Doveva essere un “rodaggio”, una ripresa e invece si è trasformato in una splendida vittoria, per di più in azzurro. Stiamo parlando del rientro alle gare di Gianmarco Garofoli. Il marchigiano dell’Astana Qazaqstan Development Team era stato fermato, lo ricordiamo, per problemi al cuore. Era rimasto ai box per diversi mesi e lo scorso 9 settembre ha riattaccato il numero sulla maglia.
Ma se il 9 lo ha riattaccato, il 10 ha vinto. E lo ha fatto in occasione della seconda corsa del trittico pugliese (Costa dei Trulli, Coppa Messapica e Targa Crocifisso), in quel di Ceglie, paesino bianco sull’Altopiano delle Murge, in provincia di Brindisi. Una classica del dilettantismo che vanta oltre 70 anni di storia e 62 edizioni.
Gianmarco, raccontaci… Ti aspettavi questa vittoria?
Beh, mi sono allenato bene! Sapevo di stare bene in allenamento. Lo vedevo dai wattaggi, ma la corsa è un’altra cosa. Soprattutto dopo tanto tempo, il rientro alle gare era un bel punto di domanda. Diciamo che ci speravo per l’impegno profuso in questi mesi. Nei giorni pugliesi ero più interessato alla prestazione che al risultato, anche per questo ho sprecato anche un po’ più del dovuto.
Mesi impegnativi…
Molto. Rientrare era difficile. Sapevo che in Puglia avrei trovato il livello degli under 23 e che ci sarei stato bene su quei ritmi. E poi è stato bello ripartire con la maglia azzurra. Ho provato il cuore e questo ha risposto bene. Il risultato è stato qualcosa in più.
A proposito di risultato, ci racconti brevissimamente come è andata la corsa?
Ci avevo provato anche il primo giorno a dire il vero. Poi a Ceglie c’erano questi due anelli. Nel primo ho portato via la fuga buona. Ho forzato più volte su uno strappo e siamo andati via in dieci. Successivamente nei cinque giri finali c’era uno strappo e sono andato via su questo al primo dei giri finali. Ho fatto due, tre attacchi… e sono rimasto da solo.
Eh già perché a Garofoli piace fare e dare spettacolo!
Alla fine, mi sono fatto 25 chilometri di fuga solitaria. E devo dire che è stato bello anche per la tanta gente a bordo strada nel circuito finale. Il tifo pugliese è stato caloroso.
Cosa ti è passato per la testa quando hai tagliato il traguardo per primo?
E’ stato un ripassare le tappe di quanto accaduto negli ultimi mesi. Ho pensato che questa vittoria non fosse un’inizio, ma una fine. La chiusura di un cerchio. La mia stagione inizia adesso. Mi sono impegnato tantissimo per questo rientro. Tutto sommato pedalo da due mesi, il primo dei quali passato a fare solo delle passeggiate.
Come è andata invece la convocazione in azzurro?
Con Marino Amadori mi sono sempre sentito. Quando ha saputo che ero pronto per il rientro, mi ha chiesto se me la sentissi di andare. Queste corse erano nella mia testa già da un po’. Io poi volevo riprendere già discretamente, anche per questo magari sarei potuto rientrare un pelo prima. Marino mi ha dato l’opportunità di ripartire in azzurro. C’erano i ragazzi che sarebbero andati al mondiale, che erano in Puglia per un blocco di lavoro. Iniziare subito con i pro’ magari sarebbe stata troppo dura. Questo era il momento giusto, per le motivazioni, per il fisico, per riassaporare la gara.
Mettere il numero, stare in gruppo… certi meccanismi ti sono venuti in automatico oppure no?
In realtà proprio rimettere il numero è stato strano. Anche tornare a mangiare la pasta al mattino presto. Però è stato bello! Il primo giorno al via ero super pimpante, anche troppo. Volevo attaccare, ho fatto degli scatti… avevo il dente avvelenato, senza considerare che di fronte a me c’erano 150 chilometri. Ma io non avevo aspettative sulla gara, a me bastava finirla. In più Marino non mi ha messo pressione. Mi ha detto: “Fai spettacolo, divertiti. Divertiamoci!”.
E adesso?
Oggi raggiungo i miei compagni della WorldTour per il Giro di Toscana. Farò anche la Coppa Sabatini e il Memorial Pantani. Si inizia a fare corse più serie!
Quindi farai le gare con la WorldTour. Maurizio Mazzoleni ci aveva detto che avrebbe valutato in base alle tue condizioni. Lo avete deciso dopo la Puglia?
La decisione di fare delle gare con la WorldTour in realtà l’abbiamo presa prima di andare in Puglia. A me piace programmare tutto per tempo. E l’abbiamo presa perché mi conosco. Visto come andavo in allenamento, sapevo già prima della Puglia che avrei potuto prendere il via in quelle corse. Lo abbiamo concertato con Maurizio. E così abbiamo buttato giù un programma sino al Pantani. Poi vedremo per la seconda metà delle gare italiane.
Come le affronterai?
Non abbiamo ancora fatto la riunione e non so tatticamente come andranno le cose. Nelle prime due ci sarà Orlando Maini, dal Pantani anche Giuseppe Martinelli. Presumo che con Battistella che andrà al mondiale e con il rientro di Moscon si lavorerà per loro. Ma se dovesse esserci anche solo un po’ di gamba proverò a dare spettacolo!