Garofoli e quell’allenamento shock per ripartire

27.07.2022
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Finalmente sta per arrivare il momento di Gianmarco Garofoli. Il giovane ragazzo dell’Astana Qazaqstan Development Team dopo lo stop impostogli da un problema al cuore sta per ripartire. Anzi, in realtà il marchigiano è già ripartito.

Manca la ciliegina sulla torta che, incrociando le dita, dovrebbe arrivare giovedì prossimo. Domani in pratica, quando farà la Tac definitiva che scioglierà ogni dubbio. Poi potremmo riabbracciare questo talento cristallino.

Il giorno della ripresa shock. Da sotto la maglia intima spunta l’holter
Il giorno della ripresa shock. Da sotto la maglia intima spunta l’holter

Allenamento shock

Ma andiamo con ordine. L’ultima volta che lo avevamo sentito, Garofoli ci aveva parlato del “suo Giro d’Italia U23” sfumato. Stava bene, poteva tranquillamente essere uno dei protagonisti, specie dopo la dimostrazione di forza e di classe verso Cervinia al Valle d’Aosta dell’anno scorso. Era partito alla grande con il Tour of Oman e altre corse con atleti di spicco. Poi il malore che lo ha costretto al fermo.

«Ho ripreso il 7 luglio – racconta Garofoli – e come ho ripreso! In pratica in accordo con il dottor Corsetti, che mi aveva messo l’holter, dovevo fare un’uscita con cinque salite “a tutta”. Era un test. Calcolate che io non toccavo la bici da quel famoso 27 marzo. E quando dico che non la toccavo, intendo zero assoluto. Neanche mezzo giretto in giardino».

Quel giorno Garofoli era contento come un bambino. Era anche emozionato se vogliamo.

«E’ stato un bel momento – racconta Gianmarco – avevo i brividi e la pelle d’oca sulle braccia. Però ero anche un po’ teso. Visto l’allenamento che dovevo fare, ho chiesto a mia mamma di seguirmi. Perché non sarebbe successo niente, ma se avessi avuto bisogno di soccorso… ci sarebbe stato qualcuno.

«Inizio così queste salite, di circa 3 chilometri l’una. Dopo la prima ero sfinito, avevo l’acido lattico ovunque. Dovevo farle a tutta. Scendo e risalgo. In cima alla terza scalata metto piede a terra. Avevo i sensi di vomito. In quel momento ho detto a mia madre: “Se non mi succede qualcosa oggi, non mi succede più”».

Si è trattato dunque di una ripresa shock: per testa, polmoni, cuore e muscoli.

«Ho davvero portato il mio fisico al limite. Non era un allenamento banale. Quando sono rientrato ho scritto al dottor Corsetti dicendogli che avevo fatto quanto detto. E lui mi ha risposto: “E hai ancora la forza per scrivermi?”».

In questa fase di stop, Garofoli si è goduto anche il mare, non distante da casa sua (foto Instagram)
In questa fase di stop, Garofoli si è goduto anche il mare, non distante da casa sua (foto Instagram)

Con calma….

Questa uscita però ha spalancato le porte verso un Garofoli nuovo. La testa era quella della primavera, quella del corridore, ma le gambe no. A questa folle uscita, nel pomeriggio sono seguite le visite mediche. E i parametri erano okay.

«Dopo quel giorno ho ripreso con molta calma – continua Garofoli – facevo un’uscita di un’oretta al giorno. Ma davvero blanda: 25 chilometri e tutti in pianura. Poi sempre di più. Dopo tre settimane sono arrivato a fare anche tre ore e mezzo, ma sempre in modo tranquillo. Però sento che le sensazioni migliorano. Riesco a fare tutti i miei giri.

«Se domani il responso sarà okay e potrò iniziare a fare qualche allenamento più serio – prosegue – voglio subito andare in montagna: Livigno o Passo San Pellegrino. Ci voglio andare non tanto per fare dell’altura, ma per sfuggire al caldo record di questi giorni. E poi – aggiunge Garofoli – perché magari per settembre riesco a fare qualche garetta».

