Longo Borghini, un altro bronzo. Nessun rimpianto e tanto cuore

28.09.2024
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ZURIGO (Svizzera) – Cominciamo dalla fine e dalle lacrime ricacciate giù a fatica, quando Elisa Longo Borghini viene invitata a parlare di Muriel Furrer, scomparsa giusto ieri mentre era in pieno svolgimento la gara degli under 23. Finora si è parlato di questo bronzo mondiale, del modo in cui è venuto, della vittoria di Lotte Kopecky e del correre incomprensibile dell’Olanda. Ma a volte è giusto anche fermarsi, alzare la testa dal manubrio e guardarsi intorno. La serata di colpo si tinge di un’umanità che finora pochi avevano mostrato e forse la grandezza della campionessa piemontese sta nella capacità di fermarsi e pensare.

«Credo che nessuno oggi al via – dice – abbia potuto fare a meno di pensare a lei. Il nostro lavoro è correre, siamo sempre molto concentrate sulla corsa e forse a volte questo non è molto corretto. Dovremmo pensare di più alla nostra salvaguardia. Stamattina, quando la corsa è partita, tutte abbiamo pensato a lei e poi però siamo tornate con gli occhi sulla strada. Correre per me oggi è stato il modo per celebrare la sua vita e quello che amava. Perché Muriel tristemente è morta facendo quello che amava. Alla fine aveva tre anni più di mia nipote e pensare che potrebbe essere toccato a lei mi ha toccata particolarmente. Ho pensato tanto a mia cognata e a mio fratello e a tutta la mia famiglia. Muriel era una ragazza che avrebbe corso con me, era una parte del gruppo».

Ha corso per sbancare Zurigo e Dio solo sa se non ce l’ha messa tutta. In corsa è stata la più forte. Nessun attacco in salita l’ha sorpresa. E alla fine, nonostante il suo attacco a fondo sull’ultimo strappo, ha avuto le gambe per fare una volata per lei magistrale. In certi sprint, Lotte Kopecky non la batti e per ottenere il bronzo Elisa ha dovuto stringere davvero i denti. Ora è stretta nella sua giacca azzurra, con le guance che iniziano a riprendere colore. La giornata è stata davvero dura, fredda e fradicia. Per arrivare in fondo è servito davvero tirare fuori ogni grammo di carattere rimasto.

Cosa hai pensato al momento di attaccare?

A due chilometri dall’arrivo mi sono detta: «Non fa niente se non vado sul podio. Sono venuta per vincere e ho fatto tutto quello che potevo». Ero orgogliosa di quello che avevo fatto fino a quel punto.

Pensavi che Vollering riuscisse a seguirti in quel tuo scatto?

Lo speravo. Il guaio è che Demi era disperata per vincere questa corsa ed è normale che quando un corridore vuole davvero troppo una corsa, alla fine non ci riesca. Non è andata perché le altre hanno avuto qualcosa di più, ma sono molto felice di questo bronzo.

Per Sangalli e Longo Borghini il mondiale è stato la rivincita dopo Parigi
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Ti sei ritrovata da sola in mezzo a due belghe e quattro olandesi, eppure alla fine sul podio ci sei andata…

Ho sempre rispetto per i miei avversari. Ma faccio sempre la mia corsa. Se pensi troppo agli altri, finisce che sbagli anche tu. Per cui controllo quello che posso e per il resto mi concentro sul mio risultato.

La sensazione è che ti sia divertita, possibile?

Tantissimo! Sono contenta di come è andata la corsa, sinceramente. Ci eravamo proposti di arrivare qui con la nazionale per vincere la gara. Le ragazze sono venute per aiutare me e oggi lo hanno fatto veramente. Ci hanno provato, per cui un ringraziamento speciale va a loro. Se ci penso, in maniera particolare a Elisa Balsamo che si sposerà il primo di ottobre e oggi era qui a tirare per me. E poi vorrei spendere una parola di ringraziamento per Soraya Paladin. Sicuramente la prova di mercoledì nel Team Relay non l’ha lasciata soddisfatta ed ero sicura che quello non fosse il suo vero valore. Oggi invece ha dimostrato di essere veramente forte e ai miei occhi ha fatto una gara splendida.

In conferenza stampa qualcuno sosteneva che il bronzo possa essere una delusione, invece?

Invece no. Ci abbiamo provato, abbiamo provato in tutti i modi a vincere la corsa ed è arrivato un bronzo che mi soddisfa. Sono riuscita a dare il mio 100 per cento e anche in volata non era scontato arrivare sul podio. Invece ci sono riuscita e sono orgogliosa di me stessa.

Sei partita lunghissima, scelta ragionata?

Ho visto gambe stanche e soprattutto ho visto Vollering davvero in crisi per questa voglia di vincere. Sapevo che avrebbe tirato e così ho provato a lanciarla lunga, proprio perché so di essere un’atleta di endurance e in una gara così le volate non sono scontate. Qualche anno fa probabilmente non sarei riuscita a salire su questo podio e probabilmente questo è sintomo di una crescita sia fisica e mentale, dettata da molti fattori.

Elisa Balsamo ha accettato la convocazione e ha tirato per la Longo, con il matrimonio in programma per il primo ottobre
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Ti sei sentita la più forte in corsa? Prima della volata, la sensazione da fuori è stata questa…

Sì, mi sono sentita la più forte. Anche Demi Vollering era forte, ma secondo me non ha avuto il giusto equilibrio. Con questo non voglio mettere in croce la povera Demi, perché alla fine anche lei avrà provato a fare il meglio, ma le cose vanno così. E quindi chapeau anche a lei che ci ha provato al cento per cento. Se penso a me, potrei aver avuto la stessa ossessione a Parigi, però a me lì sono proprio mancate le gambe.

Con Slongo si parlava di quanto sia stata positiva questa tua stagione, che ad ora forse è la migliore della tua carriera…

Sì, effettivamente ci ho pensato brevemente sul podio. Non ero molto sicura di me stessa questa estate, soprattutto quando sono caduta e sono rimasta fuori dal Tour. Mi sono sentita sciocca a cadere in allenamento e auto eliminarmi, però ancora una volta devo ringraziare tantissimo proprio Slongo. Mi ha sostenuto e mi ha detto che saremmo arrivati al mondiale in ottima condizione. Anche prima del Romandia sono stata male una notte e non sono riuscita a parteciparci, ma Paolo non ha mai perso le speranze. Per fortuna, direi, perché io invece ero un pochino indecisa.

Le ultime parole in sala stampa, prima della meritata doccia e di un bel brindisi
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Riguardo a cosa?

Nell’ultima settimana, prima di arrivare qui, gli ho disobbedito tantissimo. Sono uscita a cercare delle risposte sulle salite, a fare i miei best sui 10 minuti, a cercare di fare i tempi. Paolo continuava a dirmi che dovevo stare tranquilla perché ero in forma, mentre io cercavo risposte a destra e a sinistra. Poi alla fine mi ha ripresa e a quel punto gli ho detto: «Ok, va bene, forse hai ragione tu». Ed era vero. Anche questa volta ha avuto ragione lui.