Una delle novità in casa Colpack-Ballan per la stagione 2024 è l’arrivo, dalla categoria juniores, di Matteo Fiorin. Un profilo interessante, soprattutto perché lontano dai soliti canoni stradistici. Fiorin, infatti, è uno dei maggiori prospetti della pista, in particolare nel quartetto, disciplina regina del movimento del parquet italiano. Lui, insieme ai compagni Giaimi, Favero e Sierra ai mondiali di Anadia ha fatto registrare il record del mondo nell’inseguimento a squadre juniores.
Un pensiero a Parigi
Va da sé che l’arrivo di un profilo del genere in un team continental come quello della Colpack faccia discutere. Se a tutto questo poi si aggiunge la notizia che lo stesso Fiorin è stato inserito nel gruppo di lavoro guidato da Villa in vista delle Olimpiadi di Parigi 2024 la cosa diventa particolarmente interessante.
«Lo stesso Villa – racconta Fiorin – mi aveva accennato qualcosa alla Tre Giorni di Aigle. L’idea era che avrei potuto fare qualche spedizione, come qualche tappa di Nations Cup o, addirittura l’europeo di gennaio. Di quest’ultima opzione non c’è certezza, ma già da novembre sarò inserito nel gruppo di lavoro degli elite, complice anche il fatto che non ci saranno i mondiali U23.
«Ne parleremo sicuramente durante il ritiro in Sicilia, a Noto. Per il momento andremo giù per fare fondo e pedalare su strada, sfruttando il clima favorevole. Qui dalle mie parti piove da una decina di giorni e inizia a fare freddo. Andare a Parigi è impossibile, anche per il semplice fatto che il quartetto di Tokyo è rimasto intatto».
Parola d’ordine: migliorare
Fiorin vola basso, conosce la sua forza, ma anche quella dei suoi compagni di nazionale. Le prospettive ci sono, ed essere inserito nel programma di lavoro in vista di Parigi 2024 certifica quanto fatto fino ad ora.
«Per quanto dimostrato quest’anno – continua Fiorin – entrare nel gruppo di lavoro del quartetto è davvero emozionante. Sarà un anno importante, per migliorare ulteriormente e per far questo mi allenerò spesso con il quartetto a Montichiari. Il primo obiettivo stagionale sarebbe quello di partecipare all’europeo elite, poi mi piacerebbe concentrarmi anche sulla strada. Il mio passaggio in Colpack è legato anche a questo, ad aumentare la performance su strada».
Scuola e strada
L’impegno della scuola, primario nei confronti di altro, sarà qualcosa da tenere in conto. Fiorin è il primo a non voler forzare i tempi, consapevole che per emergere serve tempo e fare tutti i passi necessari, compresi quelli scolastici.
«Avendo ancora la scuola – spiega sempre con voce calma – penso di seguire il metodo usato fino ad ora: ovvero andare una volta a settimana a Montichiari. Devo essere sincero però, su pista riesco a fare bene i lavori specifici, ma la domenica sento che mi manca qualcosa. Con più appuntamenti su pista a disposizione (visto l’ingresso della Nations Cup, ndr) non escludo che potrei anche lavorare per programmi. Quindi andare maggiormente a Montichiari in vista degli appuntamenti su pista, sarà un qualcosa che decideremo più avanti.
«Nella mia prima stagione da under 23 – ci confida – ho l’obiettivo di riuscire a vincere qualcosa, anche solamente a livello regionale. Per farlo dovrò imparare a sopportare tanti chilometri di gara, che con il cambio di categoria si faranno sentire. Il fondo è la prima cosa da allenare, a partire dal ritiro azzurro a Noto».
Accanto ai migliori
Il fatto di avere accanto a sé i migliori atleti al mondo in questa specialità è un modo per trovare la propria strada con più facilità. Ogni corridore è diverso, ma dall’esperienza dei più grandi è possibile imparare tanto, anche nel gestire questa specialità.
«In Italia – conclude – abbiamo il privilegio di avere dei grandi atleti e di poter costruire un gruppo che non guarda solo agli eventi più vicini ma anche a quelli futuri. In più in Colpack posso contare su Quaranta e Boscaro, anche loro si dividono tra strada e pista. Confrontarmi e capire come lavorano potrà aiutarmi a trovare il miglior equilibrio possibile per trarre il meglio da entrambe le specialità».