E’ cambiata la divisa, ma Lorenzo Masciarelli non ha perso il filo con quella che è sempre stata, prima di tutto, la sua grande passione: il ciclocross. A Valsamoggia è tornato a divertirsi in mezzo al fango: tra fettucciati, freddo, ruote da fuoristrada e tante cose che gli erano mancate. La ciliegina sulla torta è stata la vittoria di categoria, tra gli under 23. Il tempo passa veloce e quel ragazzino che prima era andato in Belgio per inseguire la sua passione è cresciuto. Due anni fa c’è stato il ritorno in Italia, alla allora Colpack-Ballan-Csb (ora diventata MBH Bank-Colpack-Ballan-Csb). Da pochi giorni, invece, il richiamo del cross ha colto nel segno (foto apertura NB Srl).
«Stamattina (giovedì per chi legge, ndr) mi sto allenando in vista delle prossime gare – dice Lorenzo Masciarelli – a casa mia, a Pescara. La prossima settimana correrò il Trofeo Guerciotti al Vittoria Park. Ho deciso, in accordo con la squadra, di fare dieci gare di ciclocross questo inverno. L’obiettivo? Divertirmi, ma anche tornare in nazionale».
Un anno di assenza
L’ultima volta che abbiamo visto Lorenzo Masciarelli cimentarsi nel ciclocross era l’inverno del 2022, sembra passata una vita. Quello fu il periodo del cambio di rotta, niente più fuoristrada. O per lo meno, così sembrava dovesse andare la cosa…
«Nel 2023 – spiega il giovane abruzzese – ho saltato la stagione di ciclocross a causa della pericardite. Ma non nascondo che il desiderio era quello di tornare a correre qualche gara, naturalmente in preparazione alla stagione su strada. A mio modo di vedere fare due mesi di ciclocross con l’obiettivo di arrivare pronto in primavera aiuta molto. Io penso di riuscire a incastrarlo bene nei vari impegni, secondo me chi ha occasione di farlo ne trae un vantaggio».
Perché?
Mi sono reso conto, nelle gare di inizio stagione di quest’anno, che mi mancava qualcosa in esplosività. Correre un inverno intero nel ciclocross, dove per un’ora vai a tutta, è un buon modo per tenere allenata questa caratteristica.
Sei tornato a correre e hai subito vinto, un bel biglietto da visita.
L’idea alla base è sempre stata quella di divertirmi il più possibile, mi sono concentrato su questo. Prima del ritorno in gara sapevo di stare bene, ma non avevo idea di come avrei reagito. Poi una volta in corsa la gamba girava ed è andata bene, anzi meglio di così non poteva andare (ride, ndr).
Quando hai deciso di riprendere con il ciclocross?
Al Giro del Friuli ho parlato con Pontoni, il cittì della nazionale, e mi ha detto di pensare al ritorno in qualche gara. Ho seguito il suo consiglio, ma la voglia c’era già. Una volta finito il Giro di Puglia mi sono fermato a causa di un malanno. Ho sfruttato la cosa e mi sono concentrato su recuperare bene. La squadra era d’accordo, anzi lo era già dal 2023 ma la pericardite si è messa di mezzo. Ho presentato un calendario di dieci gare e Bevilacqua e Valoti lo hanno approvato.
Quanto ti era mancato il fango?
Tanto. Mi piace variare e cambiare disciplina, infatti in inverno mi capita anche di fare un po’ di downhill. Il mio dubbio principale era se fossi riuscito a guidare la bici come prima, ma ho risposto subito bene.
Hai iniziato gli allenamenti a metà ottobre e ora fino a quando andrai avanti?
L’obiettivo, come detto, è la maglia azzurra. Quindi spero di terminare la stagione il 2 febbraio, con i mondiali. La competizione è alta, ora vediamo come risponderò alle corse più impegnative. Il Trofeo Guerciotti, l’1 dicembre, sarà una prima prova in questo senso.
E i vecchi compagni e diesse della Pauwels Sauzen-Bingoal li hai sentiti?
Mario (De Clercq, il diesse, ndr) non ho mai smesso di sentirlo. Già l’anno scorso mi diceva di tornare. Ho sentito anche Iserbyt, mi ha detto che mi aspetta a braccia aperte.
Tornerai a correre anche lì?
Durante il periodo di Natale andrò su con la mia famiglia, una gara in Belgio la voglio fare. Ho messo nel mirino la tappa di Coppa del mondo di Gavere, il 26 dicembre.
Tuo padre Simone come l’ha presa?
Lui era il primo a spingere verso questo ritorno. Appena l’ha saputo ha tirato fuori dal garage tutti gli attrezzi. Ora vogliamo convincere mio fratello Stefano a correre una o due gare. E’ passato under 23 e ci troveremmo a correre uno contro l’altro. Sarebbe bellissimo.
Eri arrivato in Italia con la promessa di essere uno scalatore, ma non pensi che questo binomio con il cross ti sarebbe più utile per puntare alle gare in primavera?
E’ una cosa che voglio capire da questo 2025. Ora sto lavorando a un piano alimentare diverso. Nella scorsa stagione mi è mancata esplosività a inizio anno e poi mi è mancato qualcosa nelle salite lunghe a fine stagione. Devo trovare il giusto compromesso. Intanto vorrei capire se con uno o due chili in più riesco a mantenere uno spunto esplosivo migliore. Poi in estate calare e andare a confrontarsi nelle gare adatte agli scalatori, come il Giro Next Gen.
Insomma, dividere la stagione in due.
Esattamente.