Il Team Colpack Ballan CSB viaggia spedito verso la stagione numero 32 della sua storia. Negli anni sono stati tanti i campioni che ha sfornato la squadra di patron Beppe Colleoni. Ma non ci si può adagiare sugli allori, bisogna sempre rinnovarsi e far fronte alle nuove esigenze.
E forse anche per questo Antonio Bevilacqua e Gianluca Valoti stanno pensando a qualche cambiamento sostanziale, anche per ciò che concerne il calendario. Proprio mentre chiamiamo Valoti, i due tecnici sono in riunione. Il 2023 è già iniziato per loro.
Gianluca, partiamo da una frase che emerse parlando questa estate al Valle d’Aosta: «Anche un’importante squadra giovanile come la Colpack fa fatica a prendere i ragazzi migliori». E’ così? E perché?
E’ veramente difficile. L’ultimo esempio è la Jumbo-Visma che ha preso quel ragazzino di 17 anni (Mattio, ndr). Come fai a fermarlo? Uno come lui vede la tv. Vede che quella squadra vince il Tour, che se la gioca con Pogacar, che annovera tanti campioni… è normale che abbia l’ambizione di andare in quel team così organizzato e blasonato. E in alcuni casi passano direttamente nella WorldTour e non dalla giovanile.
E allora come possono squadre tipo la Colpack, ma anche la Zalf tanto per citare l’altra grandissima, ingolosire i ragazzini?
Noi lavoriamo sempre per dare e fare il massimo. Cerchiamo di fargli vedere la nostra struttura organizzativa e mostrargli come verrebbero seguiti al 100 per cento: preparazione, alimentazione, materiali…
Stagione 2023, come sarà il vostro organico?
Rispetto allo scorso anno abbiamo preso sei juniores più Luca Cretti che è un quarto anno. Altri dieci ragazzi sono stati confermati, tra questi il gruppo dei velocisti: Persico, Boscaro, Quaranta e Della Lunga. Abbiamo preso un altro ragazzo da affiancare a Sergio Meris, che è il nostro scalatore-uomo di classifica e che è anche al quarto anno, pertanto cerchiamo di dargli una mano. Io credo che nel complesso siano ragazzi di buoni valori.
Li avete visti anche dal vivo?
Un po’ dal vivo, ma un po’ li abbiamo studiati anche con le tecnologie attuali, che consentono tra allenamenti e corse di studiare bene i file e valutare i valori di quel ragazzo. Fermo restando che poi a contare è sempre il verdetto della strada. Abbiamo scelto qualche scalatore in più, perché ormai ce ne sono pochi. Diego Bracalente, Lorenzo Nespoli, Leonardo Volpato e in parte Gabriele Casalini e Nicolas Milesi, che sono un po’ più cronoman, al Lunigiana per esempio si sono mostrati bravi in salita. Idem Luca Cretti e Pavel Novak.
Però sei ragazzi, Gianluca, non sono pochi. E’ una piccola rivoluzione…
Eravamo partiti con un gruppo di giovani che man mano è andato “maturando” e quindi lo scorso anno non partivamo da zero. Per il 2023 invece ripartiamo da zero e la speranza è di fare con loro un programma di almeno due-tre anni.
Eccolo, il nocciolo della questione: un programma di due-tre anni. Perché come si è visto il rischio è che al primo bel segnale (non solo vittorie) passino…
Esatto. Avere un corridore per due o tre anni è un problema ed è sempre più difficile. In più al primo anno, fino a giugno, cerchi di lasciarli più tranquilli perché hanno la scuola, per poi fargli fare qualcosa in più in vista del finale di stagione. Questa è sempre stata la politica della Colpack-Ballan CSB. Ed eventualmente quello dopo fargli fare un’attività più intensa.
Calendario 2023, sarà quello di sempre?
Abbiamo fatto molte richieste all’estero, come sempre del resto. Il problema è che con il Covid le squadre più importanti, a partire dalle WorldTour, restavamo molto di più in Europa. Adesso che le cose sembrano cambiare, che tornano l’Australia, l’Argentina… magari per noi c’è più spazio. Ma resta comunque difficile programmare un’attività all’estero in quanto noi continental siamo le ultime ad essere avvertite. Ci dicono all’ultimo minuto che la nostra richiesta è stata accettata. Però dai, qualche conferma è già arrivata!
Tipo?
Una gara in Olanda, la Parigi-Roubaix, le classiche delle Ardenne…
C’è qualche gara che ti piacerebbe fare?
Sì, il Tour de Bretagne gara ottima per il nostro livello direi. Innanzi tutto sono sette giorni di corsa e si avvicina molto al nostro Giro under 23 e poi i percorsi sono misti, il meteo è parecchio variabile… in una corsa così i ragazzi imparano tanto.
Eventi così e un calendario straniero più fitto, per te aumentano la capacità di attrazione dei ragazzi verso la vostra squadra?
C’è sicuramente più stimolo. Prendiamo un Persico che è al quarto anno ed è esperto. Ragazzi come lui hanno già fatto un po’ tutte le corse del panorama italiano e fare delle gare all’estero magari gli dà più grinta, più fame, più cattiveria. E immagino valga anche per quelli di primo anno. Anche se per loro anche il calendario nazionale è nuovo. Per esempio a Bracalente quando gli si parlava della Firenze-Empoli s’illuminavano gli occhi. Una gara simile l’avevano solo sentita nominare, letta da qualche parte o vista in qualche spezzone tv. E’ pur sempre un passaggio dagli juniores al dilettantismo.
E magari pensare ad una trasferta tipo quelle nel Mediterraneo, in Turchia o al Tour of Rhodes?
Sinceramente sono un po’ titubante e lo stesso vale per la trasferta in Argentina, dove insistendo un po’ magari ci invitano anche. Però sono grandi impegni anche organizzativi per strutture piccole come la nostra. I mezzi, le bici, il personale… E poi costano.
E in alcune di queste gare il tasso tecnico non è super. Meglio un Sibiu Tour?
Sì, meglio. Queste corse in Romania, Bulgaria… stanno prendendo piede. Sono ben organizzate, gli hotel sono buoni e il tasso tecnico è giusto. Sono luoghi che si raggiungono in una giornata di viaggio e ai ragazzi si dà l’opportunità di misurarsi in un buon campo internazionale. Ovviamente però abbiamo fatto richiesta anche per le gare a tappe italiane, Giro di Sicilia, Coppi e Bartali… e aspettiamo il risultato. Come ho detto prima, noi continental siamo le ultime a sapere dell’invito.