Nel pazzo mondo di Cecilie che vuole vincere il Tour

03.02.2022
4 min
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Vi è mai capitato di parlare con Cecilie Uttrup Ludwig? Se è di buon umore (e raramente non lo è), vi sommergerà con le sue risate, battute, parole a raffica e smorfie. In una di queste tempeste espressive, l’altro giorno la danese della FDJ-Nouvelle Aquitaine-Futuroscope, che nel 2017 vinse il ranking WorldTour fra le under 23, si è fatta improvvisamente seria e senza mezzi termini ha detto chiaramente di voler vincere il Tour Femmes.

In fondo, senza più Anna Van der Breggen in circolazione e con Van Vleuten che intanto ha nelle gambe un anno in più, il campo sarà aperto e le soluzioni possibili ben più numerose. E sebbene il 2021 non sia stato l’anno migliore per la danese, la sua fede appare incrollabile.

Alla presentazione del Tour, Cecilie con Niewiadoma, altra aspirante alla maglia gialla (foto Instagram)
Alla presentazione del Tour, Cecilie con Niewiadoma, altra aspirante alla maglia gialla (foto Instagram)

«La mia ambizione -sottolinea – è vincere il Tour de France. E’ stato importante lo scorso anno portarsi a casa quella tappa a Burgos, che ha avuto grande risalto, avendo battuto Niewiadoma, Van der Breggen e Longo Borghini. Voglio riprovare quelle sensazioni, ho davvero l’ambizione di rifarlo».

In quattro al Tour

La squadra l’ha presa sul serio, al punto da mandare per lei in Francia tutte le leader a disposizione: Marta Cavalli, Grace Brown ed Evita Muzic.

«Per una squadra francese – ha spiegato il team manager Stephen Delcourt – poter parlare di Tour de France è davvero importante. Essere arrivati secondi nella Course by Le Tour de France (vinta da Demi Vollering proprio su Cecilie, ndr) è stato pesante. Vogliamo di più. Lo scorso anno abbiamo vinto due corse.

«Stiamo passando – prosegue – da team familiare a vera squadra professionistica. Lavoriamo tanto e parliamo a fondo di quello che vogliamo fare. Abbiamo aumentato il nostro impegno sul fronte della performance. E abbiamo deciso di correre il Tour Femmes con quattro leader per puntare alla maglia gialla. Cecilie può fare la storia del ciclismo, ma lo stesso saremo ambiziosi al Giro con Marta Cavalli».

La Super Planche fa male

Come studiammo con Fabiana Luperini, il Tour Femmes si deciderà nelle ultime due tappe, con arrivo a Le Markstein dopo aver scalato il Grand Ballon e con l’arrivo a La Super Planche des Belles Filles, dove nel 2019 Ciccone conquistò la maglia gialla. Salite non impossibili, ma che possono far male. E a ben vedere il limite di Cecilie sono proprio le lunghe pendenze.

In ritiro si sono viste finalmente la nuova maglia e la nuova bici Lapierre (foto FDJ-NAT)
In ritiro si sono viste finalmente la nuova maglia e la nuova bici Lapierre (foto FDJ-NAT)

«Lo so perfettamente – sbotta a ridere – e per questo sin dall’inizio della preparazione mi sono concentrata su questo aspetto e lo riprenderò nelle settimane precedenti il Tour. Fortunatamente avrò con me 4-5 compagne molto forti, che renderanno meno pesante la pressione. Siamo in una squadra francese e dichiariamo di voler vincere il Tour de France, ma io per questo sono molto eccitata».

Pazzi per il Tour

Se saranno tutte leader o destinate a lavorare per lei potrà dirlo solo la strada: anche lei doveva essere leader al Giro Donne del 2021, ma si ritirò dopo la 7ª tappa quando si rese conto di non avere gambe, lasciando a Marta Cavalli lo spazio e la responsabilità. Poteva restare per aiutarla? Ecco, se proprio va pescato un neo nel suo essere così eccentrica è nel pensare a sé e concedere poco alle compagne.

Ospite di Natholdet, trasmissione satirica danese sugli strafalcioni televisivi (foto Facebook)
Ospite di Natholdet, trasmissione satirica danese (foto Facebook)

«Sogno di attaccare – sorride Cecilie che nel suo Paese gode di grande popolarità – ma per farlo bisogna tenere testa ad alcune squadre che hanno organici forti. Essere isolati è uno svantaggio, ma adesso siamo forti anche noi. Posso attaccare io, ma possono farlo anche Grace e Marta. E penso anche che si possa puntare nello stesso anno al Giro, al Tour e alla Vuelta, l’importante è avere la giusta programmazione. Essere danese e puntare al Tour quest’anno è pazzesco. Anche se noi non andremo nel mio Paese, la prospettiva di far parte di un’avventura simile ha un grande risalto. E pensare che partiremo dopo gli uomini farà sì che sarà un unico, grande viaggio. A casa mia sono tutti fuori di testa…».