ZURIGO (Svizzera) – Un minuto di silenzio, che probabilmente ha detto molto più di quello che è emerso dalla conferenza stampa indetta dall’UCI e dall’organizzazione del mondiale di Zurigo. Seduti al tavolo, Peter Van de Abeele e Oliver Senn, rispettivamente UCI Sports Director e General Manager dei mondiali, hanno invocato rispetto per la privacy della famiglia e poi si sono chiusi dietro il fatto che sulla morte di Muriel Furrer è stata aperta un’inchiesta. Di fronte a ciò, che è assolutamente fondato, forse l’idea stessa di una conferenza stampa poteva essere superata.
La dinamica da capire
Muriel era nata il primo luglio del 2006 ed è morta oggi nell’ospedale di Zurigo. Scorrere le foto del suo account Instagram è una disperazione per noi che non l’abbiamo mai conosciuta. Possiamo a stento immaginare quella della famiglia, avendo avuto comunque la sorte maledetta di piangere più di un amico corridore. Stamattina fra i pullman della gara under 23, chi era in corsa ieri con le donne junior faceva racconti i cui temi chiaramente saranno oggetto dell’inchiesta.
La versione che più d’uno ha confermato è che Muriel si trovasse da sola fra due gruppi e che nessuno l’abbia vista cadere. Deve essere finita fuori strada e non avendo la radio, qualora fosse stata ancora cosciente, non ha potuto avvisare i suoi tecnici. Pare che i soccorsi siano scattati in modo meno tempestivo del necessario perché solo con grande ritardo ci si è resi conto che la ragazza non fosse passata sul traguardo. A quel punto, il condizionale è d’obbligo, pare che la sua posizione sarebbe stata rintracciata grazie ai dati del GPS del suo ciclocomputer.
Inchiesta in corso
Quando Peter Van den Abeele prende la parola, è evidente che sia scosso e non abbia molto da dire. Legge il testo del comunicato inviato dall’UCI non appena la notizia è stata diffusa. Cambia qualche parola, ma il succo è lo stesso.
«C’è grande tristezza – dice – perché l’UCI e il comitato organizzatore del mondiale sono stati informati oggi della tragica morte della giovane Muriel Furrer. La ciclista diciottenne è caduta gravemente durante la gara su strada femminile di ieri. Ha subito un grave trauma cranico prima di essere portata all’Ospedale Universitario di Zurigo in elicottero in condizioni molto critiche. Purtroppo è morta il giorno successivo in ospedale. I miei pensieri, i nostri pensieri, i pensieri dell’intera famiglia ciclistica sono con la sua famiglia, i suoi cari, i suoi compagni di squadra e gli amici della Federazione Svizzera.
«Con la scomparsa di Muriel, la comunità ciclistica internazionale perde una ciclista con un futuro luminoso davanti a sé. Al momento, l’incidente è ancora sotto inchiesta da parte delle autorità competenti. L’UCI e il comitato organizzatore rispettano il desiderio della famiglia di continuare questi campionati mondiali».
Cancellato il Galà UCI
La parola è poi passata a Oliver Senn, che ha ricordato brevemente come l’accaduto gli ricordi quanto accadde lo scorso anno con Gino Mader.
«E’ ovviamente un giorno molto triste per tutti coloro che sono coinvolti in questi campionati mondiali – dice – ma non possiamo immaginare cosa provino la famiglia, gli amici e il pubblico, cui esprimiamo le nostre condoglianze. Abbiamo perso una giovane atleta promettente con una vita piena davanti a sé. Questo è molto difficile da accettare, ma dobbiamo farlo. Abbiamo modificato il programma. Isseremo le bandiere a mezz’asta per il resto dei campionati mondiali. Oggi abbiamo deciso di ridurre la cerimonia del podio.
«Abbiamo annullato tutte le attività serali per stasera e, in pieno accordo con l’UCI, abbiamo deciso di annullare il gala UCI, che avrebbe dovuto svolgersi domani sera. Potrebbero essere prese altre decisioni, ma per il momento, ci concentriamo su oggi e sugli eventi più importanti che si terranno domani e domenica. So che tutti vogliamo informazioni, ma lasciamo alla famiglia la privacy e lo spazio per affrontare questa cosa».
Percorso in sicurezza
Il resto è un mix fra il cercare di capire e la chiusura da parte dei due interlocutori. Nessun dettaglio in più sui tempi del soccorso. Nessun dettaglio sul punto esatto dell’incidente. Solo la conferma che i dati del GPS sulla bici di Muriel saranno utilizzati dagli inquirenti.
«Dato che le prossime gare si svolgeranno sullo stesso percorso – spiega Oliver Senn – abbiamo esaminato la situazione che si è verificata ieri. Abbiamo leggermente modificato la situazione in loco, soprattutto perché nel pomeriggio ha ricominciato a piovere e non sappiamo se ciò abbia avuto un impatto sull’incidente. Come sempre, crediamo di fare il massimo per la sicurezza e la protezione dei corridori».
Di chi è la colpa? Esiste davvero un colpevole? Si corre in bici e, sebbene sembri paradossale in questo ciclismo monitorato e ingabbiato, ci sono momenti in cui nessuno ti vede e nessuno ti sente. Negare le radio per non incidere sulla tattica significa privare gli atleti di un’estrema garanzia di sicurezza? Se Muriel avesse potuto chiamare sarebbe cambiato qualcosa?
L’inchiesta probabilmente andrà avanti cercando di capire come mai, se così davvero è andata, sia servita quasi un’ora prima che si facesse qualcosa. Ma intanto Muriel Furrer non c’è più ed è un dramma enorme, a prescindere che avesse o meno una carriera luminosa davanti a sé.