«Domenica ci riprovo». A margine di una di quelle delusioni che lasciano il segno, Van Aert si è lasciato andare a pochi commenti. Il belga ha una grande capacità di metabolizzare le sconfitte e forse il fatto che a vincere il Fiandre sia stato Pogacar e non l’eterno rivale Van der Poel ha reso meno amaro il quarto posto di Oudenaarde.
Pogacar non c’è
L’assenza dello sloveno alla Roubaix è stata già salutata con una punta di ironia da Van der Poel dopo il Fiandre, ma è tema di ragionamento anche fra gli altri corridori.
«Abbiamo ancora molta fiducia – fa sapere Nathan Van Hooydonck, che domenica è stato in fuga con Trentin e Pedersen – perché comunque Wout ha sprintato per il terzo posto e Pogacar domenica non ci sarà. Abbiamo grandi possibilità di vincere, si tratta di recuperare e spostare il focus sulla Roubaix in cui rientrerà Van Baarle (l’olandese è caduto e si è ritirato alla E3 Saxo Classic, ndr), che l’ha vinta l’anno scorso e potrà essere utilissimo».
Torna Van Baarle
E’ ancora una volta il diesse Van Dongen, che avevamo già sentito alla Tirreno a proposito di Roglic, a tirare le fila della squadra che al Fiandre ha mostrato una fragilità tattica cui non eravamo più abituati. O forse il rendimento al di sotto delle attese di Van Aert e Laporte ha reso meno incisivo il blocco Jumbo-Visma.
«Se avessimo avuto Van Baarle in quel gruppo di testa – ha detto il tecnico dopo il Fiandre – la corsa sarebbe potuta andare in modo completamente diverso. Domenica però sarà un’altra storia. Dylan si è allenato bene a Monaco e per la Roubaix sarà pronto e decisivo. Non dobbiamo rimanere bloccati sul Fiandre. Abbiamo perso contro uno più forte e ora dobbiamo prenderci la rivincita. Mio padre diceva sempre: non saltare troppo in alto quando le cose vanno bene e non andare troppo in profondità quando le cose non vanno come previsto».
Zero salita
Sarebbe bastato che Van Aert avesse la gamba dei giorni migliori. Non si sarebbe staccato dagli altri due o quantomeno sarebbe rimasto accanto a Van der Poel nella rincorsa a Pogacar, che a quel punto sarebbe stata più complicata. Il Fiandre ha confermato quanto si era visto anche nella E3 Saxo Classic: in questo momento Wout è inferiore agli altri in salita, mentre è la solita… moto in pianura. E sul pavé l’esplosività di Van der Poel potrebbe fare meno male che sui Muri fiamminghi.
«Nella Roubaix non c’è salita – ha detto ancora Van Dongen – e anche il fattore fortuna gioca un ruolo importante. Il percorso va bene per Wout, che proprio al Fiandre ha dimostrato di sapersi gestire nei tratti in cui c’era da fare velocità».
Maestro di reazioni
Nessuno nel team giallonero mette in dubbio la capacità di reazione di Van Aert, che ha sempre saputo rialzarsi molto bene dalle sconfitte. E’ capace di dargli subito una collocazione e poi di servirsene come di una motivazione supplementare. E’ indubbio che domenica nel pullman della squadra fosse parecchio giù, ma i compagni e il suo entourage scommettono che già da martedì fosse con la testa sull’impegno successivo.
«Non penserò alla Roubaix fino a lunedì – ha detto il capitano dopo l’arrivo – ma di certo non ho intenzione di strisciare in un angolo. Mi sembra di non avere avuto nulla da perdere a causa della caduta. La ferita è stata curata e a prima vista non sembra esserci più alcun problema. Non c’era niente che non andasse nemmeno nella mia condizione a causa di questo. Domenica ci sarà un’altra occasione da cogliere e poi tireremo un po’ il fiato».