Orlando Maini è il suo direttore sportivo. Presto Garofoli, il coach Mazzoleni e lui si riuniranno per fare il programma di rientro
Maini è il suo direttore sportivo. Presto Garofoli, il coach Mazzoleni e lui si riuniranno per fare il programma

Maini sull’attenti

L’Astana non gli mette pressione e Gianmarco lo sa bene. Anzi, Orlando Maini, il suo diesse di riferimento, ci ha confidato che gli avrebbe guardato i files da remoto e che se avesse fatto un solo metro in più del previsto, se lo sarebbe mangiato. «Gianmarco ha 20 anni e non deve avere fretta», ci diceva il “vecchio Maio”.

Ma intanto Garofoli scalpita. «Ogni tanto Orlando mi ha scritto. Mi ha detto che dovevo andare piano, piano. Pianissimo… Ma io non vedo l’ora di ricominciare.

«Non credo che a settembre ci saranno dei problemi, però se dovessi ritardare di una settimana il mio rientro, non sarebbe un problema, anche perché non vorrei andare in corsa per fare ultimo. Sin qui non abbiamo parlato di calendari o tabelle, tutto dipenderà da domani. Ma entro fine stagione qualche gara la faccio. Sicuro!».

Garofoli impegnato in palestra. Il marchigiano ha ripreso da zero chiaramente
Garofoli impegnato in palestra. Il marchigiano ha ripreso da zero chiaramente

Momento di crescita

Che Gianmarco Garofoli abbia una marcia in più non lo si è visto solo dalle gare. In questi mesi ha anche fatto altro, come andare al lavoro con il papà nell’azienda di famiglia (di infissi e mobili). E anche in questo caso non è stato tempo perso. O quantomeno una cosa fine a se stessa.

«Mi sono reso conto – dice Garofoli – che mi mancava qualcosa e così ho maturato la decisione di iscrivermi all’università. Ho fatto domanda alla Luiss, a Roma, per la facoltà di Economia Business. E’ in inglese e c’è la formula per poter seguire il corso come atleta. Adesso aspetto che diano conferma della mia domanda».

«Ho lavorato su me stesso in questo periodo e ho pensato molto a cosa poteva essere il mio futuro, a prescindere dal ciclismo. Ho ricalibrato i miei obiettivi. Mi sono concentrato sulle cose cui nel flusso della vita non hai tempo di pensare. Insomma, ho 20 anni e non so come ci sono arrivato!

«E ho fatto anche cose più semplici come andare ad un concerto, uscire con gli amici o farmene di nuovi… Cose che altrimenti non avrei fatto. Io non sono uno che si piange addosso e cerco di guardare sempre il bicchiere mezzo pieno».

Lo scorso anno nonostante fosse al debutto nella categoria U23, Garofoli ha fatto il Giro U23, il Valle d’Aosta e l’Avenir (in foto)
Lo scorso anno nonostante fosse al debutto nella categoria U23, Garofoli ha fatto il Giro U23, il Valle d’Aosta e l’Avenir (in foto)

E le corse?

Come accennato, avevamo ascoltato Gianmarco prima del Giro U23: ma lui ha seguito le gare? Cosa pensa dei suoi avversari? 

«Un po’ le ho seguite, ma non tantissimo – ammette Garofoli – perché sì, sono stato contento di aver visto dei miei amici andare molto forte, ma un po’…. “ho rosicato”! Pensavo che ci sarei potuto essere io al loro posto. E quindi le ho seguite il giusto. Ma l’occhio mi ci cadeva.

«Che dire, sono stato contento che abbia vinto Hayter al Giro d’Italia. Leo è proprio un amico, amico… Pensate che è stato un mese a casa mia lo scorso anno. E anche Lorenzo Germani è andato fortissimo, ha vinto l’italiano. Anche lui è venuto a trovarmi per qualche giorno».