Gazzoli azzera tutto, va in vacanza e si prepara per l’Astana

28.10.2021
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Spesso scorrendo indietro nell’archivio di Bettini, si ripescano spicchi di memoria che per un motivo o per l’altro erano finiti nell’ombra. Così navigando nelle pagine di Michele Gazzoli, è capitato di soffermarsi a guardare le immagini di quando era junior e nel 2017 trasformava in oro tutto ciò che toccava. L’europeo su strada a Herning. L’europeo in pista ad Anadia. E poi il bronzo ai mondiali strada di Bergen, con una clavicola rotta. Così oggi che il ragazzo bresciano si affaccia nel WorldTour e a Montecatini ha già preso contatto con i nuovi compagni dell’Astana, andare a scoprire cosa sia rimasto di quella magia è venuto quasi spontaneo. A capo di una stagione iniziata tardi, che poteva rivelarsi un buco nell’acqua e invece lo ha portato nella dimensione che tutti sognano e solo pochi raggiungono.

Ventidue anni, le statistiche parlano di un metro e 80 per 76 chili. I capelli sempre da marine, come quando lo vedemmo la prima volta. Passista veloce, che un tempo si pensò fosse addirittura un velocista, nel tempo si è portato a casa anche vittorie pesanti. Come il Del Rosso e Ponsacco nel 2020. Il Liberazione che ha dato la svolta e il Città di Empoli nel 2021, impreziosito con il quarto posto ai mondiali di Leuven, vinti dall’amico (e compagno in Colpack-Ballan) Filippo Baroncini.

A Leuven con Baroncini, a capo di una stagione fenomenale tra gli under 23
A Leuven con Baroncini, a capo di una stagione fenomenale tra gli under 23
Cosa c’è ancora di quel Gazzoli che quattro anni fa trasformava in oro quasi tutto ciò che toccava?

Sono simile, migliorato in alcuni aspetti. Sapevo anche allora che non c’è niente di facile, perché nella vita è così. Non mi sono perso d’animo neppure quest’anno, quando ho vissuto un inverno veramente duro e mi sono reso conto che sarebbe stata una stagione difficile. Ho cominciato ad allenarmi con continuità a marzo, con 12 giorni di preparazione per la prima corsa. Quando non hai la base, trovi una condizione che regge al massimo per due settimane e poi devi ricominciare. Nonostante questo, mi sono tolto le mie belle soddisfazioni.

L’accordo con Astana è saltato fuori alla fine o viene da prima?

Abbiamo preso gli accordi a giugno, direttamente con Vinokourov. Questo mi ha permesso di correre tutto l’anno tranquillo e mi dà la garanzia che continuerò a lavorare con Maurizio Mazzoleni, con cui ho un ottimo rapporto. Essendo l’uomo del no-stress, parleremo di programmi per l’inverno a novembre dopo le ferie. Parto domenica per le Canarie con il mio amico Matteo Furlan, che quest’anno ha corso con la Iseo-Rime.

Hai fatto due anni nella Kometa di Basso e ora due in Colpack, pensi che ti servirà un adattamento più breve rispetto ad altri?

Non mi sento avanti in nulla. L’unica cosa che posso dire è che in questo ultimo anno alla Colpack ho fatto tanta esperienza correndo tanto e bene. L’obiettivo di arrivare nel WorldTour credo sia il sogno di tutti, ma per arrivare al grande ciclismo dei meritartelo. E’ un mondo in cui vige la meritocrazia. Era il mio sogno anche nel 2017, ma io sono uno che vive giorno per giorno. Anzi, mezza giornata per mezza giornata. Sono sempre con i piedi per terra, non ero nessuno ieri, non sono nessuno oggi.

Fino a giugno hai corso con Ayuso, poi lui è passato diretto nel WorldTour. Cosa ne pensi?

Ognuno fa le sue scelte, io per conto mio posso dire che mi sono divertito tanto e sono contento del percorso che ho scelto. Sono contento di aver trovato Baroncini, con cui si è creato un ottimo rapporto che proseguirà anche ora che saremo rivali. Magari penso che se fossi stato junior oggi con i miei risultati di allora, mi avrebbero proposto di passare direttamente, ma io credo che tre anni da under 23 vadano comunque fatti. Di quei primi anni con Basso, mi tengo stretto il rapporto con Ivan che è un mio amico e il bel legame che si era stabilito con i compagni.

Come è stato il primo assaggio di Astana a Montecatini?

Non mi aspettavo un ambiente così bello e così affiatato. Il fatto che si parli italiano mi piace molto, così come l’attenzione per i dettagli. E’ proprio un bel salto ed è giusto così.

Che cosa vuoi dire?

Che è normale e ci sta che al passaggio da una continental alla WorldTour si percepisca una differenza di dimensione, sarebbe grave se così non fosse. La Colpack-Ballan è una super continental, che forse dà anche più di quel che serve, ma è giusto che si rimanga a bocca aperta salendo al massimo livello.

Il Gran Premio della Liberazione del 25 aprile ha segnato la svolta dopo l’inizio di stagione frenato dal Covid
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In squadra è tornato un signore che in carriera, oltre a tutto il resto, ha vinto due Giri e un Tour…

Io Nibali lo guardavo in televisione e adesso me lo trovavo accanto a tavola oppure a parlare del più e del meno prendendo il caffè. E’ davvero una persona a modo, sono molto contento che ci sia, penso sia un privilegio correre con lui.

Siete anche usciti in bici?

No, niente bici. Abbiamo giusto valutato del nuovo materiale, fatto il bike fitting per le misure dei telai e preso quelle del vestiario. Poi abbiamo fatto le riunioni con i direttori sportivi, corridore per corridore. E poi ho conosciuto anche la nutrizionista. All’alimentazione ci sto attento, ma quando tornerò dalle vacanze andrò a parlarle. Questo viaggio è il regalo che mi faccio per il 2021. Poi sarà tempo di ricominciare.