Gianmarco Garofoli è di nuovo in sella! E lo è nel vero senso della parola stavolta. E Maurizio Mazzoleni deve tornare ad aggiungerlo alla lista degli atleti da seguire. Il talento marchigiano dell’Astana Qazaqstan Development Team ha ripreso la preparazione dopo il problema avuto con il cuore a primavera.
Un malore, quasi certamente la cui causa è da legare al Covid, lo aveva messo kappao. Noi stessi vi raccontammo delle sue lunghe giornate a casa, senza poter assolutamente fare nulla. Del Giro U23 “visto dal divano”, ma anche della grande voglia di riprendere nei giorni in cui fece un allenamento allo sfinimento su ordine del dottor Corsetti per verificare che tutto fosse okay.
Altura concordata
Chiudemmo l’intervista con Garofoli scrivendo: «Se mi daranno l’okay, farò le valigie e me ne andrò subito in altura». E’ stato di parola!
«Quando ha avuto il via libera dopo la miocardite – spiega Mazzoleni – Gianmarco ha seguito l’iter (il protocollo sanitario previsto per il rientro, ndr), poi è andato in altura. Questa scelta è stata concordata con lo staff sanitario del dottor Corsetti e il nostro, guidato dal dottor Emilio Magni. E una volta fatti questi step e ottenuto l’okay, ha potuto riprendere la preparazione atletica vera e propria. Ma va detto che già nel mese precedente aveva già ripreso a pedalare. Insomma non ci è andato da zero, ma aveva una base. In altura aveva poi un livello climatico più congeniale, tanto più in questa estate molto calda».
Maini a suo tempo ci aveva accennato alla necessità che il marchigiano ripartisse con estrema calma e Mazzoleni, ci spiega come questa estrema calma, diciamo così, è stata messa in atto. Il coach lombardo ci spiega che il lavoro è stato impostato con la massima gradualità.
«E posso assicurarvi che andare graduali con Gianmarco e il suo entusiasmo non è facile! Lui vorrebbe fare sempre meglio, sempre qualcosa in più. Ma devo dire che è stato molto bravo a rispettare il programma».
Il lavoro di Mazzoleni questa volta è stato più calibrato che mai. Ed è andato di pari passo, come ci spiega lui stesso, con le tempistiche e le necessità dettate dal controllo del dottor Magni.
Rientro azzurro
Talmente bravo che per Garofoli è stata individuata una time line per il suo rientro: sarà nel trittico del Giro di Puglia Challenge a metà settembre. Il commissario tecnico, Marino Amadori, gli ha già inviato i percorsi e Garofoli se li sta studiando.
Questo rientro è importantissimo, non tanto per questa stagione, quanto per la prossima. Significa ripartire “alla pari” con gli altri. Significa passare un inverno ben più sereno. Un po’ quel che si diceva di Bernal con Slongo: prima bisogna recuperare il corridore, poi il campione.
«Gianmarco – dice Mazzoleni – scenderà dall’altura fra pochi giorni e poi rientrerà alle corse nel trittico pugliese. E lo farà con la nazionale U23, che tiene molto a lui. Sono contento che rientri con la maglia azzurra. Per lui sarà uno stimolo in più.
«Da lì, fatto quel primo step, definiremo il calendario con la nostra squadra Development e se tutto andrà bene valuteremo di inserirlo in qualche gara del calendario italiano dei pro’, visto che c’è questa bella possibilità d’interagire tra il vivaio e la prima squadra. E penso un bel premio anche per lui dopo un anno così tribolato».
Determinazione Garofoli
A Livigno Garofoli si allenato anche con alcuni colleghi della WordlTour. Un giorno per esempio era in bici con Simone Velasco, il quale parlando con noi al telefono ci disse: «Ohi, ho il fiatone. Garofoli mi sta tirando il collo!».
«Come abbiamo visto Gianmarco è un ragazzo molto determinato – dice Mazzoleni – e questo è un aspetto molto positivo, sia per l’età che ha, sia per la voglia di raggiungere gli obiettivi che ha in testa, i quali sono molto chiari.
«Sta a noi accompagnarlo in questo viaggio. A me, come allenatore, a Martinelli e Maini come direttori sportivi che hanno grande esperienza con i giovani talenti. Sapranno consigliarlo al meglio».
Nel segno di Scarponi
«Da parte sua – continua a raccontare con passione Mazzoleni – Garofoli ha molta fiducia in noi e anche per questo ha fatto questa scelta di venire in Astana. Ma anche noi lo conoscevamo sin dalle categorie inferiori e c’era già un bel rapporto.
«Pensate, che qualche anno fa, parlando tra noi, “Scarpa” (Michele Scarponi, ndr) ci diceva che conosceva nella sua zona un ragazzino che prometteva bene. E che quando avrebbe smesso di correre, gli sarebbe piaciuto lavorare per far crescere dei talenti… e Gianmarco sarebbe stato uno di quelli. E quindi anche per questo Maini, “Martino” ed io, siamo orgogliosi di portare avanti questa “mission” che si era prefissato Scarpa».