Il successo di Bonelli a Cesenatico è nato in pista

05.06.2021
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Il Giro d’Italia U23 questa mattina è ripartito da Cesenatico. Si affrontava in pratica il percorso corto della Nove Colli. Partenza dalla zona del Porto Canale con i ragazzi che sono sfilati via sotto gli occhi tra gli altri di Tonina, mamma di Marco Pantani. A piombare di nuovo su Cesenatico è stato un drappello di otto corridori. Un ritmo infernale. E’ volata. Sembra il terreno ideale per Luca Colnaghi e invece il guizzo finale, alla Caleb Ewan, è quello di Alessio Bonelli della Biesse-Arvedi.

La partenza della terza tappa del Giro U23 da Cesenatico
La partenza della terza tappa del Giro U23 da Cesenatico

Dalla pista al Giro

Il suo direttore sportivo, Marco Milesi, è euforico. Sotto al palco si vuol godere la premiazione. Sono momenti importanti.

«Se ce lo aspettavamo? “Ni”… ne parlavo giusto poco fa con Davide Cassani: fino alla scorsa settimana questo ragazzo era a girare in pista a Fiorenzuola ed ora eccolo qua a vincere una tappa del Giro U23.

«Ha fatto bene nell’ultimo periodo anche su strada – riprende Milesi – ha colto un undicesimo, poi un dodicesimo, era sempre lì, costante. Era in crescita e lo vedevo. Una delle ultime volte che era in pista ero presente con il cittì Marco Villa. Vedevo che Alessio andava “in caccia” con gente importante, Lamon, Bertazzo, Scartezzini e che non aveva problemi a dargli i cambi. E così di botto faccio a Marco: io lo porto al Giro. E lui: sì, sì portalo!».

La Colpack controlla la corsa: le previsioni di Milesi erano esatte
La Colpack controlla la corsa: le previsioni di Milesi erano esatte

Poco conosciuto

Bonelli ha sfruttato anche il fatto di essere “poco conosciuto” su strada. E forse questo lo ha un po’ agevolato nella volata sull’immenso rettilineo finale di Cesenatico. Eppure non è del tutto nuovo ai piani alti delle classifiche. Lo scorso anno Alessio, infatti, ha vinto la classifica finale della ripresa post Covid ad ExtraGiro.

«Eh sì – riprende Milesi – tutti credevano che avesse vinto Colleoni, invece Bonelli aveva fatto un sacco di punti nelle gare su pista, aveva disputato la prova in Mtb e aveva colto un piazzamento nella volata finale su strada con arrivo nell’autodromo. E infatti oggi Colnaghi è partito lungo e Alessio lo ha “sverniciato” negli ultimi metri anche per questo: sia perché era meno controllato che per le sue doti da pistard. Lui in pista fa un po’ tutto. Era nel quartetto juniores e fa anche l’Omnium».

Marco Milesi studia il Garibaldi prima del via
Marco Milesi studia il Garibaldi prima del via

Tattica perfetta

«Devo dire però – dice Milesi – che i ragazzi hanno giocato bene le loro carte nel finale. Nel drappello degli otto c’era anche Michael Belleri che ha anticipato un pelo e ha costretto gli altri a partire lunghissimi, ad inseguire. Stamattina avevamo pianificato di attaccare perché la tappa si prestava alle fughe. In più contavamo sul fatto che la Colpack corresse in un certo modo, cioè che controllasse (per Ayuso, ndr) e lasciasse andare la fuga. E così è andata, tanto che ad un certo punto la fuga aveva tre minuti. Alessio che non è uno scalatore è stato bravo a tenerli, soprattutto sul Barbotto. Lì si è sfilato un po’. Ha perso 100 metri ma è rientrato in un attimo. Quindi è stato intelligente a gestirsi».

Suggestiva foto dell’arrivo. Bonelli precede Colnaghi e Cervellera
Suggestiva foto dell’arrivo. Bonelli precede Colnaghi e Cervellera

Ritmo e salite

Bonelli è di Botticino, in provincia di Brescia, da quest’anno Milesi lo segue anche nella preparazione. Le sue salite di allenamento sono il Polaveno, Valdestino e per vincere al Giro, tanto più al termine di una frazione così impegnativa, bisogna comunque andare forte anche quando la strada sale, non basta avere lo spunto del pistard.

«E’ cresciuto molto quest’anno. Con il fatto delle Olimpiadi Villa ha lavorato di più con i grandi, giustamente, quindi Bonelli è stato chiamato in causa di meno. Andava in pista solo una volta a settimana e sfruttavamo questa sessione per fare ritmo e infatti è migliorato su strada. Poi ricordiamoci che parliamo di un “ragazzino”, deve ancora compiere 20 anni. Però è molto scaltro: ha occhio, sa tenere le posizioni. Si difende bene un po’ dappertutto e ha un bel motore. Al Liberazione, per intenderci, lui era in fuga all’ultimo Giro. 

«No, no… – conclude Milesi – è da un po’ che pedala bene. Avevo già deciso di portarlo un paio di settimane prima del Giro U23, ma gliel’ho detto solo dopo l’ultima sessione in pista a Fiorenzuola. Alessio preparati che vieni al Giro! Gli si illuminavano gli occhi. E secondo me ancora non ha realizzato cosa ha vinto».