur
A San Sebastian, seconda tappa del Tour 2023, la vittoria di Lafay con un gran colpo da finisseur
Però guardandola in chiave positiva, avete preso dei corridori promettenti, e da italiani pensiamo soprattutto a Stefano Oldani, che su carta dovrebbe avere anche un certo spazio…

Io sono convinto che Oldani nel tempo si dimostrerà il miglior acquisto della Cofidis per il 2024-2025. Ho già iniziato a lavorare con lui e sono rimasto stupito dalla sua determinazione. Sì, da noi avrà lo spazio che non aveva prima. Giustamente nella sua precedente squadra era chiuso da corridori del calibro di Van der Poel. In più arriva da noi negli anni buoni del corridore: è alla quinta stagione da professionista. Noi vogliamo supportarlo al meglio e lui vuol mettersi in gioco.

Chi ti aspetti possa fare bene oltre ad Oldani?

Penso ad Axel Zingle, io credo che lui possa essere una bella sorpresa, anche per le classiche. Ogni anno si è portato a casa due o tre vittorie e già questo non è poco. Gli abbiamo fatto fare il Tour sapendo benissimo che per lui sarebbe stata dura, ma sapevamo anche che sarebbe stata un’esperienza molto importante che solo lì puoi fare sei vuoi correre a certi livelli. Poi per le volate vedo bene Alexis Renard, sin qui aveva lavorato per Coquard, adesso anche lui sarà più libero. Poi ci sono dei corridori esperti come gli Izaguirre e Ben Hermans, quest’ultimo arrivato quest’anno. Lui così, come Elissonde, li abbiamo presi perché per la salita eravamo un po’ leggerini. Hermans ed Elissonde saranno vicini ai nostri due leader, Ion Izaguirre e Guillaume Martin.

Stefano Oldani (classe 1998) arriva alla Cofidis con grandi speranze. Può davvero fare il salto di qualità
Stefano Oldani (classe 1998) arriva alla Cofidis con grandi speranze. Può davvero fare il salto di qualità
In questo contesto, con cinque atleti a fine carriera, è scesa anche l’eta media…

Abbiamo preso Oliver Knight, un giovane inglese molto bravo sul passo e nelle crono. Lo abbiamo messo dentro come stagista in Lussemburgo questa estate e si è ben inserito. E poi, ragazzi, questo è quanto si poteva fare con il nostro budget, diciamolo pure. Fino a che non metteranno un tetto agli ingaggi continueremo ad avere due o tre super formazioni che vincono quasi tutto e hanno lo strapotere. Okay, complimenti alla Jumbo-Visma per i suoi tre Grand Tour, ma questo non è accattivante per lo sport. Si è visto nella Formula 1, nel calcio… Alla fine le classifiche le fanno il portafoglio e i tifosi si avviliscono.

In questo contesto anche voi direttori sportivi, Roberto, assumete un ruolo ancora più importante, sia nella tattica di corsa che nel fare le formazioni. Con i punti in ballo dovrete essere dei cecchini…

Sicuramente ogni errore di valutazione sarà pagato caro in termini di punti, così come un’azione giusta porterà tranquillità. In questo contesto emerge la qualità di chi sa decidere, scegliere e gestire i corridori e la squadra in generale. Anche se è cambiata radicalmente negli anni, la figura del direttore sportivo resta importante. Io lo dico sempre: «Il diesse è l’unica figura fondamentale nel ciclismo». Perché tu puoi avere la miglior formazione del mondo, ti può mancare un massaggiatore o un corridore, ma se alla partenza sul tavolo del giudice non c’è la licenza del direttore sportivo, la squadra non parte. Per fortuna devo dire che con il team manager Cedric Vasseur c’è un grande spirito di collaborazione e tutti insieme si decide: sia quando si sbaglia, che quando si fa bene.