La Biesse Arvedi si sta imponendo in questo finale di stagione, la squadra di Marco Milesi è sulla bocca di tutti, dopo le vittorie al GP Santa Rita di Michael Belleri e al Poggiana di Riccardo Ciuccarelli. I due corridori li abbiamo già conosciuti, ora abbiamo chiesto al loro direttore sportivo di raccontarli. La Biesse Arvedi ha lanciato tanti corridori nel professionismo, ultimi Kevin Colleoni e Filippo Conca.
Abbiamo chiesto a Marco di parlare di loro e capire quali legami ci possono essere tra questi ragazzi, tutti passati sotto le sue sapienti mani. Ci facciamo raccontare anche il progetto della squadra lombarda, pronta a ritornare tra i team Continental.
Marco, come mai avete deciso di riprendere la quadra Continental?
La decisione è stata naturale, lo sponsor principale, la Biesse, ha deciso di fare un investimento e di prendere sotto il suo controllo anche il marchio di bici Carrera. È una scelta economica ma dettata anche da esigenze di squadra.
Quali?
La principale è quella di dividere i gruppi di strada e pista, i ragazzi che correranno nel primo gruppo lo faranno con la Biesse ed il marchio di bici Carrera, mentre i secondi gareggeranno con la squadra Arvedi e le bici da pista Pinarello.
Passiamo ai tuoi atleti, Ciuccarelli e Belleri ti ricordano in qualche modo Conca e Colleoni? Gli ultimi atleti che hai lanciato nel professionismo?
Allora, Riccardo (Ciuccarelli, ndr) lo associo più a Colleoni. Sono entrambi molto maliziosi e furbi, si sanno nascondere bene nel gruppo e non sprecano neanche una goccia di energia. Anche nella tappa vinta da Ciuccarelli al Giro d’Italia Under 23, quella di Andalo, in fuga è stato sempre molto coperto, quasi nascosto.
Invece Belleri somiglia a Conca?
Si, incredibilmente si assomigliano anche loro, strano da dire ma è così. Sono l’opposto dei primi due, sono ragazzi istintivi, fanno fatica a stare fermi in gruppo. Sono degli attaccanti nati, Michael non ha problemi a stare davanti a prendere aria o andare in fuga tutto il giorno. Dal mio punto di vista avere un corridore come Michael mi permette di stare tranquillo perché o in fuga o in gruppo mi tiene coperti gli altri ragazzi.
Dal punto di vista sportivo che carriera possono fare?
Michael potrebbe tranquillamente intraprendere una carriera da gregario di lusso, come la mia (Marco Milesi ha corso tra i professionisti con Brescialat, Vini Caldirola e Liquigas dal 1994 al 2006 ndr). Forse per lui sarebbe più semplice emergere perché è più facile trovare un posto in quel ruolo, molte squadre cercano atleti da mettere a disposizione dei vari capitani.
Riccardo, invece?
Lui ha bisogno invece di un contesto che gli permetta di emergere, una squadra che gli dia lo spazio giusto per mettersi in mostra, è uno scalatore vecchio stile, molto leggero ed agile. È più complicato trovare spazio ma ha anche un anno in meno rispetto a Michael (22 per Michael e 21 Riccardo).
A proposito, visto il vostro ritorno tra i team continental, consiglieresti loro di rimanere o li vedi già pronti per il salto?
Belleri lo vedo più pronto, ma c’è anche il discorso dell’età da fare, lui l’anno prossimo sarebbe Elite e non avrebbe più così tanto spazio qui da noi. Riccardo, invece, lo vorrei tenere qui con me un anno ancora, per completare il processo di maturazione che sta affrontando. Sta facendo bene ma è costante da troppo poco tempo per considerarlo pronto.